Archive for the 'DERMATOLOGIA' Category
04/01/2016
IN CUCINA CON FEDERICA
ELENA Ciao Fede, dimmi se anche tu hai la fobia della dieta del dopo festività?
FEDERICA Perché, a te non è venuta?
ELENA Certo che no! Anche perché non sono aumentata di un etto!
FEDERICA Ma non hai mangiato anche tu un po’ di più?
ELENA Sì, e allora?
FEDERICA Non capisco! Qual è il segreto?
ELENA Non esiste nessun segreto, se si mangia di più a mezzogiorno o a sera perché si è in compagnia, poi, nel pasto successivo si consuma solo l’essenziale, e via via così non s’ingrassa di un etto! Ovviamente non si può andare avanti così per tutto il periodo delle feste natalizie!
FEDERICA E LA CELLULITE cosa dice, si diverte?
ELENA LA CELLULITE IN QUESTO MODO NON SI DIVERTE, MA NON SI FORMA O PERLOMENO NON SI ACCENTUA. Restando sul tema dell’argomento cellulite possiamo dire che non dovremmo bere durante i pasti, perché i liquidi non interferiscano con i succhi gastrici: i liquidi di ogni tipo tendono a diluire troppo il cibo, e hanno la tendenza a dilatare lo stomaco lasciandoci un senso di gonfiore. L’acqua necessaria per il nostro organismo non deve essere limitata a soli due bicchieri al giorno ma nemmeno a più di sei bicchieri al giorno, e deve essere bevuta tra un pasto e l’altro.
Adesso ritorniamo alle nostre buone e salubri ricette. Sto per presentare un involtino gigante fatto con farina senza glutine ripieno di storione arrosto e amalgamato in erbe aromatiche.
Involtino gigante con farina senza glutine
Ingredienti: farina di grano tenero senza glutine q.b., due uova, latte, spezie, erba cipollina, crema di carciofi, cipolla rosata in padella, cavolo cappuccio a listarelle, un trancio di storione, un rametto di rosmarino, due spicchi di aglio, sale, pepe, due cucchiai di besciamella leggera, peperoncino, un mazzetto di erbe aromatiche, formaggio da fondere 50 g. olio extra vergine d’oliva, aceto di vino bianco.
Esecuzione: per prima cosa mettiamo il pesce in una teglia immerso nelle erbe e pennellato con l’olio, lo lasceremo cuocere ma non troppo. Nel frattempo facciamo una bella sfoglia con le uova e la farina senza glutine, la sbollentiamo, e una volta raffreddato il pesce, lo avvolgeremo nella pasta scottata, con alcuni pezzetti di formaggio tenero, lo chiudiamo e lo pennelliamo, va spruzzato con il latte e lo mettiamo di nuovo in forno. Ora mentre finisce la sua cottura facciamo la crema di carciofi frullandoli insieme a due cucchiai di latte e due di olio, una punta di aglio, peperoncino, sale e pepe. Affettiamo la cipolla, la doriamo bene nel tegame con un cucchiaino di olio; ora mettiamo tutto nel piatto da portata, diamo gli ultimi ritocchi ed eccolo!
FEDERICA Lasciatelo dire è un piatto di alta cucina!
05/01/2016
ELENA Cara Fede eccoti la pasta che ti piace molto, l’ho fatta per te! Sono le pennette alla polpa di granchio.
FEDERICA Non solo questo mi piace ma lo adoro, chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei mangiato la pasta condita con il pesce? Prima facevo fatica a deglutire gli spaghetti al tonno amati da molti, ora invece questo ragù supera di mille volte anche quello di carne, la carbonara ecc.
PENNETTE ALLA POLPA DI GRANCHIO
Ingredienti: prepariamo per quattro persone, 350 g di pennette di semola di grano duro, due granchi di media grossezza, la polpa che si estrae dovrà essere di circa 300 g. uno scalogno, erba di aglio, prezzemolo, dragoncello, spezie miste, olio extra vergine di oliva, due cucchiai di sugo al pomodoro, mezzo bicchiere di vino bianco, un cucchiaio di besciamella leggera con farina di riso, una spolverata di parmigiano reggiano, un pizzico di peperoncino, un pizzico di zenzero, una carota, una foglia di alloro.
Esecuzione: puliamo ben bene i granchi poi, li cuciniamo, dopo, estrarremo la polpa, facciamo un soffritto con scalogno, erba d’aglio tritata, il pomodoro, aggiungeremo il vino, mettiamo la polpa di granchio a piccoli pezzetti, aggiungeremo le erbe e la carota a rondelle che poi toglieremo. Facciamo cuocere il tutto per 15 minuti, poi, aggiungeremo le spezie, compreso lo zenzero e il peperoncino, ancora un po’ di dragoncello tritato con l’erba di aglio, aggiustiamo di sale e togliamo dal ragù i pezzetti di carote. Adesso buttiamo le pennette in acqua bollente e salata al punto ideale, le scoleremo al dente, le mantechiamo nella casseruola del ragù, infine aggiungeremo un po’ di olio, il cucchiaio di besciamella, e una manciata di parmigiano. Il piatto è pronta da servire.
FEDERICA È MERAVIGLIOSO! È ANCHE UN PIATTO DIETETICO VERO?
ELENA Sì, Diciamo pure che accompagnato con un po’ di verdure miste diventerà un piatto completo. A domani! Vuoi un dolcetto? ciao!
06/01/2016
ELENA I dolcetti di oggi sono al cioccolato con un cuore di cioccolato che si scioglie, poi sono ricoperti di gelato al caffè variegato alla crema di caffè.
DOLCI RICOPERTI DI GELATO VARIEGATO AL CAFFÈ
Ingredienti: g 50 di burro fresco, 100 g di zucchero, due uova 100 g di cioccolato fondente dolce, 30 g di farina per dolci, gelato al caffè, crema al caffè, due cucchiai di panna montata con zucchero a velo, due cucchiai di fondente dolce tritato.
Esecuzione: sbattiamo le uova con lo zucchero fino a farli diventare una crema spumosa; uniamo la farina, e sempre mescolando uniremo il cioccolato fuso a bagno maria con il burro. Versiamo un po’ del composto in tre formine, poi, metteremo due cucchiai di cioccolato tritato e ultimiamo le formine con l’altra metà del composto; inforniamo a 180° per 10 minuti, lasciamo raffreddare a temperatura ambiente e decoriamo con il gelato al caffè (vedi esecuzione e ingredienti nelle mie ricette del gelato) Eccoli! Come sono? Chi li ha gustati ha detto che è come vedere Napoli e poi muori! Ti mostro un’altra foto prima della decorazione.
LENA Si possono servire anche così!
FEDERICA IN OGNI CASO SONO DELIZIOSI!
07/01/2016
ELENA Oggi ho una ricetta tutta nuova alla carne di manzo, un piatto completo sono sei porzioni avvolte in una pasta di sfoglia anche questa realizzata con farina senza glutine.
