Archive for Giugno, 2023

29.06.2023

TU E IL TUO 2023/24 COSA VUOI SAPERE?

Author: Elena Lasagna

29/06/2023

 

 

IL TUO 2023/24 FATTO

 

CON IL CUORE

 

 

 

Sono S.  del Sagittario    Vorrei capire perché le persone che danneggiano l’ambiente e gli altri non vengono punite?  Anche se vai dal’avvocato non hai mai ragione.  A me hanno saccheggiato il vigneto,  so chi è  l’autore,  ma siccome non ho testimoni,  l’avvocato mi ha detto che non si può incolpare qualcuno così senza prove.  Io  e altri  siamo tutti sicuri di cio che diciamo;  questa situazione mi fa capire che si deve fare giustizia da soli,  e vedrai che poi a loro non  verrà la voglia di ripetere ciò che hanno fatto!  Anche perché  hanno accusato me e la mia famiglia di essere andati a rubare da loro,  quando invece quella cosa l’hanno portata dalla loro figlia per esporla nella fabbrichetta.  Cosa potrei fare per avere giustizia?  Non mi dire di andare a denunciare perché ne ho piene le tasche!  Ti ringrazio.

 

 

Elena  Quello che ti ha detto l’avvocato è vero,  se non porti le prove non sanno dove attaccarsi.  Certo che ti capisco,  sono situazioni che andrebbero risolte civilmente,  tutti possiamo sbagliare ma bisogna essere forti per ammetterlo.  Vedi?  Se mi leggi capirai che molte volte io e i miei amici condanniamo la menzogna,  l’invidia e la cattiveria,  perché  certe persone non ci sono con la testa.  Se ti raccontassi tutti i dispetti che ho ricevuto da quando abito qui, e non ho mai fatto niente di male né a loro e ad altri,  ci sarebbe da scrivere una lunga bibbia.  Il fatto è che le persone così  sono in gruppi;  per fortuna non sono la maggioranza,  altrimenti invece di chiamarlo mondo lo si potrebbe chiamare “manicomio”.  Io ti consiglio di non lasciare perdere,  altrimenti si ripeterà ancora,  la cosa da fare è la denuncia:  tu esponi le tue idee e vedrai che loro ne terranno conto;  i ladri non sono mai stati infallibili,  le forze dell’ordine sanno già chi sono;  un giorno o l’altro avrai giustizia,  anzi qualcuno ci arriverà di sicuro.  Metti una telecamera,  per ora è la cosa migliore.  Ciao!

 

 

13/07/2023

 

 

Sono L.  del Toro,  sono anni ormai che mi porto dentro una cosa orribile;  sono stata da uno psicoterapeuta,  ho fatto molte sedute, ma non sono riuscita a concludere nulla;  questo rimorso mi rimarrà per sempre.  Anni fa avevo un’amica del cuore,  un’amica vera,  insieme ci divertivamo,  scherzavamo e ridevamo moltissimo la nostra giovinezza.  Ad un tratto,  prima della maggiore età i suoi genitori la vollero indirizzare ad una vita monastica contro la sua volontà.  Quando andavamo in giro a fare passeggiate,  io siccome abitavo una casa più avanti l’accompagnavo e la salutavo,  mi si ruppe la bici,  anzi scese la catena e siccome era arrivata l’ora di cena non volli disturbare suo padre per  aiutarmi;  allora portai la bici fuori dalla corte e cercai di rimettere a posto la catena,  nell’istante sentii le grida della mia amica,  grida di dolore,  erano i suoi genitori che la stavano picchiando,  volevano a tutti i costi mandarla in convento,  altrimenti sarebbe stato il disonore della famiglia.  Io il giorno seguente come al solito andai a riprenderla per andare a fare la solita passeggiata,  ma lei con dolcezza mi disse:  non posso venire perché ho mia madre che non si sente bene,  il giorno successivo la stessa cosa,  poi andai a trovarla ma non si faceva vadere,  forse per i lividi?  Poi seppi che era partita per il convento di clausura.  Il mio rammarico è di non avere denunciato la sua famiglia!  Se l’avessi fatto non l’avrebbero forgiata così da entrare in clausura senza avere la vocazione,  le hanno rovinato la vita;  infatti morì molto giovane.  Io non sono degna di avere amiche del cuore;  aiutami!

 

 

Elena   Certo che avresti potuto fare qualcosa!  Forse non pensavi che la cosa fosse così grave,  o forse pensavi che tutto si sarebbe sistemato e che i suoi non potessero convincerla così contro la sua volontà.  Potresti rimediare nel denunciare cose che secondo te non andrebbero fatte su altre persone;  forse se ti capitasse di salvare qualcuno o qualcuna questa cosa smetterebbe di affliggerti così tanto.  Devo ammettere però che sei di buon cuore e non sei affatto una brutta persona,  anzi,  sei bella dentro e non è vero che tu non meriti una amica del cuore,  la meriteresti ancora di più.  In  certe situazioni ognuno di noi reagisce in modo diverso pur essendo in buona fede,  non affliggerti,  secondo me il solo pensiero di stare male a ciò che è successo fa capire che non saresti mai rimasta indifferente se fossi stata certa della situazione che dominava  in quella famiglia.  Sei ancora giovane,  cerca di fae del bene a chi ne ha veramente bisogno,  poi ci rivedremo.  Ciao!

 

 

 

 

 

 

26.06.2023

DIALOGANDO CON VOI

Author: Elena Lasagna

26/06/2023

 

 

 

Marco di Patty   Lo conosci il poeta e scrittore Giuseppe Chiarini”?  Il Prof.  mi ha consigliato una sua poesia ” Un povero malato”.  Grazie!

 

Giuseppe Chiarini nacque ad Arezzo e morì a Roma.  Era un grande conoscitore della letteratura tedesca e inglese,  fu intimo amico di G. Carducci,   faceva parte del sodalizio carducciano degi “Amici pedanti”, è uno dei critici più apprezzati dell’ottocento.  Ha composto un volume autobiografico: ” Primo passo”,  poi alcune ottime traduzioni,  studi biografici sul Carducci,  il Foscolo e il Leopardi più due volumi di liriche,  ispirate alla morte di due figli: In memoriam  Lacrymae.

 

Nella poesia di  “Un Povero Malato” descrive l’animo sensibile e buono dei bambini.  L’ispirazione di questa poesia è la deduzione verso i bambini,  e dice che non sempre i ragazzini sono crudeli verso gli animali.  Eccone cinque che rivelano un animo grande;  li osserva mentre guoardano al di sopra di un muro,  che recintava un giardino, avevano scoperto in un’aiuola in mezzo ai fiori un povero fringuello,  al quale la fucilata di un cacciatore aveva stroncato l’ala.  I bambini mossi dalla compassione,  per curarlo lo misero in una bella gabbietta,  e lo confortavano,  esortandolo a guarire,  in modo che potesse riprendere presto il volo.  Ma il povero uccellino s’intristiva sempre di più,   forse dicevano pensava alla mamma e ai suoi fratelli,  e un brutto giorno i bambini lo trovarono morto.  Grande fu il dolore dei ragazzini che per tutto il giorno e il giorno seguente non ebbero la voglia di giocare,  né di ridere come il solito.  Toccante è il dolore delle ultime strofe della poesia.

 

 

Marco  A volte i bambini ci insegnano a vivere.  Posso domandarti una cosa?  Qual è quel fatto che ti toccò quando eri piccola da ricordartene per sempre?

 

 

Elena   Ne ho più di uno da non riuscire a dimenticare.  Ma  mi colpì molto quando seppi che qualcuno riuscì a rubare tutto ciò che aveva, ad una madre vedova con sette figli;  il più piccolo era ancora in fasce.  Io credo ancora che gente così non sia da calcolare come  esseri umani con un cervello,  un cuore e un’anima.  Non sono mai riuscita a capire che razza di persone fossero,  forse non erano persone ma animali travestiti da bestie.  Tant’è vero che una volta mi trovai a faccia a faccia con una di loro,  lei sapeva che io avevo saputo tutto,  incominciò ad aggredirmi verbalmente,  io restai ferma lì,  immobile fino a quando non ebbe finito poi la presi per il collo e la tramortii.  Da quel giorno quando l’incontravo cercava sempre di scappare o cambiare strada.  Quella fu la prima e l’ultima volta che picchiai qualcuno.

 

 

27/06/2023

 

 

Marco di Patty   Ti va di ritornare alla storia di un tempo che fu?  Il decadentismo,  l’estetismo e l’individualismo,  in realtà a che cosa miravano?  Tu come ti definisci tra questi movimenti?  Grazie.

 

 

Elena  Io non faccio parte di questi tre movimenti,  anche se amo la bellezza e l’ordine.

 

Il decadente è fondamentalmente uno sradicato,  che si sente contemporaneamente estraneo e supriore agli altri.  Si opponeva alla borghesia industriale e ne condannava la volgarità,  la superficialità e l’attaccamento al denaro e al benessere,  non meno sprezzante era il suo atteggiamento verso il proletario che osava rivendicare i diritti,  che avanzava violentemente e contribuiva a creare disordine.  Né tantomeno l’artista che si asteneva dal condannare i governi parlamentari e la politica di relativa apertura alle masse e le parvenze di democrazia.  Da questo isolamento scaturiva quello che era il centro del sistema decadente,  e cioè l’estetismo.  In realtà per il decadente la sfera della morale era tutt’uno con quella dell’arte, ed infatti al centro del sistema decadente era l’estetismo;  il vero culto o religione del bello.  Alla vita e all’arte del decadente non presiedevano la morale, nemmeno le regole della società borghese,  ma egli instaurava una nuova morale,  una nuova religione, la religione della bellezza,  della raffinatezza,  dell’eleganza:  la vita stessa era costruita come un’opera d’arte.  L’estetismo derivava dalla convinzione che il decadente avesse dell’essere superiore, distante tanto dalla borghesia volgare e materialista quanto dal proletario rozzo,  prepotente e violento,  era causa ed effetto dell’atteggiamento individualista.  Questo movimento era caratterizzato da un’esasperato individualismo;  incapace di comunicare con il mondo esterno,  con un modo con cui non aveva più nulla in comune.  Il decadente perse la speranza di migliorare la società,  perdendo questa fiducia vedeva i mali della società e se ne ritraeva con disgusto,  orgoglioso di sentirsi elevato e al di sopra di ogni mediocrità e superficialità delle masse,  fiducioso solo nel gesto isolato,  nell’atto che lo distingue dalla inettitudine generale.  Nacque così il culto della violenza in tutti i suoi aspetti:  da quella politica che aspirava al governo forte contrapposto alla democrazia per respingere definitivamente le istanze delle masse,  a quella collettiva che auspicava la guerra come sola igiene del mondo e come mezzo per uscire dalla grettezza  dell’ esistenza massificata, a quella individuale  come tendenza  a porsi al di sopra e al di fuori delle leggi comuni,  come ispirazione del gesto eroico e all’azione individuale.

 

Marco  Grazie.

 

 

28/06/2023

 

 

Marco  Hanno tirato fuori un’altra poesia di Vincenzo Cardarelli,   “Ajace” è stato così famoso?  Grazie.

 

V.  Cardarelli nacque a Tarquinia e morì a Roma.  È stato un poeta scrittore forse meno famoso di alcuni che abbiamo citato fino ad oggi,  ma non meno bravo. Pensa che dopo aver compiuto gli studi elementari in Maremma,  si trasferì a Roma.  Esercitò vari mestieri per vivere,  poi andò a Firenze,  dove entrò nel giornalismo.  Poi tornò a Roma e fondò un periodico “La Ronda”,  che esercitò grande influenza sulla letteratura contemporanea.  Fu autore di numerosi saggi critici e di versi.  Le sue opere sono :  I prologhi;  Le poesie;  Viaggi nel tempo;  Giorni in piena;  Solitario in Arcadia;  Villa Tarantola;  ecc.

