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28/04/2017
Da dove viene il “colera” come ci si contagia?
Annamaria
Il colera è una malattia contagiosa nell’uomo dovuta all’agente “Vibriocomma” lo si incontra in alcuni paesi asiatici in India. Dopo il periodo di incubazione da 1 a 3 giorni, il colera incomincia a manifestarsi con: nausea, vomito, diarrea, febbre di grado variabile, dolori addominali dovuti all’effetto del virus sull’ileo. Con l’aggravarsi della diarrea e del vomito si ha un’eliminazione fino a venti litri di liquido simile ad acqua e riso, portando grande disidratazione dei tessuti arrecando sete intensa, oliguria debolezza e crampi muscolari fino ad acidosi e perdita dei cloruri. La fase più avanzata è caratterizzata da collasso cardio circolatorio con cianosi, ipotermia e soppressione completa della funzione renale e delirio.
Nella patologia di questa grave perdita di liquidi e di sali è responsabile della gravità dell’infezione, è causata dall’azione di una enterotossina (colerageno) a livello delle cellule intestinali. Essa determina un accumulo di AMP-ciclico attraverso l’attivazione dell’adenilciclasi. Ne consegue un’attiva secrezione di acqua e di elettroliti nel lume intestinale. La mucosa intestinale appare morfologicamente integra dato che il danno è di tipo funzionale. La profilassi del colera consiste in norme medicamentose (vaccinazione anticolerosa effettuata in due tempi con somministrazione sottocutanea del vaccino anticoleroso; assunzione di disinfettanti intestinali per il periodo di esposizione al contagio) e igieniche personali. Per quanto riguarda la nutrizione, oltre a consumare acqua bollita e protetta da inquinamento, sono consigliabili solo cibi cotti sul momento. La profilassi del colera consiste nella diagnosi precoce della malattia e nell’accurato isolamento del paziente e del convalescente, e in tutte le misure igieniche attuabili per stroncare la diffusione dell’infezione, unitamente alla denuncia di ogni caso di colera.
N.B. Si può incontrare il colera anche mangiando frutti di mare ed alimenti contaminati se mangiati crudi (ricci di mare, ostriche ecc.)
30/04/2017
Perché dopo quattro o cinque ore di digiuno molte persone hanno lo stomaco che borbotta? È il colon irritabile o colite?
Angela
Significa che lo stomaco è vuoto e si contrae. Il colon irritabile è un’altra cosa, in quanto alla colite ci sono molte varietà di colite compreso il colon irritabile. Il colon irritabile è la colite spastica in gergo. È caratterizzato da disturbi addominali vaghi, dolori lungo il decorso del colon, stipsi alternata a diarrea, borboritmi, meteorismo. Può essere anche di origine psicosomatica, ma si guarisce.
03/05/2017
Come ci si ammala di miocardosi? Una persona affetta da miocardosi può guarire o sono solo false speranze?
Maria
Maria, a tutto c’è rimedio, solo dalla morte non si può ritornare indietro quasi mai! La miocardosi è una condizione patologica caratterizzata da processi degenerativi del miocardio dovuta a malattie infettive o tossiche a decorso acuto. Ci sono alcune varietà di miocardosi, le più importanti sono: La miocardosi albuminoidea, nella quale le fibre miocardiche risultano rigonfiate e contengono nel loro citoplasma fini granulazioni proteiche; la miocardosi adiposa nella quale, gruppi di cellule muscolari si presentano infarcite da goccioline di grasso. Sul piano clinico queste alterazioni si traducono in una diminuzione dell’efficienza miocardiaca. Lo stesso termine viene usato per affezioni miocardiche prive di un evidente substrato anatomopatologico.
04/05/2017
Rispondo alla domanda che mi ha fatto ieri sera Paola. Come ci si contagia di Trichomonas vaginalis e Candida vaginalis? E cos’è?
Il Trichomonas vaginalis è un’insieme di protozoi mastifori dell’ordine tricomonadidi, che comprende numerose specie dal corpo piriforme con quattro flagelli liberi in posizione anteriore e un quinto deposto lungo il margine esterno della membrana ondulante. Tutte le specie di Trichomonas sono parassite e tre di esse si rinvengono nell’organismo umano: Trichomonas Hominis, di forma assai mutevole, vive come commensale nell’intestino: Trichomonas elongata, di aspetto assai simile, frequenta come posto per nutrirsi il cavo orale; infine Trichomonas vaginalis, piriforme e fusiforme, è causa di vaginiti nella donna e di uretriti nell’uomo.
