Archive for Gennaio, 2014

14.01.2014

ONORIAMO LE NOSTRE NONNE DUE

Author: admin-ele

14/01/2014

A  TE

Ho cercato di imitarti, omaggiandoti di questi lavori che hai saputo insegnarmi negli anni passati insieme,   come te non dimenticherò mai.

I  NOSTRI  RICAMI

Ed ecco uno dei primi che mi hai insegnato: il grembiule per la cucina, l’ho riprodotto per regalare ad una grande amica. Riesco ancora come allora, ricordo tutto, quando voglio rivivere quei giorni, ti penso, e ti ritrovo esattamente come se mi parlassi, come se tu fossi davanti a me, e mi sento ricca e felice.

GREMBIULE  DA CUCINA

E adesso quante cose vorrei dirti! Sai? Se il bene più prezioso è una madre, io allora ne ho avute due! Un periodo di intensa felicità, in cui la sincerità e onestà assolute erano uno stile di vita, implacabile per i nostri rapporti nella famiglia e con il prossimo. Bastava un gesto, una frase, o un’immagine per stimolare la mia fantasia,  riuscivi sempre ad aprire un nuovo mondo pieno di emozioni vere.

Tu fai parte delle cose belle della mia vita

e le cose belle non se ne vanno mai

i tuoi discorsi, tutto quell’amore

che ci lega ad un filo dell’anima

mi sorprende  spesso  con allegria

Il tempo passato svanisce, ma quello

che resta arricchisce sempre di più

il mio presente, e mi aiuterà a vagliare

i ricordi: conserverò quelli preziosi,

per  ora e per sempre…

Elena  Lasagna 15/01/2014 / h 15: 08

14/01/2014

IN  CUCINA  CON  FEDERICA

ELENA  Continua dall’articolo precedente. Basterà ricordare che il servizio segue in ogni caso la disposizione dei posti: nei pranzi in cui vi siano ospiti si servono perciò prima le signore, ultima delle quali la padrona di casa,  e poi gli uomini, ultimo dei quali il padrone.  Un tale giro va seguito però solo per la prima portata; poi si serviranno i coinvitati man mano che avranno finito, senza osservare alcun ordine.  I piatti di portata si servono sempre alla sinistra del commensale, per permettergli di servirsi comodamente.  A questo proposito bisogna ricordare che soltanto pietanze e dolci si possono presentare due volte; minestra, insalata e formaggio  si offrono una  volta sola.

Il piatto da cambiare si sostituisce con la mano sinistra e si sostituisce con un altro,  su cui saranno appoggiate le posate pulite, offerto dalla destra.  Nei pranzi non familiari si servono anche pane e bevande. Continua…

FEDERICA   Mi piace il tuo galateo .

ELENA   Oggi cucineremo un piatto di pasta fresca per chi soffre di allergia al glutine. Ecco la foto in basso.

BASTONCINI   DI PASTA FRESCA TENERI  SENZA  GLUTINE

 BASTONCINI  DI PASTA FRESCA

Ingredienti: farina di grano senza glutine, farina di patate, 20%,  purea di ceci e fagioli bianchi grossi di Spagna 50 % coltivati in Italia. Un albume, due cucchiai di pane grattugiato , parmigiano, peperoncino, peperone giallo, pomodoro fresco, olio extra. v. d’ol.un cucchiaio di panna vegetale, un cipollotto fresco, pecorino grattugiato, un pizzico di spezie miste. Se poi abbiamo del brodo vegetale già pronto lo useremo per la cottura dei nostri bastoncini.

Esecuzione: facciamo la fontana con le due farine, lessare i legumi e passarli nel passaverdure, incorporarli alle farine, mettere l’albume, spezie , pane grattugiato molto fine; impastare il tutto e formare dei bastoncelli che una volta fatti dovranno restare in riposo per un’ora prima della cottura. Intanto facciamo il ragù con tutti i prodotti elencati sopra tranne l’olio, la panna e i formaggi. Ora buttiamo la pasta, la scoliamo al dente e la versiamo nel ragù, la mantechiamo con la panna e i formaggi, infine mettiamo l’olio. Il piatto è pronto da gustare accompagnato da un bicchiere di lambrusco.

FEDERICA   Sarò il solito pappagallo che ti dice che bontà! Ma in questo caso mi piace fare il pappagallo! Ho una musica che suona solamente per te! Per voi. Ti aspetto domani!

15/01/2014

ELENA   Eccomi puntuale, ho una ricetta toccasana soprattutto, di una presentazione colorata e di gusto assicurato. Però non ho la foto; dovrai immaginare esattamente come si presenta. Facciamo una parmigiana con melanzane e zucca, poi, faremo un intingolo di carne di soia, ma questa volta alle prugne.

PARMIGIANA   DI MELANZANE  E ZUCCA

Ingredienti per la parmigiana: 2 melanzane, 800 g. di zucca già affettata e pulita dalla buccia e semi. Olio extra v. d’oliva, farina di ceci, sale, pepe, rosmarino, parmigiano grattugiato.

Esecuzione: tagliamo la zucca a fettine e la passiamo al vapore per 5 min; affettiamo le melanzane, le intingeremo nel latte, nella farina di ceci,  poi, ungeremo la pirofila e disponiamo le melanzane, sopra una spolverata di parmigiano,  andranno in forno per 10 min  a 180 °.  Le melanzane si presenteranno belle dorate, adesso togliamo la pirofila dal forno e sopra le melanzane metteremo la zucca già a metà cottura, ungeremo le fettine  da ambo le parti con l’olio, rimettiamo la pirofila in forno per 10 min, il tempo di terminare la cottura e farla dorare. Ripetere l’operazione per altre tre volte, l’ultimo strato dovrà essere quello di melanzane. Se useremo la pazienza diventerà un piatto veramente  bello, sano e squisito. Ed ora passiamo all’intingolo.

STUFATO  DI  CARNE  DI  SOIA CON PRUGNE

Ingredienti: bistecchine di soia, due chiodi di garofano, olio extra v. d’oliva, sale e pepe q.b. prugne scure italiane sotto vuoto, due scalogni, brandy alle prugne un bicchierino, cannella, vino bianco.

Esecuzione: facciamo un soffritto con lo scalogno, sfumiamo col vino, poi, adageremo le bistecchine, le porteremo a cottura  curandoci di non lasciare seccare. Nel frattempo abbiamo messo le prugne denocciolate, in una casseruola, con un filo di burro,  e un pizzico di cannella, abbiamo aggiunto il brandy, un poco di acqua e le abbiamo fatte bollire per qualche minuto. Adesso aggiustiamo di sale l’intingolo di soia, lo irroriamo con poco olio,  lo impiattiamo e tutt’intorno lo guarniremo con le prugne e il loro sughetto.

FEDERICA  Credo che lo farò molto ma molto presto, una squisitezza! So che la ricetta del giorno si è conclusa ma io come sempre ti dedico la musica più bella!

16/01/2014

ELENA   Ti presento due primi molto delicati e gustosi, anche se sono leggeri fanno parte dei piatti completi. Eccoli nella foto in basso.