 

Nella poesia ” Ajace”,  l’eroe omerico che combattè con i greci sotto le mura di Troia,  è per il poeta,  l’eroe discretissimo,  colui che seppe affrontare i pericoli e i travagli più duri della lunga guerra,  senza recriminare,  né atteggiarsi da eroe,  e nemmeno chiese l’aiuto degli dei.  Egli fu primo fra i suoi,  non secondo a nessuno in battaglia,  fu però solo nella sventura:  il mare,  infine,  più giusto degli uomini,  gli rese giustizia,  trasportando sul suo tumulo le armi di Achille,  a cui Ajace ambiva;  come premio del suo valore,  e che invece Ulisse,  maestro di inganni,  si fece assegnare.

 

 

Marco  Bella,  mi piace.  Grazie!

 

 Marco  Perché certe persone non riescono a prendersi le proprie responsabilità?  Cosa sono certi dispetti?  E poi cercano sempre d’incolpare le persone per bene.

 

 

Elena  Le persone oneste e quelle disoneste fanno parte di questo mondo.  L’importante è difendersi sempre e non mentire mai!  C’è che ha molte cose da nascondere e cerca sempre di farlo con la gente pulita;  anzi se la prende con la gente migliore,  mostrandosi loro come vittime,  ma c’è anche molta,  anzi moltissima gente intelligente e super che ci consoliamo al solo pensiero.

 

 

30/06/2023

 

 

Marco di Patty  Vorrei sapere:   alle tue poesie che hai scritto hai fatto anche la prosa?  Ne ho un’altra di poesie che abbiamo scelto con il prof,  ed è  “Il picchio rosso” di Corrado Govoni,  te la ricordi?  Grazie!

 

 

 

Elena  Sì,  delle poesie che ho scritto ho fatto sempre le prose,  le conservo in cartelle insieme alle rispettive poesie;  le prose però non le ho pubblicate.

 

  Elena   IL PICCHIO ROSSO  di  Corrado Govoni,  eccola qui,  ho conservato tutte le mie prose,  in fascicoli alti 20 cm,  io credo di avere imparato a memoria quasi tutte le poesie dei poeti italiani e stranieri,  con le rispettive prose.

 

Il picchio rosso,  l’ispirazione per questa poesia fu dettata al poeta da un episodio realmente accaduto.  Un giorno,  quando viveva nella sua casa di campagna a Tamara,  andando a caccia,  sparò ad un picchio rosso ferendolo ad un’ala.  Il povero picchio mandava un verso di dolore come fosse un essere umano,  poi cadde sopra un mucchio di paglia e un uomo di una fattoria lì vicino lo finì caplestandolo.  Il poesta nerimase così sconvolto che da quel giorno smise di andare a caccia.  Il questa poesia è il povero picchio stesso che narra la sua dolorosa storia,  dai giorni felici delle scorribande sugli alberi al triste momento in cui fu ucciso.

 

 

Marco  Che bello saper fare le poesie,  dici che un giorno ci riuscirò anch’io?  O un medico è troppo occupato perché gli venga l’ispirazione?

 

 

Elena  No,  che non sarà impegnativo,  anzi,  le poesie poi saranno un diversivo per rilassarti e sentirti bene dentro.  Io sono certa che se hai anche la passione per la letterartura potresti incominciare già da ora,  ascoltati e ascolta tutto ciò che ti sembra giusto o sbagliato,  ciò che ti farà sentire bene oppure male,  ma soprattutto ama tutto ciò che fai;  lascia andare la tua mente oltre la barriera dell’impossibile.  Ciao,  al prossimo articolo di “Dialogando con voi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

26.06.2023

LE RICETTE DICASA MIA TRECENTOSETTANTASEIESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

26/06/2023

 

 

IN CUCINA CON AMORE

 

E CON FEDERICA

 

 

 

Ingredienti:  un’orata grande,  sale,  pepe,  tabasco,  rosmarino,  salvia,  aglio, prezzemolo,  limone.  Per la marinatura:  succo di arancia,  succo di lime,  sale,  prezzemolo,  erba cipollina,  olio extra vergine d’oliva.

 

 

Esecuzione:  pulire bene l’orata e lavarla accuratamente.  Metterla a marinare nel succo di un’arancia spremuta e un lime,  sale,  erba cipollina e prezzemolo.  Dopo un paio d’ore togliamo il tutto e la riempiremo con le altre erbe citate sopra,  sale,  pepe,  una punta di tabasco,  olio extra vergine d’oliva e con il quale la spennelliamo;  la mettiamo in forno a 200° per 10 minuti,  nel frattempo friggiamo le patatine a secco con qualche fiore di zucca e li serviremo insieme all’orata.

 

 

Federica  Buonissima fatta così,  saporita e leggera.  Tu sei sempre stata brava a cucinare il pesce,  peccato che però a te il pesce non piaccia.

 

Elena  Grazie cara fede,  non è che il pesce a me non piaccia,  mi piaceva tantissimo!  Ma da tempo ormai lo cucino soltanto perché anche essendo buonissimo non riesco a mandarlo giù,  per tutti i caduti in mare;   è una questione di punti di vista.

 

 

27/06/2023

 

 

Elena  Un piatto gustoso con farciture estive;  sono i tortelloni ripieni di fiori di zucca e ricotta,  altri con borragine e ricotta,  gogonzola dolce.  Molto buoni.

 

 

TORTELLONI IN DUE VERSIONI

 

 

Ingredienti:  farina per pasta fresca oppure semola di grano duro,  uova,  borragine,  gorgonzola, fiori di zucca,  ricotta,  olio extra vergine d’oliva,  sale,  pepe, latte,  parmigiano reggiano,  salvia,  cipollotti,  noce moscata,  tabasco.

 

 

Esecuzione:  incominciamo col eseguire i ripieni,  setacciamo la ricotta,  in una padella facciamo rosolare i cipollotti tagliati finemente,  i fiori di zucca a listarelle,  poi li uniamo a metà della ricotta,  saliamo,  pepiamo e aggiungiamo anche il gorgonzola e la noce moscata.  Amalgamiamo bene il tutto e passiamo all’altro ripieno:  abbiamo sbollentato la borragine,  abbiamo aggiunto la noce moscata,  un po’ di tabasco,  il gorgonzola dolce,  e abbiamo amalgamato bene il tutto.  Adesso che abbiamo pronti i due ripeni,  impastiamo per tirare la sfoglia,  che poi andremo a riempire e daremo ai ravioli alcune forme.  L’acqua bolle,  il sale c’è,  caliamo i ravioli un po’ per volta poi li scoliamo in una teglia dove abbiamo messo un pesto di salvia,  e crema di parmigiano.  Eccoli nella foto sopra;  squisiti davvero!

 

 

Fedeirca  Immagino già i sapori e le consistenze.

 

 

28/06/2023

 

 

Elena  Oggi presento una ricetta gustosa,  fresca,  nutriente fatta con le verdure ed erbe di stagione:  è il  pasticcio di zucchine in besciamella leggera.  Squisito.

 

 

PASTICCIO DI ZUCCHINE IN

 

BESCIAMELLA LEGGERA

 

 

 

 

Ingredienti:  4 zucchine di media grossezza,  sale,  pepe,  tabasco,  prosciutto cotto a fettine,  parmigiano reggiano,  olio extra vergine d’oliva,  salvia,  noce moscata, spezie miste,  menta,  prezzemolo,  aglio,  farina tipo “0”,  latte, olio per friggere.

 

 

Esecuzione:  per prima cosa tagliamo le zucchine per il lungo,  dallo spessore di qualche millimetro;  le saliamo e le lasciamo riposare un’oretta.  Nel frattempo facciamo un besciamella leggera con latte,  farina,  olio extra v.  d’oliva,  spezie,  noce moscata,  parmigiano grattugiato.  Adesso prendiamo le zucchine,  le mettiamo in un piatto largo dove abbiamo fatto una marinatura con olio, menta,  salvia,  aglio,  tabasco,  sale e pepe;  le lasciamo marinare per trenta minuti poi le mettiamo sulla griglia per qualche secondo (non devono spapolarsi perché poi dovranno continuare la cottura in forno.  Mettiamo insieme il nostro pasticcio prendendo una teglia,  sul fondo mettiamo qualche cucchiaio di besciamella,  poi copriamo con le zucchine grigliate,  una spolverata di parmigiano,  il prosciutto,  le zucchine e la besciamella,  via via fino a quando la teglia non si sarà riempita.  Copriamo con un po’ di parmigiano grattugiato e erbe poi inforniamo a 160° per 30 minuti e il piatto sarà pronto.

 

 

Federica  Sai che è come se le avessi assaggiate?  Sono squisite!

 

 

29/06/2023

 

 

Elena  A noi piace molto la pasta sfoglia,  prima di riuscire a farla come piace a me confesso che ho provato molte volte.  Ora però ne è valsa la pena perché mi riesce fragrante,  leggera senza il lievito;  l’importante è fare molti passaggi:  prima per un verso e poi per l’altro,  nel senso di amalgamarle ben dal lato verticale e poi passare a quello orizzontale e così via.  La mia è buonissima se fatta e usata,  se la metto nel congelatore poi cambia notevolmente.  Ma niente paura perché  non si perde molto tempo a realizzarla: basta impastare bene la prima volta,  poi ogni mezz’ora circa la si riprende dal frigorifero e  si ripiega,  nel frattempo possiamo fare qualcos’altro.

 

 

SACCOCCI DI PASTA SFOGLIA

 

FRESCA FARCITI

 

 

 

Ingredienti per la pasta sfoglia:  farina “00”,  acqua,  sale, burro e molti passaggi.  Per la farcitura:  salumi,  formaggi e verdure.

 

 

Esecuzione:  impastiamo con acqua ,  sale e farina,  formiamo un panetto non troppo consistente,  ma che non attacchi alle dita (deve essere vellutato,  si tira col mattarello, poi si appoggia sopra  il burro a temperatura ambiente,  si chiude il panetto a portafogli e lo si passa ancora col mattarello;  si ripone mezz’ora in frigorifero e si ripassa dall’altro senso cioè se abbiamo tirato la sfoglia verticalmente,  ora la giriamo e la tiriamo orizzontalmente, e così via per tutta la giornata.  Il risultato è questo che vedete nella foto;  il resto poi è facile, si prende la sfoglia,  si traccia e si taglia un rettangolo o un cerchio o altre forme,  e si farciscono con quello che vogliamo poi si cuoce in forno a temperatura alta per 15 minuti.

 

 

Federica   Diciamo che la tua sfoglia la mangerei tutti i giorni,  come quella della pasta fatta in casa.

 

 

Elena  Grazie!

 

 

30/06/2023

 

 

Elena  La pasta è sempre la pasta,  ma si può condire in una miriade di maniere;   questa che presento oggi sono i fusilli con stracotto di anatra,  erdure ed erbe miste;  squisita sia d’inverno che d’estate.

 

 

FUSILLI IN STRACOTTO DI ANATRA

 

 

 

Ingredienti:  fusilli,  anatra,  olio extra vergine d’oliva,  sale  peperoncino,  sedano,  carote,  cipolla rosata, pomodoro in salsa,  origano,  basilico,  cerfoglio,  due chiodi di garofano,  marsala secco.