Come ci si contagia? Il Trichomonas vaginalis si trasmette anche attraverso i rapporti sessuali; per scarsa igiene intima, o per meglio dire per un’igiene intima non appropriata: ad esempio nell’igiene intima ci sono regole da rispettare: 1) usare sempre acqua corrente e non lavarsi in senso contrario; 2) cambiare ogni volta l’asciughino che deve essere sterilizzato; 3) non usare quasi mai detergenti schiumogeni ma a PH acido; 4) attenzione ai WC pubblici o nei posti di lavoro; 5) le stesse regole dovrebbero essere seguite anche dai partner.
In quanto alla Candida vaginalis sono funghi il genere Monilia Oidium, funghi deuteromiceti appartenenti alla famiglia delle Ctyptococcacee, costituiti da cellule ovali o rotonde con presenza di germogli; possono formare miceli filamentosi. S i riproducono soprattutto per gemmazione multilaterale e raramente per fissione. Tra le numerose specie di Candida abbiamo la Candida tropicalis, Candida Krusei, Candida Stellatoidea, ma solo la candida albicans è patogena per l’uomo POssono manifestarsi infezioni acute e croniche prevalentemente a carico della cute, unghie, membrane mucose; lesioni a carico dell’apparato respiratorio, sistema nervoso centrale e visceri. Viene isolata raramente dalla cute di soggetti sani, mentre è presente sulle loro membrane mucose quali ( bocca, vagina) e nelle feci. Come prevenire l’infezione vale lo stesso discorso cioè rispettare le stesse regole adottate per il Trichomonas.
08/05/2017
Si guarisce dalla colibacillosi?
Antonia
Sì, dalla colibacillosi si guarisce. Questa infezione dovuta al colibacillo e , in genere ai batteri aerobi gramnegativi presenti abitualmente nell’intestino degli umani. Sono due le forme cliniche che la colibacillosi può assumere: La forma localizzata con il quadro sintomatologico proprio della sede dell’infezione (intestino, vie primarie, apparato genitale, vie biliari); la forma generalizzata, piuttosto rara rappresentata da da una vera setticemia colibacillare. La diagnosi di quest’ultima è affidata agli esami di laboratorio, mentre la forma localizzata deve essere sospettata se il processo ha evoluzione a carattere suppurativo con pus ecc. ecc. ecc.
11/05/2017
Che cosa insegna la “Frenologia”?
Federica
La Frenologia è una dottrina, allora di grande interesse, oggi è del tutto superata, dalle moderne acquisizioni automatiche; al suo ideatore restava tuttavia il merito di aver anticipato, sia pure su basi errate, la teoria delle localizzazioni cerebrali neurologiche (riguardanti cioè i movimenti, la sensibilità, i sensi, le funzioni della vita vegetativa) e dell’antropologia patologica. Questa teoria neuropsicosomatica, ideata e sostenuta da F. G. Galli verso la fine del secolo XIX, che localizzava le varie facoltà psichiche dell’uomo in precise zone della corteccia cerebrale. Lo sviluppo evolutivo di tali centri, proporzionale a quello delle singole facoltà veniva valutato dalla conformazione di corrispondenti zone della teca cranica. Di conseguenza l’esame dei particolari morfologici del capo ( linee, depressioni, bozze) permetteva di risalire alla determinazione delle qualità della psiche e della personalità dell’individuo.
12/05/2017
Perché ci si ammala di blefarite? Si può curare la blefarite?
Ugo
Le blefariti hanno , un’evoluzione subacuta o cronica, con resistenza ai trattamenti terapeutici e straordinaria tendenza alle recidive. È quell’ infiammazione del margine palpebrale che può estendersi alla cute, alla congiuntiva, ai follicoli, alle ghiandole ciliari e a quelle di Meibonio. Possono essere provocate da fattori costituzionali, allergici, endocrini, ambientali (polvere,fumo, calore), da avitaminosi, dispepsie, autointossicazioni alimentari, diabete o da infezione batterica, generalmente stafilococcica.
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La blefarite angolare: è una forma ulcerosa che colpisce la commisura mediale palpebrale.
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Blefarite ciliare: è la più frequente, appare in soggetti linfatici o con disfunzioni endocrine; colpisce i follicoli, e le ghiandole che secernono un essudato giallastro ed è caratterizza da da arrossamento della mucosa e della cute.
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Blefarite eritematosa: è caratterizzata da un lieve edema del bordo palpebrale e iperemia del bordo ciliare.
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( Blefarite seborroica, o blefarite squamosa: può essere di natura allergica o concomitante con seborrea del cuoio capelluto e dermatite seborroica del viso. È caratterizzata da squame bianche furfuracee o giallastre e molli, facilmente staccabili dalle palpebre.
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Blefarite ulcerosa: provocata da infezione stafilococcica e caratterizzata da croste aderenti ai bordi palpebrali. ( Gli attacchi ripetuti di blefarite ulcerosa ripetuti possono provocare ulcerazioni della cornea. Le terapie di tutte queste affezioni sono di natura medica, che siano locali o generali, in rapporto alla loro eziologia e varia di caso in caso.
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