FUSILLINI  E  GEMELLI

BIS  DI  MINESTRE

 Ingredienti: acquistiamo la pasta di semola di grano duro, i gemelli e i fusillini. Per i fusillini 0ccorrente: mais lessato a vapore, brodo di carne di gallina o di manzo, parmigiano, curcuma, olio extra v. d’oliva, ceci lessati e latte di soia, uno spicchio di aglio.

Esecuzione: buttiamo i fusillini nel brodo di carne sgrassato totalmente in modo che ne rimanga soltanto il sapore. Scolare al dente, nel frattempo abbiamo passato nel mixer il mais con i ceci e il latte di soia, abbiamo aggiunto il pepe e un pizzico di curcuma. Adesso li mantechiamo con la crema ottenuta, poi spegneremo e metteremo l’olio  il parmigiano e dei piccoli frammenti di carne di gallina tagliata molto ma molto fine.

Ingredienti per i gemelli: sempre di semola di grano duro, fave e funghi in stracotto, parmigiano e pecorino grattugiati, sale peperoncino q.b. un poco di sugo di brasato di carne  di manzo al vino bianco, olio extra vergine d’oliva.

Esecuzione: buttare la pasta nell’acqua salata e scolarla al dente. Passiamo nel mixer le fave e i porcini in stracotto ( solo un giro, non devono spapolarsi del tutto), aggiungiamo ora il sugo del brasato e mantechiamo. Con la pasta fumante e bene amalgamata mettiamo l’olio e i formaggi. Ora impiattiamo i due primi che saranno i protagonisti del pranzo.

FEDERICA   Belli e buoni, e ancora di più!    Una serata in musica per te!   Devo farti una domanda importante, non soltanto per me ma per due mie amiche : sono domande sulla salute delle donne.

ELENA   Ti dirò tutta la verità ma in un altro articolo dedicato a loro.

17/01/2013

ELENA  Oggi è la festa di S. Antonio, ricordo che tanto tempo fa a casa mia la festeggiavano mangiando di magro per rispettare la sua dedizione agli animali. Si facevano i tortelli di zucca e la  torta sbrisolona.

FEDERICA   Da noi invece si festeggia  anche con la carne. Paese che vai usanza che trovi! È un vecchio proverbio.

ELENA  Voglio mostrarti questa torta, è di una bontà da prenderne solo una fettina altrimenti la mangeresti tutta. L’ho fatta per gli amici. Ne ho fatte molte di torte farcite, quest’ultima è di una leggerezza, è squisita davvero!

DELIZIA  ALLE MELE   ARANCE  E  DATTERI  CHIARI

TORTA DA FORNO AI DATTERI

ELENA  N’articolo n 118 delle ricette ho fatto una torta dal disegno somigliante ma il ripieno e la pasta sono completamente differenti. Anche se sono ugualmente deliziose.

Ingredienti per la pasta: amido di mais, lievito madre, farina lievitata, vaniglia, zucchero semolato, olio di mais due tuorli, latte. Per il ripieno datteri chiari, uvetta sultana, arance, mele, addensante pectina, zucchero q.b., zucchero a velo.

Esecuzione della pasta: prendiamo il lievito madre, lo mischieremo con lo zucchero, l’amido di mais, le uova, la farina lievitata, se necessario incorporiamo all’impasto anche un po’ di latte. Amalgamiamo bene senza stancarci, poi  stenderemo metà dell’impasto nella teglia scelta alzando leggermente i bordi e mettiamo il ripieno. Il ripieno l’abbiamo preparato con le mele tagliate a fettine, due arance sempre a fettine, la buccia grattugiata di un limone intero, una stecca di vaniglia, zucchero q.b. il succo di un’arancia, e l’addensante q.b. Dopo aver portato ad ebollizione il composto lo lasceremo riposare per una notte in frigorifero e lo toglieremo un’ora prima dell’impiego. Adesso che la composta è perfetta togliamo il più possibile la pellicina ai datteri, li priviamo del nocciolo e li tagliamo finemente, incorporare alla composta di arance e mele e stendere uno strato sulla pasta. Ora copriremo la frutta con la pasta rimasta che dovrà riposare per circa un’ora, poi, andrà in forno a 17o°-175° per 40 minuti . Non aprire il forno prima che sia scaduto quel tempo. La torta si presenterà soffice e deliziosa adatta per i bimbi ma anche per gli anziani, insomma per tutti quanti!

FEDERICA   Tu ne hai sempre di belle! vorrei essere come te.

ELENA   Ma lo sei già, anzi di più!  Per questa giornata ti dedico  allegria e felicità !

11.01.2014

LE RICETTE DI CASA MIA CENTOVENTIDUESIMA PARTE

Author: admin-ele

11/01/2014

IN  CUCINA  CON  FEDERICA

ELENA  Riprendiamo il discorso che abbiamo lasciato in sospeso nell’articolo precedente. Abbiamo parlato di come si apparecchia, oggi invece parleremo di come si serve a tavola.  Per stabilire il posto dei commensali non vi sono incertezze: i genitori padroni di casa si siedono a capotavola ed i figli fanno la loro corona;  ma se al pasto partecipano anche degli estranei la disposizione dei posti cambierà. Si faranno sedere alla destra della padrona di casa l’ospite uomo, e alla destra del padrone di casa la signora; alternando poi possibilmente il posto di un uomo con quello di una donna.

Per compiere bene il servizio in tavola è necessario organizzarsi a dovere. Perciò piatti e posate di ricambio saranno pronti sul tavolino di servizio; le portate che lo consentono saranno  state accomodate nei piatti, e soprattutto chi serve cercherà di fare ogni cosa con la massima rapidità e naturalezza, per non dar ai coinvitati l’impressione di essere impegnati in un lavoro difficile e faticoso. Riprendiamo nel prossimo articolo…

ELENA   Adesso però voglio dettarti la ricetta del piatto che ti ho promesso ieri: sono bocce di legumi e cereali in un letto di puré di patate e olive verdi contornate da ananas fresco.

BOCCE  DI  LEGUMI

E CEREALI

BOCCE  DI  CEREALI E LEGUMI

Ingredienti: funghi preferiti trifolati, fagioli toscani, fagioli di soia, lupini, ceci e una grossa cipolla, pepe, peperoncino, prezzemolo, origano, due chiodi di garofano, poco brodo, mezzo bicchiere di vino bianco un uovo, parmigiano e un poco di pane grattugiati q.b. Per il puré:  patate, latte intero,  120 g. di olive verdi, olio extra vergine d’ol.   Ananas.

