05.01.2017

RISPOSTE AI LETTORI NOVANTADUE TRENTUNESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

05/01/2017

 

Parlaci dei processi di difesa e dei rapporti con l’ambiente esterno.

Dott.  Robert  e  Linda

 

Il primo rapporto tra l’ambiente esterno e l’organismo  avviene attraverso il cibo;  che da un altro punto di vista si tratta di rapporti dinamici,  di adattamento e di lotta continua.

I nostri tessuti rappresentano anche la prima nostra difesa: come ho già scritto negli articoli della “Pelle”,  la cute e il tessuto sottocutaneo ci proteggono dai raggi solari nocivi,  essendo impermeabili formano una barriera di protezione per  quasi tutti  quei microrganismi, e sono anche la sede del tatto che ci mette in comunicazione con l’ambiente.  Un altro gruppo di difesa è rappresentato dai processi infiammatori e da quelli immunitari,  che sono correlati nella genesi e per i tessuti che vi partecipano.  Ogni qualvolta che nel nostro organismo entra un corpo estraneo provoca una reazione infiammatoria quindi una vasodilatazione,  con fuoriuscita di leucociti dai capillari e attivazione delle cellule del reticoloendotelio,  tutti enzimi che cercano di fagocitare la sostanza estranea.  Quando compare la febbre la reazione è tale e diventa generale perché alle difese partecipa tutto l’organismo.  Nella infiammazione superficiale invece può portare alla distruzione i microrganismi intrusi  ma se questo non fosse possibile le cellule affluite per combatterlo si modificano fino ad avvolgerlo in una specie di fortino che lo rende innocuo,  ma se la lotta si prolungherà un grande numero di cellule viene distrutto e insieme ai tessuti forma un liquido giallognolo chiamato “pus”,  solo dopo l’eliminazione dell’agente infettante e del pus porterà quasi sempre il tessuto leso alla normalità.

Tutti i batteri sono anche  di natura proteica, le cellule del sangue ed i linfociti in particolare producono delle globuline capaci di legarsi specificamente alla sostanza introdotta (all’intruso) annullandone le proprietà tossiche e facilitandone la distruzione da parte di altre difese organiche. Ed ecco che questa parte di difesa prende il nome di immunità; gran parte di queste circolano col plasma condizionando così una pronta difesa nel caso di un nuovo contatto che ne ha richiamato la produzione.  Molti processi difensivi sono capaci di sostituire o di rinnovare le parti lese con la proliferazione dei propri elementi cellulari,  tra i quali :  le ossa fratturate,  l’epitelio della cute,  il fegato è anche lui capace di riprodurre le proprie strutture,  sempre che non vi sia una perdita molto vasta. Nel tessuto nervoso e nel tessuto muscolare invece le cellule distrutte vengono sostituite dal tessuto connettivo fibroso portando la formazione di una cicatrice. Continua…

08/01/2017

 

Oppure del sistema immunitario si può dire che è un complesso di cellule e sostanze solubili destinato per la difesa contro corpi o sostanze estranee, per la maggior parte rappresentate da antigeni batterici,  virali,  ecc. I linfociti e cellule fagocitarie ( i polimorfonucleati monociti  che sono di origine midollare,  mentre i macrofagi sono presenti nel sistema reticoloendoteliale, soprattutto polmoni,  fegato e milza,  oltre all’attività fagocitaria elaborano gli antigeni) ,  sono formate negli organi linfoidi e reticoloendoteliali,  che si trovano in vari punti dell’organismo.  I linfociti T che si formano nel timo,  sono responsabili dell’immunità cellulo-mediata,  ed i linfociti B,  che si formano nel midollo osseo e vanno a colonizzare gli organi linfoidi delle linfoghiandole,  della milza,  ecc.   e sono i responsabili dell’immunità umorale.  Continua…

11/01/2017

Se si ha una ridotta capacità di risposta immunologica consecutiva ad un difetto dell’immunità umorale, o cellulomediata o di ambedue,  si ha una condizione  patologica detta “immunodeficienza”.  Si distinguono immunodeficienza primaria e secondaria,  congenita e acquisita,  timodipendente,  legata al sesso e così via.  È facilitata a contrarre infezioni di varia origine e a varia localizzazione in rapporto al grado del deficit immunologico.  Le forme congenite sono dovute ad anomalie di sviluppo del sistema immunitario  mentre quelle acquisite  sono causa di malattie linfoproliferative e neoplastiche,  infezioni virali oppure l’uso prolungato di farmaci immunosoppressivi.   una riduzione dei linfociti B e delle immunoglobuline caratterizzano le forme con impegno dell’immunità umorale,  mentre una riduzione dei linfociti T e /o delle sottopopolazioni  linfocitarie T o delle loro funzioni caratterizzale forme con impegno dell’immunità tessutale. le immunodeficienze combinate sono le più potenti e infatti i microrganismi responsabili di infezioni intercorrenti sono i meno patogeni;  per essi la prognosi  e di solito infausta.   Infatti la terapia è sempre sostitutiva o con trapianti di timo di midollo, o con somministrazione di immunoglobuline,  linfociti sostanze di derivazione timica,  immunomodulanti.

