15/04/2018

 

IL SODIO

 

Il simbolo del sodio è “Na”.  La maggior parte del contingente sodico dell’organismo è presente sotto forma di cloruro,  mentre piccole quantità si trovano sotto forma di bicarbonato sodico.  La principale funzione fisiologica del sodio è quella di regolare la pressione osmotica e l’equilibrio acido-base dei liquidi organici.  L’organismo umano contiene all’incirca 100 g di sodio,  corrispondenti a ca. 250 g di cloruro di sodio.  Il metabolismo del sodio è strettamente correlato con quello dell’acqua,  tanto che la ritenzione di questo ione si accompagna costantemente con la ritenzione di acqua e con l’aumento del tenore idrico dei tessuti  (edema).  Una dieta curata porta all’ incirca 10-15 g giornalieri di cloruro di sodio;  questa quantità eccede di molto le richieste ordinarie dell’organismo,  tanto che la maggior parte di sodio introdotto  con la dieta viene passivamente eliminata con le urine.  L’escrezione urinaria aviene  mediante filtrazione glomerulare e parziale assorbimento del sodio da parte dei tubuli renali.   La regolazione del metabolismo del sodio e dei suoi scambi con lo ione potassio è attuata attraverso fattori chimico-fisici  (pressione osmotica,  permeabilità delle membrane biologiche ecc.)  che sono sotto il controllo del sistema nervoso e dell’apparato endocrino.  Particolare importanza nel metabolismo idrosodico hanno gli ormoni della corteccia surrenale,  e specialmente i mineral-corticoidi,  come l’aldosterone, che consentono il riassorbimento del sodio a livello dei tubuli renali e il suo ricambio con il potassio.  Nelle malattie caratterizzate da insufficienza renale  (ad esempio il morbo di Addison) si verifica una grande perdita di ioni di sodio attraverso il rene,  che determina la riduzione del tenore sodico nei liquidi dell’organismo. tale condizione  è accompagnata da nausea,  anoressia,  apatia profonda,  crampi muscolari,  abbassamento della pressione arteriosa fino alla morte per collasso circolatorio.   Disturbi di questo tipo potrebbero verificarsi anche in soggetti sani,  in seguito ad una massiva perdita di sodio  attraverso il sudore per effetto di sforzi fisici durante dove la temperatura è molto elevata.  L’eccesso di sodio, ingerito sotto forma di sale da cucina provoca gonfiore,  ipertensione, ecc.

 

 

LO  IODIO

 

Il simbolo dello iodio è “l”.  È della famiglia degli “alogeni”,  si comporta d aagente catalitico ed è essenziale per il buon funzionamento della tiroide, la ghiandola in rapporto diretto con il controllo del peso corporeo. Si trova nelle acque marine,  nelle alghe,  nel pesce e nei crostacei,  in alcuni vegetali.  Nell’uomo il fabbisogno giornaliero è di ca. o,mg.  Esso viene in massima parte immagazzinato e utilizzato dalla tiroide per la sintesi degli ormoni tiroidei.  La biochimica dello iodio è strettamente collegata con la fisiologia della tiroide.  L’importanza dello iodio nella funzione tiroidea è messa in luce dalla forte incidenza di stati ipofunzionanti della tiroide in regioni relativamente povere di iodio.  Queste condizioni morbose scompaiono o vengono fortemente  attenuate in seguito a somministrazione giornaliera di  piccole quantità di iodio.  Se assunto in grandi quantità oppure in individui perticolarmente sensibili allo iodio può provocare una condizione tossica,  si manifesta con alterazioni infiammatorie, delle vie respiratorie,  dei seni mascellari, e sinusiti, della congiuntive, della mucasa boccale con fenomeni di irritazione e di ipersecrezione delle ghiandole salivari.  Nei casi gravi invece è una tossicosi del sistema nervoso centrale,  che può causare turbe della sensibilità,  della motilità, e dello stato psichico.

