16.12.2016

RISPOSTE AI LETTORI NOVANTADUE VENTINOVESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

16/12/2016

 

Pertanto,  si comprende che una lesione del bulbo è mortale se interessa i centri vitali, o è causa di paralisi se colpisce i fasci motori o di perdita della sensibilità se sono lesi i fasci sensitivi.

 

I nervi del cranio e Le meningi

 

Se della descrizione dei centri encefalici mi sono imbattuta in nervi che hanno origine o terminano nei segmenti dell’encefalo e che sono racchiusi  nella scatola cranica.  Per la posizione dei loro nuclei di origine o di terminazione,  tali nervi vengono quindi detti encefalici,  per il fatto che,  per raggiungere il territorio di innervazione,  le loro fibre devono fuoriuscire dalla scatola cranica,  attraversando fori o fessure,  sono detti anche cranici.  Voglio ricordare che essi sono dodici paia ed hanno struttura e funzione diversa.  Alcuni sono puramente motori somatici,  cioè innervano soltanto muscolatura volontaria;  altri sono puramente sensitivi somatici,  cioè raccolgono sensazioni dal midollo esterno,  attraverso ricettori specifici;  altri sono misti e in uno stesso nervo si trovano fibre sensitive e e fibre motorie,  sia somatiche che viscerali,  associate in vario modo.  È  ovvio però che in questi casi,  che per ogni funzione vi sono nuclei e territori di innervazione differente ,  talora anche non molto vicini tra loro;  il nervo nervo misto rappresenta soltanto un tratto di tragitto comune percorso insieme da fibre essenzialmente diverse.  Come i nervi spinali anche i nevi sensitivi presentano nel loro decorso  un ganglio sensitivo e anche  i nervi parasimpatici hanno fibre pre-gangliari e fibre post-gangliari,  corrispondenti ai rami comunicanti bianchi e grigi del simpatico.  Continua…

19/12/2016

 

Il midollo spinale e l’encefalo,  oltre che dallo scheletro  (colonna vertebrale e cranio) sono protetti da tre membrane connettivali sovrapposte,  le meningi,  interposte tra lo scheletro e la massa nervosa.  Lo strato più esterno è la dura madre, fibrosa,  spessa e robusta.  Essa si continua con la guaina dei nervi,  lo strato successivo è l’aracnoide,  la quale invia verso la meninge profonda  (pia madre) setti filamentosi che suddividono lo spazio tra queste due meningi (spazio aracnoideo) in lacune entro le quali circola il liquido cefalorachidiano,  che assicura la sospensione idrostatica della massa nervosa,  impedisce la compressione delle cellule nervose e ammortizza gli shock,  anche quelli determinati dalle pulsazioni vasali.  La membrana meninge più interna la pia madre,  è molto vascolarizzata e aderisce alla superficie del neurasse,  alla cui nutrizione contribuisce notevolmente.  Le meningi formano setti interposti sulle grandi fessure encefaliche:  in quella tra i due emisferi cerebrali si trova la falce del cervello e nella fessura tra il cervelletto e i lobi occipitali vi è il tentorio del cervelletto.  Continua…

20/12/2016

 

I vari distretti del neurasse sono irrorati da arterie derivate dalla carotide interna,  che porta sangue ossigenato all’encefalo,  e dalle arterie vertebrali,  che irrorano il midollo spinale. il circolo venoso refluo dall’encefalo si scarica nella vena cava superiore attraverso le vene giugulari interne:  ad esse infatti arriva il sangue che si raccoglie nei seni della dura madre,  scavati nello spessore della meninge di cui portano il nome.  È la vascolarizzazione del sistema nervoso centrale.

