12.04.2014

NELLE STORIE DI TUTTI I GIORNI SEI

Author: admin-ele

12/04/2014

Vorrei raccontarti la mia storia,  Chiamami Gioiasole, è il nome che avrei voluto per la mia prossima figlia, ma poi tutto cambiò, perfino la mia vita.

OLTRE LA  FINESTRA

OLTRE  LA  FINESTRA

Sono stata sposata per molti anni, abbastanza da sentirmi di riprendere in mano la mia vita. Mi sono detta:  ora che i miei figli sono grandi vorrei riprendere il mio amato lavoro. Tutto avrei presagito ma che mio marito avesse preferito la mia morte alla mia decisione, questo mi risuonò alquanto strano, perché ho vissuto vent’anni con uno sconosciuto. Come i detti popolari :  << Non si è mai finito di conoscere qualcuno>>

Siamo stati molto felici insieme, ci siamo anche amati molto; ecco perché per me è stata una grande sorpresa, dopo vent’anni di matrimonio non conoscevo ancora mio marito.

Se penso che mio padre lo amò come un figlio, anche perché essendo figlia unica ero molto coccolata dai miei genitori, pensa che mio padre mi chiamava ” Principessa ”  e io ripetevo ” Pincipeccia “è una parola comune a molti genitori che vorrebbero il meglio per i loro figli, un altro modo per manifestare il loro amore. Se avesse saputo quello che mi capitò si sarebbe spento di  dolore.

Un giorno credendo di fare una sorpresa a mio marito gli dissi che avevo avuto un incontro con il notaio del paese per un impiego ; uomo di stile capace di metterti a proprio agio un uomo d’altri tempi, il quale mi disse che capitavo proprio nel momento opportuno per una serie di ragioni che ora non vorrei prolungarmi troppo. Per me fu una frase magica, non stavo più nelle ossa, non era più un sogno caratterizzato come nella mia fantasia un mix di irresistibile follia. Ricordo la mia felicità! Era follia vera dettata dalla gioia.

Quando tornai a casa incominciai a fare progetti per la mia casa i miei figli e anche per me , dovevo rifarmi il guardaroba, ero fuori di me dalla smania; non vedevo l’ora che tornasse a casa per dargli la notizia, tant’è vero che preparai una cenetta coi fiocchi.  Chi l’avrebbe mai immaginato che quando cercai di raccontarglielo avesse sfoggiato un comportamento così disumano e mi disse di tutto: mi disse che invece dell’avvocato avrei dovuto fare la donna di strada! E che una persona seria con una famiglia non si sarebbe mai sognata di lavorare per gli altri,  fuori  di casa. Dire che rimasi allibita è poco, sentii un vuoto incolmabile anche se subito dopo mi chiese scusa, ma erano false le sue parole! Lui sapeva solo amare o odiare! Io che negli ultimi vent’anni non avevo mai guardato un altro uomo, non mi aveva mai nemmeno sfiorato l’idea di… Mi disse anche che ero dominata dal demonio ed ero una visionaria romantica, che al posto della testa tenevo i piedi.

Sapevo che lui veniva da una famiglia patriarcale, ma non avrei mai immaginato che fossero complici e che pur di dettare legge sulla mia vita avrebbero fatto qualsiasi cosa illecita. Ora che aveva raggiunto la meta nel senso che aveva avuto da me tutto quello che aveva desiderato, si è sentito l’amaro sulla lingua io ero una sua proprietà che si stava dileguando quindi combattuto tra la delusione cocente e un desiderio di riavere una cosa di sua proprietà. Dopo alcuni giorni lo sentii parlare con suo fratello, fu allora che qualcuno mi diede l’opportunità di vivere per sempre. Sentendomi in grave pericolo cercai aiuto dal  medico di famiglia il quale mi consigliò una persona di sua fiducia: un investigatore privato, seguii per filo e per segno tutto ciò che mi suggerì,  ci accordammo, mi diede un telefonino dicendomi di stare in guardia  e di chiamarlo in qualsiasi ora del giorno e della notte. Ho vissuto mesi terribili, fingere che andasse tutto come voleva lui, dopo alcuni mesi di tortura, nel senso che avevano escogitato di farmi impazzire, sì di farmi perdere il lume della ragione; cercava di litigare, spostava gli oggetti e mi rimproverava per la mia  distrazione o disordine, in realtà era lui, arrivavano i suoi famigliari così all’improvviso dicendomi che mi aveva avvisata due giorni prima. Capii che era un complotto di famiglia.  Così un bel giorno credendo di esserci riuscito mi disse che sarebbero venuti i suoi parenti perché avevo bisogno di essere seguita e di cambiare aria che sicuramente mi avrebbe giovato alla salute, era solo questione di una settimana o due. Naturalmente io preparai le valigie e dopo avere avvisato la persona che mi stava proteggendo aspettai che arrivassero i parenti e lui, l’investigatore, che mostrò tutte le volte quando spostò gli oggetti e tutte le altre angherie e parole forti a mio danno, era tutto registrato. Fu un periodo infernale ma poi riuscìi ad allontanarmi per sempre,  a  rifarmi una vita senza abbandonare i miei figli, ed ora ho incontrato la persona giusta, diciamo pure a voce alta che mi sono rifatta una vita! Grazie al ” fato” che mi ha dato l’opportunità di ascoltare quella conversazione e di avere trovato una persona speciale che mi salvò la vita e  mi ha donato la sua, dico così perché con lui  è tutto diverso posso guardare oltre la soglia e la finestra di casalinga; sono veramente felice!

ELENA    Carissima  Gioiasole, spero di avere raccontato  la tua storia come desideravi tu! Felicità è anche poter fare della propria vita ciò che si desidera. Nessuno dovrebbe prendere in mano la vita di un’altra persona! Nessuno mai!  Ogni volta che vedo  questa storia mi convinco sempre di più : è stato un complotto di famiglia!   LUI, SPECIALMENTE CON IL FRATELLO. Ci sono molti interrogativi che rimangono ancora senza risposta, ma io credo che la risposta sia tutta da cercare in famiglia. Forse lei si era illusa di poter vivere con più di una storia anche perché  sentiva che  il fresco profumo della sua gioventù se ne stava andando, ma quello che non sapeva era che più di qualcuno la stava sorvegliando a tale punto da entrare nella sua vita per mettere una sentenza definitiva.

Elena  Lasagna