 

16/04/2018

 

Come molti sanno l’osteoporosi è una malattia dovuta ad alterazione degeneratva delle ossa,  da diminuzione quantitativa del tessuto osseo,  dovuto ad insufficiente elaborazione della matrice proteica delle ossa colpite per disturbi del ricambio proteico e deficiente assorbimento del calcio.  Ma se un soggetto invece presenta una patologia contraria e cioè un accumulo di calcio intracellulare ecc.  come ci si può curare,  si può?

 

Sì,  io credo di sì,  Ci sono prodotti di sintesi capaci di ridurre l’accumulo intracellulare di calcio a livello del cuore e della muscolatura liscia delle arterie coronarie e di altri sistemi vascolari.  Tramite questo effetto essi sono in grado di dilatare le coronarie,  le arterie e arteriole periferiche,  di ridurre il lavoro cardiaco e la contrattilità miocardica.  Vengono impiegati abitualmente nel controllo della cardiopatia ischemica in alternativa o associazione con i betabloccanti,  soprattutto quando questi o altri farmaci come i nitrati,  sono controindicati o maltollerati.

 

17/04/2017

 

IL CALCIO

 

Il simbolo di questo elemento si contraddistingue con “Ca”.  Il calcio sotto forma di sali pè indispensabile agli organismi viventi per la formazione di endo- ed esoscheletri. nell’organismo il calcio svolge varie e importanti funzioni:  entra nella composizione delle ossa e dei denti, partecipa ai meccanismi della coagulazione ematica,  permette gli scambi materiali attraverso la membrana delle cellule.  Inoltre è di primaria importanza nei processi di contrazione della muscolatura liscia,  scheletrica e del miocardio e prende parte,  come cofattore,  a numerose reazioni enzimatiche.  Negli organismi superiori il calcio rappresenta il componente cationico più abbondante.  Infatti lo scheletro umano contiene 1000-1200 g di calcio;  la sua percentuale media nel sangue è di 10 mg%,  tale quantità è in parte legata all’albumina plasmatica,  in parte libera come calcio-ione o in forma non ionizzata.  Nelle ossa il calcio è presente sotto forma di idrossi-e carbonato apatite.  Questi sali formano depositi insolubili che poi l’organismo può utilizzare all’occorrenza;  a tale fine essi vengono mobilizzati dalle ossa e solubilizzati nel sangue attraverso meccanismi ormonali  (paratormone) oppure con piccole variazioni della concentrazione idrogenionica,  cioè del pH,  dei fluidi circolanti.  L’individuo adulto assume giornalmente con gli alimenti dai 500 agli ottocento mg di calcio,  come complesso calcio proteico o come sale di acidi organici. L’apporto calcico dei sali inorganici (fosfati carbonati bicarbonati ecc.) è invece di scarsa importanza in quanto tali sali figurano negli alimenti in quantità molto modeste.  L’assorbimento intestinale del calcio è favorito dalla vitamina “D” e dai sali biliari,  mentre è inibito dall’acido ossalico e dall’acido fitico.  Questi acidi possono alterare sensibilmente il bilancio calcico dell’organismo specie se,  accanto a un ridotto apporto di calcio alimentare, vengono introdotte forti quantità di verdure ricche di ossalati come ad esempio gli spinaci,  crescione,  barbabietole, pomodori, ecc)  oppure cereali o farine integrali di grano,  orzo,  avena, mais,  che contengono molto acido fitico.  L’escrezionedel calcio avviene per via intestinale e urinaria  (calciuria),  in gran parte sotto forma di ossalato.  In normali condizioni fisiologiche il bilancio calcico è in equilibrio,  pioché la quantità introdotta giornalmente  è pari a quella eliminata.  Ciò si osserva entro certi limiti,  anche con l’assunzione di diete ipocalciche,  in quanto l’organismo può normalizzare il bilancio attraverso la mobilizzazione di adeguate riserve ossee.  Nell’infanzia è necessario un bilancio calcico positivo per assicurare la noemale mineralizzazione dello scheletro: tra il terzo e il tredicesimo anna di vita vengono trattenuti giornalmente ca. 10 mg/kg di peso corporeo di calcio;  tele fenomeno attuato con la vitamina D,  è fondamentale ai fini dell’accrescimento.

