27.03.2017

RISPOSTE AI LETTORI NOVANTADUE TRENTASEIESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

27/03/2017

 

 

 

CALCOLOSI

 

Condizione patologica caratterizzata dalla presenza di calcoli entro organi cavi,  ghiandole e le loro vie escretrici. I calcoli possono formarsi in ogni tessuto dove si depositano calcio e altri minerali:  il suo nucleo può anche essere costituito da un piccolo coagulo ematico,  frammenti mucosi e da qualunque altra sostanza estranea penetrata nelle cavità degli organi o nei dotti ghiandolari.  Il calcolo non provoca alcun disturbo fono a quando non si sposti dal luogo di formazione o assuma proporzioni tali da ostacolare le funzioni organiche e comprimere i tessuti circostanti.

Il calcolo biliare si localizza nelle vie biliari intra- ed extra epatiche,  soprattutto nella cistefellea,  può essere unico o molteplice, di volume variabile;  relativamente alla sua costituzione si differenzia un calcolo costituito da una sostanza predominante(colesterina,  bilirubinato di calcio),  combinato (aggregato di colesterina circondato da un rivestimento pluristratificato di colesterina,  bilirubinato di calcio e sostanze di impalcatura).  La sintomatologia varia da caso a caso;  il decorso può essere completamente silente (colelitiasi silente)  oppure si ha una sintomatologia estremamente tipica,  nota come colica biliare.  In taluni casi si ha un decorso cronico con sintomi prevalentemente di tipo gastrico  (digestione prolungata e difficile,  pirosi,  senso di pienezza epigastrica).

Il calcolo bronchiale o broncolito,  dovuto a precipitazione di colesterina con successiva stratificazione di sostanze calcaree,  si forma in genere, nelle piccole diramazioni bronchiali in seguito a  essudazione di origine infiammatoria.  Pancreatico,  di tipo combinato (carbonio di calcio associato a fosfati,  ossalati e solfati),  può essere unico con volume talvolta uguale a quello di una noce,  oppure multiplo.  I sintomi possono essere di tipo dispeptico,  talvolta compaiono emorragie gastroenteriche.  Il calcolo prepuziale, ha un nucleo unico ricoperto di strati di fosfato di calcio  e ammoniomagnesiaci.  È rilevabile soprattutto in persone anziane, o bambini in cui è provocato dall’esistenza da una fimosi che determina ristagno e decomposizione dello smegma e dell’urina tra il glande e il prepuzio.  Poi abbiamo i calcoli prostatici è una concentrazione calcarea su materia organica,  dalle dimensioni di una capocchia di spillo.

 Il calcolo renale invece,   è costituito principalmente da acido urico e urati di calcio e di sodio, di acido ossalico e ossalati di calcio,  da fosfati di calcio e ammoniomagnesiaci.  Si rivela una sintomatologia polimorfa:può essere del tutto asintomatica o esplodere nella colica renale. Le principali complicazioni sono presentate da idronefrosi,  pielonefrite, pionefrosi, perinefrite,  anuria,  insufficienza renale.  Continua domani…

29/03/2017

La diagnosi è quasi ed esclusivamente radiologica,  tranne nei casi in cui si possa raccogliere il calcolo espulso.  La terapia può essere medicamentosa  (dieta,  acque minerali,  riposo,  astensione da sforzi eccessivi,  somministrazione di anticoagulanti,  antiinfettivi,  infiltrazione anestetica del peduncolo renale in caso di anuria),  tuttavia quando  le coliche renali sono molto frequenti, esistono idronefrosi ed ematuria o infezione renale.

Il calcolo salivare,  è costituito da carbonato e fosfato di calcio associati a sostanze organiche dimostrano una tipica stratificazione,  interessa soprattutto il dotto di  Warthon e più raramente la paratiroide:  i sintomi sono rappresentati da dolore di tipo gravativo sul pavimento della bocca e a volte anche da una colica salivare con crisi dolorosa all’ingestione dei cibi e ingrossamento subitaneo della sottomascellare e parotide.

Il calcolo ureterale è secondario a un calcolo renale;  si rivela con una sintomatologia soprattutto costituita da ematuria,  colica renale,  l’esame si basa sull’esame radiografico,  sull’urografia endovenosa,  cistoscopia, pielografia ascendente.  Il calcolo uretrale può essere situato nell’uretra posteriore con sintomatologia di varia gravità  (emospermia o ritenzione vescicale) ,  la diagnosi si basa sull’esplorazione rettale,  del cateterismo, dell’esame radiografico semplice,  dell’uretrocistografia.  In caso di localizzazione del calcolo nell’uretra anteriore possono comparire disuria,  ritenzione vescicale,  periuretritee successiva fistolizzazione.  Il calcolo vescicale è frequente soprattutto negli uomini di oltre cinquant’anni,  insorge talvolta anche nei bambini,  prevalentemente in relazione al tipo  di alimentazione;  può essere costituito da fosfati,  urati  ossalati, o cistina. A domani…

 

È vero che nei calcoli biliari la terapia è sempre chirurgica?

 

Adele

 

Dipende  da come si presenta la patologia; a volte vengono eliminati da sostanze capaci di sciogliere o ridurre di volume i calcoli delle vie biliari,  tramite modificazioni fisiochimiche indotte nella bile.

 

30/03/2017

 

I calcoli possono ostruire i dotti biliari provocando un rallentamento o un arresto del deflusso della bile,  possono ostruire il dotto cistico escludendo quindi la colecisti delle altre vie biliari,  o a volte arrivano a riempire la stessa vescica biliare.  La loro presenza è quasi sempre causa di uno stato irritativo delle vie biliari,  cui seguono disturbi dispeptici e/o coliche epatiche;  molto frequentemente se pure assente all’inizio della malattia,  si associa un’infezione con produzione di colecisti,  angiocoliti coledociti.  La litiasi pancreatica è la formazione dei calcoli nei condotti escretori del pancreas;  i calcoli sono di carbonato di calcio misto a fosfati e a residui organici.  Le conseguenze della litiasi sono insufficienze digestive di tipo pancreatico e coliche pancreatiche,  spesso inesistenti e di difficile accertamento diagnostico.

La nefrolitiasi è la calcolosi dei calici e del bacinetto renale:  i calcoli possono essere di fosfato di calcio,  di urati,  di ossalati misti.  Si possono formare primitivamente sulla base di  fattori costituzionali che condizionano una precarietà di equilibri che mantengono sciolte quelle sostanze nell’urina o in seguito a malattie metaboliche  in cui si ha un’eccessiva eliminazione delle sostanze stesse ( ossaluria,  iperuricemia,  ecc.)  Produzione secondaria di calcoli si osserva nelle infezioni delle vie urinarie.  Una volta formatisi i calcoli possono rimanere nella pelvi e lì accrescersi di volume fino ad occuparla tutta  spingendosi anche nei calici;  ne consegue allora un ostacolo al deflusso urinario con gravi conseguenze per la funzione renale.  Le stesse conseguenze possono aversi quando un calcolo invece di migrare lungo l’uretere, arriva ad ostruirlo.  Più comunemente i calcoli,  percorrendo l’uretere,  giungono in vescica dove possono restare ed aumentare di volume  (litiasi vescicale) oppure essere emessi con le urine per via naturale.  La presenza di calcoli nella pelvi renale e soprattutto la loro migrazione lungo l’uretere (litiasi ureterale) può dar luogo a coliche renali;  spesso con l’andar del tempo e la costituzione di un ostacolo al deflusso delle urine,  si associa un’infezione delle vie urinarie.

 Nadia e Adele,  spero di essere stata soddisfacente.