05.02.2013

LA CURA DEI PIEDI CINQUE

Author: admin-ele

05/02/2013

CURIAMO  I  NOSTRI  PIEDI

ONICOGRIFOSI

Spesso l’alluce e  molto meno frequentemente  le altre dita,  sono affette da    ”  onicogrifosi ” (ovvero ispessimento, ricurvamento ed allargamento e ipertrofia dell’unghia, che raggiunge a volte lo spessore di un cm o più) impossibilitando il paziente all’uso di qualsiasi  tipo di calzatura normalmente adottato.  Recidere il più possibile e nel modo più corretto , evitando di ledere il sottostante derma sembra essere l’unica soluzione idonea e la più rapida.  Il trapano elettrico ha una parte considerevole e ( supponendo che la sensibilità del paziente che sarà sottoposto lo permetta ) molto importante in quanto,  oltre ad abbassare l’ispessimento dovuto all’anomalia medesima,  liscia l’unghia in modo  esteticamente perfetto, eliminando i dolori da compressione.  Ma qualora sotto il livello del derma  sottostante si producessero infezioni frequenti, allora, si indirizzerà il paziente dal medico chirurgo per l’asportazione della matrice ungueale.

EMATOMA  UNGUEALE

Le unghie , con particolare riferimento a quelle dell’alluce , sono frequentemente soggette a ematomi.  L’origine di un ematoma ungueale è sempre la conseguenza di un trauma che la parte subisce.  Possibili ed eventuali ematomi non sono da escludere alle unghie delle dita più piccole del piede , se pure si riscontrano in minore frequenza e per cause traumatiche di diversa natura.  L’alluce per la sua naturale tendenza a mantenere la falangetta in posizione più alta rispetto al piano di appoggio della falange e del metatarso , o per la sua proporzione o per la sua lunghezza , è il più soggetto ad esporre l’unghia di cui è rivestita la sua parte superiore, a contusioni di ogni genere più o meno violente.  Di qui l’ematoma più frequente che spesso coincide addirittura con la frattura della falange.  Un trauma violento produce un travaso di sangue che provoca lo stacco del derma sottoungueale, con espansione di liquido nel letto stesso dell’unghia.  Se le condizioni della falangetta sono naturalmente buone,  se non esiste traccia di lacerazione dei tessuti e l’ematoma è ristretto nella regione dell’unghia , sarà sufficiente incidere la medesima , quel tanto necessario a provocare una totaqle fuoriuscita di sangue e ( previo un buon lavaggio antisettico ) , fasciata la parte , aspersa prima con prodotti antibiotici , otterrà una risoluzione rapida e sicura dell’ematoma in questione.  Complicazioni grqavi possono derivare causa la rottura dei tagumenti, qualora l’ematoma subungueale tendesse ad eventuali  infezioni . Casi di infezione tetanica non sono esclusi, e taluni anche mortali. Risultanze queste   di piaghe difficili da rimarginare e spesso prventivamente causate da interventi settici apportati sulla parte dallo stesso paziente, che presentano alla vista contusioni che possono far temere un ampio focolaio contuso.

IPERIDROSI

La forte secrezione delle ghiandole sudorifere, a livello del piede, tende a colpire il genere umano di codesta noiosissima affezione maleodorante che macera i tessuti e conduce, a seconda degli agenti atmosferici, a screpolature della pelle di vario tipo e concorre adeterminare vari tipi di dermatosi e micosi.  Quale che sia il risultato di tale anomala infezione sulla psiche dell’individuo, sembra essere chiaro, se lo stesso è costretto a vivere in continuo contatto con i suoi simili. Ne risulta che il medesimo deve sottoporsi a trttamenti igienici più accurati, a costanti lavaggi e ad un pressochè esagerato ricambio di calzature.  Costanti bagni a base di alcool denaturato, della durata din4-5 minuti ciascuno, e l’espersione costante di polveri interessate al trattamento igienico concorrono a sollevare il paziente.

MICOSI  INTERDIGITALE

Negli individui sofferenti di affezioni  iperidrosiche,  è frequente la formazione di micosi interdigitale, ovvero frequenti macerazioni,  tagli profondi all’apice interno delle dita  ( piccole ulcerazioni ).  sintomi dolorosi di pruriginosità denotano la micosi nella sua forma più cruenta ; le cause di tali sintomi vanno imputate spesso ad una affrettata asciugatura delle estremità ,  male e non del tutto effettuata negli spazi interdigitali.  Ogni trattamento è del tutto simile a quello usato per l’iperidrosi , ovvero tenendo come regola l’abitudine di mantenere molto ben asciutte  le dita alla base della loro attaccatura interna che sarà bene anzi tamponare in caso di ulcerazione   ( nelle ore notturne )con cotone idrofilo  rivestito di garze,  imbevuto di alcool e ( nelle ore diurne ) aspergendone la parte con polveri assorbenti o creme antibatteriche e curative ( tipo gentalin o simili ).

CALCAGNO

Borsite  retro  calcaneare

Generalmente la calzatura è la maggiore responsabile di tale affezione che con un bordo o rinforzo troppo ispessito,  mal cucito o comunque troppo rigido , genera una pressione o strofinamento nella regione retro-calcaneare.  Il paziente che ne è affetto e risente del disturbo con punte eccessive d’inverno,  autodefinisce gelone l’anomala protuberanza,  o durone ,  che vorrebbe eliminare attraverso un trattamento praticato dal pedicure o dal medico Podologo.