Esecuzione: abbiamo già trifolato i funghi, li stiamo tritando e li mettiamo nella zuppiera. Prendiamo i legumi lessati, li passiamo al passaverdura e li uniremo ai funghi, adesso tagliamo  metà della cipolla  insieme al prezzemolo e all’origano li trituriamo bene per unirli  al composto. Sbattiamo l’uovo , prendiamo due manciate di parmigiano , sale, pepe, peperoncino un poco di pane gratt., uniamo il tutto amalgamando bene. Intanto tagliamo in modo molto sottile la rimanente cipolla, facciamo un soffritto con un poco di olio, aggiungiamo due aghi di rosmarino, un mezzo bicchiere di vino bianco e un mestolino di brodo di carne. Dopo avere composto le bocce le adagiamo nella casseruola, delicatamente le giriamo, poi, mettiamo il coperchio , i chiodi di garofano, facciamo bollire per qualche minuto. Nel frattempo abbiamo cotto le patate con la buccia, le abbiamo passate allo schiacciapatate, e abbiamo incorporato un bicchiere di latte, e sempre rimestando le abbiamo fatte sobbollire. A cottura ultimata le abbiamo cosparse di parmigiano  e adesso uniamo le olive passate al mixer rimescoliamo, ed ecco un letto di purè di grande gusto. Impiattiamo le nostre bocce gustose sopra il purè verde, lo coroneremo con dei tocchetti di ananas fresco.

FEDERICA   Che bellezza! e che bontà deve essere!

ELENA  Sì, è un piatto nutriente  realizzato con ingredienti sani quasi tutti di origine vegetale.

13/01/2014

FEDERICA   Presto è la festa di S. Antonio, siamo in pieno inverno, cosa mi consigli per un pranzo a base di carne?

ELENA   Potremo fare un tris di carni,  curandoci però di cucinarli in modo leggero e pieni di gusto. Ecco, ti presento il piatto che ho pensato per questa occasione.

TRIS  DI  CARNI IN  CONTORNO  VEGETALE

TRIS DI CARNI DI S. ANTONIO

ELENA   Come faremo ad ingoiare meno grassi con un piatto così?  Ebbene si può! Nella foto sopra vediamo cappone, cotechino, e una schiacciatella di manzo. Il manzo l’abbiamo scelto tutto magro, il cotechino l’abbiamo cucinato al forno, mentre il cappone è stato cucinato senza la pelle; abbiamo risparmiato il 40%  di grassi, li abbiamo guadagnati non solo in salute ma anche in gusto.

Ingredienti: cotechino, vitellone macinato scelto, cappone, vino bianco, sale, pepe, aglio, chiodi di garofano, basilico, prezzemolo, bacche di ginepro, aceto di mele pomodoro, olio extra vergine d’oliva, pane grattugiato q.b. cipolle o scalogni, brodo vegetale, piselli, cavolo cappuccio, cuori di carciofi, parmigiano grattugiato.

Esecuzione: incominciamo  dal cotechino: lo bucherelliamo con uno stecchino dalla punta sottile, lo avvolgiamo in un telo di puro cotone, poi, lo mettiamo in una teglia dalla giusta misura, con aglio, e acqua; lo inforniamo a 160° per 2 ore, controlleremo la cottura e poi lo togliamo dal grasso che ha lasciato andare, togliamo anche il telo, e la pelle.  Adesso passiamo al cappone che andrà in casseruola con le erbe, un poco di pomodoro, il vino bianco e il brodo vegetale q.b. L’ultima ricetta di carne è la schiacciatella: abbiamo marinato la carne di vitellone con sale, spezie miste, un trito di erbe profumate, sale e pepe. Poi, le abbiamo formate con un pizzico di parmigiano, il pane grattugiato q.b.  e messe a cuocere nel soffritto di pomodoro, chiodo di garofano e cipolla. Ora invece facciamo dei crauti bianchi con il capuccio tagliato fine, l’aglio, il chiodo di garofano, le bacche di ginepro e l’aceto di mele con un po’ di brodo. Prepariamo anche i cuori di carciofi: li trifoliamo con un trito di aglio, basilico e pecorino grattugiato. I piselli andranno cotti a vapore e messi con pomodoro, scalogno,  alloro,vino, infine aggiungeremo sulle verdure tiepide un filo di olio. Ed eccolo il piatto invernale non troppo grasso!

FEDERICA   Posso ringraziarti per questo piatto invitante?

ELENA   Adesso però di detto la ricetta di una torta deliziosa, provata o testata due anni fa, non ho la foto perché mi venne sfocata, ma la torta mi riuscì bene.

            TORTA  DI  CASTAGNE  E  DATTERI

Ingredienti: 300 g. di pasta sfoglia, 300 g. di  castagne  fresche o secche, 200 g. di zucchero, 300 g. di datteri, cacao amaro 30 g. un bicchierino di anice al caffè, latte q.b., aroma vaniglia, e una stecca di vaniglia naturale, canditi al mandarino. Panna montata vegetale.

Esecuzione: tiriamo la pasta sfoglia sottile, lasciando i bordi. Le castagne le abbiamo già preparate: sono state lessate, passate al passaverdure, abbiamo fatto una purea con il latte, il cacao, lo zucchero, la vaniglia,  e il liquore. Ora passiamo ai datteri: li mettiamo nel frullatore con l’aggiunta di poco latte e poca vaniglia (mezza stecca); abbiamo ottenuto una bella crema. Ora prendiamo la crema di castagne, la mettiamo sopra la sfoglia, copriamo bene il tutto; adesso invece stendiamo la crema di datteri, abbassiamo i bordi della p. sfoglia, e copriamo con un foglio di carta stagnola,  inforniamo a 175° per 25 min. Passato questo tempo toglieremo la carta stagnola e continueremo la cottura per altri 5 min. Lasciamo intiepidire la torta, poi, la toglieremo dalla teglia e verrà decorata con pezzetti di canditi e panna montata. Possiamo anche grattugiare un poco di fondente dolce.

FEDERICA  Hai detto bene, è deliziosa! Ti omaggio di tanta musica.

14/01/2014

FEDERICA  Da molto tempo mi balena l’incertezza di come si cucinano i finocchi al forno perché siano più gradevoli, meno sbiaditi di sapore.

ELENA  Il finocchio fresco è ricco di sapore, ma se viene cotto ovviamente perde un po’ della sua freschezza, anche se lo facciamo al vapore. Il finocchio al forno non va troppo lessato, lo cuoceremo al dente, poi ungeremo la teglia con olio extra v. gentile, una manciata di parmigiano stagionato 30 mesi ( se l’olio e il condimento sono troppo invadenti il finocchio si offende).  Poi, se  nei dolci il forno deve essere preriscaldato,  in questo caso possiamo infornare a freddo sui 170° per 30 min; così finirá la sua cottura ed avrá il tempo per prendere la giusta doratura senza bruciare. Ah dimenticavo! I finocchi  al forno andrebbero tagliati in sei spicchi.

FEDERICA   Ci credo, e niente erbe aromatiche?

ELENA  No, il finocchio in sé è un’erba aromatica, vuoi o no, sentire anche il suo sapore?

09.01.2014

LE RICETTE DI CASA MIA CENTOVENTUNESIMA PARTE

Author: admin-ele

09/01/2014

IN  CUCINA  CON  FEDERICA

FEDERICA   Ti stavo aspettando! Sapessi quante cose  devo chiederti? Prima di incominciare con le ricette vorrei parlarne, ci sono cose davvero importanti : è vero che il cioccolato fuso se lo metti in frigorifero non si rapprende, e resta sempre appiccicoso?

