07/08/2013

DIMMI  COME  SCRIVI  E  TI  DIRO’  CHI  SEI

 

UN OMAGGIO IN RICORDO

 

 Negli ultimi decenni quella branca dello scibile che prende in esame i rapporti tra la scrittura di un soggetto e le sue caratterisctiche psico-sociologiche,  ha assunto un ruolo piuttosto importante.  Essa prende il nome di ” grafologia ” ( dalle parole greche ” graphé ” = scrittura e ” logos ” = discorso, ragionamento) e grafopsicologia o psicologia della scrittura.  Il più illustre e studioso del primo indirizzo è stato ” Padre  Moretti “.

La metodologia, i sistemi, le leggi della ” psicologia della scrittura ” , sono opera del professor Marco Marchesan, che da vari anni fu coadiuvato dal figlio, prof. Rolando.

Sarebbe arduo e dispersivo per la gente che mi segue seguire le dialettiche dei due indirizzi e l’analisi delle ragioni per cui sia preferibile  attenersi all’uno o all’altro. Personalmente reputo più solida, più articolata e più interessante la ” Psicologia della scrittura  ” e proprio per queste ragioni ho frequentato, tempo fa, un corso con i Professori presso l’Istituto di ingagini Psicologiche di Milano.

I corsi della psicologia della scrittura sono seguiti da medici, psicologi, sociologi, professori, teologi e da altre categorie professionali.

Grazie all’opera di sensibilizzazione condotta in Italia e in altri paesi del mondo dai professori, attraverso l’organizzazione di convegni,  conferenze, seminari di studio, ecc. , la Psicologia  della srittura ” è da tempo disciplina universitaria in varie Facoltà europee e dell’America Latina.

Come la psicologia classica, anche la  “psicologia della srittura ”  può essere uno strumento molto utile  per conoscere , a livello di inclinazioni e tendenze, la personalità della gente.

Tale discorso vale per chiunque viva  a contatto  con gli altri, proprio per la peculiarità della vita in pubblico, ed è importante essere collegati alla capacità di capire la tipologia psico-sociologica dei soggetti in cui si è a stretto contatto giornaliero.

C’è anche da osservare che una migliore conoscenza del proprio temperamento farà evitare  molti errori, dannosi per se stessi ed anche nell’ambito familiare. Le note che seguiranno in questo articolo hanno soltanto lo scopo di sensibilizzare chiunque sull’importanza della grafopsicologia e di porsi come ipotesi di lavoro per un futuro approfondimento, da realizzarsi mediante seminari, convegni o corsi di studio ad hoc.

Comunque io penso che esse possano costituire un’infinitesimale pietruzza del mosaico che ha come obiettivo la conoscenza delle persone per dialogare con loro, per aiutarle a migliorarsi, e a progredire, per capire meglio le proprie esigenze  e le esigenze altrui.

I tratti caratterologici desunti dalla grafopsicologia potranno essere utili anche per una migliore analisi psico-sociologica delle persone con cui si viene in contatto, non tanto come meccanismo selettivo oppure discriminante, ma come strumento ausiliare, usufruibile dai docenti dei corsi ai fini della personalizzazione della loro attività didattica.

In poche parole la ” grafopsicologia ” deve essere intesa al servizio dell’uomo e non per criminalizzarlo o per scoprirne i punti deboli allo scopo di colpirlo

08/08/2013

LA  SCRITTURA

Evitando di fare una disamina dei principi che sono alla base delle leggi della  ” psicologia della scrittura “, perché il discorso risulterebbe teorico, polarizzerò l’attenzione soltanto su qualche aspetto pratico, facilmente comprensibile per ogni lettore.  Seguirò la ” dottrina”  Marchesan, riservandomi di esprimere solo una sintesi semplificata di alcuni dei complessi contenuti, e con una certa libertà d’azione.

Passando a questioni tecniche, bisogna osservare che il campione della scrittura da ” leggere ” va scritto su un foglio privo di righe. Lo strumento migliore è la penna con il pennino come la vecchia stilo. La scrittura deve riempire almeno un foglio in modo da fornire all’analizzatore abbondante materiale di valutazione. Il contenuto non ha alcuna importanza. Occorre che lo scrivente si trovi in uno stato di relativa calma e non sia in balia di traumi o gravi stress.

 

SCRITTURA  CON  O  SENZA  MARGINATURA

Se il soggetto scrive senza lasciare margini eccessivi a sinistra o a destra del foglio, ma occupa quasi tutto lo spazio disponibile, e continua così nei righi successivi, rivela equilibrio sotto a ogni aspetto: negli affetti, nel giudicare se stesso e gli altri, nella sensibilità, nel senso del dovere e così via.