 

Se il sistema immunitario è compromesso e alterato quindi ridotto,  questa condizione favorisce l’insediamento di virus, batteri,  funghi provenienti dall’esterno o la virulentazione di quelli endogeni in stato saprofitario,  si parla nell’uso corrente di  ospite immunocompromesso.  Le cause possono essere spontanee,  cioè malattie ematiche o dell’apparato immunopoietico,  oppure proiettate da terapie immunosoppressive o radianti.  Per evitare l’insorgenza di processi infettivi è necessario tenere questi soggetti il più possibile in condizioni di sterilità o sotto la protezione di antibiotici a largo spettro. Continua…

12/01/2017

 

La condizione idonea invece è quella condizione che certi individui oppongono resistenza all’azione di determinati batteri o altro,  tanto da evitarne i danni provocati  che invece in altri individui  con immunità non prestanti o compromesse.  Come ho già scritto,  in base a vari criteri si distinguono diverse forme di immunità.   Si possono distinguere un’immunità congenita e un’immunità  acquisita.  La prima,  rappresenta una proprietà connaturata all’individuo,  insita cioè nella sua costituzione,  e può dipendere dalla specie,  dalla razza alle quali l’organismo appartiene o essere semplicemente individuale.  Tale immunità può essere generica,  cioè costituire una resistenza di vario grado di fronte a qualunque microrganismo patogeno,  o specifica,  cioè riferirsi a determinati microbi. L’immunità acquisita rappresenta .immunità che compare in un individuo come conseguenza della reazione promossa dall’agente infettante nell’individuo stesso. È sempre specifica,  ma si dice naturale se fa seguito ad un’infezione casuale,  artificiale se fa seguito ad introduzione intenzionale di microrganismi o di loro prodotti o parti come ad esempio la vaccinazione.  L’immunità acquisita può essere inoltre  attiva quando si instaura per reazione propria dell’organismo che la presenta,  passiva quando è traportata in un organismo da un altro organismo nel quale si è prodotta.  Sia l’immunità acquisita,  sia l’immunita congenita,  possono essere legate sia a reazioni dell’organismo contro le sostanze tossiche  sia a reazioni contro i microrganismi,  alla cui vita si oppongano  (imm.  antibatterica).  C’è da dire che…

13/01/2017

 

certi meccanismi con cui tali tipi di immunità si realizzano,  abbiamo:  1 ) l’immunità congenita antitossica è legata a vari fattori non tutti  noti (tossine che non arrivano alle cellule sensibili alla loro azione,  perché fissate in precedenza da altre cellule insensibili,  ecc)  2)  l’immunità congenita antibatterica è dovuta principalmente all’azione fagocitaria dei microfagi e dei macrofagi dell’organismo ospite,  oltre che l’azione distruttiva dei batteri esercitata da particolari sostanze, ( alessina,  opsonine, ecc);  3)  l’immunità acquisita antitossica ed antibatterica è dovuta alla presenza nel sangue dell’individuo aggredito dalle tossine e dai batteri di particolari sostanze, dette anticorpi,  la cui formazione consegue alla reazione dell’organismo verso altre sostanze particolari,  dette antigeni,  che fanno parte della struttura chimica dei batteri  e loro tossine. In conseguenza alla formazione degli anticorpi,  un individuo che abbia superato una determinata infezione è immune verso l’infezione stessa per un periodo vario di tempo,  essendo gli anticorpi in grado di ostacolare la vita dei germi responsabili di quella specifica infezione.  Nella pratica medica il termine indica i modi con cui si conferisce agli individui l’immunità verso determinate malattie o la si potenzia:  sono rappresentati dalle vaccinazioni,  dalla sieroprofilassi, della sieroterapia e dalla vaccinoterapia. Continua…

16/01/2017

Ci sono gruppi di affezioni morbose caratterizzate da reazioni infiammatorie di immunocomplessi (combinazione di antigeni e dei rispettivi anticorpi).  Le lesioni si verificano principalmente a livello cutaneo,  renale,  articolare e dei piccoli vasi.  Le più note sono la panarterite nodosa,  la sclerodermia,  alcune glumerolonefriti,  la malattia da siero.

