21.03.2013

PRONTO INTERVENTO DUE

Author: admin-ele

21/03/2013

LE  FRATTURE

Generalità  di anatomia

L’apparato scheletrico comprende le parti scheletriche del corpo umano.

Queste sono , nell’individuo adulto, rappresentate quasi  dappertutto da OSSA ,  a  differenza di quanto accade nei tessuti giovani in via di accrescimento , formati invece da un tessuto cartilagineo, che è destinato ad essere,  a poco a poco sostituito nel corso dello sviluppo, da parti  ossee.

Vi sono tuttavia parti che,  anche nell’individuo adulto sono sempre costituite da tessuto cartilagineo , ad esempio le estremità anteriori delle coste e le superfici articolari delle ossa.

L’osso è costituito da un’ impalcatura di sostanza ossea,  da la necessaria forma e consistenza ; dalla cartilagine articolare,  che ne riveste le estremità che si articolano con le ossa vicine ; dal periostio,  membrana che ne riveste la superficie esterna, e la cavità midollare interna ( endostio ) ; dal midollo osseo, in questa contenuto , dai vasi sanguigni ai nervi dell’osso.

A seconda della forma le ossa si dividono in tre gruppi principali :

1 ) LE OSSA LUNGHE ,  a cui appartiene la maggior parte delle ossa degli arti,  quindi : clavicola, omero,  radio, ulna, metacarpi, e falangi degli arti superiori ; femore,  tibia ,  perone , metatarsi , e falangi negli arti inferiori. Sono tutte dotate di una grande cavità midollare.

2 ) LE OSSA BREVI ,  come le vertebre, le piccole ossa del polso e della parte posteriore del piede,  ed alcune ossa craniche. In queste ossa la cavità midollare è sostituita da una struttura trabecolare spugnosa.

3 ) LE  OSSA PIATTE , come lo sterno, la scapola , l’osso dell’anca,  le coste e la maggior parte delle ossa del cranio.  Le varie ossa si riuniscono tra loro a formare l’intero scheletro in diversi rapporti dettati delle necessità funzionali.

Alcune ossa sono totalmente fuse tra loro, in tal misura da non lasciar riconoscere,  nell’adulto ,  il punto  di unione : ad esempio , le ossa del bacino  e le vertebre sacrali.  Altre si riuniscono tra loro tramite una sutura che , pur evidente , non consente alcun scivolamento tra di esse: ad esempio le varie ossa che costituiscono la scatola cranica.  Altre poi, riunite da articolazioni serrate, dette sindesmosi , sono passibili solo di movimenti limitatissimi l’una rispetto all’altra : ad esempio il rapporto reciproco fra le estremità periferiche della tibia e del perone.

Ma la maggior parte delle ossa si riuniscono in vere articolazioni,  con possibilità di spostamenti estesi,  che danno al tronco e agli arti la più ampia libertà di movimento. Tali articolazioni sono composte dalle estremità delle due  ( o più ) ossa vicine ( rivestite come ho già detto, di carltilagine ) da una capsula articolare che a guisa di manicotto le circonda, e da un sistema di legamenti , la cui funzione è di rinforzare l’articolazione e di limitarne i movimenti alla sola ampiezza fisiologica.

La superficie interna dell’articolazione è provvista di una membrana,  detta sinovia ,  che secerne un liquido vischioso , destinato a lubrificare i capi articolari, facilitandone lo scorrimento e prevenendone l’usura precoce.

L’apparato muscolare del tronco e degli arti , infine, passando dall’equilibrato stato di tensione tonica nel riposo, alla dosata contrazione muscolare nella esplicazione del movimento , col contrapposto simultaneo rilasciamento dei gruppi antagonisti, aggiunge il suo contributo alle strutture anatomiche sopra descritte,  per il mantenimento delle articolazioni nel perfetto rapporto necessario all’armonico espletamento delle più complesse attività del corpo umano.

Per frattura intendiamo l’improvvisa rottura di un osso dovuta a una causa violenta.