 

 

Esecuzione:  incominciamo con lo stracotto,  facendo rosolare la carne disossata e sfumata col marsala secco.  In un’altra casseruola facciamo rosolare le verdure in poco olio tagliate a piccoli pezzi,  poi uniamo l’anatra.  Adesso mettiamo i chiodi di garofano,  sale peperoncino q.b. origano,  basilico,  cerfoglio,  il pomodoro in salsa,  infine l’acqua o brodo vegetale;  portiamo ad ebollizione e lasciamo cuocere il tutto lentamente a stracotto.  Una volta lasciato raffreddare tagliamo finemente la carne e la rimettiamo nel suo sugo ad insaporire maggiormente.  Caliamo la pasta,  la togliamo a cottura desiderata,  e la condiamo con il nostro ragù,  una manciata di parmigiano sopra ogni piatto;  chi desidera il pane abbrustolito,  o altre erbe,  va bene perché sarà buona comunque.

 

 

Federica  Il ragù con l’anatra in stracotto è fenomenale!  Che  sapori.

 

 

01/07/2023

 

 

Elena  Oggi presento le mie mezze lune nuove con ripieno di ricotta,  cipolle caramellate,  erbe e spezie.  Sono buonissime anche perché molto leggere.

 

 

MEZZE LUNE NUOVE

 

 

Ingredienti:  farina tipo “0”,  vino moscato delle nostre zone,  olio extra vergine d’oliva,  sale,  zenzero.  Per la farcitura:  ricotta vaccina o di pecora,  cipolle saltate in poco olio,  origano fresco,  maggiorana,  sale,  pepe.

 

 

Esecuzione:  in una ciotola mettere la farina,  il sale,  l’olio,  lo zenzero e il vino q.b.  Impastare fino ad ottenere un impasto liscio e setoso,  lasciarlo riposare per un’ ora e più,  nel frattempo setacciamo la ricotta,  la condiamo con le erbe,  il pepe,  la maggiorana e l’origano.  Adesso stendiamo la sfoglia,  poi con uno stampo possiamo tracciare dei cerchi o dei rettangoli,  mettiamo il ripieno e li chiudiamo bene.  Ora li spennelliamo con l’olio e li mettiamo in forno a 185°  per 15 minuti;  controllare la cottura prima di sfornarli.

 

 

Federica  Squisitissimi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

21/06/2023

L’ULTIMA PARTE DELLE ARTERIE

Proseguiamo con l’arteria iliaca esterna:  pari,  dà origine all’arteria epigastrica inferiore che risale ad irrorare le zone inferiori della parete dell’addome,  e l’arteria circonflessa iliaca profonda con un campo di distribuzione simile alla precedente;  all’altezza del legamento inguinale l’arteria iliaca esterna si continua con l’arteria femorale.

 Arteria femorale:  continuazione dell’iliaca esterna,  è destinata all’irrorazione dell’arto inferiore;  cede un ramo all’arteria epigastrica superficiale per le pareti addominali,  le arterie pudende esterne per gli organi genitali esterni,  rami per il muscolo quadricipite,  l’arteria femorale profonda,  e l’arteria grande anatostomotica chepartecipa alla formazione del circolo arterioso del ginocchio,  si contina con l’ateria poplitea.

Arteria poplitea:  continuazione della precedente,  prima di dividersi nei due rami terminali, cede rami all’articolazione del ginocchio e ai muscoli gemelli.  Arteria tibiale anteriore: ramo terminale della popplitea che cede rami per i due muscoli della loggia anterolaterale della gamba,  rami ricorrenti per la circolazione del ginocchio e rami malleolari;  si continua distalmente con l’arteria pedidia,  che si distribuisce ai tessuti del dorso del piede.

Arteria tibioperoniera:  breve tronco comune delle arterie tibiali posterioree peroniera, la prima delle quali fornisce rami ai muscoli e ai tegumenti della regione posteriore della gamba,  al malleolo mediale terminando con le arterie plantari.  L’arteria peroniera si distribuisce oltre che al perone, ai tessuti della regione posteriore della gamba per terminare con le arterie peroniere anteriore e posteriore e con la malleolare posterolaterale.  Come nella mano,  anche nel piede i rami terminali di varie arterie si anastomizzano tra loro dando luogo tra l’altro alla formazione di un’area plantare,  da cui si distaccano gran parte dei rami destinati alle dita del piede. Fine

22/06/2023

Marco di Patty Mi piacerebbe avere anche il sistema venoso.  Grazie!

Elena  L’apparato venoso è costituito da due grossi vasi che sboccano nell’atrio destro del cuore: la vena cava superiore e la vena cava inferiore.  Nella superiore confluisce il sangue che proviene dalla testa e dagli arti superiori, anche dal torace. La seconda raccoglie il sangue della parte sotto il diaframma.  Nell’atrio destro si getta anche il seno coronario,  con il sangue refluo dal miocardio.

E anche in questo apparato abbiamo le vene più importanti che sono:  la vena cava superiore:  impari,  formata dalla confluenza delle due vene anonime;  riceve anche la vena grande azygos che raccoglie il sangue delle pareti toraciche e comunica con le vene sotto diaframmatiche.

Vena anonima: pari,  si origina dalla confluenza della giugulare interna e della succlavia.

Vena giugulare interna:  pari,  nasce dal seno venoso laterale,  intracranico, raccoglie il sangue proveniente dall’encefalo, dalla lingua,  dalla faccia,  dalla faringe e dalla tiroide.

Vena succlavia:  pari, è la vena che convoglia il sangue dell’arto superiore e della parte superiore del torace,  ricevendo rami anche dal collo e dall’addome;  tra le altre vi confluiscono la giugulare esterna e la giugulare anteriore.

Vena cava inferiore:  si origina dalla confluenza delle vene iliache comuni;  riceve sangue da vasi molto importanti quali le vene epatiche, le vene renali,  la vena genitale destra,  mentre la sinistra confluisce nella renale.

Vene epatiche:  raccolgono il sangue refluo dal fegato,  sia quello che vi giunge tramite l’arteria epatica,  sia quello della vena porta.

Vena porta:  è un grosso tronco venoso impari,  che si distribuisce nel fegato,  con una fitta rete di rami e di capillari,  portandovi il sangue proveniente dall’intestino e dalla milza,  e cioè quello che contiene i prodotti della digestione e quello derivante dalla funzione emocateretica lienale.  Tre sono i vasi della cui confluenza nasce la vena porta e cioè la vena mesenterica superiore,  la mesenterica inferiore e la splenica o lienale.  Continua…

23/06/2023

La vena renale:  impari,  confluisce alla cava il sangue del rene e della ghiandola surrenale;  altri rami surrenali si gettano direttamente nella cava inferiore.

Vena genitale:  denominazione comune della vena spermatica interna dell’uomo e dell’ovarica nella donna.  Raccolgono  rispettivamente il sangue deltesticolo e degli altri organi genitali interni femminili;  a destra sbocca nella vena cava inferiore,  a sinistra nella vena renale.

Vena iliaca comune:  ramo pari che si fonde con il controlaterale per dare origine alla vena cava inferiore.  A sua volta è formata dalla confluenza delle vene iliache interna ed esterna

 

Vena iliaca interna:  pari,  ripete la distribuzione dell’arteria omonimae raccoglie il sangue degli organi del bacino e delle pelvi.

 

Vena iliaca esterna:  pari,  continuazione della vena femorale, e confluisce nella vena iliaca comune.

 

Vena femorale:  raccoglie il sangue dell’arto inferiore,  si continua con la vena iliaca esterna.

 

Le vene,  ad esclusione di alcuni grossi tronchi e delle vene superficiali,  quelle che si trovano appena sotto la cute,  seguono il decorso delle arterie ed il più delle volte sono doppie,  per ogni arteria  corrispondono due vasi venosi frequentemente anastomizzati tra loro.  Tra le vene superficiali,  quelle dell’arto superiore hanno una disposizione incostante,  ma sono quasi sempre riconoscibili una vena basilica mediale e una vena cefalica laterale entrambe confluenti nella vena ascellare.  Nell’arto inferiore sono costanti una grande vena safena che ha inizio sul dorso del piede e percorre tutta la faccia mediale dell’arto per andare a confluire nella vena femorale,  ed una piccola safena che decorre sulla faccia laterale della gamba e si getta nella vena poplitea dietro al ginoccho.  Fine

 

 

24/06/2023

 

 

Elena  Ieri sera ho detto a tua madre che per completare l’apparato circolatorio è necessario che tu impari anche il sistema linfatico;  te lo scrivo anche qui.

 

Il sistema linfatico è una serie di strutture anatomiche che fanno parte e partecipano contemporaneamente all’apparato circolatorio e a quello omopoietico.  La sua funzione è dedita al trasporto della linfa:  un liquido che deriva dai fluidi interstiziali,  e presenta una composizione diversa a seconda dell’organo di origine.  Questa funzione è conformata da un’immensità di canalicoli che partono da tutti i tessuti (tranne che la placenta) e si riuniscono in vasi sempre più grandi che terminano alla confluenza tra le vene giugulare e succlavia dei due lati.  I canali più piccoli hanno parerti formate da sole cellule endoteliali;  procedono dalla periferia verso il centro,  la parete si ispessisce per via dello strato connettivale che ha fibre elestiche e muscolari.I vasi linfatici più grandi sono forniti di un sistema valvolare sul tipo di quello delle vene.  Soltanto i vasi maggiori hanno una topografia costante,  mentre per i più piccoli,  il percorso è assai veriabile.  Lungo il percorso dei vasi linfatici sono intercalati i linfonodi:  accumulo di tessuto linfatico,  hanno una forma dei reni,  racchiusi da una capsula connettivale che invia verso l’interno dei sottili sepimenti.  In superficie di ogni linfonodo,  il tessuto linfatico è ammassato in piccoli noduli chiamati follicoli linfatici,  dove si riproduconi i linfociti.  Verso la parte centrale il tessuto linfatico è distribuito più uniformemente.  La regione corticale è circondata da uo spazio continuo in cui circola la linfa che arriva attraverso i vasi linfatici afferenti.  Da questo spazio e cioè il seno linfatico, la linfa si dirige verso la midollare,  scorre attraverso cordoni cellulari rivestiti da endotelio raggiunge la parte concava del linfonodo da cui si dipartono i vasi efferenti procedendo verso il centro della circolazione.  I linfonodi sono il più delle volte riuniti in gruppi che sono le stazioni linfatiche,  a localizzazione fissa.

I vasi linfatici dei vasi nferiori del bacino e dei visceri addominali confluiscono attraverso stazioni superficiali e profonde,  nei linfonodi che circolano nel tratto lombare dell’aorta.  I vasi efferenti di questi linfonodi si riuniscono in un’ampolla,  la cisterna di Pecquet,  dalla quale un grosso vaso collettore, che è il dotto toracico,  sale lungo la colonna vertebrale per gettarsi nella confluenza fra vena succlavia e giugulare sinistra.  Dopo aver ricevuto anche la linfa della parte sinistra del torace con il tronco bronco-mediastinico,  la linfa dell’arto superiore dello stesso lato  col tronco linfatico succlavio e quella della metà sinistra del capo col tronco giugulare.  A destra i tronchi linfatici citati si riuniscono in un breve vaso,  il dotto lonfatico destro,  che sbocca all’unione della vena giugulare e della succlavia di destra.  La prograssione della linfa nel sistema è dovuta alla pressione dei liquidi interstiziali,  alle fibre muscolari delle pareti dei linfatici,  alla presenza di valvole  che impediscono il reflusso, all’azione dei muscoli che contraendosi comprimono i vasi;  alla minor pressione del sangue nelle grosse vene rispetto a quella dei dotti linfatici.  Con la linfa si riversano nel sangue,  oltre a componenti specifici provenienti dai diversi organi,  anche i linfocitioriginati nei linfonodi.  I linfonodi,  dall’altra parte,  rappresentano importanti stazioni di difesa per un azione di filtro sulla linfa e per la partecipazione al sistema immunitario dell’organismo.

