09.12.2016

RISPOSTE AI LETTORI NOVANTADUE VENTOTTESIMA PARTE

Author: Elena Lasagna

09/12/2016

 

L’ENCEFALO  E I  SUOI  NERVI

 

La corteccia del telencefalo è infine sede di attività superiori,  quali il pensiero astratto,  la memoria ecc.   Le zone associative sono pari e simmetriche,  sono presenti cioè in ambedue gli emisferi,  ma funzionano solo quelli di un emisfero.  Importanti nuclei telenfalici profondi,  cioè immersi nella sostanza bianca,  sono corpi striati che fanno parte di un complesso di nuclei destinati all’attività motoria automatica extrapiramidale.  Quest’ultimo aggettivo indica che i suoi centri sono situati al di fuori della via piramidale,  regolata dalla corteccia del giro pre-rolandico che,  come si disse,  è caratterizzata dalle cellule di forma piramidale cui si deve il nome via piramidale.  La via extrapiramidale ha però rapporti con la corteccia del lobo frontale e del lobo parietale ed ha stazioni di sostanza grigia anche in altri segmenti dell’encefalo.  La sostanza bianca del telencefalo è formata da fibre mieliniche destinate a funzioni diverse,  riassumibili in tre categorie: 1)  fibre associative,  che mettono in relazione due regioni della corteccia dello stesso emisfero più o meno lontane l’una dall’altra;  2)  fibre interemisferiche o commessurali,  che mettono in connessione regioni corticali omologhe dei due emisferi e formano la commessura del corpo calloso;  quest’ultimo è la grossa formazione bianca che si vede in fondo alla fessura interemisferica divaricando i due lobi;  3)  fibre di proiezione,  acsendenti sensitive e discendenti motrici,  che mettono in connessione la corteccia cerebrale con i centri nervosi sottostanti. Continua…

11/12/2016

 

Va ricordato che al telencefalo arrivano i nervi olfattori,  costituenti il primo paio di nervi encefalici.  Sotto al telencefalo,  in parte incuneato in esso,  si trova il diencefalo nel quale spicca per volume ed importanza funzionale un grosso accumulo di sostanza grigia,  il talamo ottico.  Si tratta di una importantissima stazione sottocorticale alla quale arrivano tutti gli impulsi sensitivi  (olfattori,  visivi,  acustici di sensibilità generale)  provenienti dagli altri centri e destinati a raggiungere le aree proprie della corteccia cerebrale.  Dorsalmente al talamo si trova l’epitalamo,  in cui si nota una piccola ghiandola endocrina,  l’epifisi o ghiandola pineale,  che nell’uomo sembra essere una struttura rudimentale o secondariamente regredita;  ventralmente vi è la regione ipotalamica,  sede di importanti centri regolatori di attività della via vegetativa quali il sonno e la termoregolazione corporea,  nonché di gruppi di cellule neuro-secretrici connessi con il lobo posteriore dell’ipofisi,  chiamato anche ipofisi nervosa per le fibre nervose provenienti dall’ipotalamo che vi si trovano.  Si comprende così come l’attività dell’ipofisi possa essere influenzata dal sistema nervoso centrale.  Al diencefalo arrivano i nervi ottici (2° paio di nervi cranici)  cui seguono i tratti ottici che formano parte del pavimento e delle pareti laterali del diencefalo stesso.  La cavità del diencefalo è il 3° ventricolo;  essa è in comunicazione lateralmente con i ventricoli del telencefalo e posteriormente si continua con un sottile condotto,  l’acquedotto di Silvio,  che attraversa il mesencefalo.  Il mesencefalo o terzo segmento encefalico,  segue caudalmente nel diencefalo.  Esso è ricoperto dalla parte posteriore dei due emisferi telenfalici che occorre divaricare per scoprirlo.  Nel mesencefalo distinguiamo una parte,  posta sopra all’acquedotto di Silvio,  chiamata lamina quadrigemina, nella quale si nota una struttura grigia stratificata che può ricordare la corteccia del telencefalo,  che sta a indicare la sua funzione di coordinazione degli stimoli sensitivi( visivi e acustici)  e delle risposte motorie di tipo riflesso,  quali sono il movimento dei bulbi oculari,  la rotazione della testa,  il riflesso papillare,  ecc.  Continua…

