16.01.2012

DIALOGANDO CON VOI

Author: admin-ele

16/01/2012

In casa con Federica

Federica : << Devo ringraziarti per l’ultima conversazione che abbiamo avuto, circa la dieta del dopo festività,  avevi ragione: se non avessi ripetuto il controllo del glucosio forse oggi non sarei qui a raccontartelo. La dieta addizionata all’esercizio fisico, per me, era troppo drastica, ma nonostante avessi informato il dietologo, lui, mi replicò che la mia, era solo una scusa per disertare la cura. In realtà è stata proprio una crisi ipoglicemica dovuta ad un abbassamento del livello del glucosio>> .

Elena : << Tutti possiamo sbagliare, però in questo caso, secondo me non è stato un professionista serio. Andrebbe richiamato!

Federica : << Da cosa si riconosce un professionista serio da uno che non lo è?

Elena : << In questo episodio ne hai avuti di esempi negativi! Uno di questi è quello di essere stato maleducato e inaffidabile; secondo: anche se all’inizio avevi la glicemia al limite, era una ragione di più per tenerti sotto stretto controllo; terzo: non ha tenuto conto dei dolci che hai ingerito durante il periodo delle festività; quarto : quando l’hai richiamato e gli hai descritto i tuoi sintomi di spossatezza, tremore, vertigini, mal di testa con disturbi della vista, il battito accelerato del cuore ecc… questo era un bel quadro! Cosa dovevi fare per farglielo capire? Entrare in coma? Per me ce n’é e avanza .  Ricordo che il mio medico di famiglia mi diceva che il miglior medico di ogni individuo siamo noi stessi! Certo non dobbiamo però curarci da soli >> .

Federica : << Hai mai avuto nella tua vita un attimo di dubbio?

Elena : <<  Di sicuro, di certo, non c’è niente ma sono assertiva  e porto avanti tutto ciò in cui credo; porto rispetto a quelli che hanno idee opposte alle mie. Sopporto bene lo spirito critico, la capacità di discernere ciò che è utile da ciò che è piacevole; ciò che è produttivo da ciò che non lo è, cercando di inserirmi nell’ambiente entrando in relazione con esso senza confondermi o adeguarmici passivamente. Mi arrabbio solo quando qualcuno cerca di impormi le proprie idee maleducatamente, non tenendo conto delle mie esigenze >>.

Federica: <<  E’ vero che tutte le persone ambiziose hanno un bisogno spasmodico di approvazione?

Elena: << Può darsi, tutto dipende da come ogni individuo prende o vive la propria vita! C’è una relazione  tra il fatto di sentirsi approvati e la fiducia in se stessi: quando qualcuno ci manifesta la sua approvazione, non solo ci gratifica ma, ci educa a conoscere, accettare e consolidare la fiducia in noi stessi. Percepire o sentire che qualcun altro approva ciò che siamo, o ciò che stiamo facendo è altamente gratificante: a tutti piacciono i complimenti, gli apprezzamenti e di più ancora. Ma se poi questi apprezzamenti non dovessero arrivare ? Se abbiamo raggiunto la nostra maturità allora potremmo pensare : e chi se ne frega! Ecco perché è importante ricercare l’appagamento del nostro desiderio di sentirci approvati dentro di noi, invece che elemosinarlo o pretenderlo da altri. Se siamo noi i primi a riconoscere il valore di ciò che sappiamo fare, pensare, creare, non c’è bisogno di cercarlo all’esterno: è già sufficiente così!  Continua…

18/01/2012

Fede. – Pensi che la concezione aristocratica della vita sia l’espansione di potenza che porta a dominare?

El. – Spesso nella volontà di potenza vedo la compensazione di profonde carenze individuali che possono produrre complessi sia d’inferiorità, sia di superiorità. Dipende da come abbiamo vissuto e chi abbiamo incontrato nel periodo della nostra infanzia e adolescenza; nel migliore dei casi a mano a mano che il bambino o ragazzo conquista la consapevolezza di essere ” individuo-persona “, cercherà prima di trovare l’affermazione di sé per poi conquistare anche l’affermazione sociale.

