09/11/2015

Che cos’è che rappresenta il fattore più importante

 

 

 

di uniformità

 

 

dell’ambiente interno dell’organismo?

 

IL  SANGUE

 

 

Inoltre costituisce il mezzo attraverso il quale avvengono gli scambi tra tessuti e ambiente esterno, essendo il veicolo che trasporta le sostanze nutritive e l’ossigeno verso i tessuti, da cui asporta le sostanze di rifiuto e l’anidride carbonica.

Il  sangue è un particolare tessuto che circola nell’apparato cardiovascolare, è un’iniforme dispersione di sostanze solide, liquide e gassose, ma consta DI UNA FRAZIONE LIQUIDA  (PLASMA),  che rappresenta la trama intercellulare, e di una frazione corpuscolata la quale comprende diverse serie di cellule distinguibili, in base ai caratteri morfologici  specifici,  in eritrociti, piastrine e leucociti; questi ultimi non rappresentano una classe omogenea di cellule,  poiché  comprendono linfociti,  monociti,  e granulociti  polimorfo-nucleati;  i granulociti si differenziano,  a loro volta in neutrofili,  basofili, ed eosinofili.  I leucociti hanno l’aspetto di masse medie gelatinose  del diametro di pochi micron;  sono dotati di nucleo e provvisti di pseudopodi che ne facilitano i movimenti.  Il loro numero varia tra 5000 e 9000 per mm³  in funzione dell’età,  dello stato fisiologico, e delle eventuali condizioni patologiche di ogni individuo.  Il numero dei leucociti dei diversi tipi,  espresso come percentuale del numero totale,  costituisce la formula leucocitaria.  Le piastrine si trovano nel sangue circolante in numero  di 200000÷ 300000 per mm³  hanno un diametro di 2-3 μe presentano una parte centrale colorabile circondata da una parte chiara, trasparente, detta ialomero.  Nell’individuo adulto la massa sanguigna totale è ca. 5 l, corrispondente in misura approssimativa, a 1/12 del peso corporeo.   Il rapporto tra la componente corpuscolata e quella plasmatica viene definito ” valore ematocrito”  , in condizioni normali esso è costante e corrisponde al 45% per gli elementi corpuscolati e al 55% per il plasma.  Gli elementi corpuscolati infatti mantengono costante  sia la forma e la struttura sia il loro numero, ciò che porta a conservare inalterato il valore ematocrito (omeocitostasi)

 

LA FISIOLOGIA DEL SANGUE

 

 

La  funzione fondamentale del sangue è di assicurare le connessioni metaboliche tra i vari organi e tessuti dell’organismo,  conferendogli così  un aspetto unitario sotto il profilo biochimico, svolge una funzione  di trasporto delle sostanze nutritive e dei metaboliti, comprendendo tra questi anche i gas respiratori ( ossigeno e anidride carbonica), il cui trasporto costituisce la cosiddetta fase emetica della respirazione.

Attraverso il sangue vengono veicolati gli ormoni,  le vitamine,  gli enzimi e alcune proteine aventi nel medesimo tempo attività regolatrice di difesa.  Nel plasma sono contenute numerose sostanze allo stato di soluzione;  fra queste figurano il cloruro di sodio, che conferisce al sangue gran parte della sua pressione osmotica,  e bicarbonato di sodio,  che rappresenta una delle forme di trasporto ematico dell’anidride carbonica. Un’altra funzione del bicarbonato di sodio è quella di mantenere entro i limiti fisiologici le variazioni del PH del sangue. Un potere analogo di tampone hanno i fosfati, nella duplice forma di fosfati monobasici.  Le proteine sono contenute nel plasma in concentrazioni comprese tra 6,5 e 8%.  Con le tecniche più progredite di separazione (elettroforesi)  si riesce a distinguere fino a 30 frazioni proteiche plasmatiche.  la proteina a maggior velocità di migrazione è l’albumina,  contenuta nel plasma nella percentuale di 4,5 %.  Seguono poi le globuline,  contenute nella percentuale di 2,5 %, distinguibili a loro volta in tre frazioni principali, α,  β, ϒ,  che a un esame elettroforetico approfondito possono venire ulteriormente classificate in varie frazioni, α¹,  α²,  α³,  β¹,   β²,  ϒ¹,  ϒ².  Infine vi è il fibrogeno, frazione compresa tra le β  e le ϒ globuline.   Ciascuna cellula dell’organismo può contribuire alla sintesi delle proteine plasmatiche; esistono strutture preposte a tale funzione,  in particolare il fegato e le cellule del sistema reticolo-endoteliale.   Le globuline che rappresentano gli anticorpi naturali e acquisiti dall’organismo e svolgono quindi un’importantissima funzione immunitaria,  vengono elaborate in gran parte dalle plasmacellule.  Sottolineando che le proteine plasmatiche rappresentano un sistema in equilibrio con la cosiddetta ” frazione labile ” delle proteine tessutali, potendo reversibilmente scambiarsi con queste.  Un altra funzione delle proteine plasmatiche è quella di concorrere a determinare la pressione osmotica del plasma.  ciò che ha implicazioni importanti per quanto riguarda gli scambi idrici tra plasma e liquido interstiziale.  Nel determinare la pressione osmotica del sangue le albumine hanno maggiore importanza delle globuline.  Quindi là dove il contenuto totale di proteine plasmatiche risulti invariato,  ma il rapporto albumine- globuline diminuito, si avrà la diminuzione di pressione osmotica del plasma;  tale circastanza,  al pari della diminuzione generalizzata  delle proteine plasmatiche,  è una delle cause determinanti l’edema tessutale,  cioè l’accumulo di liquidi nello spazio intercellulare.