 

Elena  Da questi elementi puoi studiare uno ad uno il loro percorso e la loro funzione  per capire e memorizzare.

 

 

Marco di Patty  Grazie!  Mi piacerebbe avere un consiglio da te,  una lezione di vita,  perché so che parli con il cuore.

 

 

Elena  Anche tu come pochi eri adulto a cinque anni,  non credo che tu abbia bisogno di dritte ;  sei più maturo della tua età,  lo hai dimostrato dalla scelta che hai fatto,  sto parlando della tua ragazza.  Comunque io credo che la cosa più bella per una persona sia quella di  essere forte con grinta ma soprattutto leale.  La lealtà fa di tutti gli esseri umani persone vere,  la sincerità è un grande valore,  questo credo che tu la sappia già;  difendi sempre i tuoi diritti e i tuoi sogni senza mollare mai!

17/06/2023

 

 

 

Elena  Mi hai chiesto la spiegazione di “cariocinesi”,  eccola.

 

 

La cariocinesi è la divisione cellulare indiretta,  mediante la quale i cromatidi (ciascuna delle due subunità di cui  risulta costituito un cromosoma) gemelli derivati dalla suddivisione lungitudinale di ciascun cromosoma di una cellula,  si distribuiscono nelle due cellule figlie di quest’ultima in modo che ciascun cromosoma  venga rappresentato in esse una sola volta.  La cariocinesi assicura quindi un corredo cromosomico costante,  tipico della specie  a cui l’organismo appartiene.  Nella cariocinesi si distinguono quattro stadi fondamentali:  profase,  matafase,  anafase telofase.  In profase i cromosomi appaiono come filamenti lunghi e sottili,  più o meno avvolti e intrecciati,  che vanno via via ingrossandosi e spiralizzandosi fino a raggiungere 1/10 della lunghezza iniziale.  In ognuno di essi si evidenzia sempre più chiaro il centro motore,  detto centrometro.  Membrana nucleare e nucleo vanno sparendo,  mentre dai centrioli,  migrati ai poli opposti  della cellula,  si organizza il fuso acromatico,  costituito da fibre continue che vanno da un polo all’altro,  e fibre crosomomiali che prendono contatto con i centromeri  (In metafase i cromosomi si muovono e si dispongono a formare una piastra equatoriale del fuso ripiegandosi a V,  con le braccia che sporgono nel citoplasma e con i centromeri interni,  formando così una tipica figura stellata.  Segue la scissione sincrona di ogni centromero in due granuli,  ognuno dei quali trascina il cromatidio cui è collegato migrando ai due poli cellulari.  Segue l’anafase,  in cui si formano due gruppi di cromatidi che si possono ormai chiamare cromosomi figli.  In telofase la separazione dei cromosomi è completa, si ricostituiscono due membrane nucleari attorno ai nuovi nuclei,  i cromosomi appaiono nuovamente distesi a forma di spirale.  Contemporaneamente avviene la citodieresi,  cioè la divisione del citoplasma nelle due cellule figlie.  Il nucleo assume poi la morfologia tipica della fase di riposo o fase intercinetica.

 

 

Marco  Grazie! Così è concisa,  riduttiva ma efficace.

 

 

19/06/2023

 

 

Marco di Patty   Perché nei nostri vasi ci sono arterie più importanti di altre?  Ma le arterie non sono tutte importanti?

 

Elena  Certo che le arterie sono tutte importanti,   ma alcune sono più importanti perché da esse nascono altre arterie e via via così.  Ad esempio l’arteria aorta è l’arteria più importante e principale della nostra grande circolazione. Sorge dal ventricolo sinistro si dirige in alto viene chiamata “aorta ascendente”,  descrivendo un arco dall’avanti all’indietro e da destra verso sinistra  Arco aortico,  poi si pone davanti alla colonna dei corpi vertebrali,  discendendo poi nel torace “aorta discendente”,  poi attraversa il diaframma,  va nell’addome e termina all’altezza della quarta vertebra lombare con la divisione nelle due arterie iliache comuni.

 

  Dal tratto iniziale dell’aorta nascono le due arterie coronarie che irrorano il cuore,  a livello dell’arco si staccano una dopo l’altra,  l’arteria anonima che si dividerà ben presto in succlavia destra e carotide comune destra,  l’arteria carotide comune sinistra e la succlavia sinistra.  Le carotidi sono destinate all’irrorazione della testa,  mentre la succlavia a quella dell’arto superiore.  Nel tratto toracico l’aorta emette dieci arterie intercostali per la vascolarizzazione delle pareti toraciche,  dallo stesso tratto nascono rami per i bronchi,  l’esofago,  il pericardio e i linfonodi mediastinci. Sotto il diaframma dall’aorta nascono il tronco celiaco,  l’arteria mesenterica superiore,  le arterie surrenali medie,  l’arteria renale,  l’arteria genitale e l’arteria mesenterica inferiore.  Per ultimo nel punto in cui l’aorta si divide nelle due iliache,  nasce un altro ramo impari e mediano,  l’arteria sacrale media,  che sembra un ramo terminale dell’aorta.

20/06/2023

 

 

Abbiamo l’arteria anonima,  si origina dall’aorta e si divide dopo circa due cm in a. succlavia destra e a. carotide comune destra.  Arteria succlavia: si origina a destra dall’anonima e a sinistra dall’ aorta.  I suoi rami collaterali e cioè le arterie che si dipartono dal suo tronco,  sono:  L’arteria tiroidea inferiore,  la mammaria interna,  l’intercostale suprema,  la trasversa del collo, la trasversa della scapola,  la cervicale profonda, e la vertebrale;  la tiroidea inferiore,  la trasversa del collo, e la cervicale profonda nascono spesso da un tronco  tireocervicale comune.  L’arteria vertebrale raggiunge il rachide,  attraversa le ipofisi traverse delle vertebre cervicale e penetra  nel cranio per contribuire all’irrorazione dell’encefalo.   L’arteria succlavia si continua con l’arteria ascellare.  Arteria carotide comune:  nasce a destra dall’anonima e a sinistra dall’arco aortico;  dopo un percorso ascendente si divide in arteria carotide interna ed arteria carotide esterna.  L’arteria carotide interna:  è il ramo terminale della carotide comune,  penetra nel cranio attraverso un canale posto all’apice della rocca petrosa;  rami collaterali:  arteria caroticotimpanica,  arteria oftalmica.  Rami terminali,  gli ultimi rami in cui un’arteria si divide perdendo la sua individualità,  sono:  l’arteria cerebrale anteriore,  la cerebrale media,  la comunicante posteriore e la corioidea.  Le prime tre concorrono anastomizzandositra loro e con la cerebrale posteriore,  a formare  il cosiddetto poligono di Willis,  da cui dipende quasi tutta la circolazione cerebrale.

Arteria carotide esterna: ramo terminale della carotide comune;  rami collaterali:  arteria tiroidea superiore,  arteria facciale,  arteria linguale,  arteria occipitale,  arteria auricolare posteriore,  e arteria faringea inferiore.  Essa termina dividendosi in due rami:  arteria mascellare interna e l’arteria temporale superficiale,  l a prima si distribuisce alla cassa del timpano,  al muscolo temporale,  alle arcate dentarie, ai muscoli della faccia e conta fra i suoi rami più importanti l’arteria meningea media. L’arteria temporale superficiale irrora la parotide,  i muscoli della guancia,  il muscolo temporale,  i tegumenti della regione parietale e il padiglione auricolare.

Arteria ascellare:  è la denominazione di un tratto del tronco arterioso destinato all’arto superiore;  e infatti il proseguimento della succlavia e si continua con l’arteria bronchiale,  i suoi rami collaterali sono l’arteria aeromiotoracica, la mammaria esterna,  la sottoscapolare,  le arterie circonflesse omerali.  Arteria bronchiale od omerale,  è la continuazione dell’arteria precedente,  il limite tra le due,  essendo convenzionalmente stabilito a livello del margine inferiore del muscolo pettorale,  cede un’arteria nutritizia per l’omero,  rami per la cute ed i muscoli circostanti, l’arteria omerale profonda e le cosiddette collaterali ulnari superiore ed inferiore che partecipano alla vascolarizzazione del gomito,  termina dividendosi nell’arteria ulnare e nella radiale.

 

L’arteria ulnare,  ramo terminale dell’arteria brachiale;  rami collaterali: arterie ricorrenti ulnari per la circolazione del gomito,  arteria interossea comune,   arteria trasversa superiore del carpo,  arterie ulnodorsale e .  Arteria ulnopalmare.  Termina anastomizzandosi con l’arteria radiopalmare per formare l’arcata palmare superficiale.  Arteria radiale:  altro ramo terminale dell’arteria brachiale;  rami collaterali:  arteria ricorrente radiale,  rami per i muscoli dell’avanbraccio,  arteria trsversa radialeanteriore del carpo,  arteria radiopalmare,  arteria dorsale del pollice,  arteria dorsale del carpo,  arterie metacarpee ,  termina anastomizzandosi con l’arteria ulnopalmare  per formare l’arcata palmare profonda.  E’ sull’arteria radiale che il medico valuta abitualmente il polso.  Dalle arcate arteriose palmari,  della cui formazione si è detto a proposito delle arterie ulnare e radiale,  che nascono i rami metacarpei palmari e le arterie digitali.

21/06/2023

 

 

Elena  E adesso si continua con l’ultima parte,  questo ti servirà ad imparare per  conoscere il nome e la funzione di tutte le arterie di cui è composto il nostro corpo.

Riprendiamo dall’arteria celiaca:  impari,  si stacca dall’aorta addominale e si divide quasi subito in tre rami:  arteria epatica,  la gastrica sinistra e la splenica.  L’arteria epatica provvede alla nutrizione del fegato.

L’arteria gastrica sinistra dà rami per lo stomaco,  per l’esofago e per l’epiploon gastroepatico, termina anastomizzandosi con l’arteria gastrica destra,  ramo dell’epatica.  L’arteria splenica irrora la milza dopo aver dato rami per lo stomaco arteria gastroepiploica sinistra,  arterie gastriche brevi e arteria gastrica posteriore e per il pancreas.  Ed ora veniamo all’arteria renale:  pari,  sorge dall’aorta addominale e si distribusce alla ghiandola surrenale ed al rene.

Arteria mesenterica superiore:  impari,  nasce dall’aorta addominale;  cede rami al pancreas e al duodeno,  l’arteria pancreatico-duodenale inferiore,  l’arteria colica destra e alcune arterie per l’intestino;  si anastomizza con le arterie ileo-colica e colica media, suoi stessi rami.  Arteria genitale:  pari,  nasce dall’aorta addominale e scende ad irrora  la gonade omolaterale; prende il nome di spermatica interna nell’uomo e di ovarica nella donna.

Arteria mesenterica inferiore:  impari,  dall’aorta addominale,  si distribuisce al colon trasverso,  al colon discendente,  al sigma ed al retto;  termina cn le arterie emorroidarie superiori.

 

Arteria iliaca comune:  pari,  si forma dalla devisione terminale dell’aorta,  si divide a sua volta in due rami,  l’arteria iliaca interna e l’arteria iliaca esterna.

