26.05.2017

I GERMI, MICROBI E IGIENE DUE

Author: Elena Lasagna

26/05/2017

 

COME SI INFETTA UN ORGANISMO

 

Per infettare un organismo,  bisogna che i germi una volta avvenuta la contaminazione possano superare le barriere di difesa,  rappresentate dalla cute e dalle mucose che rivestono le cavità naturali.  Si può ritenere che la cute assolutamente integra,  rappresenti per i germi una barriera insuperabile,  e ciò grazie specialmente allo strato corneo più resistente della pelle stessa,  ed all’elasticità della secrezione sebacea.  La penetrazione avviene se sulla nostra pelle esistono ferite.  È perfettamente comprensibile come in una ferita lacerocontusa o da proiettile da arma da fuoco,  possono entrare piccole quantità di terriccio, contenenti le spore del tetano ed altri germi pericolosi per l’integrità della nostra salute.  ma non sono sempre necessarie grandi ferite,  bastano spesso lesioni piccolissime.  Le mucose invece,  sono certamente più pervie della via cutanea agli agenti infettivi.  La mucosa nasale ad esempio è la via d’ingresso più frequente del meningococco,  del virus poliomielitico,  dell’ultravirus influenzale,  ed anche del bacillo della difterite.  Ad altre infezioni,  la mucosa resiste bene,  o per intrinsiche capacità battericide,  o per il muco che solitamente la riveste.  L’istmo delle fauci,  le tonsille con le loro cripte e sinuosità,  vengono direttamente attaccate dal bacillo difterico e dai germi della suppurazione esse poi danno passaggio ad altri microbi.  Secondo una teoria di alcuni anni fa, le infezioni intestinali,  come il tifo,  i paratifi,  il colera,  avrebbero una porta d’ingrasso nelle tonsille;  di qui i germi passano nel circolo sanguigno e raggiungono la mucosa intestinale da tergo.

Il periodo di incubazione presenta una grande importanza.  Per periodo di incubazione si intende il tempo che passa dall’entrata del germe patogeno nell’organismo sino al mantenersi nei primi sintomi della malattia.  Il periodo di incubazione non è uguale per tutte le infezioni,  ma varia moltissimo.  Così passiamo,  per esempio dal colera che può avere un periodo di incubazione di poche ore,  alla lebbra il cui periodo può durare anche per alcuni decenni.  È facile comprendere l’importanza che riveste la conoscenza della durata del periodo di incubazione.  Sapendo per esempio che questo periodo per la peste è di sei giorno,  se una persona è stata a contatto con un malato di peste,  e dopo sei giorni non presenta alcun sintomo della malattia,  bisogna ritenere che non l’abbia contratta.  Quindi la persona non è più pericolosa per un’eventuale propagazione del morbo. Trattando l’epidermiologia speciale,  si precisa quale sia il periodo di incubazione delle varie malattie infettive.  Continua…

 

29/05/2017

 

Durante una malattia infettiva,  e talvolta anche per qualche tempo dopo la guarigione clinica,  vengono eliminati all’esterno germi patogeni,  da parte dell’organismo colpito.  Tale eliminazione può verificarsi sia attraverso le normali secrezioni ed escrezioni,  sia attraverso produzioni nuove,  originate dalla malattia stessa (pus,  essudati vari,  ecc…).  Prendendo in considerazione le varie modalità,  per quanto riguarda il rene,  si ritiene che,  se esso è perfettamente integro,  il passaggio dei germi nelle orine non avvenga.  Tale passaggio si può verificare quando gli agenti patogeni o i loro prodotti tossici abbiano leso,  sia pure in maniera molto leggera,  le zone interne del rene stesso.  Nelle infezioni tifose,  si può avere l’eliminazione di notevoli quantità di germi con le urine.  Con le feci,  in condizioni fisiologiche di stato naturale di salute,  si elimina una grande quantità di germi,  ordinariamente non patogeni, tant’è vero che più della metà del peso delle feci è costituito da microbi.  Con esse però in caso di malattia si può avere anche l’eliminazione di microrganismi patogeni,  come nelle infezioni tifose,  nella dissenteria bacillare e anemica,  nel colera ecc.  Nel caso del tifo vengono eliminati sia i germi localizzati nell’apparato linfatico del colon ascendente,  sia quelli che nell’intestino giungono con la bile in seguito a una colicistite tifosa.  Con le secrezioni delle mucose dell’apparato respiratorio,  si può pure avere l’eliminazione dei germi localizzati nell’apparato medesimo.  le ghiandole salivari di norma non eliminano germi patogeni: fa eccezione il virus rabico,  che per via nervosa giunge alle ghiandole salivari,  e da queste viene eliminato.  Anche nel secreto congiuntivale ed in quello nasale possono localizzarsi germi patogeni che poi col secreto e lo sternuto vengono diffusi nell’ambiente esterno.Senza che ci sia bisogno di sviluppare lungamente queste nozioni,  è indiscutibile che gli individui  colpiti da malattie infettive,  seminano attorno a loro,  a mezzo delle cavità aperte all’esterno,  i germi patogeni che essi albergano.  A secondo della localizzazione abituale dei virus specifici è attraverso la bocca,  il ringofaringe,  lo stomaco,  l’intestino,  le urine,  che essi contagiano tutto ciò che li circonda:  individui sani,  oggetti,  biancheria,  locali,  suolo,  aria,  acqua.  Essi diffondono germi in maggiore o minore quantità,  secondo la natura della malattia,  e secondo la ricchezza microbica di ogni localizzazione anatomica.