ELENA   Tu sai quanti dolci ho fatto al cioccolato fuso? Chi meglio di chi li realizza potrà risponderti a questa domanda? Oppure quando si hanno delle incertezze bisognerà sempre verificare di persona , ossia realizzarli , solo così potrai scoprire la verità e capire chi mente per darsi della …..  Il cioccolato fuso  a bagnomaria con latte, o acqua se lo metti in frigorifero non solo si rapprende ma diventa com’era prima. Ottimo per rivestire torte, paste, pasticcini, cornetti, cioccolatini, ecc.

FEDERICA   Come si apparecchia una tavola davvero in modo elegante senza sbagliare?

ELENA  L’importante è farlo bene la prima volta, poi, ti resterà sempre nella mente. Incominciamo dai tavoli: si dispone dapprima ben spianato, un bianco e soffice mollettone di tessuto felpato, che preservi il piano della tavola, e su di esso si stende la tovaglia, bianca o colorata, più o meno elegante, ma sempre fresca e pulita.

L’importante è preservare le stoviglie  da germi e dalla polvere quindi vanno riposti nell’armadio delle stoviglie. Per gli antipasti mettiamo i piatti piani, una volta finito l’antipasto si prepara per le minestre, quindi, i piatti fondi e sotto quelli piani. Terminato il primo non si lascia il piatto piano ma si tolgono entrambi. Poi , si prepara per le pietanze, che devono essere piatti piani  dello stesso servizio ma  di forma diversa da quelli che  abbiamo tolto con il primo piatto; adesso abbiamo i piattini per il formaggio, poi, metteremo quelli per la frutta; infine i piattini del dolce sia per quelli che vanno serviti in coppette che per i dolci composti o da forno.

INCOMINCIAMO AD  APPARECCHIARE  LA  TAVOLA

Se i tavoli sono spaziosi, oppure se la tavola grande è spaziosa possiamo apparecchiare con tutti i piatti che servono per il pranzo: 1) mettiamo il piatto dell’antipasto, 2) i piatti del primo : piano e fondo sulla sinistra, e i piattini sempre davanti al piatto sulla destra. Si dispongono in tavolo con ordine e simmetria, lasciando fra l’uno e l’altro almeno 50 cm di spazio, per ciascun coinvitato o cliente raffinato. Ora passiamo ai bicchieri, dalla cristalliera o vetriera prendiamo i bicchieri grandi per l’acqua quelli un po’ più piccoli per il vino. I bicchieri si mettono davanti ad ogni piatto leggermente spostati verso destra, in ordine crescente di grandezza: prima quello da vino, poi quello da acqua. Anche le bottiglie e caraffe si mettono in tavola, ma nei pranzi eleganti le bevande vanno servite di volta in volta.

Adesso pensiamo alle posate: dal cassetto riservato ai servizi di posate prendiamo coltelli, forchette cucchiai, da dolce, da frutta, eventualmente le posate da pesce.  Si dispongono poi coltello e cucchiaio a destra di ogni piatto  ( il coltello più vicino al piatto e con il taglio rivolto verso di esso ) e a sinistra invece la forchetta.  Le posatine da dolce e da frutta vanno poste tra i bicchieri ed il piatto, parallele fra loro. Il tovagliolo va ripiegato in tre parti, si posa accanto ad ogni coperto e si completa l’apparecchiatura della tavola con il porta sale e pepe. Quando la tavola è apparecchiata, è possibile decorarla con qualcosa di semplice, ma delicato e personale, se si tratta di un locale deve rispecchiare l’ambiente. Continua nel prossimo articolo…

FEDERICA   Grazie! Mi piace tutto questo ordine in cucina e nelle sale da pranzo.

ELENA  Ma adesso però pensiamo alle ricette!

BAULETTI  DI  CRESPELLE  IN SALSA DI LATTE  DI MANDORLE

BAULETTI DI CRESPELLE

Ingredienti: latte di mandorle, farina di riso, uova, farina di grano tipo “00”, sale, erba cipollina, rosmarino, aglio, salvia, parmigiano grattugiato, noce moscata, carne di manzo: paletta stufata e macinata, vino bianco q.b. una noce di burro.

Esecuzione: facciamo la salsa con il latte di mandorle e la farina di riso con una punta di noce moscata, salvia e parmigiano grattugiato. Adesso facciamo le crespelle amalgamando la farina doppio zero con il latte, due uova intere, sale e pepe, l’erba cipollina tagliata finemente. Ungiamo la teglia e proseguiamo per le crespelle. Una volta fatte le sfogliate le stendiamo sul piano da lavoro e le riempiremo con lo stufato di carne tritata e condita con piccoli frammenti di rosmarino, e  aglio. Chiudiamo i bauletti li disponiamo nella teglia da forno e li irroriamo con la salsa che abbiamo fatto in precedenza, cospargeremo un velo di parmigiano e una spruzzata di vino bianco, quindi in forno a 180° per 15 min. Servire con prosecco del Trentino Alto Adige.

FEDERICA  Ottimo anche questo piatto, lo farò domani, poi ti farò sapere . Ciao ci sarai domani?

10/01/2014

ELENA  Hai visto anche oggi non posso mancare all’appuntamento.

FEDERICA   Ho fatto la tua ricetta, è piaciuta molto a tutti. Grazie! Sono curiosa di vedere la torta che hai fatto a Natale per la tua famiglia! Posso?

ELENA   Sì, certo, ti mostrerò  anche quelle  che ho fatto in confezione regalo e continuano ad insistere che dovrei aprire un ristorante; ovviamente mi fa piacere, però per me la cucina è importante sì, anche perché mi fa divertire ma come ho già dichiarato il mio più grande sogno è di continuare a scrivere tutto quello che mi passa per la mente ma soprattutto verità, non importa poi se non verranno pubblicati.  Se accettassi il lavoro nel ristorante non mi resterebbe il tempo per scrivere;  le poesie certo, quelle escono dall’anima in sintonia con il cuore e il pensiero, ma non puoi pensare di scriverle a comando, quando sento l’ispirazione se non dispongo del tempo e di un po’ di privacy, dovrei lasciare completamente ciò che sto facendo, quindi…   Ma eccoti la torta di Natale.

TORTA  SAN  LOUIS

TORTA DI NATALE 2013

Ingredienti: panna fresca da montare 250 g., pan di spagna 300 g., cioccolato fondente dolce 400 g., fragole e marasche rosse in composta, ( sono state sciroppate nella loro stagione proprio per questa occasione ) zucchero vanigliato, crema di torrone 200 g. ricotta  vaccina 300 g. due tuorli e due albumi montati a neve, liquore di genzianella, liquore alla vaniglia, farina di riso, latte di soia.

