17.05.2017

I GERMI, MICROBI E IGIENE

Author: Elena Lasagna

17/05/2017

 

I  MICROBI

 

 

Sappiamo  già che innumerevoli specie di viventi,  animali o vegetali,  differenti per forma,  grandezza e complessità,  popolano la terra e i mari.  Microbio,  significa “piccola vita”per questo si differenziano solo al microscopio ottico,  ma anche questo non ci consente di vedere  e distinguere tutte le specie di microbi.  Vi sono infatti numerosi microrganismi,  i cosiddetti “virus filtrabili”, i quali a causa delle loro piccolissime dimensioni ,  possono essere resi visibili solo con l’uso del microscopio elettronico ecc… I rapporti tra microbi e uomo sono di straordinaria importanza.  Con nessun’altra categoria di viventi,  l’uomo ha rapporti tanto stretti e intensi.  L’interessi per i microbi,  non è solo racchiuso nel fatto che alcuni di essi sono agenti temibili malattie dell’uomo o degli animali.  In una visione universale della vita microbica,  la potenzialità offensiva dei microbi,  benché di enorme importanza,  è soltanto un aspetto.  Oltre ai microbi nefasti esistono quelli utili che compiono azioni indispensabili ed importantissime in natura,  ed altri che sono stati giudicati indifferenti.  Volendo ora eseguire le tappe principali del corso del pensiero umano sui microbi e sulle loro azioni, buone e cattive, possiamo stabilire una data importante per la microbiologia. È il 1876,  esattamente il 24 aprile il giorno in cui alla stupefatta vista di LEEUWENHOEK,  curvo ad osservare attraverso un rudimentale microscopio, una goccia di infuso di pepe,  apparve un’incredibile quantità di piccoli esseri viventi di forma diversa;  si dice che egli per primo vide  quelle forme chiamate microbi e di essi precisamente quelle forme che si chiamano batteri.  Le nostre conoscenze sull’importanza dei microbi e sulla loro posizione nel mondo vivente si sono sviluppate seguendo l’avvincente itinerario,  prima nebuloso e poi sempre più luminoso.  Continua…..

19/05/2017

 

Per molti secoli si era erroneamente creduto che esseri viventi,  anche di notevoli dimensioni,  fossero generati spontaneamente nel corso della loro decomposizione della materia organica.  Il primo colpo alla teoria della generazione spontanea,  venne inferto dal medico italiano Francesco redi (1626-1697).  Il Redi dimostrò che le larve che brulicano a volte nelle carni in decomposizione,  non sono opera di generazione spontanea,  ma si sviluppano dalle uova deposte da alcune specie di mosche.  In effetti,  proteggendo le carni con dei veli, non si verificava sviluppo di larve.  Ma la battaglia facilmente vinta dagli oppositori della generazione spontanea, sul terreno dei grossi animali e delle larve di insetti,  si trasferiva successivamente alle “infusioni”.  Così cominciò la guerra delle infusioni. Un infuso di una sostanza nutritiva,  vegetale o animale, contenuto in un vaso va incontro,  dopo qualche tempo,  a decomposizione.  Osservando anche a piccolo ingrandimento,  l’infuso appare popolato da una miriade di piccoli esseri,  chiamati infusori.

Anche il grande Spallanzani,  generalmente sperimentando,  dimostrava nel 1775,  che anche in questo l’idea che i piccoli esseri viventi presenti negli infusi fossero  spontaneamente generati, era erronea.  Infatti,  se gli infusi dopo la loro preparazione,  venivano riscaldati,  e i vasi che li contenevano accuratamente tappati,  essi potevano conservarsi a lungo senza subire alterazioni e senza sviluppo di piccoli esseri.

Spallanzani anticipa dunque la “sterilizzazione” e i procedimenti di conservazione degli alimenti.  La parola fine sulla controversia della generazione spontanea,  non ancora sedata dopo le classiche ricerche di Spallanzani,  viene scritta nel 1861 da Luigi Pasteur.  Egli dimostra in maniera irrefutabile che gli infusi nutritivi si mantengono definitivamente “sterili”.  Non esiste dunque generazione spontanea,  ogni essere vivente anche di dimensioni microscopiche deriva da un altro uguale essere vivente.  “Vita -EX Vita”.

