20/04/2018

 

Dall’articolo n° quarantadue cinquantottesima parte.

 

IL FERRO

 

Il suo simbolo è “Fe”.  Anche questo elemento è di importanza vitale per la vita.  Permette la fissazione dell’ossigeno nel sangue negli alveoli polmonari e la conseguente utilizzazione ai fini della respirazione.  Nell’uomo adulto il contenuto totale di ferro è di 3-5 g,  di cui la maggior parte si trova nei globuli rossi (60-70%),  mentre il 3-5% entra a far parte della mioglobina dei muscoli,  il 16% degli enzimi respiratori.  Una piccola parte di ferro circola nel sangue combinata alla trasferrina,  la rimanente quota si trova distribuita nei diversi tessuti,  concentrata specialmente nel fegato,  nel midollo osseo, nella milza,  sotto forma di ferrina e di emosiderina.  In rapporto al significato biologico delle diverse frazioni,  il ferro si distingue:  ferro attivo,  contenuto nell’emoglobina e negli enzimi respiratori;  ferro di trasporto presente nel sangue,  legato alla tranferrina;  ferro di riserva,  depositato nei tessuti sotto forma di ferritina e di emosiderina.  Sia il contenuto totale di ferro dell’organismo,  sia la percentuale relativa delle varie frazioni sono mantenuti costanti da un meccanismo complesso di regolazione che costituisce il cosiddetto ciclo intraorganico del ferro.  Nell’ambito di questo ciclo,  i tessuti che utilizzano il ferro,  si servono del ferro di deposito oppure della quota che si libera dalla distruzione dei globuli rossi invecchiati.  Una parte di quest’ultumi va a ripristinare i depositi tessutali insieme con il ferro che viene introdotto con gli alimenti. Di norma però una piccola quantità di ferro sfugge a questo ciclo,  in quanto si perde attraverso le unghie,  i peli,  i capelli,  la bile,  le cellule della mucosa intestinale in sfaldamento, ecc.,  per un ammontare di un mg giornaliero.  Continua

 

22/04/2018

Si ritiene che per assicurare l’equilibrio del ricambio del ferro sia suffieciente l’introduzione giornaliera di 1 mg di ferro attraverso gli alimenti. Nella donna aumenta la richiesta di ferro durante la gravidanza,  nell’allattamento e nel periodo mestruale.  Anche nella prima infanzia e nell’adolescenza aumenta la richiesta di ferro.  In tutte queste situazioni potrebbero instaurarsi notevoli carenze di ferro,  manifestandosi con anemia da ferro mancante, ovviamente se l’apporto di ferro con gli alimenti non venga adeguatamente aumentato.  L’assorbimento del ferro avviene nel tratto duodeno-digiunale dell’intestino tenue attraverso un meccanismo di trasporto attivo, consistente nella combinazione dello ione Fe++ con lapoferritinacontenuta nelle cellule della mucosa intestinale e nel successivo trasferimento nel sangue della risultante ferritina.  Nel sangue il ferro si scinde dall’apoferritina,  si ossida a ione ferrico (Fe++),  combinandosi infine con la transferrina,  proteina deputata specialmente al trasporto plasmatico del metallo.  Il ferro di trasporto tende a depositarsi nelle cellule dei vari tessuti dove viene utilizzato o immagazzinato.  una quota del ferro di deposito,  detta “pool del ferro labile”,  è costantemente disponibile per la sintesi dell’emoglobina.  Un’altra parte viene invece utilizzata esclusivamente nel ricambio degli enzimi della catena ossidativa cellulare e pertanto non può essere mobilizzata dai depositi.  in rapporto alle necessità dell’organismo,  il ferro può scindersi dai supporti proteici e passare nel sangue per combinarsi con la transferrina,  dalla quale viene trasportato nel midollo osseo e negli altri organi emopoietici.  A tale livello si fissa sulla membrana degli eritroblasti,  si scinde dalla transferrina,  passando infine nell’interno delle cellule dove viene utilizzato per la sintesi dell’emoglobina.

 

23/04/2018

 

IL COBALTO

 

Il suo simbolo è “Co”.  Il cobalto è un oligoelemento contenuto in quasi tutti gli organismi animali e vegetali. Nel latte vaccino è presente in concentrazioni elevate, in alcuni alimenti vegetali come gli spinaci,  pomodori,  patate, cipolle ecc., è presente nel pancreas,  nei reni, e nel midollo osseo dei mammiferi.  Il cobalto entra nella composizione della vitamina B¹² e a ciò è legato in granparte il suo interesse biologico.  Il cobalto eserciterebbe effetti antianemici non solo come costituente della cianocobalammina,  ma anche per un’azione diretta sull’emopoiesi. Si ritiene infatti che esso stimoli la produzione di eritropoietina da parte del tene,  favorendo in tal modo l’utilizzazione del ferro per la sintesi dell’emoglobina.  la somministrazione di cobalto sotto forma di cloruro,  fornisce ottimi risultati nelle anemie refrattarie ad altri trattamenti,  come ad esempio:  nelle anemie secondarie a malattie renali,  tossinfezioni e neoplasie.  Impiegato ad alte dosi ouò produrre gastroenteriti ed eccitazione del sistema nervoso centrale.  Ciò che si ottiene bombardando con neutroni il cobalto naturale,  è fortemente radioattivo e viene usato per la radioterapia dei tumori.

