30.11.2018

RISPOSTE AI LETTORI QUARANTADUE SETTANTESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

30/11/2018

 

 

 

Rispondo a Laura  che mi ha chiesto quando è necessario fare un trapianto del fegato per un malato affetto di epatite.

 

 

Nella forma acuta da virus epatici  che in breve tempo porta a necrosi massiva del fegato;  quando ci sono i segni di un’insufficienza epatica grave,  con tutte le sue manifestazioni.  La malattia acuta guarisce in 30-90 giorni,  nel 90% e più dei casi,  nel restante dei quali può anche portare alla morte. L’epatite acuta virale non è distinguibile nelle sue tre forme in base alla sintomatologia,  anche se il periodo di incubazione è diverso.  Nelle forme itteriche il soggetto dopo circa una settimana di astenia,  dispepsia, inappetenza, presenta una colorazione giallastra con un’intensità della cute variabile dovuta all’aumento della bilirubina nel sangue.

La diagnosi di epatite A non B viene formulata per esclusione delle altre due,  nel suo spazio sembra sia compreso più di un virus. Il contagio è diverso nelle varie forme, di tipo enterale (alimenti tossici contaminati come ad esempio frutti di mare,  alimenti e pesce avariato)  Nell’epatite A e parenterale (contaminazione con il sangue infetto, rapporti sessuali,  uso di strumenti chirurgici o odontoiatrici ecc.)  per la forma B.  Anche il periodo di incubazione è diverso.  Il rischio di contagio è molto più elevato nella forma B e non A non B,  data la presenza di portatori sani o asintomatici di virus che non riconosciuti possono trasmettere la malattia.  L’epatite cronica si manifesta con la presenza di virus nel fegato,  dove si possono determinare lesioni di vario grado,  a volte progressive. In una certa percentuale di casi,  la cronicità è attiva,  e compromette zone sempre più allargate del parenchima epatico,  dove la sostituzione di fenomeni degenerativi necrotici, con tessuto connettivo porta all’epatite cronica sclerosante e alla cirrosi epatica.  Soltanto prima si può arrivare a prevedere tempestivamente alla somministrazione di sostanze protettive la membrana epatocitaria.

 

Elena  Lasagna

 

02/12/2018

 

Mi sono sposata da poco tempo,  vorremmo dei bambini,  ma nei rapporti con mio marito avverto dolore, per me è una vera croce,  e pensare che lo amo così tanto,  ormai sono andata dal ginecologo moltissime volte senza alcun risultato.  Cosa posso fare?  Mio marito crederà che non lo amo.  Grazie!

 

Marina

 

Sei sicura che il tuo medico ginecologo non possa farci nulla?  Forse non ti sei spiegata bene? Perché  io credo che tu sia affetta da vestibolite,  ossia,  infiammazione del vestibolo ( il vestibolo è una parte ricca di ghiandole,  all’inizio del percorso vaginale.  Forse è dovuta alla trascuratezza di un fungo come la “Candida Albicans”,  oppure potresti avere un sistema immunitario debole da essere predisposta alle infezioni,  come  il ripetersi delle infezioni.  Vai ancora fiduciosa dal tuo ginecologo e parlagli come hai fatto con me,  vedrai che troverà la soluzione!  Proteggi il tuo matrimonio.

 

Elena  Lasagna

 

05/12/2018

 

Perché ci si ammala di diverticoli,  mi sono accorto che li avevo già,   ora cosa posso fare?

 

Ale.

 

La diverticolosi è un’affezione che spesso risulta asintomatica,  ma che a volte può essere la causa di emorragie importanti,  o di altri disturbi legati all’infiammazione dei diverticoli.  Perché hai fatto gli esami radiologici?  Così per paura di avere qualcosa o perché avevi dei disturbi,  o che altro?  Questa estroflessione cava a fondo cieco, appare come il prolungamento di un organo.  I diverticoli  possono anche formarsi temporaneamente,  durante lo sviluppo embrionale di un organo,   in anatomia è una malformazione di origine congenita o acquisita,  dell’apparato digerente o della vescica,  che quando dà luogo ad un’infiammazione è chiamata diverticolite,  a causa del ristagno di materiali di scarto,  ecc.  Diverticolo di Meckel,  appendice a fondo cieco annessa all’ultimo tratto dell’ileo,  che si riscontra nel trenta% della popolazione.

 

Elena  Lasagna

 

07/12/2018

 

Quanto è importante la serotonina per il nostro organismo?  Dove si trova?

 

Angela

 

La serotonina è molto importante per l’organismo.  Com’ è già noto,  tale sostanza determina la concentrazione della muscolatura liscia dei vasi  dell’intestino,  dei bronchi,  dell’utero e della vescica,  regola l’automatismo intestinale,  modifica la pressione arteriosa in maniera variabile ,  stimola le terminazioni sensitive dolorifiche,  interviene nei processi allergici e infiammatori,  riduce le emorragie,  determina la sintomatologia dell’emicrania, e di alcuni tumori dell’intestino tenue.  Sembra sia stato provato che la serotonina intervenga nei meccanismi di sonno-veglia,  rella regolazione centrale della temperatura corporea e in alcuni processi centrali determinanti il comportamento emotivo e l’affettività.  Le più elevate concentrazioni di serotonina si trovano nel sangue,  nelle cellule cromaffini dell’intestino tenue e anche in certe parti del cervello soprattutto nell’ipotalamo.  Ci sono farmaci che interferiscono con il metabolismo della serotonina,  specialmente quelli attivi sul sistema nervoso centrale; altri farmaci antagonizzano l’azione della serotonina entrando in competizione con essa a livello dei recettori specifici triptaminergici.  La serotonina è molto presente nel cioccolato e in altre specie vegetali.