MANZO STUFATO IN CAMICIA
Ingredienti: sette etti di spalla o sotto spalla di manzo, pepe, peperoncino, salsa di soia, due scalogni , un cucchiaio di salsa di pomodoro, un chiodo di garofano, salvia e alloro, vino rosso, un mazzolino di erbe aromatiche funghi porcini trifolati con alcuni frammenti di tartufo, verdure miste,olio extra vergine d’oliva,brodo, besciamella, farina di grano senza glutine, due uova.
Esecuzione: per prima cosa facciamo lo stufato con il pezzo di manzo: mettiamo in casseruola la carne, la rosoliamo con una punta di olio; dopo una bella doratura aggiungiamo tutti gli ingredienti come lo scalogn0, l’alloro, la salvia, il mazzolino di erbe aromatiche, il chiodo di garofano, la salsa di pomodoro e di soia, il vino rosso , infine aggiungeremo il brodo vegetale. Dopo avere raggiunto la cottura della carne, la lasciamo raffreddare, e nel frattempo facciamo la sfoglia con le uova e la farina, la tiriamo sottile, poi, tracciamo un bel quadrato, lo sbollentiamo e avvolgeremo la carne, La cospargeremo di besciamella, di pepe e peperoncino, la inforniamo a 160° per quindici minuti. La togliamo dal forno la metteremo sopra il piatto da portata, e la cospargeremo di funghi trifolati, le verdure miste. Lo stracotto in camicia è pronto da tagliare a fette, servire sopra ogni fettina il sugo di cottura.
FEDERICA Cosa credi che non sappia quanto sia delizioso?
ELENA Sì, è davvero squisito! Al prossimo articolo, ciao!
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18/09/1013
CONTINUA DA HERPES ZOSTER O ZONA
L’herpes zoster in genere non recidiva.
Sintomi: di solito compaiono inzialmente dei disturbi sensitivi ( bruciore, dolore, parestesie) e talora anche malessere generale. Segue una eruzione cutanea che consiste inizialmente in chiazzette eritematose leggermente rilevate.
Su queste lesioni si formano dopo alcune ore, delle grosse vescicole tese contenenti siero. Dopo alcuni giorni le vescicole si rompono e si formano delle erosioni che si coprono di crosticine che, staccandosi, lasciano una chiazza rosea destinata ad attenuarsi nel tempo.
La localizzazione più frequente è quella toracica; più rare le localizzazioni cervicali e quelle lombari.
Particolarmente grave è la localizzazione al viso, con disposizione lungo il decorso delle branche nervose del trigemino. La terapia è strettamente medica, si basa sull’utilizzo di vitamine B1, B6, B12 e di raggi X.
MOLLUSCO CONTAGIOSO
È un’affezione frequente nei bambini, causata da un virus a DNA.
Sintomi: L’eruzione è costituita da noduli emisferici, di diametro variabile fra 2 e 4 mm. , ombelicati al centro, di colorito giallo roseo, duri, non pruriginosi né dolorosi.
Alla spremitura è possibile far fuoriuscire del materiale biancastro composto da cellule cornee e corpuscoli ovoidali detti ” corpuscoli del mollusco “.
Le lesioni si localizzano di preferenza al volto, arti, natiche, genitali.
Bisogna evitare di spremere il nodulo poiché si rischia la disseminazione delle lesioni. Il dermatologo interviene asportando le lesioni con cucchiaio tagliente e successiva causticazione.
PITIRIASI ROSEA (DI GIBERT)
È una dermatite eritemato-desquamantiva.
Sintomi: Inizia con una chiazza rotondeggiante di 2 – 3 cm. di diametro ( chiazza madre ), con un bordo colorito rosa pallido finemente desquamante e una parte centrale più pallida e depressa, di colorito rosa-giallastro. Tale chiazza si ingrandisce centrifugamente, mentre al centro si attenua.
Dopo 10-15 giorni si aggiungono chiazze di eritema ed altre lesioni simili alla chiazza madre. Di solito non c’è prurito.
Dura 4-6 settimane e guarisce spontaneamente. Non è necessario alcun trattamento.
VERRUCHE
Sono provocate da virus a DNA che si moltiplicano nel nucleo.
Sono note tre varietà di verruche: volgari, piane, plantari. Alcuni aggiungono una quarta varietà, la verruca filiforme.
Verruche volgari: si presentano come papule piatte, rotondeggianti di colorito grigio-brunastro a superficie ipercheratosica ( eccessivo sviluppo dello strato corneo ) , rugosa. Hanno un diametro variabile da una capocchia di fiammifero ad una lenticchia e non sono dolenti. Possono essere solitarie o a gruppI, tendono a moltiplicarsi e si localizzano di preferenza sul dorso delle mani e delle dita.
Verruche piane: si presentano come papule piatte, rotondeggianti di colore bruno giallastro, con un diametro di 1-2 mm.. Sono localizzate particolarmente al volto e al dorso delle mani. Sono asintomatiche: Si osservano frequentemente nei bambini.
Verruche plantari: localizzate alla pianta del piede, si presentano in genere incassate nel tessuto e si distinguono dal callo perché la pressione provoca dolore e perché le linee della cute si interrompono ai margini della lesione. Sono lesioni cheratosiche piane, rotondeggianti, con una parte centrale disseminata di piccoli puntini nerastri.
La deambulazione è resa difficile dal dolore provocato dal peso corporeo.
Se guardiamo al microscopio, le verruche mostrano ipercheratosi e acantosi ( ispessimento dello strato Malpighiano).
Nelle cellule epiteliali si trovano corpuscoli che rappresentano probabilmente delle inclusioni virali.
Terapia: È strettamente medica, poiché sono frequentissime le recidive ad interventi non correttamente eseguiti.
Si può intervenire in due modi: Asportazione mediante cucchiaio tagliente e successiva causticazione ; o applicazione di azoto liquido e diatermocoagulazione in anestesia locale.
In qualche caso scompaiono spontaneamente, ma spesso recidivano ripetutamente anche dopo vari interventi terapeutici.
Un commento a parte merita la terapia delle localizzazioni periungueali delle verruche, perché: in questa sede l’esecuzione dell’anestesia è dolorosa; è possibile contaminare il letto ungueale con una pratica mal svolta. In questi casi è spesso necessaria l’asportazione dell’unghia.
EPIDERMODISPLASIA VERRUCHIFORME
Consiste in una lesione verrucosa disseminata, causata dallo stesso virus delle verruche, e può degenerare in un tumore della pelle. Continua domani con
GHIANDOLA SEBACEA
ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA GHIANDOLA SEBACEA
Sono generalmente associate al follicolo pilo sebaceo.
È da tenere presente che non sempre vi è corrispondenza, sul piano dello sviluppo, fra peli e ghiandole, nel senso che ad una fine lanugine possono corrispondere grosse ghiandole sebacee e viceversa.
In zone non pelose si possono trovare ghiandole sebacee isolate. Mancano sempre in corrispondenza del palmo della mano e della pianta dei piedi. Ne sono ricchi, invece, il viso, le spalle, la regione sternale, i genitali.
Si sviluppano principalmente dopo la pubertà. Sul piano strutturale è da ricordare che: vi sono due strati di cellule, di cui uno a contatto con la membrana basale e formato da cellule ricche di glicogene (strato germinativo) da questo strato originano le cellule che formeranno il secondo strato.