 

La cellula nervosa di conduzione,  con i prolungamenti che portano gli impulsi al corpo cellulare (dentriti)  ed il prolungamento che porta i segnali in senso cellulifugo  (neurite),  è l’unità fondamentale di questo sistema di conduzione e si chiama neurone.  Al corpo cellulare, situato nei gangli spinali ,  arriva la fibra che dalla periferia,  dove trova la terminazione ricettrice, porta gli impulsi generati dallo stimolo specifico.  Il corpo cellulare è collegato,  direttamente o indirettamente per mezzo del suo prolungamento neuritico,  con i prolungamenti dentritici di una seconda stazione di neuroni,  il cui corpo cellulare ha sede nelle corna anteriori della sostanza grigia del midollo spinale o nei nuclei di origine dei nervi motori encefalici;  questi neuroni sono chiamati motoneuroni o neuroni effettori,  perché tramite il loro prolungamento neuritico,  inviano dei segnali motori fuori del midollo spinale fino alle fibre muscolari degli effettori.   Ecco individuato il collegamento diretto privato (=diretto) tra recettori periferici ed effettori muscolari,  che è la condizione indispensabile all’insorgere di riflessi circoscritti. Continua…

 

21/12/2016

 

Ma i collegamenti descritti tra due neuroni non sono i soli possibili.  Il neurone di senso,   per mezzo del suo neurite,  si mette in contatto con altri motoneuroni,  appartenenti allo stesso segmento corporeo (metamero)  o a metameri superiori o inferiori,  e con l’encefalo.  Per questi collegamenti sono necessari neuroni intermediari.   Questo fatto è può spiegare perché,  quando lo stimolo è debole,  il riflesso è all’inizio molto più limitato,  ma può,  con il crescere dell’intensità dello stimolo,  estendersi ad altri gruppi muscolari o prendere la forma di un movimento complesso,  come ad esempio quello della fuga o dell’assalto.  In questa irradiazione   dei riflessi i segnali afferenti sensitivi prendono dapprima la via preferenziale verso un numero limitato di motoneuroni e poi,  crescendo essi di numero e di frequenza,  possono anche seguire altre vie che portano ad altri gruppi di motoneuroni ed a riflessi più estesi.  Ma qualunque sia la via seguita dai segnali,  questi provocano sempre risposte utili all’animale.  Le informazioni sensitive che salgono all’encefalo,   fino alla corteccia cerebrale,  vengono utilizzate per pianificare risposte più complesse,  una vista della conservazione dell’individuo e della specie:  nell’uomo diventano coscienti.  I motoneuroni comunque sono sempre l’ultimo mezzo effettore,  simile ad un terminale di una apparecchiatura elettronica,  comune ai riflessi spinali o encefalici. Continua…

 

22/12/2016

 

I riflessi viscerali o vegetativi meritano una parola a parte. Il neurone di senso viscerale ha lo stesso decorso del neurone di senso somatico.  Ma il suo neurite si mette in comunicazione con motoneuroni che costituiscono le vie motorie viscerali,  diverse da quelle che innervano i muscoli somatici.  Per ogni organo  viscerale,  vi sono due vie motorie, antagoniste tra di loro e chiamate rispettivamente simpatica o parasimpatica.  I motoneuroni spinali che danno origine a queste vie motorie antagoniste non giacciono allo stesso livello del neurasse.  Le vie motorie viscerali constano sempre di almeno due neuroni, a differenza di quelle dei muscoli somatici.  Uno di questi neuroni ha il corpo cellulare nel neurasse e l’altro neurone in un ganglio simpatico o parasimpatico.  Le fibre nervose o neuriti,  che collegano ai gangli i corpi cellulari siti nel neurasse formano i nervi pregangliari;  i neuriti che collegano i gangli con l’effettore viscerale formano i nervi postgangliari.  Da ricordare qui l’impulso che nasce nella terminazione ricettrice si propaga automaticamente e senza decremento sino alle ultime terminazioni dendritiche dello stesso neurone.  Questo segnale è essenzialmente un fenomeno elettrico di inversione di polarità a carico della membrana che circonda la fibra.  Esso viaggia in una fibra in modo indipendente dai segnali che viaggiano nelle altre fibre vicine del tronco o filamento nervoso.  Si tratta quindi di un fenomeno che si mantiene strettamente circoscritto alla fibra che gli ha dato origine.  Continua…