ECCOLA IN FETTEFETTA  NATALE  2013 …               Esecuzione:

Setacciamo la ricotta, dopo avere fatto il pan di Spagna lo lasciamo raffreddare, poi ne ricaveremo un disco di 1,5 cm. Adesso monteremo la panna, poi i tuorli con lo zucchero a velo vanigliato, infine gli albumi. Abbiamo già sciolto il cioccolato a bagnomaria, ed abbiamo la composta mista di fragole e marasche, bella liquorosa, ora facciamo la crema di torrone con il latte di soia, la farina di riso, la cannella, il miele e il torrone sbriciolato; portiamo a bollore e lasciamo raffreddare completamente la crema; aggiungeremo poi il liquore e mescoliamo per amalgamarlo. Adesso che abbiamo tutti gli ingredienti incominciamo a comporre la torta come se fosse un mosaico ma dal basso verso l’alto. Prendiamo il vassoio o un piattone, stendiamo sul fondo un velo sottile di crema al cioccolato fuso, poi mettiamo uno strato sottile di composta di frutta rossa,  mettiamo il pan di Spagna imbevuto nel succo denso della frutta sciroppata, sopra stendiamo la crema torrone, poi uno strato di crema ricotta con i tuorli e gli albumi montati a neve ferma con l’aroma di liquore alla genzianella,  infine uno strato di cioccolato dove abbiamo sbriciolato anche un poco di pan di Spagna e abbiamo messo la composta di frutta rossa; l’ultimo un velo di cioccolato diluito con un po’ di latte di mandorle, infine abbiamo fatto la decorazione con sgarbi di panna montata e vaniglia. L’ho realizzata il giorno prima di Natale, quindi è rimasta in frigorifero per un giorno prima di essere stata consumata. Come si può notare le fette restano in sesto molto bene.

FEDERICA   Solo a vederla la mangerei tutta!

ELENA  Per essere buona è buonissima, ma quando si cucina tu sai bene che una volta fatto l’assaggio poi, non ne mangeresti più; anzi, queste feste sono state un dono del cielo perché non solo non sono aumentata di peso ma sono diminuita di quasi due kg. Sai bene che se guardi il cibo non ci si ingrassa! Ma è la qualità (dei grassi) e la quantità.

FEDERICA   Posso dedicarti tutte le canzoni di Massimo Ranieri?

ELENA  Non posso dirti che grazie! Anche perché la sua voce è inimitabile! Molti possono cantare bene le sue canzoni, ma la su voce io la riconosco sempre. Ci troveremo nel prossimo articolo, presenterò un menù del dopo feste, non  è cibo riciclato, è un piatto quasi tutto vegetariano adatto ad iniziare un nuovo ciclo non dico dietetico ma gustoso con  meno calorie.

06.01.2014

NEL LABORATORIO DI EMI E PETER DECIMA PARTE

Author: admin-ele

07/01/2014

UN  GIARDINO  PULITO

N.B. Le erbe che descrivo le tengo racchiuse dentro l’archivio della mia memoria; non possiedo nessuna enciclopedia di nessun tipo.

IL  CINOGLOSSO

Comunemente chiamata ” lingua di cane” appartiene alla famiglia delle Borraginaceae. È una pianta biennale; il primo anno produce una chioma di foglie riunite a rosetta, nel secondo anno invece forma il fusto che può arrivare all’altezza di un metro circa, tutto dipende dal drenaggio del terreno. Le foglie sono lanceolate lunghe, acute all’apice e man mano si allargano e si restringono verso il picciolo; hanno un margine intero e sono ricoperte da una leggera peluria chiara.

Quando esprime la fioritura vediamo qualcosa di spettacolare: si forma piano piano una pannocchia lunga composta da numerosi rachemi con il calice diviso in cinque sepali sempre lanceolati, mentre la corolla è glabra, tubolare verso il basso e divisa in alto in altri cinque lobi di forma ovale. I colori variano tra il violaceo, rosso scuro, e azzurro. I frutti sono racchiusi nel calice, il suo peduncolo a maturazione di ricurva verso il basso.

La lingua di cane vive bene nelle zone montane, nei boschi , nei campi raramente nella pianura.

Le parti usate in medicina sono esclusivamente le radici. Si raccolgono già nel primo anno: si levano le radichette laterali, si lavano e si lasciano asciugare all’ombra. Lo stesso si procede con la pianta di due anni, si scava, si raccolgono le grosse radici, si lavano e si tagliano a pezzi; dopo l’essicazione si conservano in recipienti di vetro riparati dalla luce.

Questa pianta ha proprietà calmanti della tosse, ovviamente sedative, astringenti e cicatrizzanti. I decotti, gli infusi per le tisane vanno dosati dal medico erborista. Le foglie  (il succo ) invece si possono usare per lenire le scottature, alleviare le punture d’insetti e per le abrasioni.

LA  CONSOLIDA  MAGGIORE

La consolida maggiore o comunemente chiamata ” erba di S. Lorenzo ” appartiene alla famiglia delle Borraginaceae. È una pianta che si espande con le sue radici verso il basso ed ha un grosso rizoma ramificato. Il fusto può arrivare ad un’altezza di un metro , è ramificato verso l’alto ed è coperto da peli setosi (tipici delle Borraginaceae ). Le foglie inferiori sono grandi, di forma ovale, man mano che saliamo lungo il fusto  tendono a rimpicciolirsi e a ramificarsi. I fiori sono riuniti in pannocchie dal calice verde e la corolla tubolare di colore bianco giallo, e termina con 5 denti ricurvi verso l’esterno; i frutti sono racchiusi nel calice sono degli acheni lucidi di colore brunastro.

Questa pianta cresce nei luoghi erbosi delle paludi nella regione mediterranea , ma anche in quella submontana del nord dell’Italia.

Le parti usate in medicina sono tutte le foglie, le radici e la parte aerea della pianta. Si raccoglie in autunno e in primavera, la radice si lava, si taglia per il lungo si lascia essicare all’ombra poi, si conserva in recipienti di vetro.

Le proprietà della Consolida sono astringenti,vulnerarie, antidiarroiche e cicatrizzanti. Un aspetto interessante è il trattamento delle ragadi e di tutte le altre forme infiammatorie. Molto utili anche cosmeticamente per mantenere la pelle sana e integra.

IL  CORBEZZOLO

Il Corbezzolo è una pianta di variabile grandezza: può essere di piccole dimensioni come può arrivare a quelle di un albero di un’altezza fino a 10-12 metri. Appartiene alla famiglia delle Ericaceae, è un sempreverde  dai piccoli rami con le foglie ovali lanceolate, di consistenza coriacea di colore verde scuro lucido con un margine seghettato che presenta piccoli denti acuti.

I suoi fiori sono riuniti in piccoli rachemi penduli, fioriscono in autunno e inverno; i fiori sono formati da un piccolo calice e da una corolla bianca o rosata rigonfia e termina con cinque piccoli denti rivolti verso l’esterno. I frutti sono bacche carnose tondeggianti di colore rosso che contengono nel loro interno numerosi semi. I frutti sono commestibili ma si dovranno consumare con cautela per il suo contenuto di resine che potrebbero dare disturbi.

È una pianta tipica del Mediterraneo, si trova nei boschi e nelle zone costiere, predilige l’esposizione al sole.

Le parti usate in medicina sono le foglie che si raccolgono col picciolo da maggio ad agosto, si lavano, si asciugano, poi, si lasciano essicare all’ombra e si conservano in sacchetti di tela.

Le proprietà delle foglie sono astringenti, antisettiche, diuretiche e disinfettanti di tutto il tratto uro-genitale e intestinale.

