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11.03.2013
PRONTO INTERVENTO
11/03/2013
Che differenza c’è tra COLLASSO SHOCH E LIPOTIMIA?
Angelica
SHOCH TRAUMATICO
Lo shoch è uno stato di depressione organica generale che si manifesta nelle ore successive ad un insulto traumatico violento. Questo stato può evolvere se non interviene una terapia efficace verso l’esito letale anche in assenza di qualsiasi lesione anatomica capace di determinare morte rapida.
Il ferito , spesso agitato subito dopo l’incidente, diventa inerte, indifferente. Le estremità sono fredde, le unghie e le labbra cianotiche, la fronte si fa matida di sudorazione fredda. La facies alterata. Il polso è piccolo, frequente, talvolta impercettibile. La respirazione è superficiale, la pressione arteriosa diminuisce.
Negli shoch gravi si ha caduta tanto della pressione massima che di quella minima. Nello stadio iniziale di prehock questi sintomi sono attenuati : la pressione arteriosa è poco modificata ma il polso è sempre frequente, la facies alterata.
Questi sintomi devono essere sempre ricercati quando le lesioni traumatiche fanno temere la comparsa di uno stato di shock
Cause determinanti
Le cause determinanti lo shock possono essere: fratture, vaste ferite delle parti molli, traumi del torace, contusioni dell’addome con o senza emorragia, frattura della colonna vertebrale, traumi multipli.
Fattore importante è che la comparsa dello shock è favorita ed aggravata dalla stanchezza, dal freddo, dal dolore, dalla paura.
Terapia
Le cura devono essere praticate prima ancora che lo shock si manifesti, ogni volta che si realizzano le condizioni capaci di determinarlo:
1 ) mettere il ferito a riposo; evitare rumori e agitazione, allontanare i curiosi e dare al paziente notizie rassicuranti.
2 ) Preservarlo dal freddo.
3 ) Dominare le eventuali emorragie.
4 ) I traumatizzati in stato di shock o in pericolo di shock, devono essere rapidamente trasferiti presso un centro chirurgico e trasportati in decubito ( posizione coricata del corpo ) dorsale con la testa più bassa del tronco ( se è possibile ossigeno terapia ).
COLLASSO
Si chiama collasso la perdita di coscienza completa o transitoria. Sia la perdita di coscienza che il ripristino della stessa avvengono in maniera rapida senza segni premonitori. Al suo risveglio il paziente domanda cosa gli è accaduto, poiché la perdita di coscienza è completa.
Gli stimoli più vari ( la vista del sangue, un dolore fisico o una violenta emozione ) bastano a scatenare una breve crisi sincopale che si risolve spontaneamente o con l’aiuto di qualche semplice accorgimento terapeutico.
L’ alterazione circolatoria ( l’abbassamento della pressione arteriosa ) è nel collasso più evidente che nella lipotimia, con fenomeni di anemia cerebrale più pronunziati.
Il trattamento sarà identico a quello indicato per la lipotimia.
LIPOTIMIA
La lipotimia è il complesso di sintomi che precedono la perdita di coscienza e che si risolvono prima che la coscienza venga perduta.
La lipotimia comunemente chiamata anche svenimento, può essere causata da fatica, fame, emozione improvvisa , ambiente surriscaldato , o ambiente saturo di ” antropotossine ” ) per antropotossine si intende l’insieme delle sostanze emesse dall’uomo attraverso la ” respirazione e la perspirazione “).
Il polso si mantiene generalmente buono, ma la pressione arteriosa diminuisce.
Si tratta in sostanza un rallentamento delle funzioni ” vitali “. La coscienza non viene completamente perduta.
I provvedimenti da prendere sono i seguenti:
1 ) sdraiare il paziente sulla schiena con la testa in basso ;
2 ) slacciare gli indumenti stretti ;
3 ) applicare impacchi freddi sulla fronte e alle tempie ;
4 ) quando il paziente è tornato in sé, somministrare caffè o the caldo ( mai alcoolici ).
CONTUSIONE CRANICA COMMOZIONE CEREBRALE
Le ossa di cui è formato il cranio sono composte da un tavolato esterno e da un tavolato interno, comprendenti tra loro uno strato di osso spugnoso.
Fino a parecchi anni fa si credeva comunemente che lo strato interno fosse più fragile dell’esterno, mentre è stato provato che nei trAumatismi cranici è più facilmente vulnerabile l’interno dell’esterno.
D’altra parte le suture delle diverse ossa craniche, mentre da un lato assicurano la piena solidarietà fra le varie ossa, aumentano l’elasticità del sistema ( infatti nel vecchio , dove le suture sono scomparse, il cranio è molto meno elastico e si spezza più facilmente.
Dalla parte centrale della base, quella compresa tra la sella turcica ed il foro occipitale è chiamata centro di resistenza poiché è difficilissimo che si spezzi, si staccano i pilastri : uno mediano anteriore, uno mediano posteriore, due obliqui anteriori, due obliqui posteriori.
Questi pilastri si riuniscono nella parte più elevata della volta e delimitano sei zone di minore resistenza di cui le due anteriori corrispondono alle volte orbitarie, le due medie alle fosse sfenotemporali e le due posteriori alle fosse ooccipitocerebellari.
