22.06.2016

INVECCHIAMENTO CUTANEO

Author: Elena Lasagna

22/06/2016

INVECCHIAMENTO CUTANEO

 

CONTINUA DALL’ARTICOLO PRECEDENTE: LA DISIDRATAZIONE PROFONDA SECONDA PARTE.

 

Ogni organo si evolve per proprio conto durante l’invecchiamento dell’organismo e non è possibile scegliere a priori quale organo prendere in considerazione per poter anticipare un giudizio sullo stato degli altri. Si possono riscontrare tegumenti da vecchio in un organismo in cui il sistema cardiovascolare è privo di qualsiasi segno di senilità.   Ma uno stesso tessuto può  presentare aspetti diversi durante la fase d’invecchiamento a seconda della sua dislocazione.  Lo stato dell’aorta non permette di prevedere quello delle arterie cerebrali o delle coronarie.  I capelli possono conservarsi di aspetto giovane a dispetto del fatto che nello stesso individuo si riscontri una pelle vecchia e glabra.  La canizie senile del capello non ha obbligatoriamente la stessa evoluzione di quella degli altri peli del corpo,  ma questa sorta di dissociazione non può essere eretta a regola assoluta:  vi sono vecchi  nei quali i danni della senilità sono diffusi dappertutto in modo globale.  E quest’ultima constatazione è piuttosto scomoda per coloro che amano impostare dei ragionamenti di tipo statistico nell’invecchiamento.  Ma anche se  la decadenza senile è prima di tutto,  in generale,  rappresentata da una lesione predominante di un certo organo o di un certo tessuto,  sul piano funzionale,  l’organismo invecchiato vede indebolirsi la sua preziosa ed indispensabile capacità di assicurare  la costanza, l’equilibrio di tutte le sue funzioni. Continua…

23/06/2016

 

È straordinariamente difficile correlare di quanto si è scoperto da un punto di vista chimico con le normali osservazioni che solitamente si fanno da un punto di vista morfologico.  Da un punto di vista fisiologico,  via via che l’individuo diventa vecchio,  si notano taluni cambiamenti in generale.  La pelle perde in elasticità ed in flessibilità ed acquista rughe.  Fra i quaranta e settant’anni di età si notano sulla pelle piccole aree di iperpigmentazione che compaiono nelle mani,  nel collo,  e nello scalpo.  Talora queste lesioni hanno evoluzione maligna e sono descritte come cheratosi senili,  ma non è sempre facile diagnosticarle visivamente:  occorrono studi istologici.  Una costante esposizione ai raggi attinici provoca sicuramente danni drastici quali ad esempio inspessimento della cute,  aumento delle rughe e dei difetti in generale della pelle.  l’età provoca anche cambiamenti nei mucopolosaccaridi della sostanza fondamentale con formazione di zone  gelificate,  feltrose in mezzo alle fibra del tessuto connettivo,  conseguenza di questo fatto è un decremento di permeabilità associata ad una perdita di elasticità e ad un indebolimento della nutrizione cellulare.  Anche gli scambi termici si indeboliscono col passare degli anni,  sicché la temperatura della pelle  diviene via via più bassa.  Si nota anche un indebolimento dei capillari e perciò una peggiorata efficienza circolatoria.  Come le ghiandole sebacee e sudoripare subiscono modificazioni nella loro secrezione.  Altre manifestazioni della senilità sono le teleangectasie  e taluni cambiamenti nell’aspetto degli annessi cutanei.  Sia per le donne che per gli uomini via via che la pelle invecchia,  lo strato cutaneo diviene più arido e tende a fessurarsi:  questo fatto è provocato da una diminuzione della secrezione sebacea e sudoripara con conseguente decremento della capacità di tenere l’acqua legata;  ovviamente  tranne eccezioni.

I cambiamenti che si verificano nella pelle femminile sono strettamente associati ad un’alterazione o ad una riduzione della produzione ormonale,  quali ad esempio estrogeni e progesterone:  si ha come conseguenza un’alterazione della cheratinizzazione ed una modificazione delle fibre di collageno che da corte e solubili diventano lunghe,  saldate ed intrecciate tra loro e perciò insolubili,  con conseguente perdita di elasticità della sostanza fondamentale.  Come risultato finale di questi fenomeni  si ha formazione di rughe.  A questo punto si ravvisa sempre la necessità di incrementare ed intensificare gli studi concernenti la chimica e la biochimica della pelle,  allo scopo di poter meglio interpretare i mutamenti  che avvengono in seno ad essa col passare del tempo e per meglio formulare i cosmetici adatti al trattamento della pelle senescente.