 

18/04/2018

 

IL MANGANESE

 

Il simpbolo del manganese è”Mn”. Il manganese è un pligoelemento di importanza biologica molto grande perché interviene come catalizzatore enzimatico nella biosintesi delle porfirine, e quindi nell’emoglobina negli animale e della clorofilla nelle piante verdi. la sua presenza è inoltre indispensabile per l’attività di vari sistemi enzimatici mitocondriali,  e in particolare per l’attività di alcuni enzimi del metabolismo lipidico e dei processi di fosforilazione ossidativa. Negli animali di laboratorio sono state riprodotte diverse sindromi carenziali da manganese, quindi analoghe condizioni di carenza nell’uomo non sono ancora state rese note. L’assunzione di manganese sotto forma di polveri, di fumi o di acqua potabile contaminata dal metallo e dai sali determina oltre ad alterazioni irritative dell’apparato respiratorio,  un’intossicazione cronica ad andamento progressivoe spesso irreversibile,  caratterizzata da lesioni dei gangli basali del sistema nervoso centrale,  e quindi disturbi di tipo extrapiramidale simili a quelli del morbo di Parkinson.  L’uomo introduce giornalmente,  con alimenti,  2,5 mg di manganese,  quantità che si ritiene sufficiente per coprire il fabbisogno ordinario.  Molti alimenti ne sono ricchi come ad esempio la scora d’arancia,  le fragole,  gli asparagi, e nell’uva,  poi lo troviamo in forma più lieve nelle verdure e nelle carni.

 

LO ZINCO

 

IL SIMBOLO DELLO ZINCO è “Zn”. Minime quantità di zinco sono indispensabili a tutti gli organismi viventi perché entrano nella costituzione di alcuni enzimi e coenzimi.  Negli organismi animali lo zinco è per esempio un costituente dell’insulina,  e inoltre dell’enzima che trasporta il biossido di carbonio nei globuli rossi.  Un apporto corretto di zinco è indispensabile per essere sempre in perfetta forma fisica.

 

19/04/2018

 

LO ZOLFO

 

Lo zolfo è uno di quegli elementi importantissimi dal momento che si trova in composizioni essenziali alla vita.  Lo zolfo è negli amminoacidi cisteina,  cistina e metionina,  in ormoni proteici come l’insulina,  l’ossitocina, la vasopressina e negli enzimi la cui attività enzimatica è legata alla presenza di uno o più gruppi solfidrici e anche in alcune vitamine.  Lo zolfo in natura è biologicamente rilevante:  i solfati presenti nel terreno vengono sintetizzati dai vegetali,  raggiungendo tramite le proteine vegetali,  gli organismi animali;  questi ultimi, in parte nelle urine,  in parte attraverso i processi di putrefazione a opera dei batteri aerobi e anaerobi,  eliminano rispettivamente sotto forma di solfato e di idrogeno solforato,  lo zolfo che ritorna così al terreno,  ricominciando il ciclo.  Lo zolfo finemente suddiviso in quantità massicce è tossico.  Lo zolfo elementare è poco solubile,  ma reagisce direttamente con le proteine formando solfuro di idrogeno,  il più tossico composto inorganico dello zolfo;  esso infatti,  oltre a irritare le vie respiratorie e gli occhi, è un veleno del sistema nervoso in grado di portare alla morte. Si ritiene che nell’aria una concentrazione di 0,028 g/m³ sia la massima tollerable,  anche se sopportabile  solo per alcune ore.  Continua nell’articolo “risposte ai lettori quarantadue cinquantanovesima parte”.