La produzione del sebo avviene a livello del secondo strato per differenziazione delle cellule in materiale grassoso.
Il sebo si versa nel lume del follicolo pilifero, giungendo così alla superficie cutanea. la fuoriuscita del sebo è continua sebbene impercettibile, a differenza della secrezione delle ghiandole apocrine e sudoripare, che è intermittente. La secrezione sebacea non è regolata da influenze nervose.
La ghiandola sebacea è invece controllata da alcuni ormoni. In particolare gli androgeni ( ormoni sessuali maschili) la ipertrofizzano, mentre gli estrogeni (ormoni sessuali femminili) ne favoriscono l’involuzione. Le ghiandole sebacee si sviluppano alla pubertà perché in questo periodo avviene la maturazione delle ghiandole sessuali.
Il sebo ha ph variabile fra 3 e 4 e contiene una grande quantità di lipidi ( squalene, acidi grassi insaturi, steroli).
MALATTIE DELLA GHIANDOLA SEBACEA
La produzione di sebo aumenta dalla pubertà alla maturità, per diminuire nella vecchiaia.
Esistono alterazioni della produzione di sebo in eccesso e in difetto. Scarsa produzione di sebo si ha ad esempio, in alcune rare malattie congenite, e più frequentemente, in disturbi della maturazione sessuale. Il risultato è la mancanza o la scarsità di sebo sulla superficie cutanea, con conseguente riduzione della resistenza alla penetrazione dei batteri, aumento della desquamazione e secchezza della pelle.
SEBORREA
La malattia è caratterizzata da un’eccessiva produzione di sebo. Le ghiandole sebacee sono strutturalmente normali e quindi l’alterazione è solo funzionale.
Le regioni più interessate sono quelle più ricche di ghiandole sebacee: Il capillizio, la fronte , i lati del naso, il dorso.
Quando la malattia si aggrava, alla produzione eccessiva di sebo si aggiunge eritema coperto da squame giallastre, disposte particolarmente alla radice del naso, alle arcate sopracigliari, ai condotti uditivi.
Possibili complicanze sono: infezioni da batteri piogeni, ecxematizzazione, innesto della Candida albicans.
La terapia si basa sull’uso di sostanze come catrame e zolfo; si è notato un effetto ” rebound ” in seguito a eccessivo sgrassaggio delle zone seborroiche. Questo significa che sgrassare eccessivamente la cute costringe le ghiandole sebacee a produrre più sebo e quindi ad aggravare i sintomi della seborrea.
08.05.2013
PRENDIAMOCI CURA DELLA NOSTRA PELLE CINQUE
08/05/2013
RIPRENDIAMO DA ACNE VOLGARE
dell’articolo precedente
1 ) Perché a causa del suo contenuto in lipidi idrofobi superiore al normale, il sebo solidifica nei dotti follicolari;
2 ) il sebo incontra lungo la via della sua eliminazione un ostacolo nella ipercheratosi della parete follicolare. Finora abbiamo visto come si forma il comedòne, ma con questa teoria non si può spiegare la formazione delle pustole; a questo proposito vi sono due teorie :
1 ) La prima teoria presuppone l’intervento di germi ( bacillo dell’acne , Corynebacterium acneis, stafilococco aureo );
2 ) la seconda teoria prevede la rottura della parete del follicolo con penetrazione del materiale lipidico nel derma circostante e conseguente reazione infiammatoria.
La terapia varia a seconda che ci si trovi di fronte ad un ‘acne semplice ( Comedònica ) o complessa ( pustoloso cistica ) . Sia l’una che l’altra si giovano di alcuni suggerimenti:
1 ) di ordine dietetico : vanno eliminati noci, gelati, dolciumi, crostacei, e deve essere limitata l’introduzione di grassi e carboidrati.
Infatti , a pasti ricchi di grassi e carboidrati segue sempre una maggiore produzione sebacea. La stipsi, se esiste, deve essere corretta evitando però quantità eccessive di lassativi e purganti.
2 ) Di ordine fisico: sono utili le irradiazioni con raggi U.V. e l’elioterapia. Alcuni però sostengono che a queste terapie segue un aumento della produzione di sebo. I raggi U.V. sono efficaci perché provocano una fine esfogliazione: è quindi necessario che venga provocato un lieve eritema.
3 ) Di ordine ormonale : questa terapia compete strettamente al dermatologo e all’internista e deve essere attuata solo in casi particolari e sotto stretta sorveglianza, perché gli ormoni sessuali possono provocare fenomeni sgraditi. Vengono utilizzati gli ormoni sessuali femminili perché hanno azione sulle ghiandole sebacee opposta a quella degli androgeni ( provocano l’involuzione delle ghiandole ).
06/10/2013
L’ acne semplice esige inoltre una terapia locale, con medicamenti capaci di sciogliere il sebo e di esercitare un’azione antiseborroica.
L’acne complessa richiede invece una terapia a base di antibiotici per combattere i germi che hanno provocato le lesioni. Esiste anche la possibilità della vaccinoterapia, effettuata con vaccini diversi.
ACNE DEL NEONATO
In b ambini di sesso maschile è probabilmente dovuta al passaggio di ormoni sessuali dalla madre al feto attrverso la placenta.
ACNE CONGLOBATA
Per fortuna questo tipo di acne è abbastanza raro. Le lesioni sono profonde, creano gallerie, fistolizzazione e cicatrici anche deturpanti. Si localizza al capillizio, alla nuca, alle natiche, al tronco. Ancora non si conosce il germe responsabile e ovviamente la terapia è molto difficile.
ACNE NECROTICA
Le lesioni sono inizialmente papulose e poi pustolose. Si localizza di preferenza sulla fronte, e al capillizio. La sua manifestazione è dovuta dallo stafilococco aureo.
ACNE ROSACEA
Il quadro di questa forma di acne è localizzato al terzo medio della faccia, caratterizzato da eritema, teleangectasie, lesioni di tipo papuloso e pustoloso. Insorge dall’età media e oltre. Le cause non sono ben certe ancora; si dà il caso che sia dovuta a disfunzioni organiche: (gastriche, turbe emotive, infezioni ecc.) Quindi la terapia consiste nell’osservare una dieta , anzi si attribuisce una certa importanza per queste disfunzioni. Si dovrebbe eliminare dolci, eccitanti come caffè thè e altri eccitanti o alimenti fortemente sapidi come insaccati, inscatolati ecc.
ACNE PROFESSIONALE E MEDICAMENTOSA
Molti sono i fattori responsabili di questa tipologia di acne: per esempio il catrame, l’olio che cade, gli idrocarburi, gli oli di ingrassaggio, si rendono frequentemente responsabili di cheratosi follicolari, di comedoni, di follicoliti; brillantine, creme di bellezza, specialmente se preparate con olii minerali impuri, sono anche causa di lesioni di tipo acneico per occlusione degli orifizi follicolari e successivo intervento di germi patogeni. Bisogna sospettare l’acne professionale quando le lesioni sono localizzate : al dorso delle mani, e degli avambracci, mentre il danno da uso di cosmetici ha sede alla fronte, alle tempie, alla nuca, al viso. Anche alcuni medicamenti possono essere responsabili di quadri acneici: i corticosteroidi, L’ACTH, l’isoniazide e gli alogeni. Per quanto riguarda la terapia, basta sospendere la somministrazione dei medicamenti lesivi o evitare il contatto con sostanze non tollerate per ottenere la guarigione.