Il nostro organismo ha un’efficace difesa nello strato corneo della pelle,  come nel sudore e nel sebo.  Anche le mucose che rivestono le cavità,  vengono difese dai microbi,  mediante vari prodotti di secrezione delle ghiandole o del movimento delle ciglia;  queste ultime,  sono numerosissime e sempre in movimento nelle via respiratorie,  cosicché i germi che vi penetrano vengono ricacciati all’esterno,  particolarmente attraverso i colpi di tosse.   I globuli bianchi del sangue sono addirittura “fagociti”  cioè possono inghiottire e distruggere i batteri.  Quando i microbi penetrano,  attraverso ferite,  numerosi globuli si affrettano verso il luogo del infortunio ed ingaggiano una lotta con gli invasori, lotta dal cui esito dipende lo stato di salute o di malattia di un individuo.  Nello stesso tempo,  il luogo invaso dai microbi, si gonfia  (edema infiammatorio)  per dilatazione dei vasi capillari e fuoriuscita del liquido circolante.  Poco dopo il loro ingresso,  i microbi  trovano anche nel sangue certe particolari sostanze,  distinte in varie categorie e chiamate genericamente “anticorpi”,  capaci spesso di difendere l’organismo da successive infezioni.  Essi costituiscono una risposta di questo alla presenza di sostanze estranee,  rappresentate dai corpi batterici e dalle loro tossine,  dette genericamente antigeni;  a seconda del loro meccanismo di azione contro i batteri,  gli anticorpi  possono chiamarsi:  batteriolisine,  che lisano, precipitine,  che precipitano,  agglutinine,  che agglutinano il corpo dei nostri nemici,  mentre le antitossine neutralizzano le tremende sostanze da essi emesse.  Continua…

 

30/05/2017

Altre difese efficaci sono rappresentate dalle ghiandole linfatiche,  capaci di ingrossarsi notevolmente e di contrastare il progredire dei germi pericolosi, l’emorragia,  in casi di ferite,  che li allontana dal sangue circolante;  anche la coagulazione del sangue stesso,  rappresenta una barriera alle successive possibili penetrazioni.  Infine i germi che entrano nel corpo attraverso l’apparato digerente,  incontrano l’acido cloridrico del succo gastrico,  capace di sminuire l’aggressività.  Con riferimento a varie condizioni fisiche sfavorevoli,  si rileva la possibilità dell’organismo di opporsi spesso vantaggiosamente: per esempio,  al caldo eccessivo,  con la sudorazione,  al troppo freddo,  mediante la pelle d’oca ed i brividi,  che rappresentano una forma particolare di movimento,  alla lunga esposizione ai raggi solari.

L’immunità è un particolare stato di resistenza dell’organismo, all’azione dei germi e delle loro tossine.  Vi sono individui che sembrano insensibili ai microbi di una determinata malattia,  indipendentemente dai meccanismi di difesa dell’organismo,  come trattarsi di un carattere eriditato dai genitori:  si parla di immunità naturale,  ancora in parte oscura.  Al contrario l’Immunità Acquisita  si produce in un individuo,  ad un certo momento della sua esistenza,  per aver superato una certa infezione,  contratta nel suo ambiente di vita  o attraverso inoculzione artificiale.  Nel primo caso si parla di immunità acquisita naturale,  i cui esempi sono ben noti:  un bambino che ha superato il morbillo,  quasi sicuramente non contrarrà più la malattia;  nelle gravi pestilenze da cui era afflitta l’Europa nei secoli scorsi,  per tutto quanto potesse riguardare il contatto con i cadaveri infetti,  venivano scelti individui guariti dalla malattia,  i cosiddetti monatti,  che erano risultati immuni al contagio.  Gli studi sull’immunità acquisita artificialmente, si sono compiuti sulla base di tre tappe fondamentali che portano i nomi gloriosi di :  Jenner, Pasteur,  Behring.  Continua…

31/05/2017

 

Jenner aveva osservato che gli addetti alla mungitura delle mucche,  a seguito di certe eruzioni alle mani, erano refrattari al vaiolo:  così nacque la vaccinoterapia,  che consiste nell’inoculare entro il corpo germi uccisi o attenuati,  oppure tossine batteriche inattivate,  affinché il sangue sfoderi le proprie difese.  Si applica su larghissima scala,  ad esempio,  contro il vaiolo,  la cui vaccinazione era obbligatoria per tutti.  Più tardi Pasteur,  scoprì la possibilità di ottenere l’immunità inoculando germi viventi,  ottenuti dalle colture artificiali di laboratorio.  Infine Behring trovò la possibilità di inoculare,  nell’organismo umano,  per difenderlo da certe malattie,  il siero del sangue di animali che le avevano superate:  nacque così la sieroterapia.

I sieri antibatterici e antitossici,  danno una immunità passiva,  poiché si introducono anticorpi già formati;  molto in uso quelli che provengono e difendono dalla difterite e dalla rabbia.  Qualche volta si associa l’inoculazione del siero con quella dei germi attenuati o anche virulenti,  cioè si pratica la siero-vaccinazione.  Una reazione dell’organismo,  che può considerarsi in opposizione all’immunità è l’anafilassi.  Questa rappresenta uno stato di ipersensibilità che si forma nell’organismo stesso,  dopo aver inoculato una certa quantità di proteine estranee,  specie di origine batterica,  in seguito all’introduzione successiva di quantità anche piccolissime delle stesse sostanze;  tale fatto può portare crisi violente, anche mortali. L’argomento continua si approfondisce sempre di più ma in sede privata.