19/01/2012

In casa di Alessandro e Federica

FEDE    Mi è capitato di subire atteggiamenti aggressivi, miserabili complessi di superiorità da parte di una mia compagna e ex amica di liceo. Tempo fa mi chiese il suo aiuto, io non glielo negai. Tra di noi c’era una corrente di energia intensa che univa la nostra amicizia: non era solo empatia, ma da parte sua c’era ammirazione e grande protezione. Forse sono stata ingenua perché la sua era un’amicizia malata, falsa. Durante la sua malattia le dimostrai la mia dedizione, ma quando si accorse che ero indispensabile per lei, per la sua situazione, invece di essere fiera , scatenò un’invidia, una cattiveria, e un’arroganza nei miei confronti che solo da quella circostanza per la prima volta ho potuto riconoscere la vera lei, la sua vera personalità. Il suo comportamento era diventato a dir poco come quello di un cane rabbioso. Ho recepito un insieme di stimoli a cui non potevo più reggere se non quello di smettere per sempre di frequentarla o avrei compromesso seriamente il mio stato psicofisico. Spero di non cascarci più.

ELENA   Ogni volta che restiamo vittime di simili gesti, impariamo un po’ di più, e mano a mano che si arriva al limite le difficoltà anche se sono le stesse, vengono semplicemente affrontate con un atteggiamento mentale diverso. Siamo più positivi, ci rendiamo liberi dalle cattiverie altrui. Prova semplicemente a suggerire a una persona di guardarsi dentro, anche se è al limite del bisogno ti dirà ancora di farti i fatti tuoi. Quel modo irruento che aveva sempre nei tuoi confronti, assumendo quell’atteggiamento di superiorità credendo di dominare gli altri con la sola forza dell’impulso, non era altro che insicurezza, inadeguatezza, dominata dall’inconscio. Non si tratta, dunque, di un essere superiore ma…

23/01/2012

ELENA   Ora ti faccio una domanda: ” Che cos’è la cultura? A quale categoria di gente potrebbe dare fastidio? E perché?

FEDE    La cultura per me è intelligenza, progresso, evoluzione, è il nutrimento dello spirito, è vita. Le persone intelligenti hanno sempre dato fastidio a quelle mediocri, a quelle superficiali, agli invidiosi, a quelli che stanno bene così senza faticare molto, a quelli che si accontentano di niente, ma non è vero. Per loro l’importante è il denaro,  poi, da dove provenga non ha importanza. Io aggiungo: ” Se si tiene il mucchio di neve all’ombra, quello non si scioglierà mai! Come farà a rilasciare quegli elementi importanti necessari al nutrimento della terra in modo naturale? (Da interpretare ovviamente!)

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25/01/2012

FEDERICA   La buona tavola, curarsi con il cibo: è una filosofia di vita?

ELENA    Io ci credo. Il buon cibo è un piacere fisico ma è anche un piacere spirituale; contribuisce a rilasciare una parte di energia indispensabile per il buon funzionamento psico-fisico. Alimentarsi in modo appropriato significa  creare un sentimento di unità fra corpo e spirito; favorendo il benessere individuale, facendo emergere un nuovo modo di concepire la vita.

FEDERICA   Ecco perché mi sento attratta dalla scienza alimentare e non solo dalla buona tavola: nel senso del piacere del cibo. Ho sempre avuto la passione per la cucina, anche se ancora non so cucinare, invece di specializzarmi per ciò che ho studiato vorrei laurearmi in scienze dell’alimentazione, fare dei corsi di cucina per aprire una trattoria oppure un ristorante particolare. Pensi anche tu che non sia una buona idea? Addirittura mia madre dice che non sono questi i tempi.

ELENA    Tu dovresti seguire il tuo cuore. Tempi o non tempi, se è questo ciò che vuoi fare, il tempo migliore è sempre quello che hai davanti per incominciare con passione e volontà. Secondo me se c’è determinazione ci riuscirai! E conoscendoti ne sono certa.

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