12.02.2018

LA SENSIBILITA’ ALLA LUCE DEL SOLE

Author: Elena Lasagna

12/02/2018

 

CHE COS’È LA LUCE?

 

Che bellezza la luce del sole e dell’acqua!   Eppure tutto questo viene considerato dal punto di vista medico una medicina e un cosmetico naturale.  Ma nasconde le sue insidie:  la luce è costituita da onde visibili percepite dall’occhio e che consentono di vedere dai raggi infrarossi,  che emanano calore;  dai raggi ultravioletti UVA e  UVB  ( i raggi UVC vengono arrestati nella loro corsa verso la terra dallo strato di ozono esistente nell’atmosfera). L’irraggiamento UV rappresenta solo il 10% dell’energia solare,  ma è la causa principale dell’insorgere delle allergie alla luce. In un individuo normale l’esposizione alla luce solare  provoca una pigmentazione immediata,  per quanto superficiale ed effimera ;  poi da 6 a 24 ore più tardi,  causa un eritema seguito da pigmentazione accentuata,  più profonda e durevole. Nel corso di qualche giorno si verifica un ispessimento dello strato corneo,  che abbinato alla pigmentazione limita gli effetti dell’esposizione alla luce solare.  Ma quando meno si può aspettarselo,  può instaurarsi una condizione fisica,  biologica ed anche psichica che provoca una reazione negativa della pelle.  La causa di questa condizione può essere determinata da difetti talvolta congeniti esistenti nel sistema fotoprotettivo della pelle:  carenza di acido nicotinico intracellulare,  mancanza di melanina;  difetti del sistema di ripristino dell’acido desossiribonucleico  (ADN);  difetti della sintetizzazione della vitamina PP.  Inoltre a volte può trattarsi di sensibilizzazione dermica provocata da qualche sostanza estranea all’organismo in se stesso,  ma immessa per via esterna.  Continua.

 

13/02/2018

 

Ci sono molte reazioni anomale che elencarle tutte in maniera dettagliata ci  vorrebbero molti giorni e magari poi  non interessano più di tanto,  anche perché  gli errori si fanno e molti non se ne curano affatto,   beh,  fatti loro.  Quello che veramente conta è la loro origine:  Possono essere di origine genetica e/o metabolica,  come pelle chiara,  molto chiara,  rossastra,  albinismo,  xeroderma,,  pigmentosi,  porfiria,  pellagra,  ecc.  Poi abbiamo le dermatosi aggravate dall’esposizione come ad esempio l’erpete,  vitiligo,  lichenismo,  discromie,  cloasma,  ecc.  Poi abbiamo le patologie derivanti dall’esposizione alla luce solare ripetuta e prolungata nel tempo,  come:  pelle prematuramente senile e cheratinizzata,  cheilite cronica e attinica,  ecc.

Le forme fototossiche con eritema e manifestazioni collateral,  forme fotoallergiche con prurito eczema acuto, lupus eritematoso, ecc. Eruzioni cutanee polimorfe di natura attino-reticolare,  la cui origine è forse ancora sconosciuta.  Da questa indagine di massima risultano sei gruppi di anomalie di base,  tra le quali l’albinismo,  che comporta l’essenza totale di pigmenti,  è una forma non più molto rara. Tutte le altre forme di fotosensibilizzazione sono invece molto diffuse anche se la maggior parte della gente tende cocciutamente ad ignorare.

 

Come ho già fatto notare negli anni precedenti,  i raggi assorbiti cronicamente dalla pelle possono alterare gravemente la struttura del tessuto connettivo.  Il risultato non è solo l’invecchiamento precoce della pelle,  ma,  sotto l’azione dei raggi ultravioletti,  le lesioni subite dall’ADN  (acidodesossiribonucleico, che costituisce l’elemento di base per il rinnovo delle cellule)  vengono riparate da speciali enzimi.  A lungo termine questi enzimi  svolgono sempre di più torbidamente la loro funzione,  per cui possono verificarsi delle mutazioni fisiobiologiche che tendono ad accentuarsi col passare degli anni.  A volte può svilupparsi persino una forma cancerosa.  Continua.