 

Elena  Lasagna

 

10/12/2018

 

A volte mi accorgo che ho delle macchie rosse,  non sollevate, ma un rossore diffuso senza alcuna forma;  poi mi chiedo se ho mangiato o toccato qualcosa di cui soffro di allergia,  ma non  è,  non so darmi una risposta.

 

Annalisa

 

Questa cosa succede spesso a persone avanti con gli anni,  la pelle si secca,  o perché  diminuisce la secrezione ormonale,  poi con i secondi anta la pelle,  ossia il derma incomincia ad assottigliarsi,  tende a rilassarsi perché appunto tutto l’insieme diventa meno tonico e di conseguenza la pelle stessa è più soggetta alle irritazioni.  Questo con l’età,  ma tu non sei di quell’età,  quindi,  nel tuo caso è sicuramente qualcosa di cui sei allergica,  può essere un’allergia da contatto dovuta a dei cosmetici,  oppure qualcosa che ti ha irritato l’ntestino,  o ancora un’alterazione del sistema ormonale come quando avviene nel periodo premestruale.  Prova a capirlo da sola.

 

Elena  Lasagna

 

13/12/2018

 

Gli ematomi si riassorbono o sono sempre da trattare chirurgicamente?

 

Angela

 

Tutto dipende da come e dove si presenta l’ematoma,  e dalla sua gravità.  I fattori che possono determinare un ematoma sono molteplici,  i più frequenti sono i traumi,  per la loro azione contusiva.  Le complicazioni più frequenti degli ematomi,  che sia circoscritto o diffuso è la suppurazione (quel processo infiammatorio dato dalla formazione di pus).  Gli ematomi di scarsa entità guariscono spontaneamente,  mentre se sono localizzati in profondità e quelli arteriosi richiedono spesso un trattamento chirurgico.  L’ematoma sottodurale è un deposito di sangue,  più precisamente uno stravaso, dovuto a rottura  traumatica di un’arteria della dura madre che si raccoglie tra questa e il tavolato cranico.  La sintomatologia dovuta alla compressione della sostanza cerebrale,  compare solo alcune ore dopo il trauma che ha provocato l’ematoma,  questo è proprio un fatto caratteristico;  e qui la terapia è assolutamente chirurgica.

 

Elena  Lasagna

 

14/12/2018

 

Vorrei sapere se si vive bene anche senza alcune costole.  Grazie!

 

Anon.

 

Certo,  come saprai le costole formano la gabbia toracica,  sono di forma allungata e sono dodici per ogni lato che si dipartono dalle vertebre dorsali,  dove si articolano per unirsi anfiteriormente per unirsi allo sterno mediante una parte cartilaginea,  quella costale.  Una diretta costo-sternale si ha solo per le prime sette costole sono dette costole vere,  le tre successive sono chiamate costole false o asternali che si congiungono attraverso la propria cartilagine con la settima costola vera.  Le ultime due sono dette costole fluttuanti non hanno rapporto con lo sterno,  ma presentano un’estremità terminale libera  (quale di queste vuoi togliere e perché?  Ti chiedo troppo?) In ogni costola la parte ossea si può distinguere in un’estremità ingrossata,  in rapporto articolare con le vertebre;  un breve segmento appiattito che presenta una tuberosità, e infine un corpo appiattito che costituisce la parte maggiore della costa.  Comunque tu sai anche che la gabbia toracica ha la funzione di proteggere gli organi,  quindi,  fai bene i tuoi conti,  perché una volta segata non credo che troverai facilmente qualcuno che te la incolli di nuovo.  Spero che mi perdonerai questo mio pettegolezzo,  scusami:  ma se mi chiedessero di togliermi due o più costole,  risponderei che piùttosto farei il giro d’Italia a piedi in un mese;  forse sto esagerando, solo per dirti quanto non  farei  quell’intervento inutile.

 

Elena  Lasagna

 

18/12/2018

 

Che cosa accade quando nel nostro corpo c’è un’eccessiva produzione di ormoni del surrene ad attività androgena che si manifesta con alterazioni dei caratteri sessuali secondari?

 

Marusca

 

Questa malattia che ormai non si può più descrivere come disturbo perché può essere causata da un’iperplasia,  da un adenoma o da un adenocarcinoma del surrene,  con eccessiva produzione di androgeni da parte della ghiandola.  Nell’adolescenza questa malattia,  detta “pubertà precoce corticosurrenale”,  colpisce di preferenza il sesso femminile,  caratterizzando in esso un rapido sviluppo somatico e dei genitali accompagnata da virilismo.  Nel maschio si manifesta con pubertà precoce,  ma non mancata funzionalità delle gonadi.  Nell’adulto colpisce di più il sesso femminile e in questo caso assume il nome di “sindrome di Apert Gallais”.  È una delle forme acquisite dalla sindrome appunto da adrenogenitale ed è caratterizzata da virilismo con alterazione dei caratteri sessuali secondari;  la voce diventa più profonda e il carattere muta fino a sfociare in stati psiconeurotici.  La sintomatologia negli stadi avanzati è complicata  da iposecrezione di glicocorticoidi;  inoltre,  quando la causa della sindrome adrenogenitale è un adenocarcinoma,  lo sviluppo di quest’ultimo provocherà ulteriori sintomi addizionati a questi.  In genere se non è troppo tardi  la situazione si risolve con la chirurgia.

 

Elena  Lasagna