Questa verità appare di incalcolabile valore per il successivo orientamento del pensiero scientifico:  non solo si conosce finalmente che i microbi,  lungi dal nascere per magia,  sono generati da altri microbi, ma si comincia ad avere documentata dimostrazione delle azioni che essi sono capaci di svolgere.  Così come un infuso di carne va in decomposizione qualora esso venga contaminato dai microbi,  allo stesso modo il mosto va in fermentazione per opera di speciali microrganismi;  allo stesso modo si produce la malattia infettiva se nell’uomo o nell’animale o anche nelle piante,  penetrino e si moltiplichino germi patogeni,  cioè capaci di produrre azioni morbose. Continua…

 

22/05/2017

 

Pasteur dimostrò in maniera scientifica che la corruzione dei liquidi nutritivi è legata all’ingresso e alla moltiplicazione in essi di germi che si trovano nell’aria.  Egli provò che era possibile far pervenire aria a tali liquidi nutritivi senza provocare sviluppo di germi,  purché l’intrusione dell’aria nei recipienti avvenisse attraverso un tappo di cotone,  che filtra e cioè trattiene le particelle di polvere ed i germi presenti nell’aria.  Inoltre Pasteur diede prova che la generazione spontanea non esisteva, non solo negli infusori,  ma anche nei batteri.  Egli precisò il concetto di sterilizzazione, quell’operazione che assicura l’assenza di ogni forma di vita.  Egli praticò la sterilizzazione sia con il vapore secco che con il vapore acqueo saturo,  sotto pressione nell’autoclave.  Il concetto di sterilità di un liquido nutritivo è la dimostrazione che in esso si sviluppano microrganismi solo se questi ultimi vi vengono introdotti dall’esterno,  costituiscono la dimostrazione scientifica della insistenza della generazione spontanea.

Un breve cenno sulla storia del pensiero umano  sui microbi non è inutile. Non solo perché la storia riveste di calore umano le fredda realtà scientifica e meglio la colpisce nella nostra mente, ma anche in considerazione del fatto che in alcuni strati meno voluti dalla popolazione, allignano ancora idee mitiche,  che furono dei nostri antenati, non ancora illuminati dal progresso scientifico.  Questo i fa pensare a quali pensieri e quali sentimenti animassero gli uomini vissuti in era premicrobiologica  a quasi un secolo e mezzo fa,  di fronte all’imperversare improvviso di malattie pestilenziali:  la peste,  il colera,  il tifo esantematico,  il vaiolo,…malattie che allora seminavano di tempo in tempo un’infinità di lutti,  stremando e decimando fiorenti popolazioni.  Sgomento,  smarrimento, si pensava all’ira di deità offese, ed Omero cantava nell’Iliade: …..Nove giorni volar pel campo Acheo le divine quadrella…..

Si abbozzavano tentativi di spiegazioni,  non del tutto privi di un rudimentale intendimento scientifico,  nei quali si intravedeva un possibile collocamento tra pestilenze e fenomeni naturali,  come ad esempio le esalazioni miasmatiche del suolo e delle acque. È forse impossibile stabilire in quale cervello sia balenata per la prima volta l’idea che le materie infettive siano causate dalla pullulazione nel corpo umano di piccoli invisibili esseri viventi,  capaci di trasferirsi da uomo a uomo. Continua…

 

23/05/2017

 

Si guarisce dall’infezione all’endocardio?

Riccardo

 

Bisogna vedere a cosa ti riferisci o cosa intendi per infezione.  C’è l’infiammazione all’endocardio che consegue all’azione di agenti infettivi. Presenta un’alterazione endoteliale associata a stratificazioni di tipo trombotico;  le lesioni più gravi si riscontrano nelle valvole cardiache,  solitamente compromesse dal punto di vista funzionale anche dopo la guarigione di questa patologia.  ma se ti riferisci all’endocardite batterica acuta infettiva maligna che è dovuta allo streptococco emolitico,  allo pneumococco, al gonococco e raramente ad altri germi che provengono da un focolaio infettivo situato in altre regioni del corpo.  E qui si ha la distruzione del tessuto valvolare con deposito trombotico di varia entità.  La sintomatologia è soprattutto rappresentata da tachicardia,  embolie micotiche, instaurazione di un vizio valvolare,  ed eventualmente insufficienza cardiaca.  L’endocardite batterica subacuta, si instaura di solito in un cuore già colpito da precedenti manifestazioni morbose.  le valvole tendono ad alterarsi come nella forma acuta ma con minore tendenza all’ulcerazione del tessuto.  I sintomi più comuni sono:  ipertermia protratta,  dolori articolari,  pallore,  dimagrimento,  sono i sintomi più comuni;  l’emocoltura è positiva.  Poi passiamo all’endocardite acuta reumatica, questa è indotta dal reumatismo articolare acuto;  la sintomatologia può essere indefinita,  con lieve febbre,  senso di malessere,  tachicardia,  alterazione dei toni cardiaci,  comparsa di soffi.  Le terapie sono tutte mirate:  per quest’ultima c’è la terapia antireumatica,  per la seconda  e per la prima le terapie sono antibiotiche.