Se il soggetto lascia margini eccessivi ( a sinistra o a destra ), denota una certa tendenza ad una forte autocritica che ostacola la sua azione, alla suggestionabilità, ad una sensibilità accentuata, alla pignoleria, alla depressione, ad un attaccamento quasi morboso agli affetti, con tenue attitudine al comando.

Se il soggetto lascia tale margine solo a sinistra, denota atteggiamento ansioso verso i superiori e le tendenze descritte  per i margini a sinistra e a destra, ma con attenuazione

Se il soggetto lascia un margine eccessivo solo a destra, denota un certo imbarazzo nei rapporti interpersonali, frutto di ansietà  e le citate tendenze a dei margini, ma con attenuazione.

 

 SCRITTURA  CORTA  E  ALTA

 

Se il soggetto ha una scrittura corta nella parte superiore delle lettere che vanno verso l’alto  ( nella b,  d,  f,  h,  l,  t), denota concretezza e insensibilità per i valori culturali, religiosi e spirituali in genere. Se il soggetto ha una scrittura corta nella parte inferiore delle lettere che vanno verso il basso ( nella f,  g,  p,  q), rivela scarsa praticità, fantasia povera,  timidezza,  scarsa adattabilità agli ambienti, introversione, attaccamento agli affetti famigliari, proiezione verso la religiosità, incapacità di comando.

Se il soggetto ha una scrittura molto alta nella parte superiore, denota tendenza ad un idealismo eccessivo, esaltazione, capacità non ottimale di gustare cibi e bevande e piaceri di sesso, idealizzazione degli affetti.

Se il soggetto ha una scrittura assai alta nella parte inferiore, denota tendenza all’organizzazione, alla praticità,  amore per i viaggi, gli sport, buon senso, realismo, sottovalutazione degli ideali, accentuato attaccamento agli interessi economici.

 

SCRITTURA  ERETTA  E  PENDENTE

 

Se il soggetto denota una scrittura  essenzialmente eretta, denota controllo delle pulsioni, senso pratico,  una certa freddezza sentimentale,

capacità di godere dei piaceri della vita in maniera non forte.

Se il soggetto ha una scrittura essenzialmente pendente verso destra, denota tendenza al calore affettivo, all’amicizia e un dominio delle pulsioni non eccellente.

Se il soggetto ha una scrittura essenzialmente pendente verso sinistra, denota ostilità verso l’ambiente, freddezza negli affetti, ma fedeltà, tristezza, sensibilità religiosa accentuata, scarsa capacità di accettare i piaceri della vita.

SCRITTURA  DEBOLE, ROBUSTA, VELOCE

 

La scrittura robusta denota forti capacità di decidere e deliberare, intelligenza, capacità di comando.

Se il soggetto ha una scrittura debole, poco incisa, snervata, denota tendenza all’abulia, all’apatia, all’ironia, alla scarsa fantasia e reazioni lente.

Se il soggetto ha una scrittura fluida (che scorre veloce verso destra),   denota autostima, intelligenza, volontà forte, coraggio, dinamismo, poliedricità d’interessi, forte socialità.

 

SCRITTURA  ELEGANTE  E  INELEGANTE

 

Se il soggetto ha una scrittura elegante, denota tendenza a dare importanza alla forma,  alla ricercatezza, nel campo dell’abbigliamento, e della cura della propria persona, all’esecuzione tecnica perfetta, alla conversazione vivace, aggraziata, e anche impegnata culturalmente,, ostilità per la gente maleducata, e sprovvista di gusto, amore per le arti, per l’ordine.

Se il soggetto ha una scrittura inelegante, denota scarso gusto estetico, disinteresse per la gente, adattabilità all’ambiente, ostilità per certi ceti sociali.

 

SCRITTURA  GRANDE,  PICCOLA,  PICCOLISSIMA

 

Se il soggetto ha  una scrittura grande, denota eccessiva sicurezza in se stesso,  velleitarismo, autoritarismo,  amore per il lusso, suscettibilità,  scarsa autocritica,  visione panoramica,  difficoltà a prendere in esame i particolari.

Se il soggetto ha una scrittura piccola,  rivela disciplina, serietà, senso0 del dovere, autocritica,  rispetto degli altri, capacità d’attenzione e di concentrazione,  parsimonia nelle spese,  difficoltà nei rapporti sentimentali e in quelli d’amicizia.

Se il soggetto ha una scrittura piccolissima, rivela tendenza a nientificarsi, ed a sfuggire dalle proprie responsabilità, scarsa capacità al comando, introversione.

Nota: si ha la scrittura piccola, quando l’altezza media delle lettere (esclusa la valutazione degli allunghi verso l’alto, come nella lettera “t” o verso il basso,  come nella lettera “p”) non è inferiore agli 8 dmm.   Al di sotto di questi valori, la scrittura è piccolissima. La scrittura è piccola quando nelle donne non supera i 28 dm., e negli uomini, i 18 dmm.  Segue nel prossimo articolo…

Elena  Lasagna