27/02/2017

 

 

 

L’ARTRITE  REUMATOIDE

 

L’artrite reumatoide è l’espressione di una malattia più generale che può coinvolgere,  per meccanismi disreattivi ed antiimmunitari,  anche altri organi ed apparati.  Si distinguono reumatismi primari e secondari.  Il primo gruppo comprende forme di tipo flogistico:  articolare acuto,  cronico,  primario, spondilartrite anchilosante, sindrome di Reiter.  E forme a prevalente impronta degenerativa:  osteoartrosi.  Del secondo gruppo fanno parte quelle sindromi nelle quali la localizzazione articolare rappresenta una delle varie manifestazioni di una malattia fondamentale;  si hanno così reumatismi secondari nel corso di malattie infettive  (sepsi strepto-estafilococca, bienorragia,  meningite, tifo e paratifi,  sifilide,  scarlattina,  tubercolosi, ecc) di disendocrinie(  acromegalia, ipoovarismo e  e ipo- e ipertiroidismo,  iposurrenalismo)  di neuropatie  (tabe, siringomielia,  parkinson,  ecc.)  di alterato metabolismo  (gotta),  di neuro-distrofie, (malattia di Duplay,  fibrositi,  miositi,  ecc). Tra i reumatismi primari di tipo infiammatorio il più importante è il reumatismo articolare acuto,  detto anche malattia reumatica o di Bouillaud.  Colpisce prevalentemente bambini e giovani,  è dovuto molto probabilmente all’azione combinata di streptococchi emolitici  e di uno stato allergico iperergico;  si manifesta con infiammazione di tutte le articolazioni ossee e spesso interessa l’endocardio,  il miocardio,  l pericardio.   Di conseguenza porta all’instaurarsi di vizi valvolari cardiaci di natura organica,  costituendo la causa fondamentale del 90% di tutte le cardiopatie giovanili.  Il reumatismo cronico primario,  detto più comunemente artrite reumatoide,  è un processo flogistico sistematico delle articolazioni e dei muscoli;   colpisce con maggiore frequenza soggetti di sesso femminile dai trenta ai quarant’anni,  insorge subdolamente con chiari segni infiammatori a carico delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi.   Il decorso cronico è progressivo con fasi acute alternate a fasi di quiescenza, non compromette  in maniera aggressiva anchilosi articolari con grave compromissione funzionale.

03/03/2017

 

Qual è  quella forma di reumatismo più frequente nei maschi?  Grazie !

Alberta

 

La spondilartrite anchilosante è una malattia che colpisce più frequentemente il sesso maschile,  soggetti dai quindici ai quarant’anni.  Si manifesta con dolori a elettiva localizzazione vertebrale, nelle articolazioni sacroiliache   e coxofemorali,  con possibile anchilosi del rachide per calcificazione dei legamenti e dei dischi intervertebrali;  il decorso è cronico e invalidante.  Anche la sindrome di Reiter è una forma di poliartrite che predilige il sesso maschile,  con sede più frequente nelle ginocchia e nelle caviglie  è quasi sempre associata a disturbi intestinali,  uretrite e congiuntivite a decorso subacuto con tendenza a cronicizzarsi o a risolversi spontaneamente.

04/03/2017

 

Scusa la mia ignoranza,  ma  nei risultati del gruppo sanguigno,  in tutte le persone  è determinato da queste due consonanti :   (Rh) non so che cosa significhi.  Grazie!

Guido

 

Guido,   se tutti gli ignoranti fossero così si starebbe meglio,  credimi.  Rh è l’abbreviazione di Rhesus,  riscontrato nei globuli rossi del sangue Da Landsteiner e Wienner fino dal 1940 nel corso di studi condotto sul sangue  di alcuni macachi.  In seguito a ripetute  iniezioni del sangue di macaca rhesus  nel coniglio,  tali studiosi accertarono che il siero di quest’ultimo,  messo a contatto con sangue umano,  ne provocava l’agglutinazione in ragione dell’ottantacinque %  nei soggetti di razza bianca,  che pertanto vennero contraddistinti come Rh positivi (Rh+),  mentre i rimanenti quindici% furono chiamati  Rh negativi (Rh-).  Se ti può bastare,  altrimenti  domani posso anche approfondire.

11/03/2017

 

Soffro di abnorme secrezione di sudore localizzata,  in certi punti del corpo,  specialmente nelle mani,  piedi,  e in tutta la cute;  non sono andato dal medico perché anche se fastidioso,   non credo che sia una cosa preoccupante,  o  sbaglio?

Renato

 

Renato,  io credo che ti stia sbagliando,  nel senso che solo il medico può esprimersi in tale senso.  Quello che posso dirti è che sono molteplici le cause del tuo disturbo,  per esempio:  fattori endocrini,  neurovegetativi,  discrasici,  intossicazioni endogene ed esogene.  Si riscontra in diverse condizioni patologiche quali:  punture di ragni,  l’acrocianosi,  l’osteite deformante di Paget,  l’encefalite epidermica,  l’epilessia,  le emicranie,  la miastenia,  le nevralgie,  le crisi isteriche ecc.  La terapia deve essere anzitutto causale e nello stesso tempo sintomatica mediante sedativi e antidistonici;  ecco perché una visita dal medico non potrà farti che bene.