12/12/2016

Il nome di lamina quadrigemina deriva dal fatto che vi si riscontrano quattro rilievi o collicoli,  due anteriori in rapporta con la visione  e due posteriori in rapporto con l’udito.  La parte anteriore,  filogeniticamente più antica,  nei vertebrati inferiori forma il tetto ottico,  che è un centro superiore di coordinamento nervoso,  il quale sostituisce,  entro certi limiti, la corteccia cerebrale.  Questa infatti,  in detti animali,  non ha lo sviluppo e la funzione che troviamo nei mammiferi e in particolare nell’uomo.  Al tetto ottico giungono anche sensazioni dolorose e termiche,  di caldo e di freddo,  inviate dal midollo spinale.  Le regioni ventrali e laterali del mesencefalo formano il corpo del mesencefalo,  in cui si trovano i nuclei del 3° e del 4° paio di nervi encefalici destinati ad innervare la maggior parte dei muscoli che fanno muovere i bulbi oculari.  Vi si trova inoltre un’importante stazione della via extrapiramidale,  il nucleo rosso,  connesso con il corpo striato,  centro superiore del telencefalo,  già ricordato,  e con il cervelletto,  e deputato a regolare i movimenti del tronco e degli arti.  Il mesencefalo è ovviamente attraversato da fasci  di fibre nervose,  che costituiscono una parte notevole della sostanza bianca di questo segmento:  sono i peduncoli cerebrali,  che portano verso i centri superiori impulsi provenienti da da segmenti inferiori e viceversa,  impulsi rispettivamente sensitivi (ascendenti) e motori (discendenti).  In coda  al mesencefalo troviamo il metencefalo,  formato da due parti ben distinte,  una ventrale detta ( ponte  di Varolio) e una dorsale,  il cervelletto.  Attraverso il ponte passano le fibre che ho descritto come peduncoli cerebrali parlando del mesencefalo,  e fibre disposte trasversalmente, ad abbracciare come un semianello le fibre verticali.  Le fibre orizzontali mettono in rapporto tra loro i due emisferi del cervelletto e sono dette perciò peduncoli cerebellari.  Continua…

 

13/12/2016

 

Tutto questo insieme di fibre costituisce la sostanza bianca del ponte che, come negli altri segmenti encefalici sopra descritti,  ad eccezione del telencefalo,  si trova anche alla periferia.  Frammisti alla sostanza bianca metencefalica si trovano ammassi di sostanza grigia costituenti i nuclei pontini;  taluni di essi sono connessi con la corteccia cerebrale e con quella del cervelletto, quest’ultimo viene così controllato dalla corteccia degli emisferi cerebrali.  La porzione dorsale del metencefalo è costituita dal cervelletto,  segmento encefalico di notevole importanza funzionale perché regola l’attività motoria somatica.  Il cervelletto controlla il tono muscolare e la forza dei movimenti volontari e automatici.  Ciò che si realizza per mezzo di riflessi che assicurano l’equilibrio del corpo, in base a informazioni provenienti dai canali semicircolari e dall’utricolo dell’orecchio interno e dagli organi locomotori stessi  (superfiarticolari,  muscoli,  tendini,  fasce muscolari).  Rispetto al resto della massa encefalica,  le dimensioni del cervelletto sono notevoli,  superate solo da quelle degli emisferi cerebrali;  e da ciò che deriva il nome,  che appunto significa piccolo cervello.  È anch’esso formato da due emisferi,  emisferi cerebellari (o lobi laterali),  e da un lobo mediano chiamato verme per la forma allungata,  vermiforme,  suddivisa da solchi trasversali in anelli che si susseguono.   La superficie degli emisferi cerebellari e del verme è ricoperta,  anch’essa da una corteccia,  la corteccia cerebellare,  che appare come pieghettata per la presenza di solchi,  poco profondi e scissure,  profonde parallele e disposte trasversalmente rispetto all’asse encefalico antero posteriore.  Continua…

 

14/12/2016

 