 

Arteria iliaca interna:  pari,  si distribuisce agli organi pelvici,  alle regioni glutee ed al pudendo,  i suoi rami collaterali sono:  arteria iliolombare,  l’arteria glutea superiore, le arterie sacrali laterali,  l’arteria otturatoria con rami per alcuni muscoli pelvici,  per la vescica,  la prostata, ed imuscoli mediali della coscia,  l’arteria ombelicale che nel feto riporta il sangue alla placenta mentre nel neonato si atrofizza in un legamento,  le arterie vescicali inferiori, l’arteria emorroidaria media e nella donna le arterie uterina e vaginale;  termina con le arterie glutea inferiore e pudenda interna. La prima destinata ai muscoli della regione glutea e ad alcuni muscoli della coscia,  la seconda diretta ad altri muscoli regionale ed ai genitali esterni.  L’ultimo capitolo continua  nell’articolo:  “risposte ai lettori quarantadue centotrentasettesima parte”.

 

 

 

16/06/2023

 

 

IN CUCINA CON AMORE

 

E CON FEDERICA

 

 

Elena  Oggi ho la ricetta di un pesto nuovo,  l’ho realizzato con i pisellini e i loro baccelli,  il basilico fresco,  il limone per dare acidità:  un pesto squisito,  saporito e leggero.

 

 

 

Ingredienti:  pisellini freschi,  molto giovani con il loro baccello,  basilico fresco,  succo di limone, parmigiano reggiano,  emmental,  olio extra vergine d’oliva,  un cipollotto bianco,  sale,  pepe,  peperoncino,  spaghettoni.

 

 

Esecuzione:  Lavare bene i baccelli dei piselli,  poi sgranarli lavare accuratamente anche le foglie di basilico,  tagliare a pezzetti i due formaggi,  e il cipollotto,  aggiungere l’olio,  il sale,  il succo di un limone, pepe e peperoncino.  Mettere il tutto nel mixer e macinare fino ad ottenere una crema verde e profumata.  Ora caliamo gli spaghetti,  li scoliamo al dente e li condiamo con il pesto nuovo.

 

 

Federica  Delizioso!

 

 

17/06/2023

 

 

Elena  Prima che finiscano i piselli freschi ho voluto realizzare una torta salata di sfoglia fresca,  è risultata molto gustosa e leggera.

 

 

TORTA SALATA AI

 

PISELLI FRESCHI

 

 

Ingredienti:  pasta sfoglia fresca,  piselli freschi,  salsa di pomodoro fatta in casa,  sale,  pepe,  basilico,  timo,  salsiccia,  cipollotti,  olio extra vergine d’oliva,  pecorino grattugiato,  ciodi di garofano,  porro,  mezzo bicchiere di vino bianco,  cipollotti,  aceto,  un cucchiaio di miele,  sale.

 

 

Esecuzione:  per prima cosa facciamo la pasta sfoglia nel solito metodo mio.  Poi stufiamo i piselli  dopo averli sgusciati li mettiamo in casseruola con il soffritto di porro,  chiodo di garofano,  sale,  pepe,  sfumiamo col vino e poi aggiungeremo la salsa di pomodoro,  il timo e qualche foglia di basilico.  Adesso mettiamo la pasta sfoglia in una teglia di ceramica,  la stendiamo bene,  togliamo l’eccesso e la inforniamo a 200 °  per 15 minuti.  La togliamo dal forno e ancora calda metteremo i piselli stufati,  la salsiccia grigliata a pezzetti e i cipollotti in agrodolce,  una spolverata di pecorino grattugiato.  Inforniamo ancore per 3- 4 minuti e la torta di piselli è pronta da servire, fragrante e leggera.

 

Federica   Che bontà!

 

 

19/06/2023

 

 

Elena  La ricetta di oggi è il pollo fatto in maniera sempre diversa,  con salsa di composta di albicocche.  Squisito davvero.

 

 

POLLO IN SALSA DI

 

ALBICOCCHE

 

 

Ingredienti:  un pollo,  sale,  pepe,  concia per arrosti fatta con sale,  erbe aromatiche,  pepe.  Vino bianco delle nostre zone,  menta,  lardo a fettine,  composta di albicocche.

 

 

Esecuzione:   Togliamo tutta la pelle al pollo,  lo tagliamo a pezzi,  lo mettiamo a marinare nel vino,  sale,  pepe in grani,  concia di erbe aromatiche  fatta in casa;  lo lasciamo a marinare per tutta la notte.  Il mattino seguente facciamo la composta di albicocche (devono essere ben mature),  lavandole,  tagliandole a pezzi e togliendo i noccioli,  le mettiamo in una casseruola senza alcun grasso né zucchero,  così al naturale.  Le lasciamo cuocere per pochi minuti,  in modo che rilascino una crema naturale.  Adesso mettiamo a cuocere il pollo,  lo avvolgiamo pezzo per pezzo in una fettina di grasso sottile,  lo facciamo rosolare da tutte le parti senza nient’altro che un po0 di sale,  sfumiamo col vino,  lasciamo cuocere aggiungendo ncora del vino.  A cottura ultimata il pollo avrà rilasciato il suo succo mescolato ai sapori e al vino.  Lo lasciamo immerso lì fino al tempo di impiattare.  Impiattiamo ogni piatto come questo che vediamo nella foto.

 

 

Federica  Buono,  buono ,  buonissimo,  delicato,  saporito e  nuovo.

 

 

Elena  Grazie!

 

 

20/06/2023

 

 

Elena  La ricetta di oggi?  Sono le tortine ripiene per Marco e Patty.  Una buona frolla col ripieno di mele caramellate e crema di limone;  io  le ho assaggiate appena,  ma proprio appena per la mia dieta,  però  erano squsitissime.  Sia io che i miei amici,  quasi tutti,  non siamo capaci di staccarci dalle mele,  la settimana prossima farò l’ultimo dolce con le mele per Federica,   poi ritorneremo alla frutta estiva.

 

 

FROLLA COL RIPIENO DI MELE

 

E CREMA AL LIMONE

 

 

Ingredienti:  farina doppio zero,  zucchero,  burro,  uova,  tre limoni dolci non trattati,  tre mele,  due bacche di vaniglia,  zucchero a velo,  amido di mais,  limoncello.

 

 

Esecuzione:  incominciamo dalle mele:  le sbucciamo,  le tagliamo a dadini,  poi aggiungiamo un po’ di limoncello e zucchero e le facciamo caramellare.  Adesso facciamo la crema al limone,  prendendo il succo di tre limoni e la buccia  (solo la parte gialla) bollita in acqua e zucchero e lasciata raffreddare,  poi metteremo l’amido di mais,  un tuorlo,  la vaniglia e l’addensiamo fino a portarla ad ebollizione per qualche secondo.  Lasciamo raffreddare il tutto e incominciamo a fare la frolla lavorando il  burro con lo zucchero,  incorporare tre tuorli uno ad uno,  infine la farina e l’altra vaniglia;  formare un panetto profumato e morbido,  lo lasciamo riposare per 30 minuti al freddo.  Adesso ungiamo la teglia grande,  tiriamo la frolla come se dovessimo fare dei ravioloni a cerchio,  mettiamo il ripieno e chiudiamo con un altro cerchio,   togliamo l’eccesso di frolla e faremo le altre tre tortine;  inforniamo a 185 ° per 25 minuti.  Le frolle sono ben cotte,  fragranti,  si sciolgono in bocca.

 

 

Marco e Patty  Sono buonissime mille volte!  Grazie!

 

Elena  Questo è quello che mi hanno detto Marco e Patty.

 

 

22/06/2023

 

 

Elena  Una signora mi ha domandato se per fare la marmellata di albicocche è la stessa ricetta che si usa per la marmellata di fragole.  Sì,  si può benissimo mettere l’addensante oppure solo lo zucchero e procedere nell’altra maniera.  Te la riscrivo qui.

 

 

MARMELLATA DI ALBICOCCHE

 

 

Ingredienti per la prima ricetta:  per un kg di albicocche 3 hg di zucchero e l’addensante.  Per la seconda ricetta:  per un kg di albicocche usiamo 500 g di zucchero,  mezzo limone.

 

 

Esecuzione  della prima ricetta:  laviamo bene le albicocche,  poi le tagliamo a pezzetti,  uniamo lo zucchero all’addensante,  lo versiamo nella frutta e mescoliamo per amalgamare bene il tutto.  Mettiamo sul fuoco vivace la casseruola del composto e la portiamo ad ebollizione;  da quel momento possiamo macinare le albicocche con il passaverdure,  poi  mettiamo ancora il tutto sul fuoco vivace e lasciamo bollire a fiamma alta la marmellata per tre minuti e procediamo per  l’ invasatura mentre la marmellata è ancora bollente  nei vasi prima sterilizzati.

 

 

Esecuzione della seconda ricetta:  laviamo bene le albicocche,  le tagliamo a pezzetti,  poi uniamo lo zucchero e incominciamo a cuocerla in una padella larga e bassa,  spremiamo mezzo limone e procediamo per almeno un’ora e mezza a fuoco lento.  Una volta cotta la maciniamo e la invasiamo ancora bollente nei vasi sterilizzati.

 

N.B.  Tutte le marmellate appena invasate calde devono avere i vasetti  e i coperchi sterilizzati;  una volta invasata la marmellata o la confettura,  si capovolgono i vasetti per almeno mezz’ora.

 

Federica  Che bel colore che ha!  Avrà anche un sapore strepitoso.

 

Elena  Quella eseguita con la prima ricetta assume un colore più chiaro,  mentre la seconda ha un colore leggermente più intenso.

 

 

23/06/2023

 

 

Elena   Ho pensato ad una ricetta coi fiori di zucca ma non la solite ricette con basi salate che ho fatto durante il mio percorso;  questa è dolce:  miele,  vaniglia  arancia e  una punta di peperoncino,  buonissima.

 

 

FIORI D ZUCCA DOLCI

 

 

Ingredienti:  fiori di zucca,  ricotta,  miele,  la buccia di un’arancia  grattugiata,  na stecca di vaniglia per ogni quattro etti di ricotta,  un pizzico di sale,  peperoncino,   olio per friggere,  per la pastella:  farina tipo “0” ,  acqua frizzante,  sale,  cannella;  per la decorazione:  zucchero a velo con vaniglia,  oppure misto a cacao dolce,  ecc.

 

 

Esecuzione:  laviamo bene delicatamente i fiori di zucca,  poi li asciughiamo con salviette di carta;  li puliamo dal fiore interno,  poi li adagiamo capovolti sopra l’asse di lavoro.  Intanto setacciamola ricotta insieme al miele,  aggiungiamo la bacca di vaniglia,  un pizzico di sale,  l’arancia grattugiata, il peperoncino e incominciamo a mettere il ripieno nei fiori.  Ora facciamo la pastella,  caliamo i fiori nella pastella e poi nell’olio bollente.  Li togliamo quando i fori sono ben dorati e non mollicci,  poi possiamo spolverarli con quello che ci piace di più oppure lasciarli anche così come i miei.

 

 

Federica  Sai che a me piacciono di più così che con altri ripieni salati?

 

 

24/06/2023

 

 

Elena  Un altro risotto di casa mia:  questa volta è stato eseguito con il prosciutto arrosto;  squisitissimo!

 

 

RISOTTO ALL’ARROSTO DI

 

PROSCIUTTO

 

 

Ingredienti:  riso per risotti,  latte,  brodo di carne,  sale,  pepe,  chiodi di garofano,  cipolla rosata,  basilico,  origano,  arrosto di prosciutto, olio extra vergine d’oliva,  vino bianco,  parmigiano reggiano,  salvia,  alloro,  salsa di pomodoro fatta in casa.

 

 

Esecuzione:  tostare il riso senza alcun grasso,  in un’altra casseruola facciamo dorare la cipolla,  sfumiamo col vino e mettiamo anche delle striscioline di arrosto;  aggiungiamo i chiodi di garofano e tutte le altre erbe,  la salsa di pomodoro,  infine il brodo che servirà per la cottura del riso,  aggiustiamo di sale e pepe.  Lasciamo cuocere il riso lentamente e a cottura ultimata incorporiamo anche la crema di parmigiano,  un po’ di latte,  decoriamo i piatti con pezzetti di arrosto di prosciutto e salvia.

