07.02.2013

LA CURA DEI PIEDI SEI . ULTIMO CAPITOLO

Author: admin-ele

07/02/2013

CURIAMO  I  NOSTRI  PIEDI

VENE  VARICOSE

Codesti vasi venosi negli arti inferiori che portano il sangue dalle estremità al cuore, a mezzo di piccole valvole che ne facilitano l’ascesa, che si dilatano e si allargano, prendendo il nome di varici, essi sono vasi che si riempiono di sangue che defluisce; che non riesce a salire  e le evidenzia nelle gambe, come tortuosi sentieri in rilievo sulla stessa.  Generalmente,  quando ormai la loro funzione è negativa,  interviene il chirurgo ad eliminarle.

Molti individui prima di decidersi per una totale estrazione, si sottopongono ad iniezioni sclerosanti, il risultato delle quali purtroppo non è  molto soddisfacente.   Sembra comunque certo che eliminare una rete venosa superficiale negli arti inferiori, ricchissime di queste ad ogni livello,  non turbi minimamente il ritorno al cuore del sangue, dagli arti inferiori.

DIABETE

La regolazione del metabolismo dei carboidrati o degli zuccheri,  alterata sotto forma di un disturbo che si presenta in stato cronico,  è la classica malattia, conosciuta come ” diabete ” . Se un individuo è affetto appunto da codesta malattia, anche in podologia è utile esserne al corrente, poiché le ferite in genere presentano difficoltà nel loro trattamento per tutte le possibili complicazioni che potrebbero insorgere dopo un’incisione che il trattamento stesso avrebbe dovuto evitare. I sintomi  caratteristici più comuni nel diabete sono una sete fortissima, una frequenza allo stimolo di orinare  ( pliuria ) . Attraverso le urine abbiamo appunto l’eliminazione del glucosio mentre nell’individuo normale gli zuccheri si accumulano nel fegato e nei muscoli.  L’ ereditarietà è una caratteristica fondamentale nel malato di diabete; il diabete insorge spesso in individui che, con eccessi di alimentazione ( eccessi di grassi ) pongono l’insulina ad un esagerato lavorio, sino al totale esaurimento della stessa e danno possibilità di insorgere alla malattia.  L’età in cui si caratterizza l’insorgenza della malattia varia dai 45- 50- 60 anni e mentre negli anni trascorsi quasi sicuramente un individuo concludeva il ciclo della malattia con la morte,  è pressapoco identica a quella di un individuo normale.  In podologia si osservano complicazioni nel diabetico perché questi ha un eccesso di zucchero nei tessuti e nel sangue.

Ora, poiché i germi trovano migliori condizioni di sviluppo in presenza di zucchero,  i tessuti del diabetico  inibiti di codesta sostanza,  a contatto con strumenti e con medicamenti non del tutto sterili ( settici ) sui quali possono trovarsi più germi,   vengono portati a un’infezione piuttosto difficile da risanare.

Da qui le precauzioni necessarie da assumere onde evitare l’infezione nel diabetico. Le malattie vascolari causano spesso mortalità nel soggetto diabetico al di là dei 45 anni;  nell’individuo cioè dove è già in pieno sviluppo le arteriosclerosi. Anche una lesione o una ferita a un vaso capillare nella persona già interessata ad una malattia vascolare ( cioè  in un soggetto il cui sangue non circola bene ) rimargina con difficoltà,  per cui non è dato da escludersi,  fra i vari tipi di cancrena in cui potrebbe incorrere, quella diabetica. Ad ostacolare il processo di cicatrizzazione e di rigenerazione di nuovi tessuti nel diabetico,  si presenta l’acidiosi  ( corpi chetonici ) nel sangue distribuiti anche nei tessuti . )

 L’insorgere di una piccola piaga o di una ulceretta provocata dalla compressione di una calzatura che non abbia sicura tendenza a guarire in un paziente scrupoloso nell’applicazione di mezzi cicatrizzanti,  orienta ad una diagnosi di precauzione del diabete.   Così come ogni manifestazione cutanea pruriginasa o enzimica,  può rivelare una certa tendenza al diabete,  del quale il prurito è anche un sintomo, consiglierà un esame idoneo ad evidenziarlo.  Per ogni trattamento un soggetto diabetico,  di cui si conosca la malattia,  ogni piccola operazione necessita della massima precauzione e abilità,  che eviti ogni eventuale ferita o contusione.  Nel caso di fuoriuscita di sangue il paziente stesso collabora alla riparazione sottoponendosi alla costante e energica cura del diabete consistente nella riduzione della glicemia mediante una controllata alimentazione oppure adeguate cure o togliendo lo stesso acido contenuto nei tessuti per ottenere una più facile guarigione alla parte ferita.

Elena  Lasagna