30.04.2018

RISPOSTE AI LETTORI QUARANTADUE SESSANTESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

30/04/2018

 

Mio padre è affetto da gotta,  ormai non riesce più a camminare,  il cuore è messo male;  vorrei sapere se la gotta è una malattia ereditaria,  grazie!

 

Nadia

 

Ho scritto gia due volte questo articolo,  vediamo un po’ di approfondirlo.  La gotta non è una malattia ereditaria,  ma si eredita lo stile di vita della nostra famiglia.  Questa malattia è caratterizzata da un aumento del tasso uricemico nel sangue (iperuricemia).  La malattia si manifesta di solito all’età di quaranta,  sessant’anni,  con prevalenza nei maschi.  Nel decorso si distingue una forma acuta e una cronica.  La forma acuta insorge bruscamente come un’artrite acuta,  mono-o oligoarticolare,  spesso di notte,  con febbre modesta  qualche volta elevata,  con rossore e tumefazione locali, dolore lancinante e cute lucida.  Le articolazioni più colpite sono: la metatarso-falangea dell’alluce,  il ginocchio,  il polso.  La remissione avviene dopo 5-10 giorni,  ma le recidive sono frequenti,  di durata progressivamente crescente.  Gli intervalli fra gli accessi all’inizio risultano liberi,  poi con una sintomatologia  residua e infine dopo 10-20 , anni si può verificare una gotta cronica.  Questa può insorgere come tale  ed è caratterizzata da cospicue alterazioni articolari,  quali deformazioni per anchilosi totale o parziale,  sublussazioni,  e lussazioni di grosse articolazioni.   Le localizzazioni più frequenti sono  le articolazioni interfalangee e matacarpo-falangee,  il polso,  il ginocchio,  il gomito,  dove si notano tumefazioni da accumuolo di urati,  dolenti se sono sede di accesso gottoso,  duri siti nel sottocutaneo,  con possibile rottura della cute ed emissione di materiale caseoso ricco di urati;  ne consegue una grave compromissione funzionale.  Sia la gotta acuta,  sia quella cronica possono essere complicate da manifestazioni extrarticolari e viscerali,  con diarrea,  coliche addominali, disturbi oculari,  flebitici,  cutanei,  renali, e lesioni che costituiscono il quadro del rene gottoso,  raramente e solo tardivamente sfociante nell’insufficienza renale e ovviamente tutto questo compromette anche il cuore.  Vedi Giusi,  la gotta è sempre la gotta,  non è che se te la scrivo in un’altra forma poi possa alleggerire la sua gravità.  Adotta uno stile di vita diverso da quello di tuo padre specialmente nell’ alimentazione che dovrebbe essere povera di grassi,  di purine e di alcool e cerca di non superare il tasso uricemico nel sangue.

 

01/05/2018

 

Perché certe persone assumono il cortisone,  che cos’è esattamente?

Giusi

 

Il cortisone è un ormone steroide appartenente al gruppo dei corticosteroidi.  È presente in piccole quantità  nell’estratto di corteccia surrenale;  si ottiene per sintesi a partire dall’acido desossicolico.  In medicina trova impiego sotto forma di acetato,  di fosfato o di ciclopentan-propionato nel trattamento di numerose malattie del collageno  reumatismo articolare acuto, poliartrite cronica,  ecc),  nelle dermatosi,  nelle malattie allergiche(asma, febbre da fieno, malattia da siero, edema angioneurotico,  ecc.),  nelle emopatie emolitiche,  nei tumori del sistema reticolo endoteliale  (linfosarcoma,  morbo di Hodkin),  nelle malattie oculari di carattere allergico e infiammatorio,  come uveiti,  congiuntiviti, cheratiti, iridocicliti,  ecc.  L’uso del cortisone,  specie se protratto nel tempo,  può dare origine a vari inconvenienti,  come ad esmpio ritenzione di sali e di acqua, edemi,  ipertensione arteriosa,  irsutismo,  iperglicemia, disturbi psichici,  ecc.  Vengono ridotti inoltre i poteri di difesa immunitaria dell’organismo con conseguente predisposizione alle malattie infettive.  Ci sono casi in cui l’uso del cortisone è sconsigliato:  L’impiego è controindicato nella tubercolosi,  nell’ulcera peptica,  nell’arteriosclerosi,  nel diabete,  nelle malattie renali croniche e nello scompenso cardiaco.

 

03/05/2018

 

Mio padre è affetto da “tromboangioite”   come ci si ammala di questa malattia?