 

 

federica  Che buono questo riso!

 

 

 

 

 

 

 

12.06.2023

DIALOGANDO CON VOI

Author: Elena Lasagna

12/06/2023

 

 

 

Marco di Patty   Il professore mi ha consigliato la poesia del Pascoli “La picozza”  l’ho letta ma secondo me è difficile,  forse perché è metà dialettale,  ti chiedo aiuto.  Grazie!

 

 

 

Elena  La picozza è una poesia simbolica,  in cui la picozza rappresenta l’arte,  la poesia,  per mezzo del quale il Poeta è potuto salire sempre più in alto,  dove si respirano le auree vitali,  vicino al cielo e agli orizzonti infiniti.  È stata dura la difficoltà dell’ascesa, ma grande è ora la commozione che il Poeta prova nel riguardare il cammino percorso e si augura che altri possano salire ancora più in alto seguendo il suo esempio.  Il Poeta con la brevità che si addice alla poesia lirica,  descrive la miseria,  il pianto e l’abbandono tra cui incomincia la sua via,  che poi prosegue con coraggio e con ardore incontrando le più grandi difficoltà e i più gravi pericoli. La via sale,  va per il monte,  solo senza aiuto, e senza una guida,  solo con la picozza con la quale si scava man mano il passo nel ghiaccio.  Ma non sale per discendere,  per avere applausi e onori.  Egli vorrebbe poi se arriva in cima restare a morire  tra le aquile  (tra gli spiriti dei grandi poeti),  augurandosi che dietro di lui qualcun altro arrivi,  e guidato dalla rilucente picozza che a lui sarà scivolata di mano,  ma che sarà poco lontano,  la trovi tra l’alga rossa.  L’alga rossa che si vede a volte su altri monti e che fa sembrare la neve tutta insanguinata.  (Si sente sempre in tutte le sue poesie il dolore del poeta per la sua giovinezza perduta,  ossia per avere perduto presto le persone che lui amava,  e nella poesia fa capire quanta vergogna ha provato per la sua miseria che lo costringeva a tenere sempre gli occhi bassi,  e nessuno si accorgeva di quello che stava vivendo,  detestava l’indifferenza della gente.  Quanto pianto  faceva da solo e si paragonava ad una pioggia violenta che copre il pianto della natura e copriva anche il suo pianto impercettibile perché tutto si confondeva nel dolore universale).  Per questo aveva raggiunto il punto più alto,  dove sarebbe bene fermarsi, ma restando umile senza superbia.  Il merito di essere così in alto dice che non è suo,  ma del monte;  perché la poesia eleva l’uomo spogliandolo di ogni meschinità.

 

 

Marco  Io non sarei stato capace.

 

Elena  Se dici così  sei una personcina onesta e capace di cose belle,  vedrai. Rileggi la poesia e adesso che hai la mia spiegazione,  prova a farla,  sono certa che uscirà qualcosa di bello.

 

 

13/06/2023

 

 

Elena  Oggi ti farò conoscere un altro poeta romagnolo,  si chiama Marino Moretti,  nacque a Cesenatico.  A quei tempi era uno scrittore e poeta molto apprezzato tra gli scrittori italiani contemporanei.  La sua poesia è vera,  semplice,  velata da dolce malinconia;  questa si chiama ” Prime tristezze”.  Cercala o chiedila al tuo prof. di italiano,  Io nel frattempo ti lascio la spiegazione o prosa.

 

Si può essere felici quando si ha la coscienza di non aver compiuto il proprio dovere,  anzi di essersi volontariamente sottratto ad esso?

 

Il Poeta era un fanciullo e andava a scuola.  Un giorno marinò le lezioni e se ne andò a passeggio in attesa che scoccasse mezzogiorno.  Egli aveva creduto in questo modo di conquistare la libertà,  mentre invece il suo cuore era stretto dall’ angoscia.  Aveva anche timore di essere veduto da qualcuno che conosceva e che potesse riferire ai suoi la marachella,  e perciò cercava i luoghi più solitari,  dove fosse meno grande il pericolo d’incontrare volti conosciuti.  Inoltre il suo pensiero non faceva che correre alla scuola;  pensava al suo posto vuoto,  ai suoi compagni,  alle lezioni studiate.  E il tempo non passava mai e ogni tanto chiedeva l’ora a qualche passante nella speranza che fosse giunto il momento di tornare a casa.  Con quanta paura e con quanta angoscia si accorse di avere pagato quella vacanza arbitraria.  La vera libertà non dà angoscia e da quel giorno decise che sarebbe sempre stato leale con tutti e  che aveva capito quale fosse  la vera libertà.

 

Marco di Patty   È proprio vero che signori e intelligenti si nasce!  Oggi c’è gente che ruba,  che ammazza e non fanno nemmeno una piega!  Ma di cosa sono fatti?  Certo non sono degli A. Einstein.  Grazie!

 

 

15/06/2023

 

 

Marco di Patty  Siccome nelle altre classi non ho fatto mai “La leggenda di Malaspina” il mio prof.  d’italiano me l’ha consigliata;  è una poesia che dice che ogni adolescente e, o maggiorenne, dovrebbe  conoscere.

 

 

Elena   Io ho quella che scrisse  Diego Valeri.  Era padovano,  professore di letteratura francese all’università di Padova.  La sua poesia risente gli influssi Carducciani e  crepuscolari.  Il suo è un mondo sereno,  nel quale poeticamente si trasfigurano le cose di ogni giorno e i sentimenti semplici degli uomini.  Scrisse molte poesie ed è autore di molto saggi critici.

 

Con la leggenda del Malaspina  riemerge la sua vocazione religiosa e  rivela come nella bibbia:  “Ama il prossimo tuo come te stesso” che è il precetto fondamentale del Cristianesimo.  Bisognerebbe perciò amare il prossimo e aiutarlo nelle sue necessità,  dimostrare in ogni occasione quello spirito di carità che contraddistingue i veri cristiani.  Ovviamente dobbiamo capire chi invece vuole essere aiutato e non ne ha bisogno,  anzi l’egoista prende ai poveri per il solo scopo di arricchire se stesso.  Così facendo saremo sempre in grado di leggere nella nostra anima e di non attirare il malaugurio che ci viene dal cielo:  quello della giustizia divina.  Il Malaspina non credeva a nulla,  quindi diventò sempre più avaro e egoista.

Cosi che quell’anno il raccolto era stato insufficiente per tutti,  si parla del grano e del vino;  ma Malaspina aveva il granaio e le botti piene.  L’autunno stava per finire e i poveri non sapevano di che tirare avanti, così  pensarono di bussare alla porta del Malaspina  e chiesero in nome di Dio un po’ di carità,  solo quel poco per non morire di fame soprattutto per i loro bambini.  Ma il vecchio avaro non volle sentir ragione,  non ascoltava nessuno e fece cacciare via la gente povera dai suoi cani.  Un giorno passò da quelle parti un povero,  più di quelli che l’avevano preceduto;  era tutto stracciato con i piedi e le ferite sulla mani,  ma aveva uno sguardo dolcissimo.  Quella persona era Gesù,  sceso sulla terra per affrontare le persone come il Malaspina.  Ma anche a lui gli fu negato anche un bicchiere di acqua,  con parole sgarbate e cattive;  Gesù se ne andò ancora più sconsolato e triste per il comportamento di quell’uomo:  una durezza di cuore e una crudeltà da bestie.  Passò l’inverno e a primavera ripresero i lavori nei campi.  Malaspina in persona sorvegliava il lavoro dei servi,  ma quando fu il momento del raccolto,  le spighe si trasformarono in spine dalla punta dura,  e i bei grappoli d’uva in stecchi,  da cui sgorgava il sangue che andava a colmare le botti.  Così fu punito Malaspina e dalla sua terra non si raccolse più nulla,  né  fiori,  né frutti,  ma solo spine,  la sua terra divenne così arida come il cuore del Malaspina.

 

 

Marco   Bellissima!  Sì,  però oggi bisogna stare attenti prima di aprire la porta e il portafogli a qualcuno.  Non trovi?

 

 

Elena  Anche a quei tempi,  ma oggi come dici tu ci sono molte più persone che non hanno voglia di lavorare e vorrebbero rubare a chi lavora e a chi ha lavorato sodo;  e pensare che il lavoro c’è! Pensa a me è capitata una donna che voleva denaro per la sua madre malata,  io le dissi di ritornare domani,  nel frattempo m’informai chi fosse veramente e scoprii che quella donna non solo aveva il lavoro ma era una benestante.  Vedi?  Bisogna stare attenti anche a queste trappole;  una persona grande di cuore potrebbe essere derubata.

 

 

16/06/2023

 

 

Marco di Patty   Mi ero dimenticato,  il prof. mi aveva suggerito anche “Lamento del Sud ”  un’altra di salvatore Quasimodo.  Ce la fai per oggi?

 

 

Elena  Certo!  In questa poesia il Poeta non sa nascondere la nostalgia struggente per la sua terra:  la Sicilia,   e trova la capacità di vedere e di sintetizzare felicemente la storia intima,  che è quella più vera  della Sicilia, e più in generale,  del Sud d’Italia.  In questo lamento la pianura lombarda,  tanto diversa dalla solare e barbarica terra di Sicilia,  costituisce il naturale contrasto fisico che è il segno esteriore di un altro ben più grave e ben più profondo contrasto spirituale, ma anche la condizione prima per intendere e compiangere la sorte di tante generazioni che l’ignoranza,  l’oppressione,  la natura stessa sembrano aver condannato a trascinare i morti in riva alle paludidi di malaria ed a urlare impotenti bestemmie con l’eco dei suoi pozzi.  Il  motivo della nostalgia poi si fa disperato per la certezza dell’impossibilità del ritorno,  per la fatalità che sembra aver condannato anche lui il Poeta,  come nel corso dei secoli e dei millenni ha condannato la gente che nel  Sud hanno avuto la odiosa e amata loro patria.  Così il canto assume forme nuove e apparentemente contradditorie,  diviene assurdo contrappunto di dolcezze e di furori,  protesta e atto d’amore che,  particolarmente in certi momenti,  tocca punte sublimi:  come quello dei fanciulli che tornano sui monti e costringono i cavalli sotto coltri di stelle.

 

Marco  anche questa è bellissima!

 

Elena  Certo che S.  Quasimodo era un dei grandi poeti di quei tempi.

 

Marco   Domani mi parleresti della cariocinesi?  Ne vorrei capire qualcosa anch’io.  Grazie!

 

 

19/06/2023

 

 

Marco di Patty   Senti ma la parola “Okinawa”  quella che significa “anima in volo”,  perché si chiama Okinawa?  Esiste questa parola,  e che cosa significa diversamente?

 

 

Elena  Siccome che ad Okinawa  (isola dell’arcipelago delle Ryukyu,  nel mar cinese) tanto tempo fa ci fu una battaglia,  una delle più sanguinose dell’ultima guerra.  Per ben 52 giorni le truppe della 10ª armata americana lottarono per la conquista dell’isola contro i giapponesi che per la prima volta impiegarono i Kamikaze.  Lo stesso comandante della  10ª armata il generale Buckner,  morì in combattimento.  La battaglia infuriò anche nelle acque attorno all’ isola,  e i giapponesi perdettero la corazzata”Yamato” e con essa fu eliminata anche la flotta nipponica nel pacifico.  I giapponesi tra caduti in battaglia e suicidi,  perdettero oltre 100.000 uomini.  Io ho sempre pensato che la correlazione con Okinawa o anima in volo fosse dovuta proprio alle tante anime cadute sul posto.