LA PSORIASI
È una malattia cronica caratterizzata da chiazze eritemato-desquamative a margini netti, solitamente non accompagnata da sintomi soggettivi ( non c’è prurito, dolore, parestesie). È piuttosto comune in persone di ogni età con preferenza per gli anziani.
Sintomatologia: quando le squame della psoriasi sono secche si staccano con facilità e i margini della chiazza eritematosa sono netti. Una volta staccate le squame, si nota una pellicola trasparente; al distacco di questa pellicola compaiono delle emorragie puntiformi dovute alla rottura dei capillari dilatati presenti nelle papille dermiche.
SINTOMATOLOGIA : le squame della psoriasi sono secche, biancastre, si staccano con facilità e i margini della chiazza eritematosa sono netti.
Una volta staccate le squame, si nota una pellicola trasparente; al distacco di questa pellicola compaiono delle emorragie puntiformi dovuta alla rottura dei capillari dilatati presenti nelle papille dermiche.
Le sedi più frequentemente colpite sono: i gomiti, le ginocchia, la regione lombo-sacrale, il dorso e il cuoio capelluto. Spesso sono interessate anche le unghie, che possono presentare depressioni puntiformi, striature trasversali oppure essere inspessite e friabili.
Le cause della psoriasi sono molte. Pare anche che vi sia un fattore ereditario ( o forse si eredita la predisposizione ad ammalarsi come in altre patologie). Fattori psichici come un a shock emotivo oppure infezioni acute come la tonsillite, possono accentuare una eruzione psoriasica.
Un’altra possibilità, nella psoriasi vi sarebbe un esagerato accumulo di glucidi nella cute, la quale reagirebbe accelerando il processo di cheratinizzazione.
Vista al microscopio la cute psoriasica mostra alcune caratteristiche importanti:
1) è scomparso lo strato granuloso;
2) lo strato malpighiano è inspessito;
3) subito sotto lo strato corneo si possono vedere delle piccole cavità contenenti globuli bianchi;
4) le papille dermiche sono allungate (papillomatosi) ed hanno una forma di clava.
Nel caso in cui sia interessato tutto il corpo si parla di psoriasi universale.
La terapia è di competenza non solo medica ma specialistica anche perché è solo sintomatica; e cioè in grado di risolvere temporaneamente solo i sintomi della malattia, senza agire minimamente sulle sue cause. Certi medici specialisti sono riusciti a debellarla facendo un esame accuratissimo del paziente non solo del DNA ma specialmente per ciò che riguarda la parte profonda della psiche.
Elena Lasagna
26.04.2013
PRENDIAMOCI CURA DELLA NOSTRA PELLE QUATTRO
26/04/2013
HERPES ZOSTER O ZONA
Continua dall’articolo ” Prendiamoci cura della nostra pelle tre.
L’ herpes zoster in genere non recidiva.
Sintomi : di solito compaiono inizialmente dei disturbi sensitivi ( bruciore, dolore, parestesie ) e talora anche malessere generale. Segue una eruzione cutanea che consiste inizialmente in chiazzette eritematose leggermente rilevate.
Su queste lesioni si formano, dopo alcune ore, delle grosse vescicole , si rompono e si formano delle erosioni che si coprono di crosticine che staccandosi, lasciano una chiazza rosea destinata ad attenuarsi nel tempo.
La localizzazione più frequente è quella toracica; più rare le localizzazioni cervicali e quelle lombari.
Particolarmente grave è la localizzazione al viso, con disposizione lungo il decorso delle branche nervose del trigemino.
La terapia, strettamente medica, si basa sull’utilizzo di vitamine BI, B 6, B I2 e di raggi x.
27/04/2013
MOLLUSCO CONTAGIOSO
È un’affezione frequente nei bimbi, causata da un virus a DNA .
Sintomi : l’eruzione è costituita da noduli emisferici, di diametro variabile fra due e quattro mm. , ombelicati al centro, di colorito giallo roseo, duri, non pruriginosi né dolorosi.
Alla spremitura è possibile far fuoriuscire un materiale biancastro composto da cellule cornee e corpuscoli ovoidali detti ” corpuscoli del mollusco “.
Le lesioni si localizzano di preferenza al volto, arti , natiche , genitali. Bisogna evitare di spremere il nodulo perché si rischia la disseminazione delle lesioni. Il dermatologo interviene asportando le lesioni con cucchiaio tagliente e successiva CAUSTICAZIONE.
PITIRIASI ROSEA ( DI GIBERT )
È una dermatite eritemato-desquamativa.
Sintomi : inizia con una chiazza rotondeggiante di 2 – 3 cm. di diametro ( chiazza madre ) , con un bordo di colorito rosa pallido finemente desquamante e una parte centrale più pallida e depressa, di colorito rosa – giallastro. Tale chiazza si ingrandisce centrifugamente, mentre al centro si attenua. Dopo 10 – 15 giorni si aggiungono chiazze di eritema ed altre lesioni simili alla chiazza madre. Di solito non c’è prurito. Dura 4 – 6 settimane e guarisce spontaneamente. Non è necessario alcun trattamento.
VERRUCHE
Sono provocate da virus a DNA che si moltiplicano nel nucleo. Sono note tre varietà di verruche :
– volgari
– piane
– plantari
– alcuni aggiungono una quarta varietà, la verruca filiforme.
Verruche volgari : sono rilevatezze emisferiche, di colorito grigiastro a superficie ipercheratosica , (eccessivo sviluppo dello strato corneo ) , rugosa. Hanno un diametro variabile da una capocchia di fiammifero ad una lenticchia e non sono dolenti. Possono essere solitarie o a gruppi, tendono a moltiplicarsi e si localizzano di preferenza sul dorso delle mani e delle dita.
Verruche piane : si presentano come papule piatte, rotondeggianti e di colorito bruno-grigiastro, con un diametro di I – 2 mm.. Sono localizzate particolarmente al volto e al dorso delle mani. Sono asintomatiche. Si osservano frequentemente nei bambini.
Verruche plantari : localizzate alla pianta del piede, si presentano in genere incassate nel tessuto e si distinguono dal callo perché la pressione provoca dolore e perché le linee della cute si interrompono ai margini della lesione. Sono lesioni chiarotosiche piane, rotondeggianti, con una parte centrale disseminata da piccoli puntini nerastri. La deambulazione è resa difficile dal dolore provocato dal peso corporeo.
Guardate al microscopio, le verruche mostrano ipercheratosi e acantosi ( inspessimento dello strato malpighiano ) . Nelle cellule epiteliali si trovano corpuscoli che rappresentano probabilmente delle inclusioni virali.
Terapia : è bene affidare il paziente a mani esperte, poiché sono frequentissime le recidive ad interventi non correttamente eseguiti.
Si può intervenire in due diversi modo :
– asportazione mediante cucchiaio tagliente e successiva causticazione
– applicazione di azoto liquido e diatermocoagulazione in anestesia locale.