08/01/2014

IL  CORIANDOLO

Il Coriandolo è una pianta annuale con radice sottile e poco ramificata; il fusto può arrivare ad un’altezza di 60 cm, è sottile, ramificato solo nella parte superiore. Appartiene alla famiglia delle  Umbelliferae.  Le foglie basali variano nella forma: certe sono incomplete, con il margine appena inciso, e divise in tre foglie piccole dentate; altre invece sono pennate di forma lanceolata disposte a ventaglio perché si restringono a cuneo alla base. Quelle superiori sono tripennate piccole inserite alterne sul fusto a man mano il picciolo è sempre più corto.

L’infiorescenza del Coriandolo è a forma ombrellifera, sono ombrellini composti da 5-10 peduncoli, ciascuno dei quali porta dieci dodici fiori, di colore bianco e rosa.

I frutti che sono la parte usata in medicina e in gastronomia sono formati da due acheni convessi che uniti insieme formano un frutto subsferico dalla buccia spessa e costolata che inizia dall’apice e attraversa tutto il frutto.  Questa pianta è originaria dell’Africa del nord, e del mediterraneo orientale. Cresce anche allo stato spontaneo ma è ampiamente coltivato in orti e giardini.

I frutti si raccolgono  insieme al loro peduncolo subito dopo e non oltre la maturazione. Si appendono a mazzetti al riparo del sole e una volta essicati si battono per staccare i frutti dai loro peduncoli, vanno conservati in recipienti di vetro al riparo dalla luce.

Le proprietà del Coriandolo vengono impiegate molto nella gastronomia orientale, nei liquori e sciroppi digestivi per il sapore gradevole che emana,( mentre la pianta ha un odore molto sgradevole) e nel campo farmaceutico permette di correggere i cattivi odori e sapori dei medicinali. I frutti risultano essere anche un ottimo digestivo; eliminando così crampi allo stomaco  e i mal di testa che ne conseguono.

IL  CORNIOLO

Il Corniolo è una pianta perenne, che può raggiungere un’altezza di 3-4 metri; appartiene alla famiglia delle Cornaceae.  Ha le foglie caduche opposte a due a due dei rami, sono ovali allungate con l’apice lungamente acuminato, con il margine intero.

I fiori sono riuniti in piccole ombrelle, sbocciano in febbraio- marzo prima della comparsa delle foglie. I fiori hanno un picciolo a forma di calice composto da quattro denti e quattro petali gialli acuminati.

I frutti sono drupe pendule dalla grossezza di un mirtillo ma di forma oblunga, sono carnosi  di colore rosso con un nocciolo a forma della bacca.

Il Corniolo si trova nelle zone mediterranee e nelle zone montane, tra siepi e nei boschi di tutt’Italia ; è coltivato anche nei giardini ma è meno diffuso nel sud.

In medicina si usa la corteccia dei rami e i frutti. La corteccia si raccoglie in autunno, subito dopo la caduta delle foglie, mentre i frutti si raccolgono quasi a fine estate, sono commestibili e si raccolgono quando la bacca ha assunto un colore rosso intenso dall’aspetto traslucido, altrimenti danno quella sensazione di legare il palato e la lingua.

Le proprietà della corteccia del Corniolo sono analoghe a quelle dei frutti maturi: astringenti, febbrifughe, antidiarroiche. I frutti sono usati anche nelle preparazioni di liquori, marmellate e succhi. Le marmellate sono ottime per i bambini per risolvere manifestazioni diarroiche, è molto gradevole al palato. Continua  nel  prossimo articolo…

04/01/2014

GASTRONOMIA

ElenaEmi

ZELTEN

Come si cucina lo Zelten? Grazie.

Antonietta

 Lo Zelten è un dolce trentino tipico del Natale; esattamente del sud-Tirolo. Ha le caratteristiche del panforte a base di frutta secca che va preparato un po’ prima delle feste per poi conservarlo al fresco; solo così si potrà gustare il vero Zelten.

Ingredienti: 250 g. di datteri, 250 g. di fichi secchi  italiani, 250 g di uva sultanina, 250 g di noci, 250 g. di pinoli, 100 g. di scorza candita d’arancia, il succo e la scorza di un limone e di un’arancia, 250 g. di pasta per pane di grano saraceno o integrale, cannella in polvere q.b.,miele q.b., 50 g. di burro. Per la decorazione mandorle, miele e poco burro, liquore alla vaniglia.

Esecuzione: laviamo l’uvetta e i fichi, li lasciamo rinvenire nell’acqua tiepida, poi, tagliamo a pezzetti la frutta secca e la frutta candita. Ora togliamo dei filini di scorza agli agrumi,  spremiamo i frutti e li mettiamo in una zuppiera sommandoli alla frutta secca e a quella candita. Mescoliamo il tutto, copriamo la zuppiera con un coperchio e lasceremo riposare per una notte.  L’indomani mescoliamo il composto con la pasta di pane con l’aggiunta di miele e burro,dopo formeremo dei panetti che disporremo sulla teglia imburrata e infarinata e andremo a pennellarli con acqua e miele e decoriamo con mandorle tritate. Ora metteremo in forno a 180 ° per un’ora pennellando di tanto in tanto. Una volta cotti, decoreremo ancora gli zelten con mandorle e miele, poi li lasceremo riposare in luogo fresco per gustarli durante tutte le feste di   Natale. Sono veramente buoni!

Per chi non possiede una gelatiera come si può realizzare un sorbetto al limone?

Rosa

Anche se non possiedi una gelatiera si può fare un sorbetto meraviglioso! Ci vorrà un poco di pazienza in più.

SORBETTO  AL  LIMONE

Ingredienti:200 g. di miele, se lo trovi al limone sarebbe perfetto. Cinque limoni naturali, acqua q.b., e un albume.

Esecuzione: Sciogliamo il miele in 200-20 ml di acqua intiepidita, mescoliamo fino a quando si sarà sciolto bene e sarà del tutto raffreddato, aggiungiamo poi il succo dei 5 limoni, e la buccia grattugiata lievemente (solo la parte gialla) Mettiamo il tutto in un contenitore e lasceremo congelare  nel freezer. Togliamo il composto congelato dal freezer e lo riduciamo in pezzetti che andremo a frullare a bassa velocità, aggiungendo solo alla fine l’albume montato a neve. Adesso rimettiamo il composto nel freezer per solo una mezz’ora; poi, serviremo il sorbetto negli appositi bicchieri o coppette. Che bontà!

Hai mai sentito parlare di pasta al limone? Sapresti darmi la ricetta?

Morena

Sì, ne ho parecchie, te ne lascio soltanto una, la mia preferita.

SPAGHETTI  ALLA CHITARRA  AL LIMONE

Ingredienti: farina di semola di grano duro, tre uova, due limoni, sale e pepe, un cipollotto tropea, parmigiano grattugiato, olio extra vergine d’oliva o burro fuso.

Esecuzione: impastiamo le uova con la farina  formando un bel panetto; lo lasciamo riposare un’oretta, poi, passiamo gli spaghetti nella chitarra, li infarineremo perché non attacchino l’uno agli altri, li faremo asciugare per un paio di ore e saranno pronti da cuocere. Li buttiamo in acqua leggermente salata, li scoleremo al dente e li condiremo con la salsa che abbiamo preparato nell’intervallo. Abbiamo spremuto un limone e abbiamo incorporato al succo i filini della scorza di due limoni; abbiamo tagliato finemente il cipollotto con l’aggiunta di sale, pepe e olio. Ora mantechiamo gli spaghetti con olio o burro, incorporando la salsina e abbondante parmigiano grattugiato e pepe.

