18.01.2013

RISPOSTE AI LETTORI SESSANTATRE QUARTA PARTE

Author: admin-ele

18/01/2013

LE  ARTI  MARZIALI

Il volo del gabbiano  (volo dell’anima o l’anima in volo) Okinawa.

Le armi delle arti marziali sono migliaia.

Un altro stile di Kung fu è “La Mantide religiosa”, conosciuto come ” Tong long”, questo stile fu inventato dal pugile cinese Wong Long. Regolarmente sconfitto dai pugili di altri stili, Wong Long abbandonò il pugilato e si ritirò a praticare la meditazione. Un giorno mentre sedeva in un giardino di un tempio, notò una cavalletta ed una mantide avvinghiate in una lotta ed osservò che la mantide lottava secondo uno schema ben definito. Trovandosi ad affrontare un avversario molto più grande e potente, la mantide sferrava colpi fulminei con gli arti anteriori a forma di chela e si allontanava poi precipitosamente sottraendosi all’attacco della cavalletta. Affascinato da questo spettacolo, Wong Long, catturò la mantide e la portò con sé a casa dove esaminò ogni mossa dell’insetto stuzzicandolo con uno stecchino. Riuscì quindi a formulare un sistema di combattimento derivato dai movimenti della mantide e ritornò a combattere contro i pugili degli altri sistemi. Con il suo nuovo stile di combattimento Wong Long ebbe tanto successo che decise di battezzarlo col nome dell’insetto. Una variazione sul tema è costituita dallo stile della “mantide” delle sette stelle ” un metodo di combattimento che si basa sulla teoria cinese delle costellazioni celesti. Questa è un’altra delle storie vere che ci raccontò il maestro nell’ora di pausa.

Ed ecco il metodo di combattimento della ” Gru bianca ” detta Bok Hok Pai. Fu inventato dai lama tibetani e, in origine, era riservato ai corpi scelti delle guardie del corpo dell’imperatore cinese. La sua creazione è dovuta ad un lama che ebbe modo di assistere ad una lotta tra una gru bianca e una scimmia. Il lama osservò che quando la scimmia si lanciava all’attacco, la gru si difendeva schivando il colpo e contrattaccando poi a sua volta con le ali. Il lama elaborò quindi otto tecniche combinando i movimenti naturali della gru con il lavoro dei piedi e le tecniche di presa della scimmia. Lo stile Bok Hok Pai, si è appropriato di alcuni elementi degli stili interni. Le tecniche della” gru bianca” ricorrono anche in altri stili del Kunk fu.

L’ Ung Gar è un adattamento dello stile della ” tigre Shaolin ” combinato con alcuni aspetti della gru bianca. Lo caratterizzano posizioni basse e ampie dove le gambe diventano forti e robuste.  La posizione fondamentale è quella del cavaliere O  Ma  Pu. Ung Gar è uno stile forte e duro di Kung fu, la cui mossa  principale è un poderoso diretto che secondo gli adepti, riesce sempre a mettere l’avversario fuori combattimeno. Hun apprese lo stile dal monaco  Shaolin Gee Seen. È una disciplina in cui prevalgono i metodi di combattimento a distanza ravvicinata.

Non meno importante degli altri stili è il Choy Lee Fut, creato da Chan Heung. Si trattava, in origine, di un allenamento segreto al combattimento per addestrare i ribelli cinesi e creare dei corpi che combattessero durante la guerra dell’Oppio del xιx secolo. In questo stile, l’energia e la potenza sono il prodotto dei movimenti delle anche e l’esecuzione delle tecniche comprende calci alti e bassi. Parecchie azioni di piede ingannevoli e sfuggenti caratterizzano questo sistema di combattimento a distanza. Le tecniche di mano principali sono i ganci e i montanti, i pugni col dorso della mano e i pugni doppi circolari che vengono sferrati con una forza devastante. Questi sono solo alcuni dei metodi interni del KUNG FU.

Il  VOLO  DEL  GABBIANO

Ora passiamo all’anima in volo (Okinawa). Mentre Okinawa Te è un termine collettivo per le scuole di karate. Ma anche il “Volo del gabbiano” nacque in questa città ed è un altro sistema interno del kung fu che pochi istruttori sanno. Ovviamente non si impara a volare come i gabbiani, ma questa disciplina dedica particolare attenzione alle proprietà terapeutiche delle sue tecniche in quanto queste hanno il potere di alleviare la tensione e lo stress. Il fine di quest’arte è quella di guidare il praticante verso la pace e la tranquillità dell’ ANIMA  per sentirsi vicini a” Dio”.  Anche questo stile coltiva l’energia” Chi”, un’energia interna che tutti gli esseri umani possiedono, e di cui la scienza non  riesce a trovare una spiegazione soddisfacente. Quando si sprigiona, l’energia ” Chi  ”  può produrre effetti straordinari. È una filosofia secondo la quale è possibile raggiungere l’illuminazione con la meditazione. La tradizione di questa arte marziale, tramandata da alcuni grandi maestri, dimostra la volontà di divulgare principalmente la via del benessere fisico e mentale ma soprattutto la pulizia interiore. In tutte le discipline delle arti marziali il maestro insegna che: ” non c’è maggior disgrazia che sottovalutare l’avversario. ” Sottovalutare l’avversario significa perdere ” Equilibrio, Armonia e Umiltà “. Questa arte come nel Thai-Chai ha anche un risvolto mortale che  il ” maestro” solo a pochi allievi insegna. ( Da usare solo in pericolo di vita).

Elena  Lasagna

LE  TECNICHE  DEL  THAI  CHI  CHUAN

Si tratta di una sistema di autodifesa molto complesso, che combina  varie abilità in un’unica forma per stabilire una  serie di principi e di metodi. Questo stile dedica particolare attenzione alla forza interna. Tutti i movimenti del ” Tai  chi” fluiscono l’uno nell’altro senza scatti e senza interruzioni,  ed ognuno di questi deve essere eseguito con precisione. I movimenti del ” Tai chi chuan ” sono numerosissimi, e richiedono uno sforzo di memoria notevole. Il Tai chi non ha avuto quella proliferazione di stili che ha avuto il Kung fu. Mentre si eseguono gli eserci del Tai chi, si deve conservare quella calma e la tranquillità dello spirito, i movimenti devono essere morbidi e fluidi, devono trasmettere una sensazione di leggerezza. I muscoli sciolti non devono essere mai tesi o rigidi , la respirazione profonda e regolare, si accompagna ai movimenti. La mente tranquilla ma vividamente cosciente, per controllare tutti i movimenti del corpo. L’obiettivo è un ” equilibrio dinamico ” , una combinazione di quiete e movimento.