In qualche caso scompaiono spontaneamente, ma spesso recidivano ripetutamente anche dopo interventi terapeutici.
Un commento a parte merita la terapia delle localizzazioni periungueali delle verruche, perché :
– in questa sede l’esecuzione dell’anestesia è dolorosa ;
– è possibile contaminare il letto ungueale con una pratica mal svolta. In questi casi è spesso necessaria l’asportazione dell’unghia.
EPIDERMODISPLASIA VERRUCIFORME
30/04/2013
Consiste in una lesione verrucosa disseminata, causata dallo stesso virus delle verruche, e può degenerare in un tumore della pelle.
LA GHIANDOLA SEBACEA
Anatomia e fisiologia della ghiandola sebacea.
Sono generalmente associate al follicolo pilosebaceo. Teniamo presente che non sempre vi è corrispondenza, sul piano dello sviluppo, fra peli e ghiandole, nel senso che ad una fine lanugine possono corrispondere grosse ghiandole sebacee e viceversa.
In zone non pelose si possono trovare ghiandole sebacee isolate. Mancano sempre in corrispondenza del palmo della mano e della pianta dei piedi. Ne sono ricchi invece, il viso , le spalle , la regione sternale , i genitali. Si sviluppano principalmente dopo la pubertà. Sul piano strutturale è da ricordare che: vi sono due strati di cellule, di cui uno a contatto con la membrana basale è formato da cellule ricche di glicogene ( strato germinativo ) da questo strato originano le cellule che formeranno il secondo strato.
La produzione del sebo avviene a livello del secondo strato per differenziazione delle cellule in materiale grassoso. Il sebo si versa nel lume del follicolo pilifero, giungendo così alla superficie cutanea. La fuoriuscita del sebo è continua sebbene impercettibile, a differenza della secrezione delle ghiandole apocrine e sudoripare, che è intermittente. La secrezione sebacea non è regolata da influenze nervose.
La ghiandola sebacea incece è controllata da altri ormoni. In particolare gli androgeni , la ipertrofizzano, mentre gli estrogeni ne favoriscono l’involuzione. Le ghiandole sebacee si sviluppano alla pubertà perché in questo periodo avviene la maturazione delle ghiandole sessuali. Il sebo ha PH variabile fra 3 e 4 e contiene una grande quantità di lipidi ( squalene, acidi grassi insaturi, steroli ).
04/05/2013
MALATTIE DELLA GHIANDOLA SEBACEA
La produzione di sebo aumenta dalla pubertà alla maturità, per diminuire nella vecchiaia. Esistono alterazioni della produzione di sebo in eccesso e in difetto. Scarsa produzione di sebo si ha ad esempio, in alcune rare malattie congenite e , più frequentemente, in disturbi della maturazione sessuale. Il risultato è la mancanza o la scarsità di sebo sulla superficie cutanea, con conseguente riduzione della resistenza alla panetrazione dei batteri, aumento della desquamazione e secchezza della pelle.
SEBORREA
La malattia è caratterizzata da un’eccessiva produzione di sebo. Le ghiandole sebacee sono strutturalmente normali e quindi l’alterazione è solo funzionale.
Le regioni più interessate sono quelle più ricche di ghiandole sebacee: il capillizio, la fronte , i lati del naso , il dorso. Quando la malattia si aggrava, alla produzione eccessiva di sebo si aggiunge eritema coperto di squame giallastre, disposte particolarmente alla radice del naso, alle arcate sopraccigliari , ai condotti uditivi. Possibili complicanze sono : infezioni da batteri piogeni, eczematizzazione, innesto della Candida albicans.
La terapia si basa sull’uso di sostanze come catrame e zolfo; Si è notato un effetto ” Rebound ” in seguito ad eccessivo sgrassaggio delle zone seborroiche. Questo significa che sgrassare eccessivamente la cute costringe le ghiandole sebacee a produrre più sebo e quindi ad aggravare i sintomi della seborrea.
ACNE
Vi sono molti tipi di acne: 1 ) professionale e medicamentosa; 2 ) volgare , 3 ) dei neonati; 4 ) necrotica ; 5 ) conglobata; 6 ) cheloidea, 7 ) rosacea.; alcune di queste forme vengono indicate come acne pur non riconoscendo le stesse cause.
ACNE VOLGARE
È una malattia molto diffusa in particolare fra i giovani nell’età della pubertà, ed è spesso causa di inestetismi e addirittura di disturbi psicologici nella difficile età della maturazione sessuale. Il quadro inizia con seborrea e comedoni ( sebo solidificato nei dotti follicolari ed ossidato in corrispondenza dell’orifizio, per cui appaiono come punti neri. Successivamente compaiono come rilievi papulosi e pustole a sede follicolare. Le forme più gravi di acne volgare sono :
1 ) Quelle in cui l’affezione non si limita al viso, che è la sede più frequente, ma investe altri distretti, quali il dorso o il petto e qualche volta le estremità e le natiche.
2 ) Quelle in cui si giunge alla formazione di cisti.
3 ) Quelle in cui i focolai suppurativi superficiali e profondi si associano tra loro formando gallerie, fistolizzazioni, cicatrizzazioni ( acne conglobata ). La sede della lesione è il follicolo pilo-sebaceo, e le lesioni sono più numerose nelle sedi indicate perché quelle sono le sedi più ricche di ghiandole sebacee attive.
Le cause dell’acne volgare sono ancora in parte discusse, ma è ormai accertato che alcuni ormoni giocano un ruolo importantissimo nella genesi dell’acne. Il ruolo degli ormoni è stato sospettato perché:
1 ) L’affezione inizia alla pubertà, si aggrava nel periodo mestruale e si osservano quadri di tipo acneico in seguito alla somministrazione di certi ormoni a scopo curativo.
2 ) Individui che per altre malattie non sono in grado di produrre ormoni sessuali, raramente sviluppano forme acneiche.
08/05/2013
Gli ormoni interessati sono gli androgeni, ormoni sessuali, che vengono prodotti nell’uomo in quantità elevata dai testicoli e in quantità minore dalle ghiandole corticosurrenali, nella donna dalle ovaie e dalle ghiandole corticosurrenali, ma in quantità minore rispetto all’uomo. Gli androgeni hanno la capacità di provocare ipertrofia delle ghiandole sebacee ( aumentano le loro dimensioni ma non il loro numero ) .
In seguito all’ipertrofia, le ghiandole producono più sebo, che può ostruire i follicoli provocando il comedone. Si è notato però che nel sangue e nelle urine degli acneici la quantità di ormoni androgeni, testosterone in particolare è normale. Si è allora pensato che possono essere le stesse ghiandole sebacee ad essere più sensibili del normale all’azione degli ormoni sessuali; questa maggiore sensibilità sembra legata a predisposizioni ereditarie.
L’alterata secrezione sebacea rappresenta però nella patogenesi dell’acne solo un anello di una lunga catena. Non basta cioè la maggiore produzione di sebo perché si verifichi l’acne, ma è necessario l’intervento di altri fattori: anzitutto, il sebo non raggiunge facilmente la superficie cutanea, e questo per varie ragioni: continua nell’articolo ” prendiamoci cura della nostra pelle cinque ” .