La tecnica di indagine biologica consente la separazione e la identificazione di singole frazioni proteiche del siero e di complessi di proteine di diversa origine.  Consiste essenzialmente in una reazione di precipitazione  antigene-anticorpo preceduta da un’elettroforesi su gelosio,  che assicura  una migrazione differenziale delle varie globuline sieriche in funzione della loro grandezza molecolare.  A separazione ottenuta,  le singole proteine reagiscono con un antisiero-antiglobuline posto in un solco scavato parallelamente all’asse di migrazione delle proteine.  Si formano in tal modo tanti archi di precipitazione quante sono le frazioni globuliniche presenti nel siero in esame.  L’immunoelettroforesi trova applicazione in vari settori della ricerca biologica e costituisce un prezioso mezzo di diagnosi delle malattie caratterizzate da perturbazioni del quadro proteico del siero o della comparsa di specifiche proteine anomale. Continua…

17/01/2017

Ha assunto notevole importanza in genetica umana e in antropologia lo studio della trasmissione ereditaria dei caratteri immunitari.  Attualmente gli studi di immunogenetica tendono essenzialmente a scoprire le modalità per lo sviluppo della tolleranza immunitaria onde risolvere i problemi essenziali relativi all’innesto e al trapianto dei tessuti e di organi (rigetto ecc.).  In questo campo di ricerca una delle più importanti scoperte è quella che un organismo ,  esposto in uno stadio precoce della vita e degli antigeni,  impara a riconoscerli come propri.  È stato così possibile effettuare con successo, in topi e ratti,  trapianti di organi su un ricevente opposto durante la vita embrionale alle proteine del donatore.

La tecnica diagnostica basata sulla reazione antigene-anticorpo con laggiunta di un marcatore di natura enzimatica (perossidasi)   avoidina-biotina, ecc) che consente lo sviluppo di un colore di intensità proporzionale alla quantità di sostanza che si ricerca.  Sono disponibili tecniche immunoenzimatiche:  sistema eterogeno Emit (Enzime Multiple Immuno-assay o Linked-Immuno Sorbent Assay).  Il sistema Emit è una metodica caratterizzata dal fatto che gli immunoreagenti non hanno bisogno di essere separati dopo la reazione e quindi l’attività enzimatica si determina direttamente sulla miscela di reazione. Continua…

19/01/2017

 

Nel  sistema Elisa invece,  che è quello correntemente utilizzato,  l’immunocomplesso viene prima assorbito su fase solida,  poi eluito con soluzione tampone e infine evidenziato mediante sviluppo di colore.  Le tecniche immunoenzimatiche semplici nella procedura,  sensibili e attendibili nelle risposte,  vengono utilizzate in campo immunologico (ricerca di antigeni virali o di anticorpi),  in campo ormonale in campo tossicologico,  ecc.  Esse sono destinate a soppiantare le tecniche radioimmunologiche,  che hanno costi maggiori e richiedono l’uso di materiale radioattivo.

 

Ci sono gruppi di sostanze chimiche che sono in grado di deprimere,  parzialmente o completamente,  la reazione immunitaria quando questa possa risultare dannosa o causa di malattie.  Nelle immunopatie vengono impiegati farmaci ( immunosoppressori) , Vengono impiegati nelle manifestazioni allergiche e nei trapianti di tessuti o di organi da un individuo all’altro  (farmaci antirigetto).  tra i principali requisiti richiesti ai farmaci immunosoppressori sono:  la minima tossicità,  anche per posologie elevate e per lunga durata del trattamento;  la capacità di bloccare selettivamente la reazione immunitaria di tipo cellulare in modo da impedire o attenuare i processi responsabili del rigetto e delle immunopatie,  senza compromettere la reazione immunitaria umorale contro gli antigeni batterici, micotici e virali;  la capacità di agire in via definitiva in modo che i processi non riprendano dopo la sospensione delle terapia.  Continua…

20/01/2017

 

Esistono sostanze naturali di sintesi che favoriscono il ripristino delle funzioni del sistema immunitario,  quando queste siano deficitarie.  Tra gli immunomodulanti vanno annoverati prodotti batterici  (da K. Pneumoniae,B. Substilis, C. parvum),  sostanze vegetali, sostanze organiche endogene, (lisozima,  interferone, polipeptidi cellulari indotti da infezioni virali),  sostanze timiche  (timopotentina timostimolina)e composti di sintesi  ( isoprinosina,  levamisolo).  Le indicazioni sono le più svariate:  tumori,  infezioni batteriche e virali a lungo decorso o recidivandti, deficit immunologici di diversa natura.  Isoprinosina,  questo farmaco di sintesi è  composto  da inosina e da dietilaminopropanolo, è dotato di attività  immunomodulante.  Non ha effetto antivirale,  contrariamente a quello che si credeva in un primo tempo.  Continua all’infinito…