 

E adesso passiamo all’argomento dei microbi,  batteri e germi.

 

L’idea  che le malattie infettive siano causate dalla pullazione nel corpo umano di piccoli invisibili esseri  viventi è stata mirabilmente espressa e annunciata nel 1546 dal veronese Girolamo Fracastoro,  nel suo libro:  ” Del contagio e dei morbi contagiosi”.  Egli parlò di piccoli e minutissimi germi quali cause delle malattie infettive,  di un contagio vivo,  illustrò alcune modalità di trasmissione delle malattie infettive;  intuì che la tubercolosi polmonare è un’affezione contagiosa.

Si classificano così col nome di infezione o malattie infettive,  tutte le forme morbose prodotte da esseri viventi,  vegetali o animali.  Si considerano abitualmente come infezioni propriamente dette,  gli stati morbosi procurati da esseri viventi monocellulari,  siano essi vegetali o animali ( batteri,  protozoi) riservando il nome di malattie parassitarie o da infestazione per gli stati morbosi cagionati da esseri viventi pluricellulari.  In generale parlando di infezione,  bisogna tenere presenti questi tre dati fondamentali:

a)  La manifestazione morbosa è dovuta ad un essere specifico.

b)  È possibile la trasmissione da un essere malato ad un essere sano,  sia pure con modalità diverse.

c)  La moltiplicazione dell’agente nell’individuo colpito.

In qualche caso questa ultima possibilità non si avvera,  tipico  esempio il caso di botulismo,  in cui la malattia non è dovuta tanto al germe quanto alla tossina da questi elaborata.

L’importanza delle malattie infettive e della lotta contro di esse,  si comprende facilmente quando si pensa alla tendenza che esse hanno ad estendersi tra la popolazione;  non sono cioè come le malattie organiche inevitabili ed individuali,  ma collettive.  Continua…

24/05/2017

 

Ancora oggi le malattie infettive incidono fortemente sulla mortalità generale,  e questo anche nei paesi igienicamente più progrediti.

 

La trasmissione delle malattie infettive

 

La trasmissione delle malattie infettive da un organismo ad un altro può verificarsi secondo due modalità:

a)  Trasmissione immediata

b)  Trasmissione mediata

La trasmissione immediata si ha solo per i microrganismi che non hanno bisogno di svolgere un ciclo evolutivo in ospiti diversi.

 

La trasmissione mediata è legata invece all’intervento di un ospite trasmettitore intermedio,  obbligato ed esclusivo negli organi del quale il parassita deve necessariamente compiere un ciclo di vita,  o perlomeno moltiplicarsi attivamente.

 

 

Ritornando alla trasmissione immediata la si può così schematicamente classificare:

a)  Trasmissione per contatto diretto

b)  Trasmissione per contatto indiretto

c)   Trasmissione per ospiti vettore (es insetti come mosche ecc…)

d)  Trasmissione per veicolo  (es.  aria,  acqua,  alimenti,  ecc…)

La trasmissione per contatto diretto è quello che si realizza tra materiale virulento appena emesso,  o localizzato in focolai,  ed organismo sano.  Tipico di questa modalità di trasmissione,  è quello delle malattie veneree e della rabbia.

Per esempio nel caso della difterite,  il germe può essere portato dalle fauci alle labbra con la saliva, ed un bambino sano può contrarre la malattia dando un bacio al bambino malato.  Come ad esempio nel caso del tifo,  in cui un individuo sano può contagiarsi stringendo la mano non pulita di una persona malata che ha urinato o defecato senza lavarsi le mani, e portando poi senza pensarci le mani alla bocca o al naso.

 

La trasmissione per contatto indiretto invece si realizza per mezzo di oggetti infetti,  che sono principalmente rappresentati dagli abiti o dalla biancheria,  ecc.   Ad esempio gli abiti di un tubercoloso possono spesso portare il bacillo tubercolare,  e anche sui camici dei medici e del personale che assiste i malati di difterite,  si è spesso riscontrato il bacillo di “Loffler”.  Con i copricapi possono venire trasmesse malattie del cuoio capelluto  (tigna,  funghi ecc…).  Anche con le calzature possono essere portati nelle abitazioni tracce di materiale infetto che noi calpestiamo ovunque. È evidente che la biancheria del letto di un malato infettivo,  possa essere contaminata per aver raccolto una certa quantità di escreti dell’ammalato,  come urine feci, saliva ecc…