Il processo di produzione della componente corpuscolata ,  cioè delle cellule del sangue  ( emopoiesi ), si svolge durante i primi anni di vita, nel midollo rosso delle diafisi delle ossa lunghe per localizzarsi poi in età adulta, nel midollo delle ossa corte e piatte ( vertebre, costole, bacino, sterno, cranio, ecc.);  l’insieme degli organi e dei tessuti in cui  avviene la produzione degli elementi corpuscolati del sangue  è detto sistema emopoietico. Tutte le cellule del sangue deriverebbero da un’unica cellula progenitrice indifferenziata,  l’emoblasto,  il quale darebbe vita a vari elementi maturi attraverso diversi stadi di sviluppo e di differenziazione.  Si sa che la percentuale di linfociti e di monociti derivanti dal midollo osseo è assai modesta dato che l’origine specifica di queste cellule è a livello dei tessuti linfatici, quali i linfonodi e la milza.

Il colore rosso del sangue è determinato dall’emoglobina contenuta negli eritrociti; Il contenuto di emoglobina in ciascun eritrocito è definito da un parametro caratteristico,  detto valore globulare.  gli eritrociti concludono il loro ciclo vitale in 120 giorni ca. ; essendo privi di nucleo,  essi hsnno la capacità di moltiplicarsi.  La loro distruzione ( eritrocateresi )  avviene per fagocitosi a opera di cellule del sistema reticolo- istiocitario,  specialmente a livello della milza.

I leucociti hanno l’importante funzione di provvedere alle difese dell’organismo contro gli agenti patogeni che per qualsiasi causa, penetrano nel circolo sanguigno e si insediano nei tessuti a livello cellulare.  Tale funzione è svolta sopprattutto dai granulociti:  granulociti neutrofili  hanno la capacità di uscire dai vasi sanguigni per portarsi nel territorio dove è in corso un processo infettivo.  A tale livello essi attuano la fagocitosi delle particelle batteriche, che vengono poi distrutte per digestione a opera di particolari enzimi endocellulari (catepsine ).  La mobilità dei granulociti  si deve in parte ai loro movimenti ameboidi,  in parte a forze attrattive di natura chimica che spingono tali cellule verso il territorio dell’infezione (Chemiotassi ).

A differenza dei neutrofili, i granulociti eosinofili hanno scarsa mobilità e modesta fagocitaria ; in essi tuttavia sono presenti enzimi che intervengono nei processi immunitari,  in particolare nella distruzione dei complessi antigene-anticorpo.  I granulociti basofili interverrebbero nei processi dell’emostasi, contenendo nelle loro granulazioni forti quantità di eparina.

I linfociti svolgono un ruolo di grande importanza nei processi immunitari,  essendo sede di sintesi delle globuline anticorpali. I monociti svolgono un’intensa attività fagocitaria e quindi svolgono anch’essi una funzione di difesa infettiva.  Le piastrine si formano nel midollo osseo dal disfacimento dei egacariociti;  svolgono l’importante funzione di favorire la coagulazione del sangue;  esse infatti si portano nel punto di lesione dei vasi, dove si agglutinano e liberano quindi fattori che concorrono alla formazione della tromboplastina.  Quest’ultima agisce, unitamente alla protrombina, per formare la trombina; la formazione di tale sostanza,  indispensabile per far trasformare il fibrinogeno in fibrina,  avviene solo in presenza di ioni Ca++.

Le piastrine non sono veri elementi cellulari,  come i globuli rossi e i globuli bianchi, ma sono frammenti di cellule. Esse sono molo fragili a contatto con una superficie ruvida, diversa dal rivestimento endoteliale vasale,  si disgregano liberando la chinasi e dando origine, in tal modo al processo della coagulazione.

Nell’emofilia,  la protrombina si attira molto più lentamente che di norma mancando nel plasma un altro fattore, il fattore  VΙΙΙ,  cosicché il tempo di coagulazione è pericolosamente prolungato.

Elena  Lasagna