02.04.2013
PRENDIAMOCI CURA DELLA NOSTRA PELLE TRE
02/04/2013
SEMEIOLOGIA MORFOLOGICA
L’ osservazione delle lesioni cutanee è fondamentale affinché il dermatologo possa formulare la diagnosi di malattia, ma spesso la sola osservazione non è sufficiente. È necessario saper interpretare altri dati di ordine generale che rientrano strettamente nella competenza medica. Noi ci limiteremo all’elenco e alla semplice spiegazione delle fondamentali lesioni cutanee, al fine di acquisire una terminologia quanto più possibile corretta.
Le lesioni osservabili sulla cute sono di vari tipi:
1 ) Di tipo eritematoso
La lesione è dovuta alla semplice dilatazione dei vasi, con conseguente aumento dell’afflusso sanguigno nella zona interessata. Il colore della lesione è roseo o rosso e la cute è calda quando la dilatazione interessa i capillari e le arteriole ; l’aspetto invece è bluastro e la cute è fredda quando i vasi colpiti sono le vene.
2 ) Di tipo papuloso
Le papule sono rilevatezze piccole e dure che indicano o una infiltrazione a livello del derma superficiale o un inspessimento circoscritto dell’epidermide. Le papule con bordi netti indicano proliferazione delle cellule dell’epidermide, mentre quelle con bordi sfumati sono dovute a infiltrazione dermica.
3 ) Di tipo ponfoide
Il ponfo nasce per brusca vasodilatazione, con conseguente fuoriuscita di siero dai capillari a livello del derma superficiale. Si tratta di una rilevatezza cutanea più o meno evidente, sia in rapporto alla quantità che alla localizzazione del siero che fuoriesce. Ha tinta rosea all’inizio, biancastra in seguito. È pruriginoso e di breve durata.
4 ) Di tipo vescicoloso o bolloso
La vescicola e la bolla sono rilevatezze della cute dovute ad accumulo di liquido ( siero, linfa , sangue ) all’interno della cute. La differenza tra vescicola e bolla sta nelle dimensioni : la vescicola è più piccola, ma non c’è un preciso limite di grandezza tra l’una e l’altra ; alcuni considerano una vescicola una lesione con diametro inferiore a 5 mm. , e bolla una lesione con diametro superiore.
Possono avere sede intraepidermica ( sottocornea o intramalpighiana ) o subepidermica , cioè al di sotto dell’epitelio.
Le vescicole e le bolle possono riunirsi in grappoli, ed allora si parla di “disposizione erpetiforme “, o seguire il decorso di un nervo ” disposizione zosteriforme “.
5 ) Di tipo pustoloso
La pustola differisce dalla vescicola perché contiene elementi cellulari : ” i piociti ” ( cellule del pus ). Ha sempre sede intraepidermica e può formarsi ad ogni livello, anche sotto lo strato corneo.
6 ) Di tipo nodulare
Lesione ben palpabile, solida, rotondeggiante. Può essere dovuta a cause diverse, infiltrazioni infiammatorie.
7 ) Di tipo placca
Dovuta alla confluenza di papule o noduli, per cui consiste in una rilevatezza della cute più o meno netta, più o meno estesa, di forma varia.
8 ) Di tipo squamoso
Le squame possono avere tinte diverse e sono più o meno facilmente staccabili. Due sono i meccanismi che producono lesioni squamose:
1 ) Eccessivo numero di micosi nello strato basale con conseguente aumento della velocità di migrazione delle cellule dello strato profondo allo strato corneo ;
2) Incapacità delle cellule cornee di staccarsi dall’epidermide.
9 ) Di tipo erosivo
La lesione consiste nella mancanza di alcuni strati dell’epidermide. Non c’è fuoriuscita di sangue e la guarigione si verifica senza esiti cicatrizzanti.
10 ) Di tipo ulcerativo
In questa lesione manca tutta l’epidermide, per cui il fondo è costituito dal derma. Si ha quindi fuoriuscita di sangue e seguono esiti cicatriziali. Continua…
10/04/2013
11 ) Di tipo crostoso
Le croste si fornmano quando il liquido di vescicole, bolle, e pustole si rapprende.
12 ) Di tipo atrofico
Nell’atrofia della sola epidermide la cute è assottigliata, quasi trasparente, perché gli strati sono ridotti di numero. Mancano in genere i solchi interpapillari e quando l’atrofia è molto accentuata, si rende visibile la rete venosa sottostante. Se l’atrofia interessa il derma per diminuzione del collagene e del tessuto elastico, la cute appare depressa. L’atrofia può interessare contemporaneamente l’epidermide e il derma.
13 ) Di tipo sclerotico
La cute si presenta indurita.
14 ) Di tipo pigmentario
La lesione può essere definita macchia. Ha tinta varia, in rapporto col tipo di pigmento accumulato nell’epidermide o nel derma.
Inoltre ricordiamo i seguenti termini:
1 ) Ipercheratosi, quando lo strato corneo risulta abnormemente inspessito.
2 ) Paracheratosi, quando nelle cellule cornee permangono i nuclei cellulari ( normalmente vengono distrutti ) .
3 ) Discheratosi , quando alcune cellule si cheratinizzano a livello dello strato malpighiano.
4 ) Acantosi, che consiste nell’ispessimento dello strato di Malpighi, quasi sempre associato a papillomatosi, cioè allungamento delle papille dermiche.
MALATTIE DELLA PELLE
IL PRURITO
È un sintomo esclusivo della cute. Può essere provocato da stimoli di varia natura: chimici, meccanici, termici, ecc.. Gli stimoli provocherebbero il prurito con l’intermediazione di sostanze dette vasoattive ( chinine, istamina, proteasi ) . Il prurito non può essere essenziale, quando non è provocato da alcuna evidente malattia della pelle, oppure può essere uno dei sintomi di uno stato patologico. Nel primo caso la sua origine è da ricercare in diverse condizioni : turbe psichiche, abuso di stimolanti, ( thè, caffè, tabacco ) , alterazioni del fegato e/0 delle vie biliari, alterazioni della funzionalità della tiroide. Nel secondo caso, la causa risiede in una malattia della pelle. In conseguenza di un prolungato grattamento, possono verificarsi lesion i di tipo erosivo e crostoso.
17/04/2013
MALATTIE DELLA PELLE
LE MALATTIE DELLA PELLE CAUSATE DA LUCE E DA RADIAZIONI IONIZZANTI LUCITI
Sono provocate dal sole o da sorgenti luminose artificiali, ed hanno quindi sede nelle zone fotoesposte.
La luce può agire in tre diversi meccanismi:
1 ) fototraumatismo
2 )fotosensibilizzazione
3 ) fotoallergia
1 ) Il fototraumatismo si realizza nei soggetti normali in seguito a prolungata esposizione al sole. Dopo un periodo di latenza da due a sei ore compare nella zona esposta un eritema che raggiunge il massimo verso la IO° ORA E SI ESTINGUE IN ALCUNI GIORNI CON DESQUAMAZIONE E PIGMENTAZIONE. Il danno può anche essere più elevato, nel qual caso si possono avere vescicole e addirittura bolle.