 

 

Marco  Può essere,  anzi sicuramente è così.

 

 

21/06/2023

 

 

Dott. Robert e Linda   Una persona ci ha domandato se Marco e Patty abitano lì vicino a te;  io ovviamente ho risposto la verità e che lì vicino a te anche se ci fossero una Patty e un Marco non sarebbero loro.  Era una persona mandata da uno del gruppo dei corrotti e corruttori.

 

Elena  Avete fatto bene,  anche perché qui non ci sono delle Patty e dei Marco,  e poi che cosa interessa a loro?  Ma non hanno niente da fare che perseguitare le persone?

 

 

Dott.  Robert   Non puoi immaginare quanto questi soggetti siano subdoli,  e quelli che riescono a corrompere sono delle persone invidiose;  lasciatelo dire da me che ormai li conosco e conosco anche le loro menzogne.

 

Elena  Vi ringrazio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

08/06/2023

 

 

IN CUCINA CON AMORE

 

E CON FEDERICA

 

 

Elena  Iniziamo questo articolo con una ricetta di pasta ripiena:  ancora dei ravioli,  con il polpo e il pecorino,  conditi con crema di zucchine trifolate.  Buonissimi!

 

 

RAVIOLI AL POLPO IN CREMA

 

DI ZUCCHINE TRIFOLATE

 

 

 

Ingredienti:  polpo,  pecorino,  sale,  pepe,  limone,  zucchine,  salvia,  aglio fresco,  parmigiano reggiano,  uova,  farina per pasta fresca, panco q.b.  zenzero,  noce moscata.

 

 

Esecuzione:  facciamo il pesto macinando il polpo già cotto,  unendo il pecorino,  sale,  pepe,  la scorza grattugiata del limone,  un po’ di panco e noce moscata.  Poi passiamo alle zucchine trifolate:  le raschiamo,  le tagliamo per il lungo formando dei bastoncini che andremo a ridurre in dadini.  Li mettiamo in casseruola aggiungiamo il sale,  la salvia,  l’aglio,  un po’ di zenzero;  li lasciamo cuocere lentamente senza l’aggiunta di acqua o di olio.  Quando avranno raggiunto la cottura giusta aggiungeremo il parmigiano e una noce di burro.  Ora che abbiamo tutto pronto non ci resta che realizzare i ravioli,  impastando un uovo per ogni 100-110 g di farina,  poi tiriamo la sfoglia e mettiamo il ripieno che andremo a coprire e a tagliare per dare forma ai ravioli.  Caliamo i ravioli in acqua che bolle,  li scoliamo e li condiremo nella casseruola delle zucchine che abbiamo per metà ridotto in crema;  aggiungiamo una manciata di parmigiano e il piatto è pronto da servire.

 

 

Federica  Che buoni!

 

 

09/06/2023

 

 

Elena  Oggi ho un altro primo piatto,  gli gnocchetti piccoli caratteristici del T. Alto Adige sono gli spatzle.  Anche questi buonissimi.

 

 

GLI SPATZLE  DI SEDANO RAPA

 

 

Ingredienti:  sedano rapa,  aglio fresco,  basilico, parmigiano, scamorza affumicata,  sale,  pepe,  olio extra vergine d’oliva,  pomodoro fresco,  origano,  chiodo di garofano,  vino bianco per sfumare,  macis,  scalogno,  farina tipo “0” q.b. brodo vegetale.  L’impasto non deve risultare troppo consistente.

 

 

Esecuzione:  Laviamo e raschiamo bene il sedano rapa,  poi lo cuoceremo in forno,  lo lasciamo raffreddare,  lo maciniamo e aggiungeremo il parmigiano,   la scamorza affumicata,  sale,  pepe, macis,  un trito di aglio fresco e la farina q. b. per ottenere un impasto liscio e scorrevole.  Facciamo bollire il brodo vegetale,  poi trasferiamo il contenuto nell’apposito attrezzo per gli spatzle e incominciamo a calarli nel brodo;  li tiriamo su con un mestolo coi buchi e mettiamo gli spatzle nella casseruola del sugo fatto con pomodoro, fresco,  scalogno,  basilico e olio extra vergine d’oliva,  alla fine li mantechiamo avendo cura di girarli garbatamente e cospargeremo una manciata di parmigiano.

 

 

Federica  A me questi spatzle piacciono moltissimo,  hanno un sapore golosissimo!

 

 

10/06/2023

 

 

Elena  Un altro piatto fatto col pesce:   sono le orate in pastella,  buonissime,  croccanti e saporite.

 

 

ORATE IN PASTELLA

 

 

Ingredienti: orate,  olio di arachidi,  sale, pepe,  pastella con acqua frizzante e farina doppio zero,  rosmarino,  prezzemolo,  basilico erba cipollina,  succo di agrumi  (arancia e limone).

 

 

Esecuzione:  puliamo bene le orate dalle squame,  le tagliamo a tranci,  poi le mettiamo a marinare nel succo di agrumi,  sale,  pepe e un giro di olio. Facciamo la pastella con un trito di erbe (quelle elencate sopra)sale,  pepe,  acqua e farina q.b. per ottenere un impasto scorrevole ma non troppo.  Mettiamo l’olio a scaldare a temperatura giusta,  e friggiamo il pesce da ambedue le parti,  in modo che resti croccante;  lo tagliamo e lo mettiamo sulla carta assorbente e poi in tavola da condividere,  magari con patatine al forno oppure un’insalata mista di verdure fresche.

 

 

Federica Mi piace molto anche così

 

 

12/06/2023

 

Elena  Questa volta la ricetta sarà di un dolce che ho già fatto qualche anno fa,  oggi lo ripresento alla moda mia,  come piace di più ai miei amici:  sono i cannoli.  Anche la prima volta che li realizzai ne feci anche di giganti,  mi hanno detto che erano squisiti.

 

 

CANNOLI ALLA CREMA DI

 

RICOTTA E ZABAIONE

 

 

 

 

Ingredienti della prima ricetta:  farina tipo “00”,  zucchero,  liquore al caffè,  un uovo,  30 g di burro chiarificato,  un cucchiaino di cacao amaro,  vaniglia.  Per la farcitura:  crema di ricotta,  zabaione,  arancia candita,  vaniglia,  zucchero a velo e cannella.  Seconda versione dei cannoli:  farina “00”,  un cucchiaio di zucchero,  marsala all’uovo,  burro chiarificato,  cannella, olio di arachidi per la frittura. La farcitura è come la prima versione,  soltanto ho sostituito l’arancia candita con scaglie di cioccolato fondente..  ma sono entrambi buonissimi!

 

 

Esecuzione:  impastiamo il tutto,  dobbiamo ottenere un impasto omogeneo che non attacchi alle dita;  poi tiriamo la sfoglia e tracciamo dei cerchi dal diametro come gli stampi.  Arrotoliamo i cerchi agli stampi per cannoli,  li sigilliamo bene e li caliamo in olio bollente  a circa 170°  non di più.  Li togliamo e li adagiamo sopra la carta paglia o carta assorbente.  Si possono conservare in barattoli di latta per almeno una settimana;  li troveremo ancora fragranti e croccanti.  Li farciremo solo al momento di consumarli. La farcia è stata realizzata setacciando la ricotta con lo zucchero,  abbiamo aggiunto la vaniglia,  e lo zabaione fatto precedentemente con uova zucchero e marsala oppure amaretto. Le arance candite le abbiamo realizzate il giorno prima del pranzo.

 

 

Federica  Mamma mia che golosità!

 

 

13/06/2023

 

 

Elena  Ed ecco il mio filone di pane a mo’ di pizza,  morbido dentro e croccante fuori,  buonissimo!  Si possono congelare e scaldarli al momento del consumo che resteranno come appena fatti.

 

 

FILONE DI PANE FARCITO

 

COME LA PIZZA

 

 

Ingredienti:  farina tipo “0”,  farina di semola di grano duro,  lievito madre,  sale,  miele,  latte,  olio extra vergine d’oliva.  per la farcitura:  salsa di pomodoro fatta in casa,  mozzarella di bufala,  origano,  olive verdi,  acciughe e ancora olio.

 

 

Esecuzione:  facciamo il nostro impasto con acqua,  le due farine miscelate insieme,  il latte,  il lievito madre,  il miele (un cucchiaino) ,  mescoliamo bene e aggiungiamo l’olio e il sale.  Ottenuto un impasto omogeneo che non attacchi alle dita,  lo lasciamo riposare per tutta la nottata,  il giorno successivo lo alimentiamo con altra farina,  acqua e  olio,  aggiustiamo di sale e lo lasciamo riposare per almeno tre ore.  Poi prendiamo l’impasto e lo dividiamo in quattro panetti,  li lavoriamo un po’,  diamo forma e li stendiamo divisi nella teglia;  li lasciamo riposare mezz’oretta e poi in forno a 270° per 15 minuti.  Li togliamo dal forno e ancora caldi li farciamo,  poi li rimettiamo ancora in forno per tre minuti.  Una delizia leggera e gustosa per il palato e per lo stomaco.

 

 

Federica  Mi sa che li dovrò fare anch’io sono troppo buoni:  li terrò pronti per l’evenienza.

 

 

14/06/2023

 

 

Elena  Oggi invece presento delle fettine di vitello arrosto con salsa maionese alle erbe fatta in casa;  una delizia.

 

 

VITELLO ARROSTO IN SALSA

 

 

Ingredienti:  700 g di carne di vitello,  erbe che preferiamo,  brodo vegetale,  vino bianco delle nostre zone,  sale,  pepe,  due uova. Per la marinatura:  rosmarino,  succo di limone,  sale,  pepe,  aglio fresco e salvia.

 

 

Esecuzione:  Mettiamo la carne a marinare per qualche ora,  poi la rosoliamo bene anche sui lati,   sfumiamo col vino e lasciamo evaporare;  aggiungiamo un trito di erbe quelle che amiamo di più,  aggiustiamo di sale, pepe in grani,  e brodo vegetale.  Lasciamo cuocere a calore moderato,  portiamo a cottura,  lasciamo raffreddare la carne e poi la taglieremo a fettine.  Nel frattempo facciamo la maionese con un trito di erbe aromatiche,  la spalmiamo sulla carne e aggiungiamo anche un poco del suo sugo.  Impiattiamo e serviamo la carne di vitello con zucchine fritte o trifolate,  oppure con patate spadellate o fagiolini ecc.

 

 

Federica  A me il vitello piace solo così,  ho provato a fare le scaloppine,  poi  tante altre versioni, ma così è squisito e leggero.

 

 

15/06/2023

 

 

Elena  Anche le zucchine si possono cucinare il tantissimi modi,  sono così versatili che vorrei cucinarle sempre.  Oggi le propongo fritte,  metà in pastella e metà infarinate,  ma comunque squisite.

 

 

ZUCCHINE FRITTE

 

 

Ingredienti:  zucchine fresche piccole,  e zucchine fresche grandi ( quelle lasciate per più tempo attaccate alla pianta perché ingrossino,  proprio per friggerle). Farina tipo “0”,  e pastella con acqua e farina,  sale e pepe,  olio di arachidi per la frittura.

 

 

Esecuzione:  incominciamo dalle zucchine più grandi:  le peliamo leggermente,  poi le tagliamo a metà e ancora a metà,  facciamo dei bastoncelli che andremo a tagliarli a dadi;  poi raschiamo le zucchine giovani,  le tagliamo a rondelle dello spessore di quache millimetro.  Ora saliamo tutte le zucchine e le lasciamo riposare per almenno 90 minuti,  poi quelle giovani le immergeremo nella pastella e le friggeremo da sole in olio bollente,  una volta che abbiamo levato le zucchine perché dorate,  le metteremo sulla carta assorbente.  Adesso immergiamo le altre zucchine quelle tagliate a dadi e infarinate soltanto,  le lasciamo cuocere e dorare bene poi anche loro le scoleremo e le stenderemo sulla carta assorbente.  Poi le trasportiamo in un piatto da portata e le serviremo in tavola.