Per esempio vale la pena di tener presente il significativo decremento del contenuto in colesterolo della pelle col trascorrere degli anni.  La pelle di un feto contiene all’incirca 1200 mg di colesterolo per ogni 100 g di pelle essicata.  Nei ragazzi tale tenore scende a 500 mg,  mentre nell’adulto si riduce fino a 365 mg.  I capelli dei ragazzi contengono dal 9 al 12% di colesterolo; quelli degli adulti solamente dall’uno al 5%.  Queste scoperte sono utilizzate per valutare il ruolo del colesterolo o degli steroli in generale,  nel mantenimento dell’elasticità della pelle e dei capelli.  L’analisi chimica ha inoltre rivelato che il tenore in calcio ed in magnesio nella pelle aumenta col passare degli anni.  Per contro,  solamente il 60% dello zolfo è presente nella pelle senile,  rispetto alle quantità contenute nella pelle dell’adulto.  Ciò sta a dimostrare  che man mano che gli anno passano si assiste a una diminuzione dello zolfo organico nella pelle,  corrispondente in pratica ad una perdita di cisteina e di metionina.  Anche il contenuto in silice nella pelle decresce col passare degli anni.  Continua…

28/06/2016

 

Le alterazioni della pigmentazione come ad esempio la canizie,  sono sicuramente correlate ad un alterato funzionamento della tirosina,  della tirosinasi e del rame organico.  Inoltre semplici tracce di minerali svolgono fondamentali funzioni nel mantenimento di quella parte del metabolismo che influenza la salute cutanea.  Del Calcio si è detto,  ma occorre forse ricordare la sua funzione specifica nel controllo della permeabilità capillare.

Il rame partecipa alla formazione della melanina.  Il magnesio è essenziale per il buon funzionamento di numerosi sistemi enzimatici quali la carbossilasi,  la fosfatasi,  e la fosforilasi.  Si sa che deficienze vitaminiche,  in particolare di quelle idrosolubili,  sono in grado di provocare notevoli cambiamenti nel corso dell’invecchiamento cutaneo.

Voglio precisare che tali vitamine sono la piridossina (B6), l’acido pantotenico (B5),  l’acido nicotinico (PP),  la biotina (H),  l’acido para-aminobenzoico,  l’acidoascorbico (C), ed i bioflavonoidi.  La carenza di vitamina K provoca arrossamenti cutanei  e teleangectasie.

Studi sulla respirazione cutanea hanno condotto alla conclusione che si verifica una diminuzione del consumo di ossigeno a partire dai cinquant’anni di età.  Esperimenti controllati col metodo Warburg hanno dimostrato che la placenta l’acido pantotenico,  l’allantoina e la melatonina,  per esempio,  provocano un incremento nella respirazione cutanea.

Quindi,  l’integrità della pelle è mantenuta da un equilibrio fisiologico nel quale giocano un ruolo determinante vitamine,  ormoni,  enzimi,  steroidi,  e minerali.  Un’alterazione o una diminuzione di uno qualsiasi di questi fattori può influenzare il metabolismo e perciò anche l’aspetto della nostra pelle.  Continua…

 

29/06/2016

 

Per quel che concerne le vitamine,  si può dire che,  secondo il concetto classico,  esse dovrebbero essere usate solamente per correggere le carenze,   in quanto esse sono degli alimenti bioregolatori richiesti dall’organismo in determinate quantità ogni giorno per il suo buon funzionamento.  Le carenze vitaminiche comportano sicuramente malattie.  Ma,  per contro,  in numerosi centri di ricerca del mondo intero e principalmente in America,  in Russia,  e in Canada,  e in altri paesi dell’Europa come in Italia,   le vitamine sono usate in dosi massicce,  assai superiori  ai fabbisogni di cui sopra indicato,  poiché è stato riscontrato che a tali forti dosaggi si ottengono effetti contrari,  specialmente con la vitamina A.

Alte dosi di vitamina  C  invece sono in grado di neutralizzare tossine e veleni,  migliorano sensibilmente l’ossigenazione dei tessuti.  Ma un aumento ulteriore sempre nell’ossigenazione tissutale è pure ottenibile con elevate quantità di vitamina E.  In più quest’ultima è poi capace di  dilatare i vasi sanguigni ed i  capillari migliorando così la circolazione ( e la cellulite); ed è una delle grandi medicine in caso di problemi cardiocircolatori.  Continua…

 

Quando lottiamo contro la senescenza,  ci battiamo non contro stati cutanei ma contro degli  “aspetti “che questi stati producono:  rughe,  rilassamenti,  disidratazioni,  ecc…  Indubbiamente è facile rispondere che un  “aspetto ”  altro non è che la proiezione di uno stato.  Questo è vero,  ma se anche ci è impossibile far fare marcia indietro agli squilibri interni che hanno provocato l’invecchiamento,  ci è facile superare temporaneamente tali squilibri,  porvi rimedio e migliorare così gli aspetti stessi.  Questo miglioramento dura quel che dura,  ed è per questo che i trattamenti anti-senescenza presuppongono da parte nostra e del medico curante uno  sforzo prolungato e continuo.  È chiaro che bisogna stimolare,  dato che la senescenza si presenta come un rallentamento progressivo delle funzioni organiche e biologiche  a cominciare da quelle del microcircolo,  il quale è responsabile del buon funzionamento dei tessuti epidermici.  Se alle cellule non arriva più un apporto ottimale di ossigeno,  esse perdono progressivamente la capacità di riprodursi in continuazione.  l?ossigeno è essenziale per la vita,  e il garantirne l’assunzione dall’ambiente esterno,  il trasporto alla periferia e l’utilizzazione da parte dei tessuti,  è uno degli obiettivi che ci dobbiamo prefiggere quando facciamo dei trattamenti anti-senescenza. Continua nel capitolo ossigeno e antisenescenza.