10/11/2015

 

DALL’ARTICOLO  PRECEDENTE:  IL SANGUE

 

I  GRUPPI  DEL  SANGUE

 

Il  sangue degli individui è suddiviso in gruppi,  in base alla presenza o meno sulla superficie dei globuli rossi di particolari complessi molecolari con caratteristiche di antigeni.  I sistemi antigenici più importanti,  secondo si può giungere alla suddivisione in gruppi , sono il sistema ABO  e il sistema  Rh.  La denominazione ABO deriva dal nome degli antigeni che con la loro presenza  (gruppi A,  B,  AB)  O CON LA LORO ASSENZA GRUPPO O DETERMINANO QUATTRO DIVERSI GRUPPI.

Il sistema Rh prende invece in considerazione il fattore Rh:  nell’85% ca. degli individui è presente l’antigene Rh,  per cui questi soggetti vengono definiti Rh+ ,  mentre quelli in cui tale antigene è assente sono Rh¯.  Per quanto riguarda il sistema ABO,  nel sangue sono presenti sia gli antigeni eritrocitari sia gli anticorpi plasmatici,  quindi negli individui di gruppo A il plasma contiene l’anticorpo (agglutinina) anti-B e i globuli rossi l’antigene ( agglutinogeno) A; negli individui del gruppo B il plasma contiene l’agglutinina anti- A e i globuli rossi l’agglutinogeno B;  negli individui di gruppo AB  il plasma non contiene alcune agglutinina e i globuli rossi contengono ambedue gli agglutinogeni  A e B; infine negli individui di gruppo  o il plasma contiene ambedue le agglutinine anti-A e anti-B,  mentre i globuli rossi non contengono alcun agglutinogeno.

I GRUPPI SANGUIGNI  prendono dunque il nome dagli agglutinogeni presenti nei globuli rossi;  nel sangue di ciascun individuo non sono mai presenti l’antigene (agglutinogeno) e l’anticorpo (agglutinina)  corrispondenti,  mentre è sempre presente l’agglutinina dell’agglutinogeno mancante ( legge di Landsteiner).

I caratteri che definiscono l’appartenenza di un individuo a un gruppo sanguigno si trasmettono secondo le leggi dell’ereditarietà.  Nell’ambito del sistema ABO l’appartenenza a un determinato gruppo è definita da geni aventi carattere di dominanza.  Esempio: se uno dei genitori è di gruppo A e l’altro di gruppo o,  il figlio potrà essere di gruppo 0  oppure di gruppo A;  oppure,  se uno dei genitori è di gruppo AB e l’altro di gruppo A,  il figlio potrà essere di gruppo A,  AB o  B e così via.  Oltre ai due sistemi ABO  e Rh, ne esistono altri,  come ad esempio quello di mn, per cui si possono avere tre gruppi (M,  N,  MN.  Questi gruppi non hanno grande importanza pratica, tutto sommato risulta chiaro che prima di effettuare una trasfusione di sangue è necessario accertare la compatibilità tra il sangue del ricevente e il sangue del donatore.  Gli incidenti trasfusionali sono infatti dovuti all’incompatibilità di gruppo.  la trasfusione di sangue tra soggetti che appartengono allo stesso gruppo è sicuramente priva di inconvenienti;  mentre in caso di incompatibilità, i globuli rossi del donatore vengono agglutinati dalle agglutinine anticorpali presenti nel sangue del ricevente: si formano ammassi coerenti che determinano l’ostruzione dei vasi sanguigni ( embolia)  e alterazioni circolatorie in organi vitali,  fino al collasso e alla morte.

Inoltre in caso di agglutinazione, i globuli rossi verranno distrutti massivamente;  la grande quantità di emoglobina che da essi si libera tende a precipitare sotto forma di cristalli nei tuboli renali,  provocando dunque insufficienza renale,  anuria e la morte.

Un’altra cosa rilevante da porre grande attenzione nella pratica trasfusionale al gruppo Rh.  Un individuo Rh¯,  trasfuso con Rh+,  viene sensibilizzato e quindi produce anticorpi anti-Rh che possono provocare agglutinazione degli eritrociti  in seguito a una seconda trasfusione con sangue Rh*.

Infine,  va rilevato che l’importanza dei gruppi sanguigni,  oltre che nella pratica trasfusionale, è notevole anche in campo medico-legale, perché rappresenta un utile elemento di identificazione personale e consente di accertare la non paternità.

GRAZIE  A  TE  PER  AVERMELO  FATTO  RICORDARE

12/11/2015

Ti sei mai chiesta chi sono,  da dove  vengo, e dove sto andando?  Io sì, ma non trovo mai la risposta, c’è una risposta?