 

Luana

 

È un’infiammazione della tunica interna di un vaso associata a trombosi.  La tromboangioite è sistematica,  a carico di tutte le arterie,  vene,  linfatici a carattere segmentario, trombo-occlusivo permanente e completo,  con sviluppo di anastomosi o di rete collaterale;  colpèisce più di frequente il sesso maschile dai venticinque ai cinquant’anni.  Di questa malattia si è potuto osservare che le cause potrebberto essere anche la costituziine,  il tabagismo, le infezioni,  i traumi,  il freddo,  gli eccessi fisici e mentali costituiscono importanti predisponenti. La sintomatologia si suddivide in tre fasi:  ischemia relativa nello sforzo,  ischemia a riposo,  disturbi trofici fino alla gangrena.   All’inizio,  specie durante la deambulazione,  compaiono dolori al polpaccio,  piede o natica di un arto,  che costringono il malato ad arrestarsi fino alla loro scomparsa.  I dolori però ricompaiono poco dopo la ripresa della deambulazione;  successivamente la cute delle estremità diventa fredda,  pallida e poi cianotica con edemi,  ulcerazioni periungueali e ragadi al calcagno,  dolori violenti a riposo,  flebiti migranti,  scomparsa del polso arterioso periferico.  La forma clinica più importante della tromboangioite è detta anche “obliterante”, o malattia di Bürger,  che dapprima interessa le piccole e medie arterie,  poi anche le grandi in sede elettiva agli arti inferiori e ai visceri.

 

09/05/2018

 

04/05/2018

 

Per embolia polmonare si muore?  Grazie!

 

Patrizia

 

Purtroppo spesso si muore, perchè l’embolia non è che un’improvvisa occlusione di un vaso sanguigno in seguito alla penetrazione nel circolo del sangue di un corpo esteaneo  chiamato embolo  (embolo che parte).  L’ostruzione del vaso provoca spesso gravi alterazioni con la comparsa di ischemia.  L’embolia gassosa,  determinata dalla comparsa di particelle gassose nel sangue, può insorgere in conseguenza ad interventi chirurgici,  nelle malattie dei cassoni,  delle decompressioni rapide, nelle pratiche abortive e nel pneumatorace terapeutico.  L’embolia polmonare è anch’essa una grave occlusione completa e incompleta dell’arteria polmonare o di una delle sue branche da parte di un embolo;  può detrminare la morte immediata per afissia.

 

09/05/2018

 

L’assunzione per un lungo periodo dei  betabloccanti possono essere causa di infarto? Grazie!

 

Angelica

 

Se non sono quelli giusti potrebbe anche succedere, ma i betabloccanti sono farmaci di sintesi che sono capaci di bloccare i recettori beta-adrenergici che sono situati nel cuore,  nelle arterie e nelle arteriole dei muscoli scheletrici e dei bronchi che contribuiscono all’eccitamento cardiaco, alla vaso ebroncodilatazione.  Il blocco dei recettori a livello cardiaco (beta1 recettori) riduce la contrattilità e la gittata cardiaca e il tempo di conduzione atrio-ventricolare mentre quello a livello arteriolare diminuisce la pressione arteriosa.  Da queste azioni deriva l’effetto ipertensivo,  antianginoso e antiaritmico dei betabloccanti.  Sono molto impiegati in terapia,  spesso come primo rimedio a situazioni patologiche di lieve e media gravità.  In commercio ne esiste tutta una serie che si differenzia per varie proprietà:  alcuni di essi sono cardioselettivi nell’azione di blocco e ciò costituisce un vantaggio perché pessono essere impiegati anche nei soggetti asmatici nei quali uno spasmo bronchiolare indotto ( tramite B2 recettori) può aggravare la sintomatologia respiratoria.  Si tratta comunque di farmaci che possono essere associati a diuretici e ad altri antiipertensivi e antiaritmici.  Più recentemente ai betabloccanti è stata attribuita anche la capacità di ridurre l’ipertensione portale dei cirrotici.

 

12/05/2018

 

Cosa succede nell’organismo se si è carenti di vitamina B²?

Graziella

 

La vitamina B² è largamente diffusa in natura,  sia nel regno animale che in quello vegetale,  ma viene sintetizzata unicamente dai vegetali, in quanto l’organismo animale.  Lo stato carenziale si instaura per deficiente apporto alimentare o per insuffuciente assorbimento intestinale,  causato da affezioni o patologie del tubo enterico,  e per una dieta povera,  o per insufficiente utilizzazione  e scarsa disponbilità organica dei processi di fosforilazione.  La carenza di questa vitamina può provocare disturbi digestivi,  astena,  irritabilità, arresto della crescita;  si possono manifestare ragadi agli angoli delle labbra, con screpolature profonde,  ipertrofia e successivamente atrofia delle papille della lingua, dermatosi di tipo seborroico, cataratte,  fotofobia, ed ha importanti funzioni nel processo della visione.