23/12/2016

 

La velocità con cui i segnali viaggiano nelle fibre nervose è molto elevata,   da 1 m a 100 al secondo.  Le fibre nervose a maggiore velocità di conduzione sono quelle ricoperte da un manicotto di mielina.  La membrana di mielina ha funzione isolante ed è costituita da strati di proteine alternati a strati di grassi fosforati e colesterolo.  Il manicotto mielinico è interrotto di tanto in tanto da strozzature (strozzature di Ranvier)  che lasciano allo scoperto la membrana del neurite.  Le strozzature si ripetono ad intervalli regolari,  tanto più lunghi tanto è più grosso il diametro trasversale della fibra.   In queste fibre mieliniche il segnale elettrico salta da una strozzatura all’altra accelerando così notevolmente il fenomeno della sua propagazione.  È interessante notare che il numero delle strozzature è fissato in tempi precoci dello sviluppo dell’organismo,  cosicché la crescita successiva del neurone e dei suoi prolungamenti non viene a modificare il numero delle strozzature che sono gli unici punti di passaggio obbligato nella corsa del segnale elettrico.  Di conseguenza il tempo totale di percorrenza non si modifica dal neonato all’adulto,  anche se la lunghezza delle fibre cresce di molte volte prima di raggiungere lo stato adulto.  Le fibre del sistema nervoso centrale e periferico dei vertebrati sono tutte mieliniche,  ad eccezione delle fibre motorie dei nervi postgangliari del sistema di conduzione vegetativo che sono amieliniche;  negli invertebrati troviamo invece solo fibre amieliniche.  Mentre il segnale elettrico si autopropaga lungo tutta l’estensione di un neurone,  dalle terminazioni  dendritiche alla terminazione neuritica,  con lo stesso meccanismo elettrico e la stessa velocità  di trasmissione dell’informazione da un neurone all’altro avviene con un meccanismo diverso. Continua…

27/12/2016

 

Il punto di contatto tra un neurone e l’altro è chiamato sinapsi interneuronica.   Attraverso la sinapsi l’informazione viene portata,  per via chimica dal neurite al dentrite;  la terminazione neuritica secerne infatti una sostanza detta  “mediatore chimico”,  che diffonde nello spazio intersimpatico e viene a modificare il punto di contatto dentritico Questo cambiamento nel meccanismo di propagazione del segnale,  ha il suo significato preciso:  il secondo neurone nella catena,  infatti,  può ricevere informazioni da più neuroni che lo precedono.  Queste informazioni sono elettricamente tutte uguali,  ma il loro effetto talvolta è  qualitativamente opposto,  eccitatorio quando porta all’eccitamento,  inibitorio quando porta alla depressione.  L’informazione quindi non è univoca e non può essere ottenuta che non intermediari chimici di natura diversa.  Prendiamo l’esempio di un riflesso spinale di contrazione muscolare,  immaginiamo che il movimento sia l’estensione della gamba sulla coscia,  provocata dalla contrazione del muscolo quadricipite femorale.   I neuroni di senso i cui segnali evocano questa contrazione,  per mezzo del loro prolungamento neuritico, si sono dunque messi in contatto sinaptico,  con i motoneuroni che innervano le fibre muscolari del muscolo in questione,  eccitandoli.  Ma gli stessi neuroni di senso contemporaneamente hanno inviato segnali inibitori,  tramite un neurone intermediario, ad un altro gruppo di motoneuroni che innervano le fibre muscolari di muscoli antagonisti, di muscoli cioè che muovono l’articolazione del ginocchio in senso opposto.  Alla contrazione del quadricipite (estensore)  si associa la decontrazione dei flessori;  il movimento di estensione oltre che risultare più agevole costa di meno,  in termini di energia consumata,  perché incontra meno resistenza.  Continua nell’articolo risposte ai lettori novantadue trentesima parte…