La struttura della volta è più omogenea di quella della base, la quale cosa spiega come pur essendo la base enormemente meno esposta ai traumi diretti, siano relativamente assai frequenti le fratture che interessano la base.
Il cranio è molto elestico, lasciato cadere su di un piano di marmo, rimbalza fin quasi all’altezza da cui è caduto. Nel cranio leso si distinguono due entità principali che ci interessano : – la semplice contusione cranica e la commozione cerebrale.
Le fratture di patologia assai complessa, saranno appena sfiorate al termine di questo capitolo.
La contusione cranica si verifica tutte le volte che si batte il capo contro un corpo solido, o parimenti, quando un corpo solido colpisce il cranio. Si ha un improvviso obnubilamento , ottundimento, affievolamento della coscienza che dura pochi minuti, con ripresa completa delle funzioni, senza residuo alcuno, si ha cioè un lieve stato di shock. Comunque, a meno che non si tratti di traumi lievissimi, è buona norma fare visitare il traumatizzato da un medico poiché sussiste sempre il pericolo , dopo il cosiddetto ” intervallo libero ” della insorgenza della temibilissima emorragia, che si annuncia con il progressivo intontimento del paziente, il quale nel giro di pochi minuti o di ore o in qualche caso addirittura di giorni, presenta i sintomi di una grave sofferenza bulbare : il bulbo o midollo allungato è quel ponte che mette in contatto la massa cerebrale con il midollo spinale, con rallentamento del respiro e la diminuzione netta della temperatura.
Se si aggiungono poi i sintomi cosiddetti a focolaio, avremo una emiplegia ( paralisi che colpisce gli arti di un solo lato del corpo ed una midrasi e cioè la dilatazione stabile e non riducibile della pupilla ) unilaterale che indicherà il lato della lesione.
Per commozione cerebrale si intende quel complesso di sintomi che conseguono immediatamente ad uno scuotimento dei centri nervosi, prodotto da azioni meccaniche dirette o indirette, brusche e violente, che si esercitano sul segmento cranico. Cioè la conseguenza di un semplice e transitorio stupore dei centri nervosi che se in casi eccezionali, può assumere tale intensità da generare uno stato comatoso profondo e la morte, in genere regredisce in tempo più o meno lungo, ma in maniera completa.
I sintomi principali sono :
1) la perdita di coscienza immediata e di varia durata ( da qualche istante a qualche giorno )
2 ) rilasciamento muscolare completo
3 ) abolizione dei riflessi
4 ) pallore del volto
In più è da notare che come nello shock la coscienza si presenta se pure obnubilata ed il polso nello shock è frequente, nella commozione cerebrale è bradicardico. Fissati così per sommi capi i sintomi che distinguono la commozione cerebrale da altre entità patologiche, è di somma importanza stabilire ora i primi ed assolutamente necessari soccorsi che bisogna presentare al cranioleso, soccorsi che condizioneranno la salvezza dell’infortunato o la sua morte. Sono assiomi semplici che tutti soprattutto gli automobilisti dovrebbero conoscere. CONTINUA…
20 /03/2013
POSIZIONE DEL CRANIO LESO
Difficilmente arrivano al pronto soccorso degli ospedali, dei craniolesi con cui è stata fatta assumere la posizione adatta : Il cranio leso deve sempre ed in qualsiasi modo essere posto con la testa declive rispetto al corpo. Ciò serve ad un duplice scopo:
1 ) far affluire una maggior quantità di sangue al cervello che, per lo stato di schok , si trova in amemia ,
2 ) più importante, con tale posizione, si evita che il cranioleso ingurgiti ustruendo le vie aeree superiori e , di conseguenza arrischiando la morte per soffocazione, il sangue che può fuoruscire dalle lesioni interne , le sostanze vomitate , gli eventuali apparecchi di protesi dentaria che cadono nel retrobocca provocando asfissia. Come si può vedere una delle più semplici manovre può salvare la vita che nel cranioleso la maggior parte delle volte viene persa per la mancanza di tali semplici norme. Per inciso vorrei anche rammentare come trovandoci in mezzo ad una strada e dovendo soccorrere un cranioleso, dobbiamo assolutamente astenerci, dopo aver fatto assumere al paziente la posizione suddescritta, avergli slacciato gli abiti e ogni indumento soffocante, da manovre inconsulte che solo potrebbero aggravare la situazione già seria. E non bisogna nemmeno praticare sconsideratamente la respirazione artificiale al cranioleso : non si deve dimenticare che nell’evenienza di un trauma, oltre al cranio, , altri segmenti del corpo possono essere interessati e non facilmente svelabili, soprattutto da un profano in mezzo ad una strada.
Pensiamo a quale disastrosa conseguenza può portare una respirazione artificiale eseguita con la tecnica usuale in un fratturato costale : questa nostra manovra, affondando i monconi delle costole fratturate nel polmone del paziente, provocherebbe senz’altro la sua morte per le gravi emorragie che insorgerebbero. Il nostro atto caritatevole si trasformerebbe in un vero e proprio omicidio. Di conseguenza , se proprio le condizioni circolatorie e respiratorie del paziente si dovessero orientare verso la respirazione artificiale, la dobbiamo praticare tranquillamente, ma useremo la tecnica bocca a bocca, o bocca a naso ( respirare regolarmente sia più profondamente ). Continua…
Elena Lasagna
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