È vero che i crauti si mangiano anche crudi?

Sandra

Sì, in molti paesi dell’occidente si mangiano molto al dente o crudi. Vorrei regalarti un’insalata di crauti, delicata e particolare dei paesi del nord.

INSALATA  DI  CRAUTI

Ingredienti: un cavolo cappuccio, due mele,  due carote, una cipolla bianca, prezzemolo, sale e pepe, aceto di mele, due bacche di ginepro macinate, olio di oliva gentile, burro, e latte q.b.

Esecuzione: Laviamo tutte le verdure, vanno tagliate o grattugiate a listarelle sottili,  le mescoliamo bene e le condiremo con sale, pepe, due cucchiai di aceto di mele, la polvere di ginepro, il prezzemolo tritato. Adesso amalgamiamo bene tutti gli ingredienti e impiattiamo la nostra gustosa insalata di crauti.

Esiste la torta di patate?

Annalisa

È buona la torta di patate! Ho alcune ricette, te ne lascio una.

TORTA  DI  PATATE

Ingredienti: un kg. di patate farinose, 100 g. di parmigiano grattugiato, 50 g. di taleggio, 50 g. di provola, noce moscata, 2 uova, due cucchiai di farina doppio zero, olio, acqua q.b.

Esecuzione: mettiamo le patate con la buccia sulla vaporiera, una volta cotte le priviamo della buccia e le passiamo al passaverdura. Mentre sono ancora calde incorporiamo i formaggi, il sale q.b. la noce moscata e amalgamiamo il tutto. Aspettiamo che l’impasto si raffreddi, poi, incorporiamo bene i tuorli e la farina, se necessario aggiungere un poco di latte. Intanto ungiamo una bella teglia, adesso frulliamo gli albumi a neve e li incorporiamo all’impasto con delicatezza dal basso verso l’alto è il movimento consigliato, poi mettiamo il tutto nella teglia cercando di uniformare la torta, e ora in forno a 170 g° per circa mezz’ora. La torta si presenterà lievitata e ben dorata, lasciamola raffreddare nel forno e impiattiamo le nostre fette con un bel prosecco del Trentino Alto Adige. Buonissimo!

Io vorrei preparare delle tartine di ceci, ma vorrei  anche un abbinamento di ingredienti che si amalgamano bene insieme. Grazie!

Elisa

Bene Elisa ho quello che fa per te!

TARTINE  DI CECI

Ingredienti: ceci q.b. ma facciamo circa 300 g. acqua, sale, uno spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, un ciuffetto di prezzemolo, olio extra vergine d’oliva, uno scalogno, pepe, olive taggiasche. Pane abbrustolito.

Esecuzione: laviamo accuratamente i ceci e li lasceremo a bagno per 12 ore. L’indomani li scoliamo dall’acqua e ne metteremo di nuova per la cottura. Una volta ben cotti i ceci li scoliamo e li passiamo al passaverdura, aggiungeremo gli aromi tritati, l’aglio, l’olio, il pepe e li spalmiamo sulle fette di pane. Le tartine andranno guarnite con olive e fettine di scalogno.  Servire con l’aperitivo.  Buone davvero sai?

Per chiudere l’articolo e tutte le feste di fine anno con l’ Epifania vi regalerò dei cioccolatini fatti in casa, sono deliziosi per grandi e piccini.

CIOCCOLATINI  CASALINGHI DI GRANDE PASTICCERIA

Ingredienti:  stampi per cioccolatini, 350 g. di cioccolato fondente dolce, zucchero a velo vanigliato, latte q.b., 50 g. di burro fresco, due uova intere, 300 g. di mandorle, 300 g. di pinoli, 200 g. di datteri e liquore alla genzianella!

Esecuzione: sciogliamo il cioccolato a bagnomaria con il latte necessario, non dovrà risultare troppo liquido ma ben sostenuto. Ora lasciamo intiepidire il cioccolato e tritiamo molto fini i datteri, i pinoli li mettiamo dentro il tritatutto per ridurli in polvere e lo stesso le mandorle lasciandone una parte per la guarnizione. Adesso mettiamo lo zucchero nei tuorli, mentre gli albumi li montiamo a neve ferma. Abbiamo ottenuto una bella crema spumosa , incorporiamo i datteri a piccoli pezzi, i pinoli in polvere, le mandorle in polvere e mescoliamo, adesso incorporiamo un poco di albume all’impasto per renderlo morbido ma non flaccido, deve restare in sesto. Formiamo delle palline e le lasciamo raffreddare in frigorifero per mezz’ora. Adesso le togliamo e le passiamo nel cioccolato , le mettiamo una ad una sulla grata che colino un po’, poi le passiamo nella granella di mandorle tostate e dolcificate con zucchero a velo vanigliato. Molto gustosi questi cioccolatini: indicati molto da offrire agli ospiti insieme al caffè.

Ciao, ciao! Elena e babbo Natale.

02/01/2014

GASTRONOMIA

Ed ecco che Babbo  Natale continua la sua corsa regalandoci ricette strepitose e perfette!

IL PRESEPE DI BARBARA  E ANTONIO

Dove andremo oggi con la fantasia? In Brasile? E perché no? Andiamo nel Nordeste, nel popolare ristorante ” Recanto do Picui: aperto tutti i giorni dalle 11 alle 23.30, è un popolarissimo ristorante, famoso per la sua carne do sol, la migliore di tutto il Nordeste. La carne do sol è un piatto tipico del Nordeste Brasiliano a base di carne scelta bovina, fatta essicare, speziata e contornata da frutta acerula di questa stagione e cioè l’estate. Ma noi ci rechiamo nel ristorante dalla facciata azzurra in riva al fiume; lontano dall’atmosfera surriscaldata del centro e proveremo a fare il piatto regionale a base di pesce e riso ” De Tudo Um Pouco”, là si possono incontrare persone di ogni  classe sociale, il menù è lo stesso e anche molto ma molto buono.

DE  TUDO  UM  POUCO

Ingredienti: riso q.b., brodo di pesce e verdure miste, gamberoni, ostriche, gamberetti, polpa di  granchio, pomodoro, basilico,  cipolle piatte  forti, salsa di caju, seriguela, e acerola, olio di cocco, noccioline del posto, latte di cocco, pangasio, farina di manioca, verdure bollite, peperoncino, tapioca.