 

 

Federica  Se mi chiedessero qual è il mio fritto preferito io direi loro che sono proprio le zucchine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

03.06.2023

DIALOGANDO CON VOI

Author: Elena Lasagna

03/06/2023

 

 

 

Marco di Patty   Sai che al mio prof. d’italiano  piacciono molto le tue prose?  Dice che sono tutte belle e azzeccate,  ma quelle che preferisce sono:  ” La casa dei doganieri”  Di E. Montale e “Lettera alla madre” di S. Quasimodo,  dice che sono bellissime!  Ah,  dimenticavo a lui piace moltissimo anche un’altra poesia breve di S.  Quasimodo “Ed è subito sera” In cui tu hai fatto una bellissima prosa.

 

 

Elena  Grazie!

 

 

Marco  Lui mi ha chiesto come mai non abbiamo fatto “Rio Salto di Pascoli?  Tu la conosci?

 

 

Elena  Certo!  Ma ne ho altre di G. Pascoli,  le faremo anche quelle. Ecco la prosa di Rio Salto.

 

 

Rio Salto era un ruscello che scorreva poco lontano dalla casa del poeta in Romagna.  Il temporale è finito e la sua è stata solo una fantasia,  la realtà è diversa;  praticamente è un sogno ad occhi aperti.  Piove a dirotto e il ritmo uguale e monotono dell’acqua che batte con forza  sulla grondaia suscita nella fantasia del Poeta la visione di cavalieri chiusi nelle corazze luccicanti,  che si allontanano al galoppo verso la valle fonda,  lungo le rive del Rio Salto.  Sente i palafreni andanti,  nobili cavalli, di pregio in corsa.  I palafreni erano cavalli da parata,  riccamente bardati, che venivano usati dai cavalieri nei loro lunghi viaggi oppure nelle cerimonie.  Ma cessati i rumori del temporale,  anche le immagini fantastiche dileguano e con la realtà riemergono i soliti rumori:  si presenta al Poeta la realtà,  e pensa che è bella anch’essa non meno di un sogno,  perché quella è la sua terra natia con i pioppi che stormiscono lungo le sponde amiche del fiume.

 

 

Marco    È  stupenda.

 

 

06/06/2023

 

 

Marco di Patty   Di G. Pascoli ho scelto “Le  Ciaramelle”,  è un po’ triste anche questa ma è bella.  Grazie!

 

 

Elena  Le Ciaramelle,  sono degli strumenti a fiato, come le cornamuse,  anzi sono proprio le cornamuse.  Tempo fa a Messina,  nella novena del Natale,  si sentivano,  tutte le mattine prima dell’alba.  È un’usanza antichissima,  chissà se ci sarà ancora.  Io credo di sì,  perché in certi paesi nascosti di molte ragioni d’Italia ci sono delle usanze che non tramontano mai.  Questo quello delle ciaramelle è un uso antichissimo pieno di poesia.  I ciaramellari sono quasi tutti vecchi pastori che vengono dai monti;  il suono è dolce e un po’ malinconico.  “Là sbocciò questo fiore che chiede alla rugiada del nostro pianto”.  Così scrisse Maria Pascoli,  la sorella del Poeta un nostalgico desiderio della sua infanzia lontana,  quando gli affetti familiari gli riscaldavano il cuore e i sogni sembrava si svelassero felici.  Allora anche il pianto era dolce per il fanciullo dall’animo sereno e sgombro di preoccupazioni.  Ora che è adulto,  il Poeta si commuove alle naturali melodie delle ciaramelle e il pianto,  dolce come quello di un tempo,  dona pace e serenità alla sua anima tormentata da tutti gli affanni del quotidiano.

 

Marco  Bellissima anche questa;  ma perché parla di Messina se il Poeta è romagnolo?  Per domani ho scelto “La voce”  sempre del Pascoli.  Grazie!

 

 

07/06/2023

 

 

Elena  Sono qui Marco,  ho la prosa della poesia “La Voce ”  sempre di G.  Pascoli.  Nelle Ciaramelle il Pascoli parla di Messina perché in quella città è stato insegnante di letteratura latina all’università.

 

 

Questa è una delle liriche più tristi e suggestive, ma anche molto bella.

 

 

Molte sono state le volte che in momenti di solitudine,  di abbandono e di miseria,  il Poeta fu preso dalla disperazione,  quasi tentato di uccidersi per togliersi una volta per sempre dalla sua insopportabile infelicità.  Ma ogni volta egli fu trattenuto dalla forza di una voce,  una voce ridotta così flebile come un soffio,  ma viva nelle sue orecchie e radicata nel suo cuore,  con quel diminutivo”Zvanì” espressione di un tenerissimo affetto (è una forma dialettale del diminutivo di Giovannino,  dialetto romagnolo,  è assai più efficace del nome intero detto in italiano).  Il ricordo di quella voce,  così intenso da riportare dinnanzi al Poeta la figura stessa della madre,  lo aiutò ad accettare la vita con pacata rassegnazione e a confidare nell’aiuto della provvidenza.  Tutta la poesia si svolge in quel contrasto di intimo tra dolore disperato nel figlio,  e l’ansia accorrente della madre e il lento accorato placarsi del dolore per la muta preghiera materna.  La poesia si compone di sette periodi ritmici,  ciascuno dei quali è formato di tre strofe e si conclude con l’invocazione Zvanì.  Idealmente però tali periodi si riducono a quattro:  il primo dà il motivo ispiratore della poesia,  il secondo e il terzo accennano ai due episodi disperati in cui più quella voce si fa sentire,  mentre il quarto richiama il primo per darne la liberazione.

 

Elena  Cerca la poesia “L’ aquilone,  sempre di G. Pascoli,  è molto bella,   guarda se ti piace,  poi mi saprai dire.  Ciao.

 

 

08/06/2023

 

 

Elena  Sapevo che ti sarebbe piaciuta la poesia “L’aquilone”.  Ho  la prosa anche di questa,  vediamo se ti piace.

 

Il sentimento dominante di questa poesia è la nostalgia dei ricordi lontani di quando lui era un fanciullo.  In quel periodo il Poeta si trovava ancora a Messina,  come insegnante di letteratura latina all’università.  In un mattino di febbraio con il sole, una giornata primaverile,  dall’aria mite,   il biancospino in fiore,  vede il pettirosso che si appresta a partire per raggiungere i paesi del Nord,  tutto questo gli riporta alla mente una giornata di primavera ai tempi della sua fanciullezza. Rivede i suoi compagni di scuola,  quando andarono nel punto più alto dei colli per lanciare i loro aquiloni;  il Poeta li vede nella sua mente come fossero comete.   Quel mattino tutti hanno gli aquiloni che volano,  ma il poeta ne segue uno,  quello che sale nel punto più alto del cielo poi lo vede oscillare verso il basso,  quasi sembra cadere; risale e finalmente riprende quota,  prende il vento favorevole,  lo fa andare avanti sempre più in alto,   e gli schamazzi dei fanciuli che lo stanno seguendo con gioia con lo sguardo verso il cielo.  Ad un tratto l’aquilone sembra che voglia portare via il filo dalla mano del fanciullo, e la violenza del vento ruba il filo dalla sua mano,   l’aquilone è portato lontano come un fiore dal suo esile stelo.  A queste immagini si associa al suo compagno rapito dalla morte e i ragazzi si perdono nel cielo infinito e vedono l’aquilone come un piccolo punto che brilla lassù.  Ad un tratto una ventata di sbieco fa scendere l’aquilone,  qualcuno strilla per la paura dello schianto;  in realtà questo strillo non è altro che nella mente del Poeta che ritorna alla realtà.  La sua memoria gli riporta davanti una voce velata del suo compagno di allora malaticcio, strappato bruscamente alla vita come l’aquilone e il fiore alla pianta.  Rivolgendosi al compagno morto dice: beato te che hai visto cadere soltanto gli aquiloni,  e non hai avuto il tempo di vedere come quelli che continuano la vita:  le speranze,  le illusioni perdute della gioventù.  E continuando sempre rivolgendosi al suo compagno morto dice:  meglio trovare la morte quando si è giovani come hai fatto tu,  mentre eri roseo con i capelli biondi,   dopo una gioiosa corsa con gli aquiloni e con tua madre che ti pettinava con dolcezza per non farti male!  Che non con i capelli bianchi per portarsi con sé tutte le sofferenze della vita…

 

Marco  di Patty  Stupenda!  Grazie!

 

 

10/06/2023

 

 

Dott.  Robert e Linda   Cosa ne pensi di tutti questi femminicidi,  riusciranno a fermarli con le nuove leggi?

 

 

Elena   Sapete meglio di me che la pazzia non si ferma se non con delle cure appropriate come quelle che si usano per la schizzofrenia.  Né tantomeno si fermerà l’idiozia associata alla delinquenza.  Purtroppo quelle persone hanno imboccato la strada della delinquenza:  all’inizio sembrano le più brave persone che esistono su questa terra,  ma  è la tattica che usano gli psicopatici per imbrogliare le loro prede.  C’è gente che dice che questi criminali dovrebbero essere uccisi!  Ma come si fa ad uccidere delle persone così come fossero zanzare;  secondo me sia il delinquente che lo psicopatico andrebbero curati,  non dico capiti perché certe cose non si possono concepire nemmeno se fossero nostri figli,  ma se venissero uccisi ci si metterebbe al loro stesso livello.

 

 

10/06/2023

 

 

Marco e Patty  Come si arriva a questi livelli di criminalità,  perché si fa del male agli altri e si diventa delinquenti?

 

 

Elena  Per molti individui forse la cosa ha origini lontane e cioè da quando erano piccoli;  forse non hanno avuto l’educazione giusta,  oppure non sono stati amati con la giusta misura d’amore.  Ma poi ho cambiato idea,  ho conosciuto persone che non sono stati amati,  hanno lavorato sodo fin da piccoli,  non hanno conosciuto i giochi,  gli schiamazzi per la gioia che si prova a  quell’età,  eppure hanno aiutato la famiglia a crescere i loro fratelli,  per vivere con più dignità.  Mentre altri hanno avuto tutto l’affetto e tutto l’amore possibile sia spirituale che materiale,  e da grandi non hanno più voluto   saperne dei loro genitori e della loro famiglia;  sono diventati dei delinquenti incalliti,  ingiusti,  e crudeli.  Ora,  dopo tutto quello che ho visto io credo che certe persone sia uomini che donne siano già tarate dalla nascita:  hanno un qualcosa che si diversifica nel male,  oppure chamiamola una questione caratteriale,  quindi la colpa non è sempre e solo dei genitori o della società.  Ognuno di noi quando diventa adulto potrebbe farsi un esame di coscienza:  se la persona è normale  cercherà di approcciarsi al mondo in maniera corretta.  Tutti abbiamo un’anima,  bisognerebbe saperla ascoltare e scacciare l’invidia,  la gelosia,  l’egoismo, e tutto ciò che fa diventare una persona senza scrupoli,  disposta a tutto,  di rubare,  anche ad uccidere una persona cara  per l’eredità.  Altre persone uccidono per un colpo di pazzia e sono sempre state persone per bene,  poi si pentiranno finché avranno vita.  Ed è così in tutte le cose,  tutti possiamo sbagliare,  ma l’importante è essere intelligenti da non ripetere i soliti errori.