2 ) La fotosensibilizzazione si ha quando sostanze , applicate sulla cute ( coloranti, saponi, schiuma da barba, ecc. , essenza di bergamotto, tetraclorosallilamide, contenuta in saponi e profumi, medicamenti come sulfamidici, antistaminici, antibiotici, catrame, ecc. o ingerite in alimenti o medicamenti, ecc. ) rendono il tessuto sensibile alle radiazioni luminose. Le manifestazioni sono uguali a quelle descritte per il fototraumatismo.
3 ) La fotoallergia consiste, probabilmente, nella formazione, provocata dalla luce, di una sostanza a livello della cute ( Autoantigene ) che è responsabile di sintomi a tipo eczema o urticarie. Questo meccanismo è nettamente più raro.
Regole terapeutiche sono dettate dal buon senso: evitare di applicare profumi o creme o altri cosmetici prima dell’esposizione al sole; prestare attenzione a reazioni cutanee anormali quando si sta facendo una cura con sulfamidici, antibiotici, antiistaminici, ecc..
RADIODERMITI
Insorgono in seguito all’assorbimento di radiazioni ionizzanti da parte della cute, e si distinguono in :
1 ) forma acuta
2 ) forma cronica
La prima si verifica in seguito alla esposizione a dosi eccessive di radiazioni ionizzanti, ed i sintomi sono eritema, edema, vescicole o bolle, ulcerazioni, dolori.
La seconda si instaura in seguito ad esposizione potratta nel tempo a piccole dosi di radiazioni, e si manifesta con secchezza della cute, atrofia , macchie pigmentarie.
Il pericolo maggiore di queste esposizioni è rappresentato dalla possibile insorgenza di un tumore maligno della pelle, detto epitelioma spinocellulare.
L’esposizione prolungata ai raggi solari può essere causa di:
– alterazioni di tipo cheratosico ( cheratosi attinica )
– assottigliamento, perdita di elasticità e secchezza della cute nelle zone fotoesposte.
MALATTIE DI NATURA INFETTIVA
22/04/2013
MALATTIE DA VIRUS
HERPES
Gli herpes virus contengono DNA e si moltiplicano nel nucleo della cellula colpita. Le malattie più comuni provocate da questo virus sono l’ herpes simplex, l’herpes zoster, la varicella.
HERPES SIMPLEX
Il virus che provoca questa malattia si localizza solo in certi tessuti ( cute, mucose , nervi ) .
Si conoscono due forme di herpes simplex : 1 ) la forma primaria ; 2 ) la forma a carattere recidivante.
Forma primaria : si osserva soprattutto in soggetti, per lo più bambini, che non sono mai stati a contatto con il virus, quindi non hanno ancora formato le difese per quel virus ( anticorpi specifici ). Generalmente si manifesta come gengivostomatite ( vescicole o erosioni diffuse al cavo orale, febbre modica, ingrossamento dei linfonodi regionali ). Può localizzarsi però anche , sebbene più raramente, ai genitali o alla congiuntiva.
Forma recidivante : in questa forma la malattia è latente, benché il virus sia presente nelle zone d’elezione, e può manifestarsi in corrispondenza di traumi, ciclo mestruale, episodi gastrointestinali, febbre, ecc. ) . Le sedi di localizzazione sono in genere le labbra, i genitali, la faccia, il sacro. Nelle recidive la sede è sempre la stessa.
26/04/2013
CICLO BIOLOGICO-CLINICO
1 ) Penetrazione del virus in un soggetto normale, e quindi ancora privo di anticorpi specifici.
2 ) Infezione primaria ( gengivostomatite ), vulvovaginite, cheratocongiuntivite, herpes cutaneo, ecc. ) .
3 ) Latenza dell’infezione, di durata variabile.
4 ) Manifestazioni recidivanti dell’herpes, come herpes genitale, labiale, ecc. indotte da fattori vari ( traumi, ciclo mestruale, episodi gastrointestinali, ecc. ) .
5 ) Trasferimento del virus, mediante contagio, a soggetti normali, e quindi ripetizione del ciclo descritto.
Le lesioni sono di tipo vescicoloso, e le vescicole sono disposte a grappolo ; le lesioni si estinguono entro due settimane. Le vescicole hanno sede nello strato malpighiano e si originano per l’alterazione degli elementi epiteliali provocata dal virus.La terapia, di competenza medica, è volta ad attenuare la fastidiosa sintomatologia piuttosto che risolvere la malattia alla radice, anche perché non ci sono ancora farmaci con risolutiva azione antivirale.
Herpes zoster o zona
Il virus che lo causa ha forma simile a quello dell’herpes simplex, ed è lo stesso virus che provoca la varicella. Sembra che, dopo aver dato la varicella, il virus si annidi nei gangli nervosi ; a questo punto ci sono due possibilità :
1 ) il virus rimane per sempre nei gangli senza provocare alcun disturbo;
2 ) si riattiva diffondendosi lungo i nervi sensoriali, provocando così la sintomatologia dolorosa e la caratteristica localizzazione delle lesioni lungo l’area di distribuzione del nervo. Continua nel prossimo articolo…
26.03.2013
PRENDIAMOCI CURA DELLA NOSTRA PELLE DUE
26/03/2013
DA L’ EPIDERMIDE
Proseguendo verso la superficie si trova lo strato granuloso, costituito da due quattro piani di cellule. Il loro citoplasma contiene granuli formati da cheratina.
Lo strato successivo non è sempre ben visibile. Quando lo è appare come una sottile linea omogenea, chiara e brillante. Per questa ragione è chiamato lo strato lucido. È costituito da cellule ripiene di cheratoeleidina, che è prodotta dalla trasformazione della cheratoialina presente nello strato granuloso. Il quinto strato, il più esterno, è chiamato strato corneo. Qui la cheratoeleidina dello strato lucido si è trasformata in cheratina e quelle che una volta erano cellule epiteliali viventi sono diventate scaglie cornee strettamente aderenti le une alle altre tranne che alla superficie, dove desquamano. Si può quindi dividere lo strato corneo in congiunto ( zona poiù profonda , dove le scaglie sono aderenti le une alle altre ) e disgiunto ( le scaglie si staccano desquamando ).
IL DERMA
27/03/2013
Il derma è costituito da due strati, non nettamente separati l’uno dall’altro. Il più esterno e il più sottile dei due è chiamato derma papillare, perché le papille ne costituiscono la parte principale. Lo strato papillare si continua in profondità con il derma profondo ( corion o strato reticolare ).
Benché tutti gli strati del derma siano costituiti da tessuto connettivo fibroso, le fibre collagene dello strato papillare non sono così grossolane come quelle dello strato profondo. Una differenza importante tra lo strato papillare e lo strato reticolare riguarda il loro contenuto in capillari : nello strato papillare, la rete dei capillari sanguigni è molto ricca. Un gruppo di capillari si estende ad ansa nelle cosiddette papille dermiche, che si spingono nella epidermide; questi capillari forniscono il nutrimento all”epidermide e partecipano alla regolazione termica. Un altro gruppo di capillari più simili alle venule forma un letto piatto al di sotto della base delle papille.
I capillari sono invece scarsi nello strato reticolare; sono numerosi soltanto in relazione agli annessi epidermici che si spingono nello strato reticolare.