La trasmissione per ospiti vettori avviene tramite ospiti vettori nei quali non si svolge un ciclo di vita obbligata del microrganismo patogeno,  o una moltiplicazione.  Naturalmente in questo caso si parla di ospite facoltativo,  perché non è condizione necessaria la trasmissione della malattia a mezzo di esso.  Tale è il caso delle mosche,  vettrici della febbre tifoide,  ed in generale di tutte le malattie intestinali;  esse si posano su materiali infetti (feci, pus, rifiuti di ogni genere) che a loro volta trasmettono sugli alimenti.  Come ad esempio in tale forma di trasmissione,  possiamo citare quello dei lombrichi che trasportano alla superficie del terreno i bacilli del carbonchio,  dalla profondità dove sono sepolte carogne carbonchiose.  Continua…

25/05/2017

 

Quando la trasmissione avviene per veicoli inanimati:  tale trasmissione è molto frequente,  essa può verificarsi per veicolo aereo,  veicolo idrico,  veicolo alimentare.

Nel veicolo idrico i microrganismi patogeni che ci interessano nei rapporti di una possibile via idrica,  sono in generale emessi col materiale focale:  bacillo tifico,  paratifico,  dissenterici,  vibrione del colera,  e altri. Questi germi ad una temperatura di 10-15 gradi centigradi cioè alla temperatura media dell’acqua dei nostri climi,  vivono  10-15 giorni e anche di più.

Nel veicolo alimentare è nozione elementare che gli alimenti possano essere causa d’ infezione,  primo fra tutti il latte,  e moltissimi dei suoi derivati.  Il latte deve essere considerato sotto due aspetti diversi: come vera e propria sorgente di infezione e come veicolo.  Nel primo caso esso porta già dalla sua origine i germi infettanti,  come quelli della tubercolosi,  della brucellosi, ecc.  nel secondo caso si inquina durante la mungitura,  oppure nel trasporto dal luogo d’origine al consumatore.  Il latte può essere inquinato o perché il mungitore ha le mani infette,  o perché i recipienti di raccolta sono stati lavati con acqua contaminata.  Può essere infettato da mosche,  o per immissione di polvere durante la raccolta e il trasporto,  o dalle persone che lo manipolano al momento della lavorazione di trasformazione.

Oltre alla tubercolosi,  alla brucellosi,  ed alle infezioni tifoidee, il latte può causare epidemie da infezioni streptococchiche,  particolarmente nei bambini della prima infanzia,  che trovano la loro origine in lesioni della mammella dovute a particolari streptococchi.

Quanto si è detto per il latte vale anche per i suoi derivati crudi:  burro appena fatto, formaggi, in cui i germi possono vivere abbastanza a lungo. Anche la carne può costituire un veicolo d’infezione sia per essere inquinata originariamente e secondariamente.  Frequenti le infezioni di paratifo B per ingestioni di carni infette.  Le carni poi sono veicolo di infezione di molte parassitosi (tenia ecc…).  Le ostriche,  i ricci di mare e altri molluschi eduli, se coltivati in acque infette,  possono trattenere germi,  specialmente il bacillo tifico e il vibrione del colera.  Anche i dolci,  come i gelati fatti con uova e latte non bolliti.

 La trasmissione mediata è legata al compiersi di un ciclo evolutivo dell’agente patogeno in due ospiti diversi,  che sono rappresentati,  uno dall’organismo superiore parassitato (l’uomo)  e l’altro dall’ospite trasmettitore,  che nella maggior parte dei casi è costituito da artropodi ematofagi.  Il ciclo di vita del microparassita nel corpo dell’ospite trasmettitore può compiersi secondo due modalità: a) o si ha un complicato ciclo evolutivo,  come nel caso del plasmodio della malaria,  nel corpo della zanzara anofele. B)  o una semplice moltiplicazione,  come nel caso del bacillio della peste nel corpo della pulce.

I portatori:  una particolare sorgente di virus è rappresentata dai portatori,  col quale nome si indicano tutti quegli individui che ospitano ed eliminano germi patogeni,  senza mostrare le usuali evenienze dell’infezione.  Una distinzione ancora valida tra i vari tipi di portatori può essere la seguente: Primari:  sono individui che non hanno mai i sintomi clinici della malattia,  o sono nel periodo di incubazione.

Secondari:  sono i convalescenti che continuano ad eliminare germi per un certo tempo dalla guarigione clinica.

Terziari:  sono i portatori che eliminano costantemente i germi,  dopo aver superato la malattia.

La sterilizzazione dei portatori si presenta irta di difficoltà,  e costituisce uno dei problemi più ardui della profilassi delle malattie infettive.Continua nell’articolo “Germi microbi e igiene due”