Esecuzione: acquistiamo il pesce, la quantità che ci serve. Per primo faremo il granchio, lo cuoceremo al vapore, poi toglieremo tutta la polpa e metà lo marineremo nel succo di acerola, mentre l’altra metà della carne la facciamo passata al tegame con olio di cocco, lo rosoliamo bene, poi lo cuoceremo  a vapore e lo immergeremo nel soffritto di pomodoro e basilico irrorato d’olio. Ora passiamo al pangasio: lo laviamo bene e lo puliamo dalle viscere, lo apriamo, lo immergiamo nella farina di  manioca e lo mettiamo in una grande casseruola smaltata con coperchio, cospargendo pezzetti di acerola, lo doriamo bene, poi una volta tolte le lische lo metteremo nel piatto con una salsina di Caju, noccioline del posto e olio. Adesso prendiamo i gamberetti,  i gamberoni e le ostriche. Laviamo bene i gamberi, prima quelli grandi così andranno subito spruzzati con l’olio e sulla griglia; intanto facciamo i gamberetti al vapore con erbe, poi li metteremo in una salsa di tapioca e latte di cocco. Ora tocca alle ostriche, che ben pulite le mettiamo con delle  fette di cedro. A questo punto se vogliamo che il piatto faccia un figurone prenderemo un vassoio molto grande e disporremo tutto il pesce con le salse e la verdura al vapore al dente e ben condita. Il tutto si potrà innaffiare con birra locale ” La Cerpa ” e con una buona musica del posto.

N.B. Il Pangasio si potrà sostituire con altri pesci meno cari e più vicino a casa.  In attesa che Federica ritorni sogneremo con altri piatti brasiliani. A domani!

03/01/2014

Oggi ci spostiamo nel Sudeste del Brasile, tra Rio e Bahia: Vitória e L’Espirito Santo, ci intrufoliamo in un locale casalingo, proprio dove fanno i piatti tradizionali, così semplici e così altrettanto buoni e ricchi di salute. Entriamo e vediamo un locale con le pareti azzurre e il soffitto tutto di mosaico giallo e azzurro, si respira un’aria profumata di erbe e fiori del posto che nonostante il caldo che fa ( in Brasile adesso è estate) ti senti a tuo agio rinfrescato anche senza il condizionatore. Il menù non è molto vario ma i pochi piatti che fanno sono veramente fatti bene, con materiale fresco e genuino. Una volta rinfrescati ti portano l’aperitivo della casa che si tratta di succhi di frutta fresca di stagione, addizionati con qualche frutto acido ma molto gradevole e dissetante. Ci stanno mostrando il loro menù ed è un’altra  specialità della regione, sono la Moqueca  Capixaba e il Pirão  de Camarões. Il segreto della preparazione della moqueca si nasconde nella pentola di terracotta nera in cui viene cucinata e presentata; e sono dei grossi scampi, mentre il pirão de camarões è un puré di manioca preparato con burro di arachidi o olio di palma.

MOQUECA  CAPIXABA  E  PIRÃO  DE  CAMARÕES

Ingredienti: scampi freschi dell’oceano Atlantico, là ora ce ne sono in abbondanza, manioca, olio di palma oppure olio di mais o burro di arachidi, limone, avocado, lattuga brasiliana, ( è quella dal cespo variegato verde scuro, verde rossastro e verde chiaro a foglie larghe ben strette tra di loro con  i margini dentellati)  succo di caju, latte di cocco.

Esecuzione: abbiamo ridotto la manioca in farina, l’abbiamo mescolata con il latte di cocco, un pizzico di sale, e l’abbiamo fatta cuocere come facciamo il nostro puré di patate; alla fine abbiamo mantecato con il burro di arachidi. Anche se è estate noi lo serviremo caldo. Ora laviamo bene gli scamponi, (sempre se non abbiamo problemi di ipercolesterolemia) e li facciamo cuocere lentamente nella pentola di terracotta nel brodetto di pesce, una volta catturata la cottura li mettiamo aperti e li irroriamo con un filo di olio ( quello che preferiamo, limone, e un trito  di erbe del posto; gli altri invece li mettiamo sulle pietre della grande stufa a legna, passati prima nel limone e poi una pennellata  di burro di arachidi. Li curiamo per non alterare la cottura  e li serviremo con il purè e una bella insalata condita con olio di arachidi  o di mais e succo di caju, con fette di avocado. Che bel piatto! È un piatto davvero indimenticabile! Riposiamoci un attimo, poi, c’incammineremo verso l’altro quartiere alla moda di Vitória. Ci sono ambienti dall’atmosfera simpatica, locali tutti in legno con grandi spazi animati all’aperto, si possono gustare buoni” petiscos” per accompagnare i loro deliziosi cocktail.

04/01/2014

A sud di Vitória sorgono numerosi villaggi e spiagge graziose: il litorale sud è costituito essenzialmente da cale dove si alternano scogli e belle spiagge di sabbia. A mezz’ora dal litorale, la montagna s’innalza fino a cime di 1500-1800 m, segnalata da strani rilievi e da rocce scolpite dall’erosione che emergono da pendii ricoperti di foresta lussureggiante.  La strada che corre parallela alla rodovia do Sol a 8-10 km verso l’interno, che dalle cime del Minas  Gerais scende perpendicolarmente alla costa fino a Vitória, sono buone vie d’accesso per meravigliose passeggiate a piedi. La zona offre i piaceri magici della natura brasiliana: cascate e torrenti tropicali di montagna. Ma tornando nel tema della cucina possiamo incamminarci per arrivare alla magnifica baia di Vitória per gustare la cucina del Minas Gerais che comprende alcuni piatti tipici ereditati dai coloni bandeirantes, che sono la cacciagione preparata con  il tutu, e i feijãos tropeiros, fagioli rossi cotti nella farina insieme a pezzetti di salsiccia; e il dolce ” sonho de valsa” una specie di tiramisù tipico della regione.

FEIJÃOS  TROPEIROS

Ingredienti: brodo di verdure: carote, basilico, pomodoro fresco, tapioca, peperoncino e spezie, fagioli rossi brasiliani, farina di tapioca, salsicce, olio di arachidi, erbe aromatiche.

Esecuzione: Prepariamo un brodo vegetale squisito , poi toglieremo le verdure e immergeremo i fagioli, le salsicce tagliate a pezzetti, li portiamo oltre a  metà cottura, poi prendiamo un poco di brodo, faremo una crema con la farina di tapioca,  l’incorporiamo all’intingolo, abbasseremo la fiamma e piano piano li finiremo di cuocere. Questo piatto va servito  con riso in bianco condito con burro d’arachidi.

Ed ora passiamo al dolce.

SONHO  DE  VALSA

Ingredienti: latte di mandorle, latte di cocco, uova, zucchero di canna, caffè, cacao, liquore alla frutta, panna di latte, zucchero di canna, cedro, mandorle tritate, un pizzico di cardamomo, biscotti di tapioca.

Esecuzione:  facciamo una crema con uova, latte, zucchero e cedro. Lasciamola raffreddare, poi incorporiamo la panna, intanto facciamo un caffè forte con l’aggiunta di cacao amaro e zucchero di canna. Facciamo gli strati: biscotti imbevuti nel caffè cacao alternati alla crema, gli strati dei biscotti andranno imbevuti a miscele alterne: caffè cacao con liquore di frutta. L’ultimo strato sarà una crema ottenuta con latte di mandorla e di cocco con farina di mandorle e panna; guarnire con mandorle tritate e cacao amaro. Ovviamente andrà riposto in frigorifero per alcune ore prima del consumo.  Continua nell’articolo …. terza parte.

Babbo Natale ci aspetta nell’ultimo articolo di questo 2014, poi se ne andrà per ritornare puntuale il prossimo Natale.