Le cellule del derma sono rappresentate da fibroblasti, macrofagi ( cellule ad attività fagocitaria ) e cellule adipose ( adipociti ) isolate o più spesso riunite in piccoli ammassi.
PIGMENTAZIONE DELLA CUTE
Il pigmento più importante della cute è la melanina.
La sua precisa costituzione chimica non è nota ed è probabile che vi siano diverse melanine. Questi pigmenti sono molto diffusi nel regno animale e il loro colore varia dal giallo al marrone al nero.
Nell’uomo la melanina si trova essenzialmente nell’epidermide e, nella razza bianca , nelle cellule dello strato basale, dove tende a disporsi sul lato del nucleo rivolto al suolo.
La melanina si trova sotto forma di fini granuli di colore marrone nerastro, che di solito si aggregano fra loro. La quantità di melanina nell’epidermide è responsabile delle differenze di colore della cute nelle varie razze.
Una incapacità intrinseca, in soggetti di qualsiasi razza, a produrre pigmento melaninico dà luogo agli individui albini. Questa incapacità è dovuta alla mancanza di un enzima, la tirosinasi , che permette la trasformazione di un aminoacido ( tirosina ) in melanina attraverso numerosi passaggi chimici.
Un aumento di quantità di melanina si verifica nell’epidermide della cute bianca quando questa viene esposta ai raggi solari. Le cellule che fabbricano la melanina vengono oggi chiamate melanociti, mentre il termine melanoblasto viene usato per indicare le cellule che diventeranno melanociti, ma che non hanno ancora la capacità di produrre melanina.
I melanociti sono posti subito al di sotto o tra le cellule dello strato basale dell’epidermide. Prima che abbiano fabbricato la MELANINA ESSI APPAIONO NELLO STRATO BASALE COME CELLULE CHIARE.
Nel tempo dovuto i granuli di melanina fabbricati dai melanociti passano nelle cellule epiteliali per mezzo di lunghi processi dei melanociti stessi. Si discute ancora la modalità con cui la melanina viene trasferita dal melanocita che l’ha prodotta alle cellule dello strato basale. A questo proposito vi sono due teorie:
1 ) il melanocito, grazie alle sue espansioni inietta i granuli di melanina direttamente nella cellula dello strato basale;
2 ) il melanocito si libera dei granuli melaninici che vengono poi fagocitati dalla cellula basale. È probabile che vengano attuati ambedue i processi.
Cellule del derma contenenti melanina
Le cellule contenenti melanina visibili nel derma sono, con un’unica eccezione, cellule che non hanno fabbricato melanina ma la hanno fagocitata; quindi sono chiamate cromatofori.
Funzione della melanina
La melanina protegge gli strati più profondi dell’epidermide e il derma sottostante da un eccesso di luce ultravioletta. Il fatto che un soggetto divenga abbronzato è un segno della formazione della maggior quantità di melanina. La luce ultravioletta svolge, fino ad un certo punto, un effetto utile sulla cute, perché irradia l’ergosterolo , un derivato del colesterolo, e l’ergosterolo irradiato è una forma di vitamina ” D “, la quale viene assorbita dalla cute ed è un fattore essenziale per un normale metabolismo minerale. Una mancanza di vitamina D determina nei bambini il rachitismo.
Irrorazione della cute
Arterie
Le arterie maggiori della cute sono disposte in modo da formare una rete appiattita nel sottocutaneo proprio al di sotto del derma. Questa rete arteriosa è detta anche rete cutanea. Dalla rete cutanea nascono rami diretti verso l’interno e verso l’esterno. Quelli diretti verso l’interno irrorano il tessuto adiposo delle parti più superficiali del sottocutaneo e le parti dei follicoli piliferi ivi presenti. Quelli diretti esternamente irrorano la cute. Essi hanno generalmente decorso ricurvo quando penetrano attraverso lo strato reticolare del derma e danno origine, nell’attraversarlo, a rami laterali per i follicoli piliferi e per le ghiandole sudoripare e sebacee.
Nel raggiungere la giunzione fra strato reticolare e derma papillare, formano una seconda rete appiattita, costituita da vasi più piccoli e denominata rete subpapillare.
Letto capillare
Dato che il derma è costituito principalmente da collageno che è una sostanza intercellulare relativamente inerte, esso non necessita di una irrorazione capillare molto estesa ; infatti la maggior parte del derma è scarsamente provvista di capillari. Il letto capillare della cute è molto esteso soltanto in quella porzione del derma che si trova in stretta vicinanza a cellule epiteliali che richiedono abbondante nutrimento per la loro funzione e la loro riproduzione.
Il letto capillare è quindi limitato al connettivo che:
– si trova immediatamente al di sotto dell’epidermide
– circonda la matrice dei follicoli piliferi
– costituisce le papille dei follicoli piliferi
– circonda le ghiandole sudoripare e sebacee.
Funzione dei capillari
Nell’uomo, il calore generato dal corpo viene perduto direttamente attraverso la cute. Se la temperatura dell’aria è più bassa di quella del corpo, l’entità della perdita di calore può essere diminuita variando il grado di apertura dei capillari e delle venule della regione papillare e subpapillare.
Se la temperatura dell’aria è pari o più alta di quella corporea, un effetto corrispondente ad un abbassamento della temperatura esterna può essere ottenuto con l’intervento delle ghiandole sudoripare, che versano il loro prodotto sulla superficie corporea, dove esso evapora raffreddando così la parte esterna della cute.
29/0372013
Conseguenze pratiche
Una lieve ustione, quale si verifica comunemente alle prime esposizioni al sole produce una irritazione sufficiente a far si che i capillari e le venule dello stato papillare e subpapillare si aprono ampiamente alla circolazione sanguigna.
Il maggio afflusso sanguigno determina il rossore cutaneo. In un’ustione di entità lievemente maggiore, i capillari e le venule della regione papillare e subpapillare oltre a dilatarsi, lasciano trasudare del plasma. Ciò determina un edema della parte più superficiale della cute, che dà spesso luogo a formazioni vescicolose. Nella cute sottile, le vescicole sono dovute all’accumulo di plasma tra epidermide e derma; nella cute spessa le vescicole possono essere causate da accumuli intraepiteliali di plasma.
Rigenerazione dell’epidermide
Se la cute sottile è stata ustionata così gravemente che si sono formate delle vescicole, molto probabilmente l’ustione è stata tale da distruggere l’epidermide. In questi casi una nuova epidermide deve essere rigenerata dall’epitelio vivente che persiste a livello dei follicoli piliferi : l’epidermide prolifera dalle guaine esterne dei follicoli piliferi ricoprendo il derma scoperto.
Anche se l’ustione è così grave da distruggere la parte più superficiale del derma le cellule epiteliali delle parti più profonde dei follicoli piliferi possono rigenerare per formare nuova epidermide.
Infine anche se l’ustione è così grave da distruggere anche l’epitelio profondo dei follicoli piliferi, l’area ustionata può essere riepitelizzata solo per proliferazione dell’epitelio proveniente dai margini dell’aria lesa. È questo un processo lento, e se l’area ustionata è estesa , esso richiederà mesi od anni. continua…
19.03.2013