 

14/02/2018

 

Le principali malattie che vengono scatenate e/o aggravate dalla luce e che purtroppo sempre in aumento sono:  l’herpes,  che si insidia in prossimità di un orifizio naturale,  (bocca, narici, ecc.);  il cloasma,  una maschera d’ingrossamento dei tessuti che si forma in mezzo alla fronte e si ripartisce quindi su ambedue i lati sopra l’arcata sopracciliare.  La follicolite, che si presenta in forma di eruzione,  con piccole pustole simili all’acne localizzate sul viso,  sul petto e sulla schiena.  La regola generale da seguire è inequivocabile:  non bisognerebbe mai trascurare nemmeno la più piccola anomalia dermatologica e medica.  Sarà utile spiegare alle pazienti con questi disturbi di seguire alcune regole da non trascurare come ad esempio:  cercare di non restare a lungo nelle zone troppo soleggiate,  modificazioni drastiche di abbigliamento (coprirsi in modo adeguato)  Frenare o sospendere un uso incontrollato di medicinali,  cosmetici e altro,  ma proteggere la pelle usando un ottimo prodotto molto filtrante che blocchi i raggi UV ed accresce la resistenza naturale della pelle.  Oppure usando un prodotto  schermo totale caratterizzato da un fattore opacizzante,  costituito da una composizione inerte tipo ossido di zinco e diossido di titanio.  Questo prodotto ha il compito di riflettere i raggi UV,  bloccando la penetrazione profonda nella pelle.  Continua.

 

17/02/2018

 

Le sostanze comunemente definite fotosensibilizzanti,  cioè quelle che sotto l’azione dei raggi solari acutizzano la sensibilità cutanea,  impregnano l’epidermide e si verificano due tipi di reazione:  una normale e l’altra anormale.  Un’imprevista esagerazione della reazione normale:  si tratta di un eritema più o meno edermatoso del tipo “colpo di sole”,  che può arrivare fino all’ustione.  Le lesioni sono limitate alle zone esposte all’irraggiamento solare.  L’incubazione è breve,  dura solo qualche ora.

Reazione Anormale:  in questo caso la reazione è del tutto anomala e si presenta in forma di orticaria,  eczema,  prurito.  Si tratta di una reazione di tipo allergico,  definita “fotoallergia”;  l’incubazione si svolge in un periodo che va da sette a ventun giorni.  Fototossicità e fotoallergia si sovrappongono frequentemente l’una all’altra,  aggravando notevolmente la situazione.  In un gran numero di casi la sostanza fotosensibilizzante non può essere identificata (gruppo 6) e allora si parla di “lucite idiopatica”,  che comprende l’eruzione solare polimorfa,  l’attinoreticolosi, le varie idroanomalie,  ecc.

Le manifestazioni più correnti sono:  dermatite arborea,  si tratta  di una dermatosi abbastanza frequente,  che si instaura nei primi giorni di esposizione  all’irraggiamento solare.  È caratterizzata da macchie brunastre infiammate e ricoperte da rotonde bollicine pruriginose,  che riproducono con estrema precisione i contorni e le nervature delle piante e del fogliame con i quali la pelle è stata in contatto.  Poi abbiamo le dermatiti pigmentogene che sono caratterizzate da macchie bruno-scuro,  molto durature ed inestetiche.  Abbiamo la “dermatite classica” (chiamata a ciondolo)  Si presenta in forma tondeggiante  quasi perfetta più o meno largamente dimensionata,  di colore rosso-brunastro e situata nel bel mezzo del petto. Continua.

 

19/02/2018

 

L’argomento è di portata vastissima,  e questo elenco è piuttosto approssimativo e non troppo esauriente,  ma offre comunque alcune indicazioni molto affidabili al riguardo delle sostanza che danno sensibilizzazione alla luce,  le più cattive e già note ed accertate.

 

Incominciamo con “le furocurmarine”  sono presenti nel prezzemolo,  nel geranio,  nel finocchio,  fichi,  bergamotto,  vaniglia,  essenza di lavanda,  legno di sandalo,  ecc.

I “salici lanilidi alogeni e loro derivati”:  si tratta di sostanze antibatteriche,  tra cui la più comune  l’esaclorofene e d altre sostanze che sembrano essere state ritirate dal commercio.

 

Le “cicline e sulfamidici”  fenotiazine contenute nei psicotropici,  energetici, ecc.

 

Il “fluorocromo”,  contenuto in un colorante molto diffuso (l’eosina)  presente anche nei cosmetici come nei comuni rossetti per labbra,  ecc.

Come combattere questa fotosensibilità?  Si può ricorrere agli antistaminici,  che cortocircuitano lallergia;  alle gammaglobuline,  che rinforzano il sistema immunitario;  alla vitamina PP;  ai preparati antimalarici sintetici e in casi estremi,  ai corticoidi.  A volte possono essere utili alcune sedute preventive desensibilizzanti ai raggi UV,  che aiutano la pelle alla luce e limitano l’impatto dell’irraggiamento solare nei luoghi molto soleggiati.  Una particolare attenzione ai medicinali sulfamidici,  antibiotici,  tranquillanti,  diuretici,  lassativi,  contraccettivi,  tendono a fotosensibilizzare la pelle.