Tale solcatura suddivide la sostanza grigia corticale (circonvoluzioni cerebellari)  e la sostanza bianca interna in modo tele che,  sezionando il cervelletto con tagli sagittali,  la superficie di taglio persenta un aspetto fogliforme, o arborescente,  dal quale derivò il nome di “arbor vitae”,  con cui lo designavano gli antichi anatomici.  Situati profondamente,  all’interno della sostanza bianca,  si trovano tre ammassi principali di sostanza grigia detti nuclei profondi o grigi centrali del cervelletto;  essi sono connessi con la corteccia del telencefalo.  Il cervelletto è infatti collegato con il resto del neuroasse per mezzo di tre coppie di peduncoli cerebrali:  superiori,  medi,  inferiori,  nei quali  passano fasci di fibre da e per i centri superiori ( corteccia cerebrale,  corpo striato,  talamo ottico del diencefalo,  nucleo rosso mesencefalico), fasci che collegano le due metà del cervelletto attraversando la protuberanza anulare  (= anello pontino),  fasci da e per il midollo spinale.  La corteccia cerebellare ha una struttura molto complessa:  essa è caratterizzata da cellule di  Purkinje con dentriti molto numerosi e ramificati a spalliera,  su cui arrivano i prolungamenti e quindi le informazioni di numerosi neuroni associativi.  Questo permette alle cellule di Purkinje di inviare risposte che si diffondono a valanga e coordinare l’attività dei vari settori muscolari e in particolare di muscoli tra loro antagonisti.  Al di sotto del cervelletto si trova l’ultimo segmento encefalico,  il mielencefalo,  detto anche midollo allungato o bulbo.  Per vedere bene la parte dorsale bisogna sollevare il cervelletto che copre il 4° ventricolo (ventricolo bulbare).  Questo è posto superficialmente,  essendo  ricoperto soltanto da una laminetta meningea molto vascolarizzata  chiamata tela coroidea del 4° ventricolo.  La cavità che a causa della sua forma a losanga è denominata fossa romboidale,  si estende  nel metencefalo e si continua nell’acquedotto di Silvio  del mesencefalo;  caudalmente è in comunicazione con il canale centrale del midollo spinale. Il fondo o pavimento della fossa romboidale corrisponde alla sostanza grigia bulbare formata dai nuclei di nervi encefalici,  e precisamente dalle ultime sette paia,  cioè dal 6° al 12°.  Continua…

15/12/2016

 

Tali nuclei,  essendo superficiali provocano dei rilievi del pavimento stesso,  sono disposti secondo un ordine che corrisponde a quello dei nuclei di sostanza grigia del midollo spinale;  nel bulbo,  però, il canale midollare,  trasformandosi in 4° ventricolo,  è venuto ad incunearsi allargandosi,  tra i due bracci dell’H  della sostanza grigia che è stata spinta a disporsi su una linea frontale anziché su due linee sagittali  parallele come il midollo.  Nel midollo allungato troviamo inoltre una formazione grigia,  pari,  chiamata oliva bulbare,  che sporge sulla faccia anteriore ed è una stazione della via motrice che ha collegamenti con il cervelletto e con altri centri encefalici e del midollo spinale.   Inoltre,  ci sono due nuclei ( di Gall e di Burdach)  sui quali terminano fibre nervose di senso,  penetrate dal  midollo spinale atttraverso le radici posteriori  e proiettate a questa stazione  mielencefalica che a sua volta è collegata con centri superiori ( per esempio col talamo).  La sostanza bianca del midollo allungato è formata dai fasci di fibre che,  in senso ascendente o discendente,  lo attraversano anche incrociandosi.  Come nel midollo spinale la sostanza bianca del bulbo è disposta esternamente,  salvo in corrispondenza del pavimento del 1° ventricolo,  come ho già detto.  Pertanto,  il  midollo allungato è un sito di passaggio per i fasci ascendenti e discendenti,  rispettivamente sensitivi e motori,  che qui si incrociano o no;  vi passano anche fasci cerebellari.  Inoltre esso è un’ importante stazione nervosa,  sede di centri di fondamentali riflessi viscerali,  che si realizzano attraverso le fibre del nervo vago:  centro respiratorio;  centro moderatore del cuore; centro vasomotore per la contrazione delle arterie periferiche;  centri secretori (per la glicosuria,  per la secrezione urinaria,  per la secrezione salivare);  centro per i movimenti di masticazione,  di deglutazione,  del vomito, della tosse ecc.  Continua nell’articolo risposte ai lettori 92 ventinovesima parte…