Federica e  Alessandro

 

Anche oggi gli scienziati,  come tanto tempo fa cercano di scoprire le origini dell’universo e della vita. C’è chi cerca persino il gene della reincarnazione,  cercano l’elettrone eterno destinato a non morire mai,  e chi tenta di trovare l’origine di tutto;  trovare la risposta significherebbe diventare padroni della vita,  aver trovato la soluzione ad ogni problema. Oggi l’uomo opera solo sul piano materiale,  e ripone nella scienza una fede cieca, ma essa non può dare le risposte quelle vere, perché ha perso il contatto con lo spirito;  forse  credi che qualcuno ci sia già arrivato?

17/11/2015

Molti sono condizionati da una cultura che più che essere illuminista è

 

materialista,  si oppongono spietatamente al riemergere dello spirito,  con

 

evidenti resistenze,  marchiando un certo cammino come reazionario,  tipico

 

di un momento storico di riflusso,  certi contenuti interiori,  non possono

 

 

essere rifiutati e respinti nel profondo,  altrimenti questi riemergeranno

 

prepotentemente, o come fobie, come superstizioni e altro… continua nel libro

 

” I poteri dell’anima due “.

27/11/2015

 

Il malato psicosomatico è pericoloso per se stesso e per gli altri?

Rossana

In un’accezione più ampia la medicina psicosomatica ,  prende in esame i rapporti tra ” patologia somatica ”  e  “psichica “.  In un’accezione più ristretta,  invece ,  tratta malattie organiche in senso stretto con cause psichiche,  escludendo quindi tutti i disturbi somatici funzionali.  Comunque di ogni disturbo organico che abbia alla base una causa psichica determinante, la medicina psicosomatica si occupa dello studio e delle terapie di tutte le malattie o i sintomi somatici che hanno alla base cause psichiche. Ogni tecnica terapeutica rivolta alla cura di questi disturbi  è efficace e se presi in tempo non ci sarà alcun danno né per se stessi né tanto meno per gli altri.

Elena  Lasagna

 

07/12/2015

 

Un paziente malato di psicolessia, che cosa significa?

Antonio X

 

È la diminuzione improvvisa dell’eccitazione mentale, che può portare fino alla depressione; si riscontra spesso in tre diverse turbe psicopatologiche, sia nevrotiche che psicotiche.

Elena  Lasagna

10/12/2015

 

É vero che le sostanze proteiche non digerite provocano un processo di decomposizione delle sostanze organiche operate da microrganismi aerobi e anaerobi e da enzimi contenuti  all’interno delle cellule?

Federica

 

Sì, è un fenomeno putrefattivo, che avviene di norma anche nell’intestino proprio per azione  dei componenti della flora batterica  sulle sostanze non digerite. Tra i principali composti putrefattivi,  sono la putrescina, la cadaverina,  il fenolo,  il cresolo,  lo scatolo,  l’indolo,  il mercaptano ecc.

Elena  Lasagna

 

Che rapporto hanno le malattie mentali con le comuni malattie somatiche?

Federico

 

Fin dai primi tempi più antichi i disturbi mentali hanno destato notevole interesse nei medici, ma la nascita della psichiatria vera e propria può essere fatta risalire a tempi non così lontani in coincidenza con i lavori scientifici di A. Haller, V. Chiarugi,  Ph   Pinel,  J. E. ed altri.   Un aspetto fondamentale,  sempre dibattuto in Psichiatria ed ancora oggi non risolto in modo univoco, riguarda proprio la natura delle malattie mentali e i rapporti che queste hanno con le comuni malattie somatiche.  Gli indirizzi più importanti che hanno impostato la soluzione di tale problema,  sono quello organicistico  (secondo il quale le malattie mentali sono conseguenti a lesioni organiche del sistema nervoso)  e quello psicodinamico  ( secondo il quale le malattie mentali sono legaste ad alterazioni funzionali e sono di origine psicogena).  Negli ultimi tempi, sulla base  dei dati raccolti con la psicologia analitica, la neurochirurgia e la psicofarmacologia,  il campo delle malattie mentali si è schiarito ed un vasto movimento di studiosi si sforza di comporre la vecchia antitesi tra organicisti e e psicodinamici in una visione unitaria somatopsicologica che valorizzi tanto gli elementi di natura organica quanto quelli di natura psicogena.  In tal modo viene attuata una specie di integrazione di dati polimorfi,  in rapporto al fatto che il sintomo psichiatrico può essere interpretato in modo diverso,  già che il fenomeno psicologico umano deriva da un  concorso di fattori infiniti.

Elena  Lasagna