23/03/2013

Nella massima parte dei casi si tratta di una violenza che agisce su un osso precedentemente sano, con forza sufficiente a produrne la rottura,  ed in tal caso si parla di FRATTURE  TRAUMATICHE .

In taluni casi invece la resistenza dell’osso si trova ad essere già minorata da cause locali ( es. tumori o cisti ossee ) o generali  ( rachitismo,  sifilide, osteo porosi dell’età senile ) , per cui la rottura avviene anche a causa di traumi insufficienti a ledere un osso sano , e si parla allora di FRATTURE  PATOLOGICHE .

Tutte le fratture possono essere suddivise in due categorie,  a seconda del comportamento della cute sovrastante,  e cioè in fratture chiuse, quando soltanto l’osso è interrotto, ma il rivestimento esterno è illeso,  e fratture esposte,  quando vi siano lacerazioni delle parti molli e della cute che pongono in comunicazione il focolaio  di frattura con l’ esterno. L’importanza di tale  distinzione è data dal fatto che,  a parità di condizioni,  la prognosi di quest’ultimo è sempre più grave,  per la possibilità di infezioni,  il decorso prolungato e la libertà di scelta terapeutica spesso limitata.

Gli agenti causali di una frattura sono ovviamente molto numerosi,  e non sarebbe certamente possibile un elencazione di tutte le varie possibilità traumatiche.  Questo è vero  specialmente oggi,  col moltiplicarsi della meccanizzazione e della motorizzazione, che hanno portato l’incidenza dell’infortunistica  del lavoro e dell’infortunistica stradale a cifre veramente imponenti.

Così, se alcune eventualità,  come una caduta dall’alto,  un investimento stradale,  un infortunato da macchina utensile, una violenta contrazione muscolare , sono casi di nozione comune,  infinite altre eventualità accidentali possono intervenire e sollecitare la struttura di un osso fino alla sua rottura.  Tuttavia la modalità di azione di tutti questi possibili casi si riduce a due sole possibilità.

Distinguiamo :

1 ) fratture per causa diretta,  nei casi in cui l’osso si discontinua nel punto stesso in cui subisce la violenza. Appartengono a questo tipo molte fratture esposte, fratture da schiacciamento di un arto, da urto diretto  di un corpo, da colpo d’arma da fuoco, da scoppio o da esplosione.

2 ) fratture da cause indirette ,  quelle che hanno luogo ad una certa distanza dal punto di applicazione della violenza : ad esempio quando un osso lungo di un arto viene flesso o torto al di là del suo limite di elasticità,  e si spezza nel tratto più sottile e più debole. Una forza esterna può rompere l’osso con diverse modalità.

Distinguiamo così:

a ) fratture per flessione :  un esempio è rappresentato dalle fratture costali che si hanno negli schiacciamenti antero posteriori del torace, in cui la pur grande elasticità della costa non è sufficiente a compensare la eccessiva flessione subita.

b ) fratture per torsione :  un esempio è costituito dalla frattura della tibia negli sciatori :  il piede, con gli sci, resta bloccato al suolo,  mentre il corpo,  per inerzia, subisce una violenta rotazione verso lo stesso lato, che si scarica sulla tibia come su un perno , fratturandola con meccanismo di torsione. La linea di frattura ha in genere decorso elicoidale.

c ) fratture per compressione o schiacciamento :  interessano generalmente le ossa brevi,  spugnose ,  e lo schiacciamento avviene di solito fra le due ossa vicine  ( vertebre ) o fra un osso vicino ad una resistenza esterna  ( fratture del calcagno ).

d ) fratture per strappamento :  avvengono in genere a seguito di violenta contrazione muscolare,  o con meccanismo misto. Una brusca trazione esercitata su un legamento non determina la rottura di questo, per la sua robustezza, ma più spesso il distacco di un tratto di osso in corrispondenza dell’inserzione schelettrica del legamento stesso.  Continua…