ARTRITE

L’infiammazione di una o più articolazioni è comunemente denominata ” artrite “.  La forma artritica si manifesta acuta , cronica e prodotta da moltissime specie , aventi cause differenti,  fra cui le più comuni sono l’acido urico,  le disfunzioni ormoniche, ecc.  Qualche volta la malattia , generalmente predisposta da condizioni ambientali di strapazzo fisico e di umidità , può manifestarsi anche per cause traumatiche.  È  caratterizzata da manifestazioni dolorose locali,  da sensazioni di freddo,  da distensione della pelle con arrossamenti e anche da impossibilità improvvise , o comunque difficoltose , di produrre movimenti a mezzo della parte colpita.  Applicazioni calde sulla parte colpita da artrite,  e se necessario iniezioni calmanti , gioveranno a sedare la dolorosità acuta.  Qualche volta la malattia provoca un rialzo di temperatura e le cure che le si adattano ( molte e varie ) vengono apportate al paziente a seconda della causa che ha determinato la malattia.

Un’artrite si evidenzia allo stato cronico sull’articolazione colpita e sui tessuti che la circondano , qualche volta in individui giovani   ( di 30-40 anni )  e, generalmente nella donne nel periodo della menopausa. Si manifesta nella maggior parte dei casi all’inizio attraverso un gonfiore molle dell’articolazione delle dita, tanto da rendere doloroso , successivamente il nodo articolare delle stesse. Prime ad essere colpite sono le dita della mano,  poi quelle del piede , e in progressiva successione,  i polsi , lecaviglie, il ginocchio,  attraverso lunghi periodi di stasi in cui la malattia è indolore.  Spesso l’artrite deformante , la cui dolorosità è incostante  ( qualche volta è a carattere fulmineo ) colpisce una sola articolazione.  Lo stadio acuto della malattia sembra incurabile durante codesta fase e scarse sono le cure opponibile  alla malattia anche perché  non si conoscono le cause e la vera origine della stessa. Cercare soprattutto l’ alimentazione giusta, cambiamento di clima per chi può permetterselo, evitando anche ogni tipo di bevanda alcooloca. Cercare le cure adatte dallo specialista e le scarpe ortopediche fatte su misura del piede. Ecc.

PIEDE  TORTO

Lo  si osserva come un piede quasi arrotolato su se stesso; l’origine della malformazione è congenita. L’ appoggio è prevalentemente nell’avampiede sulle dita  ( in equinismo  ) ; l’arco plantare mediale è molto accentuato  ( cavismo ), L’individuo affetto da piede torto,  costretto a camminare sulla parte laterale del piede,  presenta notevoli ispessimenti  (callosità ),  appunto su questa parte dove trova il suo innaturale appoggio.  Livellarne lo spessore non comporta assolutamente beneficio,  spesso anzi, un livellamento dello strato corneo,  effettuato con eccessivo zelo,  causa maggiore dolorosità alla parte resa sensibile durante la sua azione di appoggio.  È competente per questo genere di malformazione il medico specialista Ortopedico.

L’ Ortopedia prevede speciali tecniche atte a correggere la malformazione presente già nei bambini,  con ottimi risultati.

ARTERIOPATIE

Malattie arteriose degli arti inferiori

 Morbo di Bürger : è un particolare tipo di malattia delle arterie  ( arteriopatia  ), consistente nell’interruzione di una o più di queste, con conseguente malnutrizione dei tessuti negli arti inferiori, consiste nel senso di formicolio e senso di piede freddo ; e soprattutto nel senso costante di sofferenza cui deve assoggettarsi l’arto medesimo,  disturbato anche da una sensazione di piccole punture sulla sua superficie.  La caratteristica del piede freddo, se pure molto importante all’insorgere della malattia,  non comporta sempre e necessariamente una lesione arteriosa di questo genere. La malattia vera e propria è poi diagnosticata, a distanza spesso di mesi, attraveso la manifestazione di disturbi di stanchezza al polpaccio,  pesantezza durante una marcia poco più che normale. Con l’andare del tempo pur rimanendo la sensazione del freddo ai piedi, le varie sensazioni assumono l’aspetto di un crampo vero e proprio, Quest’ultimo aspetto presenta così una forma di claudicazione  intermittente, che consente una diagnosi certa della malattia.  Le malattie arteriopatiche caratterizzate appunto dal crampo ai polpacci e della claudicazione intermittente,  evolvono spesso a distanza di anni attraverso l’estendersi dell’interruzione delle arterie,  o mediante la chiusura di altre, producendo anche  ” dolore a riposo “; ovvero la sofferenza dei tessuti che vengono male irrorati malgrado la posizione distesa dell’indivuduo che,  non sottoponendo a sforzo i suoi arti, non necessiterebbe in via normale di una maggiore irrorazione degli stessi.  L’ultima fase di queste malattie arteriopatiche è quella che nel piede permette di evidenziare piccole ulcerette,  alla estremità anteriore delle dita  (  piccole chiazze rosse prima, poi bluastre )  all’altezza delle unghie, spesso facili da conforndere con la classica manifestazione dell’unghia incarnita, con rottura dei bordi ungueali. Codeste lesioni trofiche denotano un inizio di cancrena caratterizzata appunto dal tessuto che, non alimentato con quella sufficiente quantità di sangue che gli necessita,  entra in fase di necrosi ( e cioè  di tessuto che muore ).