12/03/2017

 

Come è possibile garantire una regolare canalizzazione dei vasi sanguigni,  liberandoli  prontamente dai trombi che vi si possono formare in circostanze diverse?  Esistono garanzie  che ci tutelano per non ammalarsi di trombosi ecc.? Grazie.

Liliana

 

13/03/2017

 

È ovvio che condurre una vita sana sarebbe un bel punto di arrivo,  ma non è così per tutti;  poi, c’è il fattore ereditarietà,  ossia l’ereditarietà al sistema di condurre la propria vita.  Ma il corpo umano è  fatto di un meccanismo perfetto:  c’è un meccanismo fisiologico che pensa anche a questo,  vale a dire che concorre anche al mantenimento della normale fluidità del sangue all’interno dei vasi e che interviene nelle fasi tardive della emostasi,  sia limitando la formazione del coagulo  di fibrina sia determinandone la disgregazione,  allorché il coagulo ha esaurito la sua formazione emostatica.  In condizioni normali  tale processo garantisce la regolare canalizzazione dei vasi sanguigni,  liberandoli prontamente dai trombi  che appunto vi si possono formare per diverse  circostanze e cause.   Questo meccanismo  consiste nella disgregazione nella scissione della fibrina del coagulo in frammenti proteici di piccole dimensioni,  è opera della plasmina o fibrinolisina che è di norma assente nel sangue,  comparendovi in seguito all’attivazione di un precursore plasmatico inerte  (plasminogeno  o profibrinolisina).  I più noti attivatori del plasminogeno sono  gli  estratti dei vari tessuti,  alcuni enzimi batterici  (streptochinasi,  stafilochinasi),  la trombina,  il fattore XΙΙ  della coagulazione, alcuni fattori  di natura non precisata prodotti dall’utero,  a cui sembrano dovute la persistente fluidità del sangue mestruale e la facile evenienza delle emorragie post-partum.  Inoltre il meccanismo può essere attivato da ipoglicemia,  l’anossia dei tessuti, gli stress,  l’affaticamento, le emozioni violente,  gli esercizi muscolari vigorosi,  i traumi,  gli ormoni glicocorticoidi,  ecc.  L’attività fibrinolitica è abnormemente elevata  anche in alcune condizioni patologiche quali lo shok,  la tossiemia  gravidica,  le leucemie,  le gravi malattie del fegato (cirrosi, atrofia giallo-acuta),  i tumori maligni della prostata,  gli estesi interventi chirurgici sul torace e sull’addome.  Poi,  sono presenti nel sangue alcuni fattori proteici e fosfolipidici  (antifibrinolisine)  capace di bloccare quel meccanismo:  il meccanismo fibrinolitico.  Tale fattori,  mentre sono capaci di inibire l’attività della  fibrinolisina libera nel sangue,  sono invece inattivi sulla fibrinolisina  già fissata nel reticolo fibrinico del coagulo.  L’iperattività fibrinolitica,  responsabile di gravi emorragie,  può essere bloccata ancheper mezzo di farmaci sintetici,  quali l’acido ε- amminocaproico.

14/03/2017

 

Ho un’infiammazione a carico dei tessuti situati attorno ad una ghiandola,  quali sono le cause?

Giuliana

 

Può insorgere per contiguità da adeniti acute o da organi vicini,  oppure per via ematica o linfatica.  Si manifesta con i segni caratteristici delle flogosi:  tumefazione,  dolore,  calore,  rossore e febbre.  Una forma clinica particolare è il processo infiammatorio della mucosa necrotica ricorrente con sede elettiva nella mucosa orofaringea e nei genitali;insorge con la formazione di piccoli noduli duri che tendono a ulcerarsi lasciando profonde escavazioni con estrema facilità alle recidive.

15/03/2017

 

Come avviene l’infezione dell’endocardio e perché?

 

Amelia

 

Può essere una conseguenza di agenti infettivi. L’alterazione endoteliale risulta associata a stratificazioni di tipo trombotico;  le lesioni più gravi si riscontrano nelle valvole cardiache,  solitamente compromesse dal punto di vista funzionale anche dopo la guarigione della malattia.  Questa infiammazione dell’endocardio:  infiammazione batterica maligna è dovuta allo streptococco emolitico,  allo pneumococco,  al gonococco e raramente ad altri germi che provengono da un focolaio infettivo situato in altre regioni del corpo.  Si ha distruzione del tessuto valvolare con deposito trombotico di varia entità.  La sintomatologia è soprattutto rappresentata da ipertermia,  tachicardia, embolie micotiche,  instaurazione di un vizio valvolare ed eventualmente  di insufficienza cardiaca.  Questa infiammazione dell’endocardio batterica subacuta o lenta si instaura di solito in un cuore già colpito da precedenti manifestazioni morbose.  Le valvole tendono ad alterarsi come nella forma acuta ma con minore tendenza all’ulcerazione del tessuto.  Ipertermia protratta,  dolori articolari,  pallore,  dimagrimento sono i sintomi più comuni; L’emocoltura è positiva.  L’infiammazione acuta reumatica dell’endocardio è indotta dal reumatismo articolare acuto;  la sintomatologia è indefinita,  con lieve febbre,  senso di malessere,  tachicardia,  alterazione dei toni cardiaci,  e comparsa di soffi.