 

25/04/2018

 

IL LITIO

 

Il simbolo del litio è “Li”.  Questo elemento chimico appartiene alla famiglia dei metalli,  piccole quantità di litio è stata riscontrata nei vegetali e nei tessuti dei mammiferi e in alcuni organi dei pesci. Nei mammiferi il litio ha una compensazione maggiore renale più elevata di quella del sodio,  per cui la sua somministrazone facilita l’eliminazione dell’acqua.  Il tradizionale impiego dei sali di litio e delle acque minerali superlitiose  nella gotta è legato al fatto che le concrezioni articolari di urati si sciolgono rapidamente in una soluzione di carbonato di litio. Edel resto una maggiore eliminazione degli urati sotto l’effetto del litio non si è ancora potuta dimostrare nell’uomo.  Infatti basta una piccola quantità di cloruro di sodio e di siero di sangue nella soluzione perché l’acido urico rimanga insolubile.  Il carbonato di litio viene adoperato con apprezzabili risultati nella terapia di alcune affezioni psichiatriche,  in particolare nelle psicosi maniaco-depressive.  Il litio possiede una forte tossicità a carico del rene;  a causa di un prograssivo accumulo dell’elemento nell’organismo,  gli effetti tossici tendono ad aggravarsi con l’uso ripetuto e protratto dei preparati medicinali di litio.  In seguito all’introdizione del liquido in psichiatria,  in passato furono segnalate frequenti intossicazioni acute anche mortali dovute a gravi lesioni dell’apparato gastroenterico,  del sistema nervoso centrale e del cuore.

 

26/04/2018

 

 

Vorrei sapere se lo zafferano è davvero l’oro giallo di cui si parla tanto e di cui si dà molto valore per le sue proprietà benefiche,  o c’è qualcos’altro che lo puo sostituire,  qualcosa con le stesse proprietà?

 

Alessandra

 

Io credo che le proprietà dello zafferano siano comuni a molte piante,  verdure ed erbe,  ma quello che non si potrà mai sostituire è il suo sapore,  ha un sapore particolare che si contraddistingue da molte erbe aromatiche.  Come la vaniglia ad esempio si può sostituire con le preparazioni chimiche, ma c’è grande differenza dalla pianta originale.  Lo zafferano è molto conosciuto come colorante e aromatizzante alimentare;  ha proprietà aromatizzanti,  coloranti,  aperitive,  digestive, stimolanti emmenagoghe,  lenitive,  proprietà comuni ad altre piante officinalis.  Lo zafferano come molte altre piante usate per aromatizzare e colorare i cibi,  non va adoperato in maniera sconsiderata: esso è innocuo alle normali dosi alimentari ma non è privo di effetti secondari a dosi elevate.  L’uso improprio dello zafferano può dar luogo a intossicazioni gravi,  scatenare contrazioni uterine e risultare abortivo.  Studi recenti hanno dimostrato che lo zafferano ha un’attività ormonosimile che si riflette utilmente sulla sfera sessuale;  viene impiegato sotto stretto controllo del medico in casi di insufficienza ovarica.

 

28/04/2018

 

Si è parlato molto e giustamente di ipertensione arteriosa,  però non si parla mai di ipotensione,  o mi è sfuggito qualcosa?  Io sono ipotesa,  e quando fa molto caldo cado in collasso e o sincope.  Lo so che mi dirai devi andare dal tuo medico curante,  lui lo sa già,   le cure che ho fatto hanno risolto in parte il problema,  ma io ho sempre paura di questa cosa perché lo svenimento è quasi come la morte,  e se non dovessi più svegliarmi?  E poi non voglio sempre andare a disturbare il medico,   lui mi ha rassicurata,  sono io ad essere fifona:  se avessi a disposizione dieci medici io romperei le scatole a tutti.  Grazie.

 

Giusi

 

Incomincio dall’inizio:  come tu sai l’ipotensione arteriosa  è la condizione in cui i valori pressori di un individuo sono permanentemente più bassi di quelli considerati normali.  Può essere di origine costituzionale detta ipotensione essenziale permanente,  oppure secondaria a malattie debilitanti,  insufficienza epatica,  interventi chirurgici,  etilismo ecc.  In diverse condizioni morbose (sindrome del seno carotideo,  shock, collasso,  sincope,  ecc.) si verifica un rapido abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione sintomatica parossistica). L’ipotensione è relativa quando non ci si riferisce ai valori normali ma a quelli abituali della pressione arteriosa di un soggetto.  La sintomatologia dell’ipotensione è caratterizzata da astenia,  palpitazioni,  estremità fredde,  pallore,  ipotonia venosa,  specie agli arti inferiori,  dove nei mesi estivi spesso si formano edemi retromalleolari e sul dorso del piede.  Spesso l’ipotensione è asintomatica e si associa a disturbi neurovegetativi e a visceroptosi.